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Autore: chinagirl    02/12/2012    0 recensioni
Sono passati ormai due anni dalla separazione dei TVXQ, JYJ e HoMin portano avanti le proprie attività separatamente, finchè Changmin non incontra GaIn delle Brown Eyed Girls e la loro relazione porterà risultati inaspettati...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao voi, che siete così gentili da leggere la mia ff…credo di dovervi delle scuse , visto che non scrivo da molto tempo. Myaneeeeeee! Ok, detto questo, sappiate che ho falsato un po’ i fatti, spero che non vi disturbi, ma dovevo farlo perché in questi giorni è successa una cosa che una Cassiopeia non può ignorare e ritenevo giusto parlarne…buona lettura…
 
 
L’atrio dell’ospedale era spazioso, il pavimento in legno chiaro era illuminato da quadrati di luce che penetravano dal grande lucernario sovrastante. Alcuni vasi blu con piccole piante carnose dall’aspetto esotico all’interno fungevano da divisori tra la parte dell’accettazione e la sala d’aspetto. Una ragazza minuta e sorridente salutò Changmin da dietro il bancone. Più che un ospedale pubblico sembrava una clinica, in fondo il ricovero di Jaejoong non poteva essere così terribile. Il giovane scostò la sciarpa di seta azzurra dalla bocca e si tolse i Ray-Ban neri per farsi riconoscere, e così accadde. La ragazza- il cartellino appuntato sul petto recitava “infermiera Lee Ji-Hyun” – annuì e senza chiedergli cosa volesse lo scortò fino al secondo piano, poi gli indicò la stanza numero 208 e lo salutò con grazia, poi si voltò e, sfoggiano il sorriso di prima aggiunse: non credo che il paziente Kim la stia aspettando, cerchi di non agitarlo . Min non sapeva se quell’infermiera avesse ricevuto istruzioni da qualcuno perché lo portasse da Jaejoong, ma poco importava dal momento che sembrava abbastanza sveglia da capire da sola cosa implicasse la sua visita all’ospedale. Un vortice di emozioni lo assalì quando appoggiò il palmo contro la porta . Da qualche parte nella sua anima era riuscito ad impigliarsi un filo di rabbia,  e adesso veniva sferzato dalla malinconia e dalla nostalgia…l’orgoglio gli urlava nelle orecchie e l’indecisione gli percuoteva le tempie, ma nessuno nel silenzio pacifico e rassegnato dell’ospedale poteva sentirlo. Un’altra infermiera,  più alta e robusta , gli passò accanto. Aggrappata al braccio dell’infermiera stava una vecchia signora con un vistoso pigiama rosso, che offrì a Changmin un allegro sorriso sdentato. –Ma è il piccolino dei Dong bang Shin Ki!- esclamò la vecchietta buttandosi indietro con tutto il suo peso per fermare la giovane che la stava accompagnando. Il ragazzo la guardò stupefatto. Una fan? Temeva che le guance raggrinzite della signora le si sarebbero incollate alle orecchie se non avesse smesso di sorridere a quel modo. L’infermiera tentò di smuoverla, ma non ci fu verso. La vecchietta ormai quasi saltava dalla gioia. –Massì sei…sei….oh accidenti alla mia età…Juns…no…Yun…no…Changmin! Ah ecco chi sei, sei Changmin! Ma come sei cresciuto alto e forte, sai, anche i miei nipoti…o forse…insomma, sei proprio alto come un modello eh? Sì, sì, però sei magretto, eh? Dovresti perenderti più cura di te stesso eh? Mangiare più uova, eh? Ah, ma non voglio rubarti tempo, anche se devo ammettere che essendo una vostra grande fan mi piacerebbe avere un autografo, per quanto, senza offesa, avrei preferito un autografo di tutti e cinque al completo, o di Yunho, che infatti è un bel ragazzo e somiglia a mio marito da giov..- L’infermiera la interruppe. –Miss Han, forse è il caso che lasci in pace questo ragazzo, sua figlia la sta aspettando in camera.- La vecchia signora annuì. –Bene, credo di dover dire addio ora, è stato un piacere, però mi raccomando, saluta gli altri quattro ragazzi da parte di una vecchia ajhumma!- La donna scoppiò a ridere, e Changmin non potè fare a meno di stringerle la mano e augurarle buon proseguimento ridendo sotto i baffi. Che buffa nonnina. Saluta gli altri quattro ragazzi…probabilmente a causa dell’età si era dimenticata che il gruppo ormai era sciolto. Però in fondo almeno altri due li poteva salutare. Min si decise a spingere la porta e quando vide il suo hyung per poco non scoppiò in una risata degna di Junsu ai tempi.                                                                                                                                                        Jaejoong, steso sul letto, con le guancie arrossate e i capelli leziosamente arruffati e tenuti fermi da una forcina di hello kitty, indossava un pigiamino rosa costellato di faccine di hello kitty e abbracciava un cuscino a forma di hello kitty mentre tentava di scattare una selca con il suo telefono costellato di brillantini. L’immagine della virilità insomma. Changmin non c’era più abituato. Dopo essersi assicurato di aver scattato la foto Jae si voltò vero quella specie di palo della luce infagottato in un piumino nero che era appena entrato in camera sua. Il palo, senza nemmeno salutare, andò a stravaccarsi sulla poltroncina accanto alla porta. –Una vecchia ahjumma ti saluta.- disse.                                                                                                                           Era da tanto tempo che i due non si vedevano, ma le cose non dovevano essere per forza cambiate. Jaejoong poteva sempre essere ossessionato da hello kitty e lui poteva sempre essere irriverente. E bellissimo, ma non c’era bisogno di dirlo. Lo hyung si tirò in piedi, infilò le ciabatte (indovinate di che marca) e sciabattò fino alla poltroncina, per poi lasciarsi cadere sulle ginocchia dell’altro. Imbarazzante. Così Changmin si ritrovò ad abbracciare un Jaejoong quasi-piangente, perché i veri uomini piangono dentro il cuore, e lui nonostante il pigiama era un vero uomo. Anche Min era un vero uomo, ma il suo cuore era pieno di lacrime da scoppiare.                                                    Erano ancora abbracciati quando una voce li raggiunse dal corridoio –Ji Hyun-ah, è sveglio?- Non sentirono la risposta dell’infermiera, ma poco dopo la porta si spalancò e apparve Yoochun. Non sembrava particolarmente contento, e lo fu ancora meno quando vide Jaejoong abbarbicato a Changmin peggio di un’edera. I due lo guaradavano con aria interrogativa, mista ad un pizzico di agitazione e felicità nel caso del più piccolo. Yoochun si decise a parlare
–Innanzitutto sono sorpreso che voi due non stiate ancora facendo a botte… In secondo luogo c’è una cosa che dovreste sapere.- 
-Cosa?-
 -Di cosa si tratta?-
-Il processo di oggi…-
Changmin e jaejoong si scambiarono uno sguardo stupito. Processo? 
-…è stata emessa la sentenza definitiva. I JYJ non fanno più parte della SM, è ufficiale.-
Se in quel momento i poli terrestri si fossero invertiti, se gli oceani si fossero prosciugati e un asteroide avesse spazzato via la vita dal globo, anche allora non ci sarebbe stato un silenzio tanto glaciale. 
-vuoi dire che…abbiamo vinto? – chiese Jaejoong . –Abbiamo vinto.- sospirò Yoochun. Changmin rimase come paralizzato sulla sedia. Se per i suoi compagni questo era il giorno della liberazione, per lui significava che non aveva più senso stare lì, tanto JYJ e TVXQ non sarebbero mai più stati una cosa sola. Mai più.
  
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