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Autore: Sherazad_93    03/12/2012    0 recensioni
"Non hai che da chiedere..Avanza la tua richiesta! Otterrai il tuo desiderio..IN CAMBIO DEL MIO!!!"
I sibili del Dio delle Tenebre si interruppero quando il giovane si risvegliò da quell'incubo che lo tormentava ormai da dieci anni....La visione di quella ragazza dagli occhi verde mare a lui sconosciuta che gli implorava aiuto..Cosa significava? Perchè proprio lui? Quella ragazza..Chi era? E perchè si sentiva così legato a lei?..
Seguitemi nella mia prima fic..spero che la mia introduzione vi abbia incuriosito..:-) A presto..:-)
Sherazad_93
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: La Battaglia
Dastan si ritrovò spiazzato nel vedere quella figura così oscura ma allo stesso tempo così sensuale da mettere i brividi.
La mano rimase incollata all’elsa della spada; non riusciva a sfoderarla e a combattere.
La bocca era spalancata e il fiato mozzato.
Aveva vissuto una scena ancora più terribile e mostruosa di quella, ma percepiva comunque le membra pesanti come massi. Fu come quando rimase incantato nel vedere i suoi genitori uccisi.
La Concubina, snella e alta almeno quanto lui, gli si parò davanti, gli occhi illuminati da una luce blu cobalto accecante.
Il suo corpo sembrava come liquefatto e si intravedeva qualche ossa.
Era ricoperta di Corruzione, i vestiti le si erano strappati e restava coperto solo il seno e qualche parte delle gambe, dove muscoli vivi e pulsanti erano umidi e intrisi di quel Liquido nero.
A coprire il capo, sul quale qualche istante prima regnavano i capelli dorati, un altro velo roseo.
Era piuttosto mal ridotta rispetto alla battaglia avvenuta con Malik ma era divenuta molto più potente.
 
“Dastan! Ti prego aiut…”, la voce morì in bocca a Sherazad e parve come strozzata da qualcosa.
 
Lui si voltò verso la giovane, spaventato. Aveva paura di vederla morire da un momento all’altro per la sua cieca sete di potere che stoltamente lo aveva abbindolato come faceva con tutti gli uomini. Quella sete che lo aveva fatto attendere in balia della decisione definitiva e giusta da prendere. Quella sete che non gli aveva più fatto distinguere il Bene dal Male.
Proprio nel momento in cui si mise a correre pazzamente verso Sherazad, la Concubina si trasportò con una Proiezione dinanzi a lui.
 
“Dove pensi di andare principe!?”.
 
