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Autore: Sherazade Angels    03/12/2012    3 recensioni
Edward e Bella come l'amicizia porta all'amore...
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Noi Due





Nell'amicizia come nell'amore spesso si è più felici per le cose che si ignorano che per quelle che si sanno.

François de La Rochefoucauld, Massime, 1678



Un semplice “Ciao”, ecco quello è bastato per farmi conosce Edward.
Ero all’università, in fila alla segreteria generale, dovevo consegnare dei documenti mancanti.
-Ciao, senti scusa sono nuova puoi indicarmi l’ufficio dove posso lasciare questi documenti? Mi stanno facendo diventare davvero una pazza isterica. Ah! Piacere mi chiamo Isabella.
Non farci caso, sono solo nervosa e quando lo sono parlo a raffica come una macchinetta. Sto parlando come una macchinetta vero?-
Sorridendo quel ragazzo dai capelli ramati e occhi verdi mi disse – ma non prendi mai fiato in questi casi?-
-Evidentemente avevo ancora abbastanza aria dentro i miei polmoni.-
-Ti va dopo un caffè?-
-Certo- dissi con un bel sorriso.
Da quel giorno la nostra amicizia era iniziata.
Eppure non facevamo altro che scontrarci, ero così stanca di litigare con Edward per ogni minima cosa, era asfissiante il suo volermi costantemente proteggere.
 Nel nostro gruppo di amici ci si stuzzicava sempre, e si finiva quasi sempre allo stesso modo: piccola litigata ed io che andavo via.
Nonostante questo mi confidavo abbastanza spesso con lui,a tal punto che a pensarci ora mi viene quasi da sorridere al ricordo.
Riusciva sempre a rallegrarmi quando non mi rompeva con i suoi sermoni, spesso lo beccavo però a fissarmi intensamente:
 –Ed guarda che non sono la Madonna, non faccio miracoli-
-Bella non capisci nulla, sei sempre la solita imbalsamata. Ma come fai? Ti fanno fare un corso?-
- Sei sempre il solito cafone. Non ti parlo più.-
Dicevo sempre così e poi alla fine ritornavo sui miei passi:dopo poco lo cercavo e gli chiedevo scusa. Tutto si risolveva con un abbraccio e un bacio sulla mia fronte.
Mi raccontava delle sue storie ed io gli raccontavo delle mie uscite quasi sempre disastrose, perché tentavano la maggior parte delle volte di portarmi a letto, e mi ritrovavo a  chiamare lui quando rimanevo a piedi mandando a quel paese il ragazzo di turno.
-Bella sei sempre la solita. Quando imparerai?-
-Ed ti va una bevuta?-
****
Pov Edward
Isabella Swan, la ragazza che in poco tempo mi ha rubato il cuore il suo essere pasticciona ed espansiva.
Sono molto protettivo, geloso e attaccabrighe ma solo con lei ovviamente.
Ci punzecchiamo sempre, praticamente da primo giorno in cui la incontrai invitandola a bere un caffè, e non ci siamo mai allontanati.
Ci confidavamo tutto delle mie e delle sue conquiste.
E mi ritrovavo a corrucciare sempre la fronte. Lei era così delicata, la sua pelle candida e poi un corpo da favola che volevo solo per me. Con lei volevo sperimentare tutte le sfumature dell’amore.
Volevo che fosse solo mia.
Lei aveva sempre bisogno di me e anche se la prendevo in giro o le facevo il solletico era solo e sempre una scusa per parlare con lei o toccarla.
Una sera, dopo l’ennesima volta che aveva mandato a quel paese un ragazzo, che voleva portarla a letto mi chiamò.
-Ed vieni a prendermi per favore? L’ennesimo porco. Lo so, lo so sono la solita cretina.Non dire nulla per una volta, ti prego-
-Hai fatto tutto da sola per una volta, sto arrivando-
Sei il solito. Ti aspetto al solito posto.-
Alla fine era sempre me che chiamava, ero io la persona di cui aveva bisogno.
Il mio angelo.
Presi la macchina e mi avviai verso punto in cui mi aveva dato appuntamento:Piazza Duomo.
Eccola lì: seduta sulla scalinata.
Capelli lasciati liberi, trucco leggero e i suoi soliti jeans.
Sorrisi tra me e me, ormai è diventato il nostro posto.
