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Autore: WaterSoul    03/12/2012    0 recensioni
Sapevo dove tutto ciò mi avrebbe portato, essere come sono io comporta prendersi delle grandi responsabilità, bisogna essere pronti ad andare fino in fondo e non dimenticarsi mai della propria natura, bisogna essere sicuri di riuscire a non trafiggere mai un'anima senza che non se lo meriti, bisogna sempre essere sicuri di non essere mai sotto gli occhi del nemico, bisogna sempre essere sicuri, che ogni azione compiuta, non comprometta mai la confraternita. Giustizia e Credo, questo guiderà la mia lama, e pensavo fosse così per tutti noi, finchè non incontrai il più irruento, il più spavaldo e orgoglioso degli assassini. L'unico che ho odiato sin dal primo istante, l'unico che ha saputo rapire il mio cuore.
Sapevo dove tutto ciò mi avrebbe portato, ma non sapevo cosa avrei dovuto incontrare lungo la mia strada.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi stavo dirigendo verso Masyaf, laggiù avrei passato il resto dei miei giorni. Mi avevano trasferito da Ankara per motivi essenziali alla confraternita, ero in viaggio da parecchio ma ormai mancava poco. Il territorio era ben sorvegliato all'entrata, lasciai il mio cavallo nelle stalle ed entrai dentro il villaggio. Sembrava un posto piuttosto tranquillo.
Salii verso la collina che portava al tempio di Masyaf, dove avrei incontrato il mentore degli assassini; una grande torre sorgeva dinanzi ai miei occhi e un'aquila si librava dal punto più alto. Man mano che procedevo verso l'entrata, notai gli assassini rivolgermi sguardi curiosi. Alcuni si scambiavano addirittura pettegolezzi sul mio arrivo, che ovviamente, non riuscivo a udire. Avanzai ignorando tutti quanti, l'unica persona che ora volevo vedere era il loro maestro, che a quanto pareva, mi stava aspettando davanti alla porta del tempio. Il suo sguardo non faceva trapelare alcuna emozione, non riuscivo a capire se fosse anche solo minimamente contento della mia presenza o completamente irritato.
- Al Mualim. - dissi, inginocchiandomi dinanzi a lui.
- Sei tu l'assassino che hanno trasferito? - il tono con cui lo chiese era tranquillo, quasi dolce. Forse non sarebbe stato brutto sostituire il mio vecchio mentore con Al Mualim. Mi rialzai tirando giù il cappuccio bianco, così che potesse vedermi il volto, quando incrociò il mio sguardo notai un velo di stupore nel suo volto, forse non si aspettava di trovarsi di fronte a una ragazza.
- Quindi tu saresti l'assassina di cui ho avuto notizie? Mi hanno parlato molto bene di te. Qual'è il tuo nome? -
- Ismet. - risposi. Lui levò un leggero sorriso e scrutò con molta attenzione il mio armamentario.
- Dicono che tu sia un'abile combattente, vorrei vedere quanto sono avanzate le tue abilità. -
- Sono avanzate quanto bastano per poter servire la confraternita. -
- Vedremo. - Al Mualim restò affacciato sul campo d'allenamento e indicandolo capii che era lì che dovevo andare. Mentre andavo, il mentore stava facendo dei gesti agli assassini, in modo che loro capissero quello che dovevano fare: si misero tutti in cerchio attorno all'arena e quando ci dovetti entrare, due di loro si scansarono.
- Mostrami quanto sei abile con la lama; di qualunque tipo,scegli tu. Bada però, non voglio feriti. -
Io annuì ad Al Mualim. Tirai su il cappuccio ed estrassi la spada dal fodero. Mi misi in posizione e mi preparai per il primo attacco del mio avversario che mi venne in contro cercando di colpirmi al fianco. Parai il fendente fancendolo indietreggiare, quando si riprese riprovò a colpirmi ma io lo disarmai con un colpo ben assestato, senza ferirlo. Dopo di lui, si fece avanti un altro, questa volta più basso ma molto più agile. Riuscii a disarmarlo dopo aver trovato il momento giusto in cui era fermo. Il terzo si mostrò più difficile da parare, era forte e sembrava molto più pratico con la spada dei precedenti, mi ci volle un po', ma dopo che riuscii a passargli sotto le gambe con una veloce scivolata, lo spinsi leggermente in avanti e con mia grande sorpresa, inciampò. Risi per quella scena, non me l'aspettavo.
Era da un po' che stavo andando avanti a disarmare i miei avversari, e più ne atterravo, più il volto di Al Mualim sembrava soddisfatto, al contrario di quello degli assassini che pareva più che altro sbalordito. Di avversari ne rimasero pochi, l'ultimo che avevo davanti, questa volta sembrava molto sicuro si sè, mi preparai per l'ennesimo colpo quando a un tratto qualcosa attirò la mia attenzione, facendomi distrarre per un momento.