Ancora Dastan non riusciva a spiegarsi perché lo chiamasse principe. Forse già lo considerava il suo Re, eppure lui non aveva la minima intenzione di condividere l’eternità con quel crudele e spietato mucchio di ossa.
Con un raggio di Luce Oscura lo scaraventò all’estremità della piazzola bianca e lui si ritrovò affacciato sulle nuvole intrise di quel profumo nauseante. Si ritrovò tra il reale e l’ignoto. Non riusciva a vedere niente a causa di quella densa specie di nebbia.
La Concubina lo sovrastava e si trovava proprio davanti a lui.
Alzò una delle sue gambe marce; lo stava per lanciare verso l’abisso senza fondo; verso l’abisso della morte certa.
Poi lui pensò. Pensò alla morte della sua famiglia, una vera e proprio strage terribile ed egoista; pensò al suo compito, quello di vendicarsi di Ahriman, ma prima di tutto al fatto che dovesse aiutare Sherazad nella sua difficoltosa e impossibile missione che si sarebbe ripetuta in eterno fino a quando Ormazd non sarebbe tornato ad affrontare il fratello maligno in una lotta diretta.
Ebbe un flashback riguardante il sogno che ogni notte lo tormentava. Quel grido disperato d’aiuto e quella corsa; quei pozzi vuoti color verde mare che lasciavano trasparire un’anima al quale era stato rubato tutto con violenza. Ripensò a quella matta disperazione della ragazza, che troppo somigliava a Sherazad.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola; sguainò la spada.
Si sollevò, urlando pazzamente; raccolse tutte le forze che aveva nel corpo.
La sua spada, quella lama tanto amata che formava come un prolungamento del suo corpo, si illuminò di una luce azzurrina.
Sentiva, nelle vene, scorrergli tutta la potenza della Natura, tutta la sua potenza morale e fisica che non aveva mai davvero sentito sino ad allora.
Tirò un fendente orizzontale, mirando alla Concubina.
Non andò a fondo, in quanto ciò a cui aveva mirato era solo una Proiezione.
Rimase interdetto, con lo sguardo accigliato e la spada afflosciata con la punta verso il terreno; il fiatone per l’urlo emesso.
L’arma metallica pulsava viva.
La Concubina era sparita e l’aura di Sherazad si stava facendo sempre più flebile.
La donna riapparve poco distante da lui, sensuale come un felino.
Le corse incontro, con tutta la violenza possibile, brandendo la spada pronta a caricare un colpo netto.
Lei immobile, un’espressione feroce e ghignante.
Un altro fendente tirato all’aria.
Strinse l’elsa della spada tanto da farsi male e sentir scricchiolare le ossa.
Lentamente la Corruzione stava assalendo vorace il palazzo e l’estremità della piazza di marmo, come se qualcuno l’avesse richiamata appositamente per assistere alla battaglia.
Era percepibile il rumore liquido nell’aria e i profumi venivano coperti da un altro odore peggiore ancora di quelli precedenti.
Le nuvole erano scomparse e al loro posto si era insediata potente la Corruzione maledetta.
Dastan ansimava, più irato che mai. Non aveva mai provato così tanta rabbia. Adesso si rendeva conto. Adesso sapeva. Era consapevole della propria missione. Non si sentiva più il ragazzo spensierato che un paio di giorni prima cercava la sua asina Ahrma. La sua infanzia era già finita da molto tempo ma adesso la sentiva definitivamente spezzata. Aveva provato a ricostruirla con tutte le sue forze, ma non era riuscito e adesso il tentativo era del tutto vano. Adesso era cambiato, adesso era uomo, un guerriero, per se stesso, per il popolo, per Sherazad. Adesso non era più un bambino e ,in fondo, non lo era mai stato.
 
“VIGLIACCA! TREMI DAVANTI AL POTERE DI ORMAZD!? NON HAI IL CORAGGIO DI AFFRONTARE UN GIOVANE!? ESCI FUORI BASTARDA!!”.
 
I capelli morbidi furono scompigliati dal sottile movimento d’aria che creò l’apparizione della Concubina.
 
“Credi che non abbia il coraggio di affrontare un mingherlino come te!? Sai quanti ne ho uccisi!!?? Ti farò provare dolore..un dolore infernale..bruciante. Mi supplicherai di ucciderti e farla finita! Tu morirai principe..tu morirai. E avverrà in poco tempo..come per gli altri.”., lo guardo feroce.
 
Nessuno poteva definirla in quel modo, e di certo non si poteva far urlare contro quelle parole da un ragazzino.
 
“Vedremo…CONCUBINA..”, disse lui ghignante.
 
“COME OSI!?”.
 
Urlato ciò. Gli scaraventò contro due raggi di Luce Nera, densi come la Corruzione.
Istintivamente, Dastan si parò con la spada e funzionò.
Attorno a lui, nei punti in cui affluivano i Raggi di Oscurità, si venne a creare uno scudo di luce azzurra, spesso, che riusciva a distruggerli.
Dastan attese, immobile, col volto teso, pronto a subire il colpo fatale.
 
-E’ finita-, pensò.
 
Poi, passato del tempo, aprì gli occhi e vide ciò che aveva davanti.
Quello scudo. Così magico, bello e dalla forma romboidale.
Sembrava composto d’aria.
Rimase a bocca aperta, a osservare quella scena dal sapore incredibile.
Appena smise di pensare al fatto che doveva difendersi  e perse la concentrazione, lo scudo cominciò ad incrinarsi in mille pezzi e scoppiò.
La Concubina si immobilizzò.
“Ma cosa..”.
Dastan era piegato a terra, ansimante.
Gli sembrava di aver compiuto una corsa senza fine e di essere arrivato allo stremo delle forze.
Poi rise.
 