-Edward….- alzò il braccio per farsi notare, ma io l’avevo già vista e mi beavo di quella visione.
Parcheggiai l’auto e la raggiunsi. Ci bastò uno sguardo e lei
 – Una bevuta?- propose speranzosa
-J.J Cathedral?-
-Ovviamente- e mi schioccò un bacio sulla guancia sussurrandomi all’orecchio un tenero ringraziamento – Grazie ancora. Avrò sempre bisogno di te. Mi fido di te.-
Poi mi guardò negli occhi, mi prese per mano e mi trascinò verso il pub.
Bevemmo davvero come lupi, solo che io reggo l’alcol, ma Bella era davvero ubriaca.
-Bella dai andiamo, ti riporto a casa.-
-Ok-  singhiozza.
-Lo sai che sembri un’ubriacona? Ti devo iscrivere agli alcolisti.-
-Cafone…- singhiozza
Arrivamo alla macchina con Bella che cantava, a questo giro ci arrestano e buttano via la chiave, ho un angelo stonato, l’unico in tutto il paradiso.
Il mio angelo stonato.
Partimmo direzione casa di Bella.
Dopo un po’ di tempo e slalom tra le stradine arrivaammo al suo palazzo, che per fortuna ha l’ascensore. Di certo il giorno dopo non saremmo riusciti ad andare a lezione, pensai mentre la stringevo fra le mie braccia.
– Bella? Ti senti bene?-
Silenzio.
-Bella?- la sfiorai.
-Edward….- aprì gli occhi, quasi sgranandoli
– ma dove mi trovo?-
-Bella, ma stavi dormendo in piedi come i cavalli? Sei in ascensore, quello del tuo palazzo. Prendi le chiavi per favore?-
-Eccole. Ma dopo che fai?-
- Bella ma che domande? Torno a casa.- mi afferrò per la mano pregandomi
– Ed resta con me stasera, non voglio stare sola. Puoi? Giuro che non sarò troppo agitata.-
Lo disse con quel tono e quella faccia che non potei rifiutare.
-Bella non ho pigiama?-
--Puoi stare in boxer, siamo amici. Io starò mmmmhh….. prendo la tua maglia, non ho voglia di rovistare.-
E come se niente fosse mi sfilò la maglia dalla testa e  s’incamminò in bagno.
Dopo pochi minuti ritornò, io mi ero già infilato sotto le coperte mi vergognavo come un ladro.
Si mise a letto anche lei e spense l’abatjour, Lasciandomi occupare un’estremità del letto mentre lei prendeva l’altra.
E senza accorgercene quasi subito Morfeo ci accolse nelle sue braccia.
La mattina dopo fui il primo ad aprire gli occhi, vedevo il viso di Bella a pochi centimetri dal mio, se mi fossi avvicinato avrei potuto avverare il mio sogno.
Un bacio.
Un singolo bacio che potrebbe rendermi felice.
Lei continua a dormire e così presi la mia decisione.
Annullai la misera distanza.
La baciai, ma dopo poco compresi che anche lei mi ricambiava.
Mi buttò le braccia intorno al collo e il nostro bacio si fece più profondo.
Unica pecca? Aprì gli occhi e il sogno s’infranse.
-Edward ma cosa fai?-
-Bella ti posso spiegare-
-Non doveva succedere, noi siamo amici.-
-Bella io sono pazzo di te, Ti amo.-
Sgranò gli occhi scuotendo vigorosamente il capo.
–Edward tutto questo è impossibile, il tuo è solo un momento non sei innamorato di me. Ti sei fatto prendere dalla foga. Adesso ti pregherei di andare via. Quando esco dal bagno non voglio trovarti. La fruit te la faccio trovare in corridoio.-
Non  avevo scelta, così andai via.
I giorni passavano e di Bella neanche l’ombra.
Mi stava evitando. Stava evitando me.
Presi la decisione di aspettarla sotto casa, doveva pur tornare.
Come volevasi dimostrare alla solita ora rincasò.
-Bella dobbiamo parlare. Non fare quella faccia.-
-Edward io ho dimenticato, faresti bene a farlo anche tu.-
-Davvero? Dimmelo guardandomi negli occhi? Ti sfido.- non volevo muovermi, era la mia occasione.
Alzò la testa, occhi negl’occhi.
Silenzio.
Mi avvicinai e la baciai. All’inizio voleva allontanarmi,ma poi incominciò a ricambiarmi. Appoggiai la mia mano sulla sua guancia, calde lacrime solcavano il suo volto.
-Perché piangi?-
-Sono felice.-
-Adesso non siamo più Bella ed Edward. Non siamo più singole anime che vagano. Adesso siamo solo Noi Due.-
-Ti amo-
-Ti amo anche io-

  
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