- Altair! Vieni a vedere, la nuova assassina ci ha battuti tutti! - disse uno degli assassini. Mi voltai per un secondo e vidi che il ragazzo si stava riferendo ad un altro ragazzo che doveva essere appena tornato. Rimasi per un secondo a guardarlo, ma quel secondo bastò al mio avversario per riuscire a disarmarmi, ma io ero preparata. Feci scattare subito la lama celata e con essa, parai il secondo colpo che l'assassino aveva in serbo per me e dopo ciò, gli tirai una ginocchiata dritta allo stomaco, così che lui si piegò e infine una gomitata alla schiena. Non era di certo svenuto ma almeno era a terra. Avevo il fiatone.
- Al Mualim, avete bisogno di altre dimostrazioni? -
L'uomo sorrise. - Soltanto una. Altair! - rispose. Mi voltai riconoscendo il nome pronunciato poco prima. Il ragazzo incappucciato si fece avanti ed entrò nell'arena, di fronte a me.
- Se riuscirai a sconfiggere il migliore, saprò con certezza quanto la tua forza valga. -
Dopo quelle parole, mi preparai. Quindi l'assassino che avevo davanti, era il migliore? Cercai di non farmi sopraffarre dall'ansia, in fondo avevo battuto tutti gli altri, avrei potuto battere pure lui.
Feci uscire la mia lama celata e senza indugi provai a colpirlo, ma il mio colpo venne bloccato all'istante; con l'altra mano libera che Altair aveva, cercò di colpirmi con la sua di lama, ma io feci come lui e lo bloccai per il polso. Restammo immobili per alcuni secondi, finchè io non rinfoderai la lama e con una strattonata mi liberai il braccio e con esso gli rubai la spada corta che portava dietro la schiena. Entrambi indietreggiammo, cercando di calcolare la mossa dell'altro. Lui avanzò verso di me e cercò di colpirmi col la lama, ma io parai i suoi colpi uno ad uno, finchè non cambiò strategia usando la spada. Era davvero molto abile, valeva mille volte più di ogni assassino che avevo affrontato da quando ero lì a Masyaf, per un momento pensai che non sarei stata in grado di continuare quello scontro, ero stanca e avevo il fiatone. L'ultimo colpo che mi assestò, nonostante riuscii a pararlo, mi fece cadere a terra; Altair mi si avvicinò, in fine, ma non volevo che finisse così, quindi feci una cosa che non si aspettò. Gli feci lo sgambetto e lui cadde di sua volta. Così non avevo perso, giusto?
Sentii applaudire dall'alto. Al Mualim. E di conseguenza anche tutti gli altri, alcuni addirittura ridevano.
- Ismet, vieni. Voglio parlarti. - disse il mentore con un gran sorriso soddisfatto per poi entrare dentro al tempio. Io cercai di rialzarmi, mi tirai giù il cappuccio per il caldo e quando Altair si volse verso di me, rimase per un istante a guardarmi.
- Sei molto abile, lo ammetto. - mi disse.
- Anche tu, sei la prima persona che in tutto questo tempo è riuscito a tenermi testa. - gli consegnai la spada e mi dileguai.
Quando entrai nel tempio per parlare con Al Mualim, lui era affacciato a una grande finestra e senza neanche voltarsi disse: - Devo farti i miei complimenti. Averti quì sarà sicuramente utile. -
- Lo spero bene, Maestro. -
- Dimmi un po', come ti sono sembrati i miei assassini? -
Io abbassai un attimo lo sguardo, di certo non erano una cima, ma forse ero io troppo abile per loro. - Forse andrebbero addestrati con più vigore. -
- Forse. Hai mai insegnato a degli assassini a combattere? -
- Certo, lo facevo spesso nel mio vecchio tempio. - risposi con tono sempre educato. Al Mualim si volse.
- Allora, te la sentiresti di insegnare qualche tecnica, in modo da rafforzare così i miei uomini? -
- Non lo vedo un problema, sarà più facile dato che sanno già combattere. -
- Molto bene. - continuò il maestro. - Ultimamente i Templari stanno diventando sempre di più una minaccia e dobbiamo essere preparati a tutto. Inizierai domani mattina, per ora ti puoi riposare, hai compiuto un lungo viaggio. - concluse. Lo ringraziai e mi dileguai.
Mi affacciai sul campo d'allenamento e guardai il cortile. Era difficile stare lì, soprattutto per una ragazza abituata a tutt'altro ma in qualche modo, mi sentivo quel posto familiare, legato a me in qualche modo.
Abbassai il mio sguardo e vidi Altair, che mi stava osservando. Nonostante avesse il cappuccio, i nostri sguardi si incrociarono. Mi metteva timore, ansia anche e non capivo perchè; forse perchè lui era diverso da tutti quegli assassini che ci circondavano, perchè lui era riuscito a battermi in un certo senso e io in quel senso non lo sopportavo.
Lo vidi per un ultimo istante, allontanarsi fino a che non riuscì più a vederlo.
  
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