“Hai visto!? Non sarà facile togliermi di mezzo…Sono sotto la Benedizione di Ormazd!”.
 
Non c’era altro modo per spiegare ciò che era avvenuto.
 
“Oh..piccolino..Ormazd, vigliacco, è fuggito!! Tu non sei sotto la protezione di nessuno, tantomeno di un’entità che si definisce dio e vi ha abbandonati tutti!! Ha abbandonato il suo popolo! Ha lasciato il suo compito alla tua fragile amichetta…che in questo momento non respira..oh..”.
 
“Come ti permetti!?”. La prese come offesa personale..
 
La Concubina rise.
 
“Come ti permetti di giudicare Ormazd!?” LIBERALA!!”.
 
“Fallo tu…”, disse.
 
Era voltata a guardare qualcosa di ignoto; gli occhi più luminosi che mai.
 
“SE NE SARAI CAPACE!”., disse voltandosi verso di lui all’improvviso, con una voce terribile;la voce di Ahriman, quella che tutte le notti lo tormentava.
 
Improvvisamente la Corruzione cominciò a trasformarsi e a divenire una miriade di soldati di Ahriman, tutti al cospetto della Concubina; erano sagome fameliche e grottesche, identici agli altri soldati che avevano incontrato in precedenza, solo che molto più grandi. La loro funzione questa volta non era quella di presidiare e proteggere un luogo. Era quella di combattere, fino alla morte.
 
“AHAHAH!”,rise malignamente.
 
Dastan si sentì spacciato. Le forze gli mancavano e da solo, senza Sherazad e i suoi poteri, non ce l’avrebbe fatta.
Si sentiva stanco dopo aver invocato casualmente lo scudo.
In segno di resa, presa la spada tra le due mani, si inginocchiò, e la conficcò a terra, gridando.
La piazzola si squarciò e il terreno si illuminò di una luce azzurra accecante.
Il giovane spalancò gli occhi e il cuore prese a pulsare forte.
La Concubina sgranò gli occhi lattescenti e i suoi soldati emisero dei versi gutturali e concitati.
Da dei turbini d’aria argentei e azzurri, provenienti dalla spaccatura nel terreno, si materializzarono dei soldati possenti e dalle sembianze umane.
Erano cinque, quanti quelli della Concubina.
 
“MALEDETTO!! SEI TORNATO! ERI TU!! ADESSO CAPISCO!!”.
 
Dastan non capiva. Si guardò attorno atterrito; stava per cadere al suolo.
Uno dei suoi soldati lo sollevò, il più possente di essi.
“Mio Signore..Combatto io per lei! Mi dica pure cosa devo fare e lo metterò immediatamente in atto!”.
Dastan si riprese e guardò i soldati. I SUOI soldati.
Li sentiva davvero suoi, come se li conoscesse da sempre.
Colui che lo aveva appena salvato dalla caduta era più alto e robusto di lui; possedeva delle spalle immani e sul suo volto vi era un accenno di barba.
Possedeva un’armatura sulla quale era inciso lo stesso identico drago che aveva Dastan sul fodero.
Non aveva l’elmo come gli altri guerrieri che possedevano il classico pennacchio sulla testa. Avevano tutti un’espressione cupa, forte e decisa.
Dastan si sentì potente.
“FINIAMOLA. ADESSO.”.
I soldati partirono potenti all’attacco. I guerrieri azzurri, quasi trasparenti, della Luce e quelli delle Tenebre.
La Concubina non si mosse. Dastan le tirò dritto un fendente nel ventre e lo trapassò con foga, urlando.
Tirò la spada verso l’alto per aggravare e affondare meglio il colpo e dalle membra della nemica fuoriuscì una luce blu fortissima.
Poi, dopo lo scontro, tutto esplose in un luce bianca accecante.
Come la battaglia infuriò, si concluse. Pochi attimi, pochi piccoli istanti che avevano permesso a Dastan di sentire cosa volesse dire percepire il potere scorrergli nelle vene. Nel sangue.
Tornò debole, strutto, finito come se un macigno gli fosse precipitato addosso.
Il terreno tremava sotto i suoi piedi.
Nel bianco denso e latteo, a pochi passi da lui, giaceva Sherazad inerme. Era addormentata dal potente veleno e le si vedevano chiaramente i polsi lacerati dalla pianta scomparsa.
“SHERAZAD!! SVEGLIATI TI PREGO!!”, le lacrime agli occhi.
Non voleva tornare di nuovo solo, non adesso. Non adesso che aveva trovato qualcuno con cui sentirsi pieno.. non adesso che aveva bisogno anche lui di avere delle risposte.
La voltò, respirava a malapena. Il corpo molle tra le sue braccia. Non si muoveva.
Appena la prese in collo, tutto tornò colorato ma il colorito dei polsi avvelenati e tagliati peggiorava.
 
