Ero in casa,
sola. Tutto era buio. Ad un certo punto vidi una luce e mi ci avvicinai.
Una grande sala.
Immensa forse; non riuscivo a vedere la parete che
delimitava la stanza.
Tende di un glicine molto chiaro ricoprivano le finestre, arrivavano
fino al
pavimento cadendovi leggere come soffici nuvole. Non c’era
una piega che indicasse
un minimo segno d’imperfezione in quelle tende e dei fiocchi
viola le separavano
in due parti facendo intravedere
la neve che si posava fitta sul davanzale di quelle finestre bianche.
Il pavimento era
panna e lucido. Vi riflettevano le luci provenienti da degli enormi
lampadari
di cristallo, o forse semplice vetro, che erano appesi al soffitto.
Non riuscivo a
smettere di girare mentre osservavo la bellezza di quella sala.
Una trentina di
coppie danzavano sulle note di una soave melodia suonata da un
orchestra che si
trovava dal lato opposto della stanza, su un palco.
Mi fermai un
attimo, finalmente presi possesso del mio corpo.
Un ragazzo si
avvicinò a me dopo aver posato la sua chitarra classica ed
aver lasciato
l’orchestra. Aveva dei capelli morbidi e tirati indietro con
una buffa
acconciatura che gli dava un aria da nobile.
Improvvisamente i
suoi vestiti si trasformarono, sembrava un principe.
Un ciuffo dei
suoi biondi capelli gli ricadeva sul viso coprendo in parte uno dei
suoi
splendidi e azzurri occhi. Si avvicinò, continuava ad
avvicinarsi e a far
diminuire lo spazio tra le nostre labbra, finché non fu
quasi nullo. Inclinai
il viso.
Una voce iniziò a
chiamare il mio nome. Cercavo di zittire quel
ragazzo mentre provavo a far combaciare le nostre labbra, ma la
distanza
sembrava infinita.
-Kim,
Kimberly. Ehi Kim. Cazzo, svegliati.- qualcuno continuava a scuotermi.
Il mio
principe si stava allontanando. Correva.
-No.-
cacciai
un lungo urlo prima di accorgermi che non stavo più
sognando e le mie grida incombevano nella mia cameretta. Qualcuno mi
stava
scuotendo nonostante i miei occhi si stessero già schiudendo.
Se non mi avesse lasciato in pace, qualcosa avrebbe potuto rovinare il suo viso. Qualcosa come un
pugno. Che
avrei dato con le forze che non avevo, in quanto non ero nelle migliori
delle
condizioni. Aprii gli occhi di scatto e sollevai la schiena.
-Calma.
Che succede?
-Fanculo. Hai rovinato il mio sogno.- Sbottai a mio fratello.
-E
tu hai urlato per uno stupido sogno? Mi hai
fatto spaventare.
-Smettila. Hai preparato la colazione?
-Io non sono la mamma, lei non c’è qui. Non so
se ti ricordi ma hai voluto trasferirti ad ogni costo e…
-E adesso siamo qui soli, io e te. Che lagna,
ogni giorno la stessa storia, e siamo qui da tre sole settimane.
-Comunque la colazione non c’è e non credo
avrai il tempo di prepararla.
-E perché mai?
-È Lunedì.
-E quindi?
-La parola 'scuola' non ti dice niente?
-Oh merda!-
presi il cellulare.- sono
le otto e venti. Alle nove suona la campanella.
-Ultimo
giorno di scuola, sorellina.
-Ma io non voglio andarci.- mugugnai ricoprendomi fin sopra la
testa con
la coperta.
-Non
so che intenzioni hai, ma se vuoi vivere
con me, meglio che cambi modi di fare.
-Ai suoi ordini signor Payne.- Scattai in piedi e alzai il capo
portando il
mio sguardo verso l’alto.
-Vai
a prepararti.
-Corro.
Corsi in bagno,
feci una doccia veloce. Dopo che il mio corpo fu asciutto infilai la
biancheria
e corsi in camera a prendere una felpa e dei jeans.
Ultimo giorno di
scuola. Ultimo non per modo di dire, non ci sarei andata
più. Avevo diciassette
anni, potevo farlo e ne ero così sollevata.
Arrivai a scuola
e notai i soliti gruppetti lungo il corridoio, mi sentivo persa tra
quelle
mura. Completamente sola, anche se era un bel po’ che
andavo lì. Avevo anche
perso un anno.
Finalmente lo
vidi e mi rincuorai.
-Hai
finito adesso?- fece lui palesemente infastidito
dal gesto che
ripetevo da quasi un anno tutte le mattine. Poi si avvicinò
alla mia guancia e
mi schioccò un bacio. Sorrisi.
-Il nostro rituale è giunto al termine.
-Finalmente.-
gli detti una spinta e barcollò un po’. –Come siamo permalose, bellezza.
-Andiamo
in classe e non fiatare fino ad
allora.
-Ok.-
mise il broncio e abbassò il viso. L’unica cosa
che ottenne fu
sbattere contro un’alta ragazza bionda con due grandi occhi
nocciola. Gli
sorrise maliziosamente squadrandola da capo a piedi. Lei
arrossì e dopo aver
preso lo zaino da terra corse via.
-Fino
alla fine eh, Hazza?
-Che posso farci io se sono così attraente? solo tu mi
resisti, devi essere proprio forte, eh, Kim?
-Ma io ho già il mio principe, lui sì che mi ama.
-Sì, un principe che nemmeno esiste.
-Esiste. Mi viene a trovare, ogni notte, sai?
-Eh brava-
lo fulminai con lo sguardo, spegnendo il suo malizioso. -ma per quanto
continuerà questa storia? dimmi quando ti lascia, altrimenti
sarò costretto a venire io a trovarti qualche notte.- riprese a guardarmi maliziosamente.
-Entra
in classe, scemo.- lo spinsi fino a fargli varcare la
stanza in
cui si sarebbe tenuta la prima lezione.
-Ma che hai capito?
dicevo che vengo a trovarti per conoscerlo.- Ebbi il
tempo di scambiare un’ultima
occhiata di disprezzo verso i suoi chiari occhi verdi prima che il
professore
entrasse in classe.
La cosa che non mi piaceva di me era il mio fisico, era sempre stato un problema. Non ero mai stata la classica magra con delle forme invidiabili. Magari le forme le avevo, ma non ero poi così magra. Ero ancora una volta normale, ma la mia autostima non arrivava a due in una scala da uno a dieci. Harry mi chiamava batuffolo dalla prima elementare. Sarà per le mie curve che erano molto più accentuate prima che adesso. Lo conoscevo da parecchi anni, inizialmente non andavamo d’accordo e quel soprannome era infatti l’offesa più cattiva che poteva trovare a quell’età un ragazzo che nemmeno a diciassette anni aveva una conoscenza delle parole molto ampia. Poi ci avevamo riso su e quello era diventato il mio soprannome.
ciao.
*si nasconde*
è
ancora il primo capitolo,
ho già scritto un'altra ff, l'ultimo capitolo l'avevo scritto
giusto per finirla, ma non era progettato così,
ma non mi andava di scrivere, quindi scusate, per chi l'ha letta.
spero di riuscire a seguire questa, completamente,
anche perché è da un bel po' che ho in mente la
trama.
oddio, so che è una cacca ma ho bisogno di scrivere
mi piace, è come uno sfogo, boh.c:
-hope you enjoyed.-
recensisci? ti preeego.c: