Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: Battle    03/12/2012    2 recensioni
Questa storia parla dell'intreccio delle gesta di due eroi, un giovane guerriero ed un sovrannaturale incantatore:
La Sfera contenente i vincoli della Trama è stata rotta, causando la fuori uscita di potenti artefici magici; il mondo è quindi sul filo del rasoio, un misterioso nemico vuole seminare il Caos nell'universo, per soggiogarlo; riusciranno i nostri eroi a salvarlo? Oppure daranno la definitiva spinta verso il baratro di distruzione che lo circonda?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

JAKE
 

Era sera, e l’Errante, sentì che qualcosa stava cambiando, vide una luce balenare nell'aria ed una saetta puntò verso la terrazza in cima alla torre sulla quale stava seduto prima di balzare in piedi dallo spavento. Non gli ci era voluto molto per riconoscere quel fulmine, un Enchanter. Focalizzò la sua mente su di esso e tentò di respingerlo, sentì le sue forze che si prosciugavano: il mago che lo aveva evocato era più forte del previsto. Corrugò la fronte in un disperato tentativo di riuscire a sopravvivere e alla fine vinse, riuscì a respingere la saetta che tornò con un sibilo dall’evocatore.

Erano passati secoli dall’ultima volta che ne aveva visto uno, e quella volta non era stata diretta a lui. Fu durante la Grande Guerra: nella Landa Sigillata qualche incauto aveva rotto la Sfera, aprendo un varco da cui erano usciti le saette e gli spettri. Alla fine tutti i maghi delle Terre erano riusciti, con un incantesimo irripetibile, a fermare gli spettri e i fulmini, e a ricacciarli nella landa, oggi sigillata.
Quello che era appena successo significava che qualche altro incauto aveva cominciato a giocare col fuoco.

 

 

 

 

ERENDON

 

Erano le 2.00, nel cuore del castello, nello studio del Re si teneva una riunione segreta che avrebbe deciso le sorti del Regno di Afhel e probabilmente dell’intero mondo come lo conosciamo oggi.

-Generale illustrate la situazione.

-Agli ordini maestà! Raghertrash, il più forte dei condottieri delle tribù degli orchi, ha deciso di farci guerra, i nostri informatori ci hanno comunicato che in questo stesso istante gli orchi stanno radunando le più grandi orde mai viste! – fece una pausa e proseguì- A mia opinione c'è una sola soluzione, visto che attualmente non possediamo eventuali forze per resistere e contrastare l’imminente invasione, dobbiamo mandare un messaggero dagli Elfi per firmare un trattato di pace. Io sono stato sul fronte occidentale, gli uomini sono stremati, se gli Elfi firmeranno il trattato,abbiamo la speranza di sopravvivere agli orchi facendo tornare a casa, ad Afhelon, il nostro esercito, cosicché da poterlo impiegare al meglio sul fianco orientale, contro gli orchi.

-Non sono d’accordo con il generale! - esclamò il senatore Gan – Ci ho ragionato sopra e l’unica soluzione è mandare un gruppo di maghi d'élite ad assassinare furtivamente il condottiero degli orchi, avremo molte più speranze che fronteggiare un intero esercito …

-E’ un idea molto azzardata senatore … Ma potrebbe funzionare, bisognerà mettere in atto entrambi i piani se si vuole ottenere la vittoria.-osservò il re.

Nessuno sollevò obiezioni, la decisione era stata presa.

 

Fu chiesto al generale di segnalare la recluta migliore e così fu fatto: chiamarono il soldato Erèndon come ambasciatore da inviare agli elfi, era giovane, ma promettente. Gli fu consegnata una spada a due mani con guardia crociata,splendente,con un rubino incastonato nel manico,intarsiato con gemme preziose di ogni genere: zaffiri,smeraldi e lapislazzuli.

-Tu sei ora la speranza degli uomini, che brilla come il rubino incastonato nella spada, possa essa servirti ed aiutarti lungo il tuo cammino, per quanto insidioso possa essere.-disse il re.

 

Poi un pugnale ricurvo e affilato con uno smeraldo incastonato nel manico.

-Possa tu essere veloce e discreto come questo pugnale, nella speranza che tu non debba mai usarlo.-continuò.

E l’ultimo dono, un arco, probabilmente di tasso:

-La tua mente sia flessibile come questo arco in modo che possa prendere le giuste decisioni anche nei momenti più bui. Possano questi doni portarti la fortuna che ti servirà in questa missione.