-Aspetta, vediamo se funziona..-, pensò.
 
“Mi dispiace farti del male Sherazad..spero solo di guarirti..anche a costo della mia vita.”.
 
Sfoderò la spada e tagliò i polsi di Sherazad cercando di concentrare la sua energia.
Funzionò per l’ennesima volta, pur essendo debole. La lama si illuminò e i polsi tornarono coloriti. Si notavano solo delle cicatrici.
Poi la riprese, ma era ormai distrutto..troppa energia..aveva sprecato troppe forze.
Il veleno era ormai bruciato e non scorreva più grazie al grande potere di Dastan, inconsapevole di possederlo.
Tentò di arrampicarsi ai muri di terra per risalire verso l’alto, dove già si erano formate delle crepe nelle quali poter passare.
Non ce la fece. Il suo corpo cedette.
Si lasciò cadere nel vuoto, ma non lasciò la presa su Sherazad.
Pensò ancora una volta che fosse finita, che la morte gli avrebbe inghiottiti inesorabilmente. Almeno lui; Sherazad sarebbe rimasta immortale fino a che non le avrebbero risucchiato l’aura. E una buona metà le era stata portata via.
La guardò, disperato.
Poi un tonfo sordo. Si sentì ghiacciato fino alle ossa. In un istante i polmoni gli si riempirono d’acqua. Si riprese e trovò le sue ultime forze.
Sherazad le era scivolata e stava precipitando negli abissi.
Non sapeva se fosse mare o lago. Se fossero sotto terra o fuori.
Ma voleva salvarla.
Nuotò con le ultime energie che aveva; la prese e la strinse a se più forte che mai.
Tornò a galla.
Tossiva disperatamente e sarebbe potuto affogare da un momento all’altro.
Ma controllò anche la tosse. Avrebbe fatto di tutto per portare a termine quella missione.
Si trascinò a riva, con il corpo di Sherazad svenuto.
Finalmente sulla sabbia.
Le accarezzò il viso. Lei non aveva ingerito acqua poiché aveva il velo ma dato che era zuppo, istintivamente le scoprì il volto lasciando intravedere anche gli zigomi, la bocca.
Sorrise, col fiatone..era bella da togliere il fiato.
Non poté godersi la vista della ragazza, poiché cominciava a vedere sfuocato.
Sputò acqua e sangue.
Poi si accasciò accanto a lei. Accanto alla compagna di quel terribile incubo.
E alla luce di qualche Sole che regnava su di loro, si addormentò distrutto.
Tutto fu buio.


Nota dell'autrice: scusate se vi ho fatto attendere così tanto per questi nuovi capitoli! :-( Ma adesso che mi sono spuntate delle idee un po' più adatte sono riuscita a buttare giù qualcosa! :-) Grazie per la vostra attenzione! Ve ne sono davvero grata! :-) Ripeto che accetto consigli sul mio modo di scrivere e sulla storia senza problemi anzi mi farebbe molto piacere qualche vostro commento! :-)
Al prossimo capitolo! :-)
P.S: Scusate se ho fatto un po' di macello nell'impostazione della scrittura o altro ma non ricordavo più come lo avevo impostato le scorse volte ed ero talmente concentrata a inserire il nuovo capitolo che non ci ho guardato minimamente :-/
A presto! :-)

Sherazad_93
  
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