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Autore: Heavencanwait_    03/12/2012    11 recensioni
[Olly Murs]
#yourprince e _Loneliness sono due giovani. Riusciranno i due a innamorarsi solo grazie all'uso di frasi scritte tramite gli sms? Non vi resta che scoprirlo leggendola.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                       Image and video hosting by TinyPic

“I don’t know who you are,
don’t even know your name,
I wish we could talk,
but I don’t have a number to call
so hold your hand up,
if you hear me.
I’ve been searching,
but all that I’ve found
is everywhere that I go,
I’m standing alone in the crowd
and I NEED YOU, NOW.”
 
 

Il telefono le vibrò nella tasca dei pantaloni mentre Renée stava sentendo passivamente una lezione di letteratura spagnola. Lo prese tra le mani e subito il cuore fece una capriola nel petto, non si sarebbe meravigliata se da un momento all’altro fosse uscito e corso via dalla gabbia toracica.
Un nuovo messaggio: #yourprince.
“Come stai oggi? Ti senti meglio? Mi è mancato parlare con te ieri. #yourprince”
Erano ormai più di due mesi che questo misterioso ragazzo, sempre se lo era realmente, le inviava messaggi e anche se sembrava assurdo, Renée a poco a poco stava cedendo alle parole che le scriveva ogni singolo giorno. Questo ragazzo era l’unico che l’ascoltava e aveva l’impressione che fosse anche l’unico a capirla. Si sfogava con lui e aveva iniziato a sentire la sua mancanza se capitava di attardarsi a scriverle. Non sapeva praticamente niente di lui, ma allo stesso tempo pensava di conoscerlo come nessuno aveva fatto mai. Il primo messaggio le arrivò un sabato: lei era seduta su una panchina a leggere uno dei tanti romanzi d’amore che aveva preso in biblioteca. Il parco non era affollato e quando lesse “Sei bellissima anche quando leggi. #yourprince” si girò a guardarsi intorno un paio di volte, ma non c’era nessuno. Si era spaventata, però subito dopo gliene arrivò un altro che recitava “Non volevo spaventarti. Scusami se l’ho fatto. Ti ho notato da un sacco di tempo, ma non ho idea di come avvicinarmi a te e ho pensato che questo fosse il modo migliore. #yourprince”
Da lì, Renée gli rispose e adesso si ritrovavano quasi a piacersi. Non aveva mai creduto che un contatto anonimo potesse risvegliare quelle sensazioni che aveva messo nei cartoni a prendere polvere in quel modo. Da quando era stata tradita dal suo ragazzo, il suo unico vero amore, aveva deciso di chiudere a chiave il suo cuore e magari gettare la chiave in modo che nessuno avrebbe mai avuto l’opportunità di aprirlo e ferirla per un’altra volta eppure #yourprince si era buttato in fiume alla ricerca disperata di quell’aggeggio, non gli importava quanta fatica gli sarebbe costata. Forse era proprio quello che più piaceva a Renée: il fatto che era disposto a combattere.
Come, molti pensavano, ti può piacere qualcuno che non hai mai visto? Lei non sapeva il motivo, ma era fiduciosa e presto tutto avrebbe avuto una ragione. Sorrise allo schermo illuminato mentre la professoressa parlava della vita Federico Garcìa Lorca e digitò in fretta le parole:
“Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare, era solo un semplice mal di testa. Oggi sto molto meglio, tu? _Loneliness
Aveva deciso di chiamarsi così perché nel periodo in cui era comparso, lei si sentiva sola e non c’era nessuno che avesse tempo e voglia di starle accanto. Si rifugiava nei libri dove pagina per pagina ritrovava la speranza e la voglia di andare avanti anche se spesso mancava la forza. Sentire il profumo di quelle pagine ingiallite dal tempo, la faceva stare meglio e avrebbe continuato a leggere per tutto il resto della sua vita. Era una delle cose che più le piaceva fare, era capace di passare un’intera giornata a leggere.
Non fece nemmeno in tempo a riporre il telefono al suo posto che questi si illuminò di nuovo. Aprì la bustina del messaggio:
“Meglio così J. Anch’io sto molto meglio ora che ti sei fatta sentire. La prof. sta spiegando Voltaire, ma fortunatamente tra meno di due minuti suona, mi ha praticamente ingigantito la testa parlando della sua vita. #yourprince”
Lesse velocemente il messaggio, ma prima che potesse rispondergli la campanella suonò pesantemente e Renée si divincolò tra i suoi compagni di classe per uscire per prima dalla classe. Se fosse stata fortunata, avrebbe avuto la possibilità di vedere il volto di quel ragazzo nei corridoi però appena vi fece il suo ingresso, centinaia di ragazzi passeggiavano spensierati con il telefono in mano mandando messaggini a destra e a sinistra. Non l’avrebbe mai incontrato.