Detto questo si congedò e si ritirò in una piccola stanza buia.

 

Partì all’inbrunire verso Ovest. Da Afhelon giunse a Berga, un piccolo borgo distante 4 miglia dalla capitale. Era mattina,quando,uscito dalla locanda in cui aveva alloggiato, scoprì che gli avevano rubato il cavallo.

-Cazzo- imprecò - come faccio ora?.

Quando si voltò vide due uomini,dei mendicanti che correvano col cavallo:

-Ehi!Voi! -gridò ai due uomini- Quello è il Mio cavallo!

L'unico risultato che ottenne fu che i due cominciarono a correre ancora più veloci.

Li inseguì a rotta di collo, guadagnando terreno,un uomo incespicò e cadde ma l'altro continuò a correre. Sorpassato il caduto,ed estratto il pugnale lo lanciò verso l'uomo che ancora correva. Il poveraccio cadde, riverso in una pozza di sangue.

Sospirò,aveva ucciso. Per la mia prima volta aveva ucciso. Guardò l'uomo disteso a terra e provò un rimorso enorme; e se quell'uomo avesse avuto una famiglia che lo stava aspettando?E se aveva dei figli? Salì a cavallo ancora preso dai dubbi e dal rimorso. Chissà ancora quante altre volte avrebbe dovuto uccidere...

Per evitare problemi con le guardie cittadine prese il corpo del morto e lo nascose in un angolo buio della strada, mettendolo in posizione tale che sembrasse star dormendo, lasciò andare l'altro mendicante, non gli avrebbe causato nessun problema.

Legò il cavallo ad un arbusto e consumò come pasto una galletta e un tozzo di pane. Nel frattempo pensò alla possibilità di tagliare la strada invece che passare per Le Terre Del Regno. Erano sì delle terre sicure, ma allungavano di molto il viaggio. Come avrebbe potuto arrivare prima dagli elfi?
Ecco al risposta: Le Terre Del Drago! Avrebbe potuto tagliare lì: però erano terre ostili anche dal punto di vista fisico: c'era un solo grande fiume nelle cui profondità c'era la tana del crudele drago, per miglia e miglia c'era solo il deserto con qualche rara oasi d'acqua dove, stranamente, si dice che crescessero tanti piccoli bonsai piantati nell'antichità da un mago,che aveva dato loro proprietà magiche e curative. Le Terre del Drago erano costeggiate da grandi montagne in cui aleggiavano gli spiriti dei cavalieri che tentarono di uccidere il drago. Era rischioso percorrerle però se ne sarebbe uscito vivo avrebbe abbreviato di molto il tragitto da intraprendere. Così prese la sua scelta: sarebbe passato per le insidiose Terre del Drago portando così a termine prima la missione.

 

Il confine tra il regno di Afhelon e Le Terre del Drago era segnato da un cartello, ma sopratutto da scheletri quasi sepolti dalla sabbia che cominciavano ad esserci dopo qualche passo. Il cavallo era inquieto e, per paura di attirare il Drago non tirò fuori né la preziosissima spada né il raro pugnale, invece tirò fuori l'arco e incoccò una freccia. Camminò per ore e ore sempre con la freccia incoccata nell’arco, ma il crepuscolo stava calando ed il cavallo era esausto quindi ritenne opportuno fermarsi a riposare almeno fino all'alba.

Si svegliò di soprassalto: aveva sentito un rumore,come di un ramo spezzato, che fosse il drago? Si nascose furtivo dietro un tronco e stette ad osservare: all'inizio vide solo una piccola macchia sfocata,che saltava da una parte all'altra, poi una luce intensa, fortissima, quasi violenta, che lo accecò per qualche istante. Ora la sagoma gli stava di fronte, lo fissava intensamente, quasi volesse entrare dentro di lui con uno sguardo. Era una specie di folletto,calvo,con gli occhi cerchiati di viola, le labbra sottili, il naso arcuato; ad una velocità straordinaria estrasse la spada, ma con altrettanta velocità quello strano individuo gli bloccò il polso girandoglielo dietro la schiena con forza, poi tutto scoppiò, un botto tremendo, gli occhi gli si appannarono e cadde a terra, svenuto.

