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Autore: SenzaPH    03/12/2012    0 recensioni
La presente storia ha ottenuto il 5° posto e il Premio Speciale "Miglior Titolo" nel contest "Niente è come sembra"
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10416819&p=1
Mi è stato chiesto di scrivere una storia illusoria che stupisca il lettore confondendogli le idee e che quindi venga indotto a rileggere tutto da capo per capire meglio. Commentate in tanti se vi aggrada.
Elizabeth, normale 18enne è tormentata da strani sogni dove compare sempre un ragazzo dai tratti irreali. C'è solo un problema, Liz non riesce a capire quando sogna o sta sveglia...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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PUREZZA

 
Ti-tì, ti-tì

Il fastidioso trillare della maledetta sveglia mi fece innervosire più del solito. Se il buon giorno si vede dal mattino quello sarebbe sicuramente stato il peggiore della settimana, la testa mi faceva male come se qualcuno si fosse divertito a picchiarla durante la notte, mi sentivo stanca, stanchissima, un bradipo avrebbe avuto più energie. Mi alzai controvoglia iniziando a maledire tutto e tutti: la stupida sveglia che non riuscivo a spegnere, le stupide lenzuola che mi si erano annodate alle caviglie, i maledetti vestiti che non riuscivo a trovare e poi lei: la madre divorziata che prova un sadico gusto a puntarti la sveglia alle 06.00 del mattino; andai in bagno magari una doccia calda mi avrebbe rilassato, SBAGLIATO! L’acqua uscì fredda come il ghiaccio, cosi fredda che dei pinguini chiedevano se la doccia fosse il nuovo Polo Nord, ma per lo meno adesso ero sveglia e pimpante, pericolosamente nervosa ma pimpante.

Uscita dalla doccia mi vestii velocemente, jeans e maglietta, niente di più semplice, pettinai i lunghi capelli mossi, morbidi e lucidi come il pelo di un gatto nero, misi le lenti a contatto sui lucenti occhi verdi a cui mancavano qualche grado, sorrisi allo specchio cercando di mutare la giornata iniziata male auto-convincendomi che sarebbe filata liscia come l’olio.

Feci colazione e quando arrivò Sarah ci dirigemmo verso l’odiosa scuola << santo cielo, che faccia che ti ritrovi, ti ha punta un’ape? >> chiese lei osservandomi, << niente di preoccupante è semplicemente una di quelle giornate che inizia male e probabilmente finisce peggio >> << non se ci sono io mio cara >> fece lei con saccenza e aveva ragione, la mia migliore amica era l’unica che riuscisse a farmi ridere nei momenti più bui e ovviamente ci riuscì anche quel giorno, risi a lungo piegata in due e con dolori addominali: ne aveva detta una grossa; fu in quel momento che mi sentii rapita, intrappolata in uno sguardo persistente, cosi intenso che iniziai a guardarmi in torno e poi lo vidi.
Era alto, sembrava grande e piccolo allo stesso tempo, caparbio ed ingenuo, portava capelli mossi relativamente corti, di un biondo cosi chiaro da sembrare bianco, la pelle chiarissima, sottile, delicata, sembrava marmo, liscio marmo con un lieve colorito rosastro grazie al quale si poteva affermare che il ragazzo non fosse morto, ma non abbastanza colorito da poter affermare con certezza il suo essere vivo. Fui totalmente rapita dalla precisione dei suoi lineamenti squadrati e contemporaneamente morbidi ma fu quando incontrai il suo sguardo che mi mancò il respiro: i suoi occhi brillavano come un diamante sull’orecchio di un etiope, un azzurro cielo misto a un delicato viola risaltavano come comete in un cielo buio, erano cosi limpidi, semplici e innocenti da sembrare gli occhi di un bambino, mai visto uno sguardo cosi puro …

E le sue labbra perfettamente disegnate su quel viso d’angelo, due morbidi lembi di carne color pesca, sentii chiaramente il cuore fermarsi, il mondo rallentare, percepivo ogni granello di polvere vorticare attorno a me, lui mi sorrise mai visti dei denti cosi bianchi, come neve fresca.

Mi sentii improvvisamente in imbarazzo, mi vergognavo di me stessa, mi sentivo terribilmente sporca <<  Liz…? Liz! >> Sarah mi dovette dare un forte scossone per ricevere la mia attenzione << cosa? >> chiesi io << ma come non mi stavi ascoltando? >> << quel ragazzo! >> << quale ragazzo? >> chiese lei confusa << quello… >> indicai il punto dove lo avevo visto ma non c’era nessuno << ma dove diavolo è finito >> << Liz sicura di stare bene? >> continuò lei << si e che… mi era parso di vedere un ragazzo >> conclusi << ragazzo? Bè almeno era carino? >> la guardai poi risi << forse è meglio affrettarci >> << si forse è meglio! A 18 anni mi fantastica ancora sui ragazzi! >> scherzò lei << dovresti svegliarti, Liz, si dovresti proprio svegliarti non puoi più dormire >> concluse lei mentre tutto attorno a me iniziava a vibrare, vibrare sempre più forte e scomparire come tanti ologrammi << Liz… Liz sveglia! >> mi destai di colpo trovandomi in classe << Liz, ti sei addormentata sul banco, sicura di stare bene? >> mi chiese Sarah preoccupata << cosa? Addormentata? >> domandai sempre più confusa << ho capito che filosofia è noiosa ma non credevo ti facesse addormentare come un sasso >> sghignazzò lei in un sussurrò, ricambiai il sorriso ricominciando a prendere appunti. Che strano sogno.
  
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