“E’ suonata, direi! Hai lezione dopo, io ho matematica. Tu? _Loneliness”
“Sì, grazie per avermi ricordato il compito di letteratura inglese che ho tra pochi minuti AHAH :P. #yourprince”
La curiosità di poter disegnare non solo con la fantasia i contorni di quel viso e poter dare un nome reale a quella persona la stava mangiando. Doveva conoscerlo, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedergli di uscire. Aveva, forse, paura di restare delusa perché si era creata un’idea tutta sua e lo aveva persino immaginato in tutti i suoi più piccoli dettagli.
“Scusa, non era mia intenzione però dai, ci sono dei vantaggi, almeno così ti ho preparato psicologicamente ad affrontarlo. Andrai bene perché tu hai studiato, non è vero?  _Loneliness”
Era ora di andare in classe, se avesse fatto un altro ritardo il prof l’avrebbe mandata dal preside in quanto era dall’inizio dell’anno che Renée entrava sempre con cinque minuti di ritardo e Robert Green non aveva più intenzione di giustificarla. Si mosse a passo spedito tenendo in una mano i libri e in un’altra il cellulare mentre rileggeva velocemente ciò che gli aveva scritto.
“Diciamo di sì, anche se non ho studiato benissimo. E se mi saltassi l’ora, tu cosa ne pensi?
Ps. Attenta a non inciampare tra le persone e sta’ più attenta, non devi farti imbambolare dai messaggi di un tuo ammiratore segreto :P. Anche oggi non ti smentisci, sei perfetta. #yourprince”
Non appena ebbe letto le ultime frasi, la ragazza lanciò uno sguardo in tutte le condizioni non trovando nemmeno questa volta quel ragazzo anche perché c’erano persone con i telefoni in mano dappertutto.
“Mi hai davvero visto? Dove sei? _Loneliness”
Esitò un altro paio di minuti nella stessa posizione in cui stava nel momento in cui le aveva scritto.
“Lo sai cosa penso di questo, non posso dirti chi sono. Se hai imparato ad apprezzarmi per come sono davvero, dovrai solo darmi fiducia e presto saprai chi sono. #yourprince”
Era nervosa, come poteva pretendere che rimanesse impassibile davanti a ciò? Scrisse velocemente la risposta:
“Come puoi dire queste cose? Lo sai che è importante per me vedere chi sei, insomma cosa avresti pensato tu se fossi stato al mio posto e io ti avrei scritto questi messaggi? Sai anche che mi sto aprendo a te come non ho fatto con nessuno perché allora ogni volta ti nascondi? So che hai un carattere meraviglioso e sei speciale, ma non puoi chiedermi di continuare così all’infinito. _Loneliness”
Entrò in classe e almeno per una volta il fato era dalla sua parte infatti il professore ancora non era arrivato. Guardò per svariati minuti il display, ma questo non s’illuminò. Aveva esagerato?
Mentre si poneva quei quesiti, il professore fece il suo ingresso. Quel giorno era ancora piò tracagnotto di quanto già non lo fosse e aveva la sua solita giacca a quadretti con una cravatta dai colori improponibili e per di più a righe, a Renée venne da ridere, ma qualcos’altro distolse la sua attenzione.
“Ti prego, fidati di me. Adesso scappo, devo fare il test. #yourprince”
La ragazza sospirò.
“Ok, ci sentiamo. _Loneliness”
Se una parte di lei diceva di continuare su quella strada, un’altra quasi le imponeva di ragionare e tornare sui suoi passi. Ripensò ai messaggi scambiati qualche minuto prima e non potè fare a meno di pensare di essere confusa. Doveva trovare una soluzione altrimenti rischiava di impazzire e trascorrere il resto dei suoi giorni in un manicomio non era il suo sogno. Desiderava prima laurearsi e diventare una scrittrice di successo, voleva godersi i premi e il successo che avrebbe ottenuto scrivendo.