 

 

La prima cosa che notò al risveglio e che stava disteso a bocconi sull'erba, dove era svenuto, ed aveva i polsi legati; il folletto si accorse però del suo risveglio, e gli puntò un pugnale alla gola:

-Facciamola finita in fretta bastardo, o altro da fare che stare appresso a pezzenti come te- gli sussurrò all'orecchio il folletto.

-Aspetta, posso esserti utile ho denaro...

-Meno chiacchiere più sangue- sbottò il folletto con tono nervoso.

 

Le cose stavano per finire male per il neo-ambasciatore quando un ruggito improvviso squarciò l'aria, che si fece calda e appiccicosa: il Drago si era risvegliato e sentiva l'odore fresco del sangue che gli penetrava nelle radici fino al cervello, facendolo impazzire.

Approfittò della distrazione del folletto per toglierselo dal torace, e con un calcio lo fece accasciare al suolo, svenuto. Si liberò velocemente dalle corde che gli immobilizzavano i polsi col pugnale del folletto, che era caduto per terra. Il cavallo era scappato chissà dove, prese sotto braccio il folletto, al suo risveglio lo avrebbe interrogato; vide un nascondiglio un cunicolo molto stretto scavato nella roccia.

-Questo è la nostra salvezza! –esclamò- Oppure la nostra rovina …

 

Cominciò a strisciare con a presso il folletto, più che un tunnel naturale sembrava una galleria, una grande galleria artificiale; varie torce cominciarono a comparire quando, finalmente sbucammo in una grossa grotta.

-Oh no!!- gemette- siamo forse capitati dentro la tana del drago!!...

 

Si tuffò insieme allo gnomo dentro una botte vuota in un angolo della sala, mentre il drago infilava la testa nel cunicolo da dove erano sbucati e vi soffiò dentro una vampata di fuoco, poi si sdraiò sul suo tesoro, attento a vedere se qualche forma di vita era sopravvissuta.

Valutò velocemente la situazione: non poteva uscire dall’entrata principale della caverna perché avrebbe rischiato di farsi scoprire dal Drago è in più gli sarebbe toccata una bella nuotata attraverso il profondissimo fiume abitato da chissà quali funeste creature, l’unica speranza era quella di scappare attraverso il tunnel dalla quale erano accidentalmente entrati. Tenne ben saldo il folletto e cominciò la furtiva scalata del tunnel.

 

 

 

 

 

                                                                          JAKE

Indossò l’antica armatura con sopra un bellissimo zaffiro, e un mantello blu mare, il ciondolo formato da un lapislazzuli al suo collo luccicava pericolosamente e l’errante ebbe la cura di nasconderlo sotto gli abiti. Si mise la cintola con la spada e, entrato in una sala della torre, scelse il monile da indossare per la missione; ne poteva indossare al massimo due o altrimenti il potere lo avrebbe sopraffatto, rendendolo una bestia sanguinaria.

Di fronte a se aveva una corona, una spada a due mani ed un anello; la corona avrebbe solo peggiorato la situazione, infatti, una volta utilizzatone il potere, gli eserciti della morte sarebbero usciti dagli inferi, per correre in aiuto del proprio padrone, colui che avrebbe indossato la corona. Rimanevano la spada e l’anello, la prima avrebbe scatenato una serie di cicloni d'acqua al solo comando, l’anello invece gli avrebbe garantito il dominio sull’acqua, fosse essa di fiume, di mare o di lago. Non sapeva dove l’avrebbe condotto la sua missione ma, alla fine, optò per gli ultimi due. Non erano oggetti da usare alla leggera, ma solo in caso di estrema necessità, quando tutto era in bilico tra la vita e la morte. Prese la spada e se la mise a tracolla e infilò l'anello al dito. Dalla sala delle armi prese invece un lungo arco ed un pugnale. Infine si calò il cappuccio sulla capigliatura folta, ed uscì dalla torre. Sigillò il portone con i più forti incantesimi che gli venissero in mente e svegliò il grifone che dormiva sulla vetta della torre affinché vegliasse sulla sua dimora.

Fece un sospiro e si avvio verso la caccia: la caccia agli incauti che, nella loro arroganza, avevano tentato di soggiogarlo; la traccia magica lasciata dal fulmine era ancora fresca, e si accinse a seguirla; portava ad OVEST, un brutto segno: era da lì che proveniva l’ultimo incauto. Seguì la traccia, che lo portò fino al ponte sul fiume, e continuò per otto miglia, fino all'imbrunire. Vicino all’incrocio ove era giunto vi era una radura nella quale era stato molte volte quando il mondo era solo un giovane ragazzo, e lui vagava senza paura lungo la terra.

