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Autore: mybrownhaiir    03/12/2012    2 recensioni
Era veramente sola? Questo nessuno lo sapeva e probabilmente non riusciva a darsi una risposta neanche lei visto lo stato d’animo in cui si trovava.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiava da sola tra la folla della Fifth Avenue di New York e si sentiva a disagio.
Quello non era il suo posto, non era la sua vita, si sentiva stretta in ogni cosa e sperava che quel dolore cessasse da un momento all’altro.
La gente che le passava accanto la fissava senza una ragione ben precisa e sapeva che tutti riuscivano a notare quanto lei fosse inadatta a tutto.
 
Gli sguardi gelidi fissi su di lei la rendevano sempre più vulnerabile e nonostante fosse primavera inoltrata portava quel suo maglione a collo alto marrone che le permettevano di nascondere il dolore che lei pensava venisse dall’esterno ma non era così.
 
Avrebbe potuto camminare per giorni ed era certa che nessuno l’avrebbe fermata o le avrebbe chiesto cosa sentiva, cosa provava, di cosa aveva paura.
Nonostante il suo forte bisogno di sfogarsi la sua mente la portava a fare l’esatto contrario ed i giorni che passavano la rendevano sempre più triste e sola a se stessa.
 
Era veramente sola? Questo nessuno lo sapeva e probabilmente non riusciva a darsi una risposta neanche lei visto lo stato d’animo in cui si trovava.
 
La folla di quella strada non bastava a darle sollievo e nessuno poteva dire se era lei che non lo voleva o gli altri che si tenevano a distanza da quella triste ragazza.
Il fiume di persone la facevano barcollare a destra e a sinistra e qualcuno avrebbe potuto ben dire che fosse in procinto di finire a terra ma in qualche modo era lì in piede a scrutare forse il nulla o forse il tutto.
 
Perché nessuno si interessava a lei? Dove andava?
Perché nessuno andava a scaldarle il cuore o a regalare un’anima ai suoi occhi?
 
Chissà se aveva mai pianto, se aveva mai amato, chissà cosa provava.
 
Si fermò improvvisamente tra la gente che continuava a sbatterle contro ed era come se stesse per vomitare.
Vomitare lacrime, vomitare parole, vomitare sogni.
 
La leggera brezza di New York le faceva sbattere ciocche di capelli su quel viso bianco come il latte segnato dal tempo.
 
Chiuse gli occhi.
 
Avrebbe voluto far sparire tutte quelle persone identiche.
Stessi pensieri, stessi vestiti, stesse risate.
Era come scartare i doppioni delle figurine. Le scarti tutte e ti rimangono solo quelle diverse.
Forse era questo che voleva fare, scartare fino a trovare quella persone diversa che si adattasse perfettamente a lei.
Ma anche con gli occhi chiusi niente cambiava e il vuoto che sentiva si ingrandiva sempre di più.
 
Possibile che in quell’enorme città non ci fosse quello che cercava?
Gia! Ma cosa cercava?
 
Quella strada, davanti ai suoi occhi, le sembrava sempre più lunga, sempre più larga e la gente la infastidiva sempre di più.
Forse stava aspettando quella persona che l’avrebbe portata via da lì, che gli avrebbe dato un giusto motivo per ricominciare a vivere davvero.
Si sentiva come nelle sabbie mobili, più cercava di muoversi e più si sentiva sprofondare nel buio, nel dolore, nella solitudine.
Chiunque avrebbe gridato, avrebbe cercato di lottare ma lei, lì, immobile, era incapace anche solo di respirare.
Cosa c’era dentro di lei? I suoi organi vitali erano forse morti?
Forse le persone non si interessavano perché a tutti spaventa gettarsi nel vuoto, e lei era quello.
Il vuoto.
 
Aveva intenzione di restare lì per l’eternità? Se nessuno arrivasse? Sta davvero aspettando qualcuno che l’avrebbe salvata da se stessa? E se fosse arrivato qualcuno che non le sarebbe andato bene?
 
Ma cosa sto dicendo?! Non credo che si trovasse nella situazione di poter scegliere dal momento che non aveva nessuno.
Se un mostro ti stesse per mangiare sceglieresti il tuo eroe? Quella era la stessa situazione.
Nessuno dovrebbe accontentarsi, questo è ovvio, ma se qualcuno fosse disposto a salvare una come lei probabilmente sarebbe davvero una persona speciale.
 
Tornò a chiudere gli occhi. Forse aveva sbagliato le parole dell’incantesimo. Niente di nuovo.
Era certo che non fosse una strega.
 

“BASTAAAAAA!”

 
La sua voce riecheggiò tra la folla che improvvisamente si bloccò.
Tutto era fermo.
 
Improvvisamente qualcuno la strinse e sentì un sussurro.
 

“Respira!”

 
Lei sentì un cuore. Sentì caldo. Respirò. Era tornata a vivere.


Note dell'autrice
Non so bene perchè ho scritto questa storia. Era quello che sentivo dentro e l'ho semplicemente trasformato in parole.
Spero che vi piaccia, spero che vi trasmetta quello che ho provato io mentre la scrivevo e spero anche che mi farete sapere qualcosa.
Grazie sempre e comunque.
   
 
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