Il professore, intanto, aveva iniziato a spiegare qualcosa simile ai logaritmi appuntando qualche geroglifico alla lavagna. Renée guardò fuori dalla finestra e alcuni ricordi la invasero come un tornado pronto a distruggere tutto ciò che incontrava lungo il suo cammino. Era ormai da tempo che non ricordava ciò che aveva condiviso con LUI e da una parte era solo merito di #yourprince se ci era riuscita. L’aveva fatta sorridere e l’aveva fatta sentire bella anche se in quel momento indossava solo una semplice tuta. Inarcò le labbra all’insù e quando ricordò il loro primo bacio, scacciò quei pensieri e si mise ad ascoltare per la prima volta la lezione di algebra.
Quando ebbe finito, Robert Green prese il libro tra le mani e dopo aver sfogliato un paio di volte alcune pagine, enunciò: -Fate gli esercizi di pagina duecento cinquantadue dal numero quarantasette al cinquantaquattro.-
Nella classe si levò un brusio che infastidì l’uomo, infatti aggiunse: -Niente proteste, ad ogni lamentela si aggiungerà un esercizio.-
Improvvisamente calò il silenzio fino alla fine dell’ora quando li lasciò andare.
“Otto esercizi di algebra su una spiegazione che ho sentito da metà, cosa c’è di più bello? A te com’è andata, invece? _Loneliness”
Glielo scrisse di getto, aveva sentito il bisogno di archiviare quella conversazione avuta precedentemente e fare finta di niente sperando che anche per lui fosse la stessa cosa.
“Sono riuscito a rispondere a tutte le domande anche se devo ammettere che il collo mi si è allungato un po’ a furia di guardare qualche risposta qua e là :P. Il prof. Green è stato severo con voi a quanto pare AHAHAH #yourprince”
“Da oggi in poi dovrei considerarti una giraffa, pensavo avesse le sembianze di un uomo. Mi spiazzi, lo sai? _Loneliness”
“Eh, mi dispiace, ma dovrai accettarmi anche se non sono perfetto, ci sono sempre delle imperfezioni in ogni persona
J. #yourprince”
“Chi dice che non lo sei? Insomma le imperfezioni sono le cose che fanno apprezzare e amare le persone. Non lo sapevi? _Loneliness”
“Non pensavo volessi seguire le orme di Sigmund Freud! #yourprince”
“No, niente di tutto questo. Ho solo passato la mia intera adolescenza a leggere e ho imparato qualcosa! _Loneliness”
Era arrivata nella classe di biologia e si sedette nell’ultima fila per cercare di non farsi scoprire dalla sua insegnante che pretendeva il cellulari spenti. Non poteva, però, tradire così il suo ammiratore segreto.
 
 
Era a mensa e stava per sedersi da sola quando Tamara la invitò ad andare accanto a lei.
-Che fine hai fatto stamattina? Non ti ho vista per niente!- disse Renée.
-Quanto sei sbadata? Il lunedì non abbiamo corsi in comune e io ho due ore di francese per cui è difficile che tu mi veda per i corridoi. Cosa ti prende, amica mia? Ultimamente hai la testa tra le nuvole, non è che… è ritornato?-
Per poco non si strozzò con il boccone che stava masticando, lo ingoiò e dopo parlò: -No! E’ solo che sto studiando tanto.-
Un paio di bugie non avrebbero fatto male a nessuno, è così? Non aveva voglia di spiegare tutti i particolari, erano inspiegabili anche a lei.
“Dovresti mangiare un po’ di più, tesoro, lo sai? #yourprince”
Renée sussultò e irrigidì le spalle guardando a destra e a sinistra senza farsene accorgere, ma era come cercare un ago in un pagliaio: impossibile. Un’altra cosa, però, l’aveva turbata pesantemente. #yourprince aveva usato l’appellativo che utilizzava spesso LUI per chiamarla. Rabbrividì e gli rispose:
“Non ho molta fame. _Loneliness”
-Con chi messaggi?- Tamara cercava di leggere le parole.
“Presumo che la tua amica non sappia della mia esistenza! AHAHAH #yourprince”
-Era un compagno di matematica, voleva sapere l’assegno!-
Spostandosi il telefono verso il petto, scrisse:
“Non so se capirebbe, è difficile da spiegare. _Loneliness”
“Cosa c’è di così difficile da capire? Hai un ragazzo che pende letteralmente dalle tue labbra e che vorrebbe tanto essere la persona più importante della tua vita, ma ci vuole ancora un po’ di tempo per conquistare la tua fiducia. So che sei stata ferita in passato. #yourprince”
Le mani le presero a tremare, il cuore fece un balzo, gli occhi le divennero lucidi e sulle labbra comparve un sorriso storto, era emozionata e prima che scoppiasse a piangere e si rendesse ridicola davanti all’intera scuola, si scusò con l’amica e andò via.