L’alba sorse rossa, e lui si svegliò con essa; gli era sempre piaciuto svegliarsi con il sole, lo trovava bello sapere di non essere l’unico a svegliarsi in quegli istanti. Annusò l’aria del mattino, ancora impregnata di magia, che lo attirava come un cane da caccia verso la preda, però sentì che l’aria mutava, si faceva più pesante, e lo stava quasi soffocando, all’improvviso si fecce tutto buio, e la vista divenne rossa e si offuscò, e cadde a terra tramortito.

 

Si risvegliò confuso, si accorse di essere seduto su uno sgabello. La stanza in cui si trovava era in pietra, un grosso tavolo di noce era posizionato al centro dell'ambiente; le pareti erano disadorne se non fosse stato per delle librerie. Non c’erano finestre e la sola luce visibile era quella emanata dalle torce.

Un mormorio di stupore avvolse la stanza, ma lui non se ne curò: sentiva la magia formicolare nell’aria come elettricità, si diffondeva da un angolo della stanza; si voltò fulmineo in quella direzione e vi vide un uomo giovane, con una pesante corazza addosso, ed una serie di anelli alle dita.

- Ma guarda un po’ qua chi abbiamo, uno dei pochi erranti sopravvissuti, gli occhi non mentono....

Gli altri uomini che occupavano la stanza si accasciarono a terra in preda alle urla di dolore; le corde che lo legavano presero fuoco e l’errante si alzò in piedi:

-E se non erro io qua di fronte a me vedo un incantatore guerriero, un nuovo incauto suppongo.

-Lo fatta ehm.... prelevare -interloquì l’incantatore- perché abbiamo bisogno del suo aiuto e...

- Un uomo che mi chiede aiuto non penso che mi legherebbe su uno sgabello....

- Otto giorni fa vedemmo un fulmine in cielo, e io capii che non era una saetta normale ma bensì magica... Ora, lei si è reincarnato in un mezz’elfo, una razza estremamente magica, ignoro cosa l’abbia indotta a farlo ma, comunque sia, non voglio discutere di questo, infatti mentre noi stiamo parlando una nube si sta creando ad OVEST, gli orchi stanno radunando un esercito e se ciò non bastasse hanno comprato con il denaro gli avidi maghi delle Torri, e hanno con se un possente sciamano, che padroneggia le arti oscure... Noi, e con noi intendo tutte le razze libere delle Terre abbiamo bisogno del suo auto per contrastare questo trio, pensiamo che stiano reclutando altri maghi,e dopo aver conquistato tutte le torri le nostre spie ci riferiscono che hanno intenzioni di rompere il sigillo contenuto nella Sfera e di sottomettere i demoni che ne uscirebbero, e con questi conquistare il mondo, un’impresa folle che si ritorcerebbe contro di loro, ma anche contro di noi. Lei si unirà a noi per contrastarli?

- E’ così voi mi legate, mi rapite e mi fate prigioniero per avere il mio aiuto, lei, che con uno schiocco di dita potrei mandare all’altro mondo mi fa tutto questo e poi mi chiede aiuto...

-Deve capire che non è una questione di orgoglio personale signore, c’è in ballo il destino delle Terre.

-E cosa vorreste fare, bandire gli orchi dalla faccia della terra, distruggere la creazione solo perché non sei d’accordo con essa? No, io non sto dalla parte di nessuno, perché nessuno è dalla mia parte, mi dispiace, ma non sono quello giusto per voi, io agisco da solo e nell’ombra, in questi bui tempi.

-Lasci almeno che gli illustri il nostro piano, vogliamo guidare una compagnia di soldati e maghi nel cuore delle forze degli orchi, per poi uccidere lo sciamano e detronizzare le loro forze, ed infine distruggere le Torri....

-Quelle Torri non si possono distruggere, le crearono gli erranti ed in esse vi dimoravano, e solo con la loro dipartita che sono state profanate, ma esse non si possono distruggere.

-Perché lei è sceso qua? In queste terre, qual è il suo scopo?

L’incantatore venne spinto al muro e si sentì soffocare.

- Quello di chiudere la bocca agli idioti come te!

Prima di svenire l’incantatore vide l’Errante uscire dalla sala.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Battle