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Autore: Risa_chan    04/12/2012    0 recensioni
Il rimbombare dei passi era l’unico rumore che si poteva udire nel corridoio in cui si trovava Aula di musica numero tre. Sì fermò davanti alla porta e quando sfiorando la maniglia lievemente si aprì, una lieve brezza trasportava petali di rose. . .
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruhi Fujioka, Tamaki Suoh
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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~ whatever day ~



Note dell’autrice

 
Host club è una storia che ho amato moltissimo, un anime e un manga che personalmente ritengo di altissimo livello per motivi che sono assolutamente soggettivi: è tutto ciò che vorrei trovare nella trama di un anime, di un manga, ma anche di un film o di un libro.
Perché mi ha fatto ridere, è ironico e scherzoso, ma allo stesso tempo i personaggi che si muovono all’interno hanno personalità complesse, e ogni loro azione ha una spiegazione.
Perché mi ha fatto commuovere e emozionare, senza patemi strappalacrime  da shojo manga, anzi che  li prende deliziosamente in giro, ma nemmeno Angst della peggior spece.
Perciò ho pensato che  dovevo omaggiare  Bisco-sama con una piccola fanfction, la mia prima in questo fandom. Non so che ne uscirà fuori ma spero che gradiate.
La frase di apertura e tratta   dal film "Shakespeare in Love" di John Madden, l’ho trovata molto bella e adatta per il tipo di scenario del Host club. Mentre  l’altra citazione è tratta Da Romeo e Giulietta.
 Essendo alla mia prima esperienza ho pensato ad una semplice  giornata tipo di un Host che si rispetti. Per questo stesso motivo ho aggiunto OOC; Mi piace molto rimanere IC, ma essedo la mia prima volta in questo fandom, non sono sicura di esserci riuscita. Accenni [TamakiHaurhi].
Spero che vi sia piaciuta, e che prima di andarvene lasciate un commento: mi farete davvero felice.

Risa_chan
 
 
 
 
 
 
 
 
 

~Shakespeare in Host~
 

Il rimbombare dei passi era l’unico rumore che si poteva udire nel corridoio in cui  si trovava Aula di musica numero tre. 
Sì fermò davanti alla porta  e quando sfiorando la maniglia lievemente si aprì, una lieve brezza trasportava petali di rose. . .

 
 «Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei pensieri più profondi?»
La ragazza indietreggiò di un passo, un poco impaurita e  po’ abbagliata dal sfavillante lucentezza della splendida creatura che le si era parata davanti.
“Ah, una nuova cliente! Come ti chiami?” chiese Tamaki sempai lasciando tra le mani della studentessa una rosa rossa.
La giovane arrossì graziosamente, e balbettò incomprensibilmente, abbassando lo sguardo, allo stesso tempo incapace di allontanarsi.
« Benvenuta nell’Host club… spero che tu possa divertirti adorabile fanciulla»  disse Il lord non che presidente del famosissimo club.  Tamaki Sou fece una piroetta elegante, afferrò la mano delicata della fanciulla inchina dosi fece un baciamano da perfetto Lord inglese.
«Sorgi, o bell'astro, e spengi la invidiosa luna, che già langue pallida di dolore, perché tu, sua ancella, sei molto più vaga di lei. Non esser più sua ancella, giacché essa ha invidia di te. La sua assisa di vestale non è che pallida e verde e non la indossano che i matti; gettala. E' la mia signora; oh! è l'amor mio!» decantò il lord.
La giovane studentessa divenne rossa come un pomodoro , le mancò  il respiro, fumo uscì dalle sue orecchie e poi si sciolse come neve al sole.
Poco più in là Haurhi Fukojia sospirò.
All’accademia per ricchi,  l’Ouran, sembrava essere nata una nuova moda, o quella che si può definire smodata passione per i scrittori inglesi del 600.
L’incarnazione vivente di tale amore era il suo sempai, nonché presidente del Host club, colui che l’aveva sconvolto la vita da un paio di mesi a quella parte.
Riflettendoci sopra un attimo,  in realtà , la colpa della totale distruzione della sua vita tranquilla era dovuto a quel debito di xxxxxx yen che pendeva sulla sua testa.
 Comunque sia, Il tema scelto per la giornata, era nato all’improvviso due giorni prima quando il professore d’inglese aveva iniziato a parlar loro del teatro Elisabettiano, in particolar modo  quando ha iniziato la sua spiegazione su Shakespeare. Un amore fulmineo come solo a Tamaki sempai poteva accadere: nulla valsero a spiegare che le opere dell’autore  erano molto di più di racconti su storie d’amore “di puri fanciulli incompresi”. Non capiva neanche come Kyouya  sempai potesse dargli retta. Ma la risposta che ricevette da lui, fu forse ancora più inquietante.
«Potrebbe essere interessante scoprire  come le giovani del nostro paese si identificano in personaggi occidentali…»
« . . .inoltre Romeo e Giulietta, e le altre opere simili sono molto in voga fra le adolescenti, potremmo ricavarne un bel po’, dico bene Haurhi?»  continuò sistemandosi gli occhiali sul naso.
Così si ritrovarono vestiti alla maniera seicentesca degli inglesi, con il benestare di Regie-chan (la quale  diede opinione e consiglio su tutto).  Haurhi  si sentiva stupida e goffa,  e per di più ,non capiva il motivo di tale pagliacciata, non che fosse raro , anzi capitava molto spesso e cioè sempre.
I ricchi erano indecifrabili, tutto quello che per il resto del mondo era buon senso, per quella gente semplicemente non esisteva.  Invece di  fare cose utili, loro passavano a fare altro, che cosa  non si era mai capito. 
Se c’era una cosa che aveva capito di loro era che, avevano molto tempo da perdere.
Inconcepibile per lei, che aveva perché  qualche faccenda da sbrigare, o che si teneva impegnata in cose più che pratiche.
Ad esempio, le attività di quel club, non servivano a nulla, se non fatte rare eccezioni; Non capiva i ricchi, ma il più indecifrabile di tutti, era proprio Il “Lord”, Temaki-sempai.  Quello che pensavi di lui a prima vista, era che fosse un perfetto idiota: proprio come in quel momento, che cercava di imitare il prefetto stile inglese, rendendosi se fosse possibile ancora più ridicolo.
Le sue stupidaggini la innervosivano, tanto che lo avrebbe ucciso, la intimorivano tanto che sarebbe fuggita a gambe elevate.
C’era una parte di lui, tuttavia, che la sorprendeva,   dietro quel suo modo di fare trasognato, da completo stupido, nascondeva un ragazzo gentile e intelligente, che capiva profondamente i bisogni degli altri, anche più dei suoi. Era generoso, si faceva in quattro  pur  aiutare chiunque ne avesse bisogno e sebbene la strampalatezza delle idee, alla fine ci riusciva.
Era buffo, divertente, e a volte dolce.
Probabilmente, avrebbe passato la giornata  a veleggiare da fanciulla in fanciulla decantando frivolezze di qualsiasi tipo, per poi uscirsine con trovate, parole ed espressioni che lasciavano a bocca aperta.
Tamaki-sempai non era un tipo facile da capire, tantomeno da sopportare, eppure era impossibile da odiare.

   
 
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