“Ho paura. _Loneliness” ammise.
“L’avevo capito, altrimenti non saresti scappata in quel modo e credimi, in questo momento vorrei tanto poterti abbracciare per farti capire quanto siano vere le parole che ti ho appena scritto. #yourprince”
Renée scoppiò a piangere, non si era mai sentita tanto apprezzata come in quel momento.
“E se ti dicessi che lo vorrei anch’io, che vorrei abbracciarti anch’io? _Loneliness”
“Non so che risponderti. #yourprince”
“Lasciamo perdere, ok? Scusami, _Loneliness”
Succedeva ogni volta, prima le diceva che voleva vederla e poi si nascondeva tirandosi indietro. Era frustrante dovere tenere a bada tutte quelle emozioni che l’assalivano quando il suo “nome” compariva nella casella dei messaggi.
“Vuoi davvero conoscere la mia identità? #yourprince”
Renée annuì al telefono come se lui potesse vederla, poi scosse la testa e scrisse:
“Sì, vorrei vedere se sei tu il principe delle fiabe! _Loneliness”
“Non devi aspettarti il solito biondo ossigenato con gli occhi azzurri allora, mi dispiace! #yourprince”
“Ho una concezione diversa di quel termine. _Loneliness”
Stava cercando di cambiare argomento? A Renée non le era tanto chiaro.
“E quale sarebbe?” #yourprince”
Tamara la raggiunse.
-Ti ho visto strana, è successo qualcosa?-
-No, è solo che mi è venuto un forte giramento di testa e sono venuta in cortile a prendere una boccata d’aria. Tra poco ritorno dentro, non preoccuparti.-
La rossa le sorrise prima di entrare senza chiederle altro, aveva afferrato che l’amica doveva restare da sola per qualche altro minuto.
“Il principe è qualcuno che ti fa stare bene. _Loneliness”
“E io gli assomiglio? #yourprince”
“Sei primo che sto considerando come tale. _Loneliness”
“E che mi dici del tuo ex ragazzo, lui non lo era? #yourprince”
“No, purtroppo. Mi ero sbagliata. _Loneliness”
“Comunque il mio intento era proprio quello di riuscire a sembrare il ragazzo delle tue fantasie. #yourprince”
Avrebbe voluto gridargli di venire fuori e di prenderla per mano e farsi vedere con lei davanti a tutto il mondo, ma aveva provato a chiederglielo già una volta. Solo gli stupidi gli avrebbero fatto la stessa richiesta, in fondo conosceva già la risposta. Si crogiolava con il fatto che a lei serviva del tempo, ma la verità era che era pronta a scoprire chi era la persona che aveva occupato i suoi sogni durante la notte. Era stanca di continuare in quel modo e non sapendo che altro dire, non gli rispose niente spegnendo il cellulare. Aveva deciso di tenerlo spento per almeno un paio di giorni perché si era resa conto che a causa sua il suo umore era stato più ballerino del solito: era passata da uno stato d’animo all’altro in pochissime ore e non le andava affatto bene. Si sistemò e rientrò nella scuola pronta ad affrontare le restanti ore di lezione mentre fuori le nuvole cariche di pioggia stavano offuscando il sole che brillava fino a poco prima.

 

25 dicembre.


L’aria di Natale l’aveva sempre messa di buon umore anche se non riusciva a capire quale fosse il motivo. Forse era la neve che cadeva soffice e lenta poggiandosi dappertutto, forse erano le luci che illuminavano le strade, forse erano i canti, forse era l’albero che occupava imponente un angolo del salotto, forse erano i regali posto lì sotto, forse erano le abbuffate a tavola, forse erano le risate dei parenti durante i pranzi o forse perché semplicemente trovava che l’armonia di quella festività era unica nel suo genere e anche se era troppo cresciuta per viverla come lo faceva da bambina, continuava a credere che il Natale fosse stata la sua festa preferita. Guardò fuori dalla finestra e vide una coppia scambiarsi un breve bacio sotto un vischio, Renée sorrise pensando a quanto fosse bello vivere un’esperienza del genere. Lei l’aveva avuta, ma la poca pazienza aveva finito per rovinare tutto. Da quel giorno non gli aveva più risposto e sebbene per un mese lui avesse continuata a cercarla, aveva preso la sua decisione e aveva interrotto tutti i rapporti bruscamente. Aveva pianto tutte le sere durante le prime settimane, ma poi si era asciugata il volto, aveva ritrovato la speranza ed era andata avanti dimostrandosi forte davanti agli altri. Adesso era quasi contenta e ripensava a  #yourprince come una bel ricordo che avrebbe sempre custodito nella parte più pura del suo cuore. Si spostò una ciocca di capelli dal volto e quando distolse lo sguardo da quella coppia, vide arrivare alle sue spalle suo cugino.
