LIFE IS
HARD
Chapter
9
Quando riaprii gli occhi e vidi
l’espressione stupefatta sul viso di mia madre ebbi la certezza di aver detto la
cosa sbagliata nel momento sbagliato, cosa che mi differenziava molto da Liam,
lui era molto migliore di me a gestire situazioni di questo genere, avrebbe
fatto la cosa giusta.
Sempre se una cosa giusta ci fosse stata… insomma
quale madre vorrebbe sapere che la sua figlia diciasettenne, disoccupata e che
vive ancora sotto il suo tetto avrà un pargoletto? E cosa proverebbe nel sapere
che l’ha saputo solo dopo tre lunghi mesi di
gravidanza?
Dopo un lunghissimo silenzio mia madre si passò una
mano sul viso e cominciò a piangere a dirotto. Istintivamente mi alzai e andai
ad abbracciarla. Restammo attaccate come due koala per qualche minuto e quando
lei si calmò mi disse, con la voce tremante:
-Kylie è una cosa stupenda, certo che verrò alla
tua prima ecografia e anche alle successive se lo vorrai, voglio assolutamente
esserti accanto in questo percorso importante…- era visibilmente commossa, non
l’avevo mai vista così euforica da quando papà era sparito ed era magnifico:
ogni volta che sorrideva mi si riempiva il cuore di gioia. All’inizio sorrisi,
contenta della sua gioia, poi mi sgorgarono dagli occhi lacrime di felicità e
finimmo abbracciate sul divano a piangere e ridere contemporaneamente come non
avevamo mai fatto. In quel momento capii di aver ristabilito quel contatto con
mia madre che si era spezzato quando Liam se n’era andato e nel mio cuore si
accese una piccola scintilla di speranza.
Le cose potevano ancora cambiare, la mia vita
poteva migliorare e mio figlio avrebbe potuto avere un
futuro.
*L’indomani*
Mi svegliai di buonora nonostante l’ecografia fosse
fissata per le nove e mezza. Ero ansiosa e non riuscivo a stare ferma. Dopo aver
passato un’oretta a fare avanti e indietro da camera mia al bagno e dal bagno a
camera mia, decisi di scendere in cucina per fare una colazione che assomigliava
molto più a un pranzo: tre cornetti alla crema, cappuccino e pane e marmellata a
volontà. Evidentemente anche il piccolino aveva fame…
Finita la mia abbuffata, mi spaparanzai sul divano
e guardai un po’ di televisione, ma alle otto e mezza non stavo più nella pelle,
così presi un giaccone per me e uno per mia madre e la obbligai a uscire a fare
una passeggiata con me, facendo i capricci come una bambina viziata di nove
anni. Durante l’oretta rimasta prima dell’ecografia le raccontai tutte le mie
paure e preoccupazioni sulla gravidanza, sul parto, sul futuro del
bambino…
Lei si sforzò di darmi ogni suggerimento possibile,
dal fatto di non mangiare troppo perché la sovralimentazione faceva male al
feto, al consiglio di non arrabbiarmi, perché, ogni volta che mi sarei
arrabbiata, il cordone ombelicate avrebbe fatto un giro intorno al collo del
bambino che avrebbe rischiato di soffocare. Ero molto scettica per quest’ultima
cosa, ma anche abbastanza impressionata; la cosa peggiore era che mi arrabbiavo
ogni santissimo giorno con Megan e le sue amiche troiette e a questo punto il
bambino doveva già essere morto… o quasi. Al solo pensiero le mani iniziarono a
sudarmi e la mia preoccupazione salì alle stelle:
-Mamma, con un’ecografia si può capire se un
bambino è sano?- chiesi, con la voce incrinata.
-Si possono trovare delle anomalie nel feto e
calcolarne l’entità… ma cosa intendi per sano,
piccola?-
-Più che sano, volevo dire se si può capire se il
bambino è vivo o morto, per quello che mi hai detto della
rabbia.-
-Oh, sì si vede subito se il bambino è vivo o no,
ma stai tranquilla: quella storia è una leggenda metropolitana, ma quello che
volevo farti capire raccontandotela è che la rabbia non fa mai bene, né alle
donne incinte, né a quelle che non lo sono.- nel sentire queste parole trassi un
respiro di sollievo, mi ero preoccupata inutilmente…
Mia madre guardò
l’orologio:
-Sarà meglio sbrigarsi, manca un quarto d’ora-
disse.
Così iniziammo ad incamminarci verso l’ospedale.
L’attesa nella sala apposita sembrava non finire mai e quando, finalmente, mi
chiamarono ero così felice da non riuscire a capire bene quello che mi
succedeva, finché non vidi nel piccolo schermo nero e grigio qualcosa che si
muoveva ritmicamente: il mio bambino. Scoppiai in lacrime e strinsi forte la
mano di mia madre portandomela alla bocca.
Il mio bambino. Mio e di Harry. Nostro
figlio.
Le calde lacrime mi rigavano le guance, facendomi
sentire stupida perché stavo piangendo di fronte a mia madre e a un perfetto
sconosciuto come una bambina piccola.
Nonostante tutto ero felice che Harry non fosse
potuto venire: ero lì con mia madre e finalmente eravamo ancora unite, come in
una vera famiglia.
*Il
pomeriggio*
-Come lo chiamiamo?-
-Harry, non è detto che sia maschio, quante volte
te lo devo dire?-
-Mamma dice che è maschio perché la pancia si vede
poco e lei non sbaglia mai…-
-Ma per favore..!-
-Ah così non ci credi eh? Dovrai ricrederti quando
riconosceranno che è un maschietto alla prossima
ecografia.-
-Se sarà così sarò pronta a porgerti le mie dovute
scuse per non aver creduto a tua madre…-
-Sfotti eh?- scoppiai a ridere e appena mi ripresi
dissi:
-Che nomi ti piacciono? A me piace Alyssa per una
bambina, mentre per un maschietto Edward-
-Edward? Ce ne sono troppi… meglio
Brad-
-Sì Brad è un nome carino, ma anche Alex è
bello.-
-Anche di Alex ce ne sono
troppi…-
-Mmmh ok, e se sarà una femmina?
Alyssa?-
-Carino… Oppure Luna o Jenn, ma Jenn è troppo
simile a Jennifer e sono decisamente troppe…-
Il campanello interruppe la nostra discussione:
Liam. Andai ad aprire la porta e vidi il mio “fratellone” con una
ragazza.
-Lei è Amber- mi disse con un largo sorriso sulla
faccia.
LEGGETE???
Allora… prima di tutto mi scuso per il gigantesco ritardo nel posta il capitolo (quasi due mesi .o.) e vi ringrazio per le 6 recensioni del vecchio capitolo.
Ora vi chiedo un
paio di cosette…
-Votate per
i nomi e per il sesso del bambino, perché io non ne ho ancora idea
xD
-Amber
volete che sia un’amica per Kylie o una nemica?
SPOILER:
Nel prossimo
capitolo ci sarà anche Zayn :P
Recensite vi prego!!! Bacioni.
-L’autrice.