-Renée, auguri!-
-Auguri anche a te, Leon!-
Erano finalmente arrivati i suoi nonni, i suoi zii e i suoi cugini dalla Francia e forse era anche per questo che adorava quella ricorrenza: poteva stare con le persone che amava di più.
Dopo il grande pranzo, era di rito giocare a tombola quindi tutta la famiglia si riuniva intorno al camino chi seduto sul tappeto, chi sul divano e chi sulle sedioline impugnavano tutti una schedina e tra le risate di qualche battuta, c’era sempre qualcuno che esclamava -Tombola!- quando il gioco diventava una vera e propria competizione. Adorava quel giorno e a volte si ritrovava a pensare di volere che ogni giorno fosse come quello del venticinque dicembre.
Stava scherzando con i suoi cugini prendendo in giro il più piccolo tra loro quando il telefono le vibrò nella tasca dei pantaloni. Pensava che fosse uno dei tanti messaggi di auguri, ma rimase scioccata, in senso positivo, quando lesse il mittente. Recitava:
“Molto probabilmente avrai voltato pagina, ma nonostante ci abbia provato anch’io, mi sono reso conto di non riuscirci. Non so perché ho aspettato così a lungo a scriverti questo messaggio, ma pensavo che oggi, essendo il tuo giorno preferito dell’anno, ti facesse piacere sapere che io ero ancora vivo e soprattutto che pensassi ancora a te. Non riesco a dimenticarti. In quei due mesi sei riuscita a cambiarmi, a rendermi una persona migliore e quando non mi hai più risposto, ho avuto paura per la prima volta nella mia vita. Ho davvero capito di averti persa però adesso ho ritrovato la forza necessaria per combattere e per fare in modo che ritorni tutto come prima quindi so qual è la cosa più importante da fare se voglio tenerti accanto. Stasera, alle 20, sarò ad aspettarti davanti la fontana del parco. Spero che verrai. Tantissimi auguri, mi manchi tanto. #yourprince”
-Sc…scusate un attimo.- sussurrò ed era convinta che nessuno l’aveva ascoltata.
Impugnava il telefono al petto per tentare di calmare il battito del cuore che aveva preso ad accelerare, aveva timore che prima o poi le sarebbe venuto un infarto. Aveva la bocca semiaperta per la incredulità e tremava. Gli occhi le si erano appannati e non appena si rinchiuse in camera scoppiò a piangere. Non era vero che l’aveva dimenticato, aveva solo cercato di offuscare i sentimenti che provava nei suoi confronti. Trasse un lungo sospiro premendo il tasto “rispondi”. Scrisse due, tre frasi e poi le cancellò. Le riscrisse e le cancellò nuovamente. Alla fine decise di non scrivergli niente.
Qualcuno bussò alla sua porta. Si asciugò in fretta le lacrime e gli permise di entrare.
-Dovresti andarci, sai?-
-Dove?-
-Dal tuo ammiratore-
Leon era l’unico che sapeva di lui e si era sorpreso quando le avevo detto che avevo interrotto i rapporti.
-Come sai che era lui prima?-
-L’ho capito dalla tua espressione.-
Renée sospirò non sapendo che dire.
-Dammi retta, va’ a prenderti ciò che è sempre stato tuo. Non esitare.-
La ragazza gli rivolse un sorriso pieno di affetto e lo abbracciò.
-Grazie, Leon!-
 
Indossava un vestito nero con le stringate ai piedi e la sua bombetta ‘portafortuna’ che secondo Leon era necessaria. Si strinse nel cappotto perché soffiava un vento gelido e ci avrebbe giurato che a breve avrebbe iniziato a nevicare di nuovo.
Era davanti la fontana, era l’unica a popolare quel parco quella sera ed era illuminata solo dalla fioca luce dei faretti che la circondavano. A poco a poco che s’avvicinava, riconobbe dapprima un ombra e poi sempre più particolare. Quello doveva essere #yourprince, ma il suo volto era ancora ricoperto dall’oscurità.
Quando le fu finalmente difronte, Renée fece ricorso a tutte le sue forze per non svenire proprio davanti all’ultima persona che pensava di incontrare. Non riusciva a credere ai suoi occhi, era lui in carne ed ossa.
-Olly?- chiese quasi a confermare, ma la sua voce la tradì e le si spezzò incrinandola.
Il ragazzo annuì.
Oliver Stanley Murs era proprio LUI.
-S…sei tu? Sei tu #yourprince?-
Annuì ancora una volta.
-Perché?-
Non rispose.
-Certo, adesso è tutto chiaro. Come ho fatto a non capirlo prima: conosco tante cose di te, la fontana, resterai delusa, non sono un principe azzurro, ho le mie imperfezioni… Non posso crederci!  Perché l’hai fatto? Perché mi hai preso in giro, dimmelo!-
Aveva voglia di piangere, scappare via. Il ragazzo che l’aveva fatta innamorare tanto tempo fa, l’aveva tradita davanti ai suoi occhi, ora era ritornato e la cosa che le faceva ancora più orrore era che ci era ricascata, si era innamorata di nuovo di lui. O meglio, si era innamorata di una persona completamente diversa, una persona che non esisteva. Com’era possibile?
-Era l’unico modo per riconquistarti, ho pensato che solo in questo modo tu potessi vedere chi sono veramente. Sono cambiato, Renée. Ho capito di aver sbagliato tutto con te perché resterai sempre l’unica che può ravvivare le mie giornate. So che ti ho ferita, ma ripensa a tutti i messaggi, ti giuro che sono veri, tutto ciò che ti ho scritto lo penso davvero. Ho bisogno di te, adesso. Ho bisogno di te per vivere perché…- prese un lungo respiro e disse: -ti amo, Renée.-
La ragazza si sentì mancare e lottò con tutta se stessa per restare in piedi.
Ripensò a tutto ciò che avevano vissuto insieme sia con Olly che con #yourprince e le sensazione le riaffiorarono alla mente come se le stesse rivivendo in quell’istante.
-Spero che un giorno potrei perdonarmi.- disse ancora lui.
Non riusciva più a trattenere le lacrime, le lasciò uscire una ad una rigandole il volto. Incrociò lo sguardo di Olly e si leggeva nei suoi occhi che la stava supplicando di una risposta.
S’avvicinò a lui e scrutandolo, accennò: -Ti ho perdonato nel momento in cui ho capito di amare #yourprince. Ti amo, Olly. O meglio, #yourprince!”-
Il ragazzo le sorrise dolcemente, le cinse i fianchi e quando le fu vicino all’orecchio le sussurrò: -Da oggi in poi non ti chiamerai più Loneliness, ci sarò io accanto a te e per sempre, te lo prometto.-
-Sei regalo di Natale più bello che potessi ricevere.- disse abbassando il tono di un’ottava.
-Tu, invece, sei il dono meraviglioso che aspettavo di ricevere da tutta una vita.-
Olly la strinse tra le sue braccia forti e appoggiò delicatamente le labbra a quelle di Renée mentre in alto nel cielo la luna, che brillava, era l’unica testimone dell’amore dei due giovani.
Renée pensò alla frase di un libro e sorrise sulle labbra di quello che era l’uomo che avrebbe amato per tutta la vita: “Non c’è niente più sincero dell’amore.
Era vero, pensò mentre ascoltava nell’assoluto silenzio del parco il battito dei loro cuori, colmi d’amore l’uno per l’altro, fondersi insieme.


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HI THERE:
Dedico questa one-shot ad una mia amica alla quale voglio un bene dell'anima ed è stata proprio lei a ispirarmi per scriverla, lei è forte.
Comunque non so cosa dirvi se non che sto morendo di sonno, ma devo aspettare la mezzanotte per dare gli auguri alla mia migliore amica che compie gli anni così impiego il tempo a pubblicare.
Se vi è piaciuta o mi volete dire che è la schifezza più schifosa (?) che abbiate mai letto, lasciatemi una piccola, piccolissima, minuscola recensione.
Non pensate anche voi che Olly Murs sia sexy in queste icon? Quant'è bello *w*
Grazie.
Giovs xx
#Besos

  
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