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Autore: ElisaPazzoide    04/12/2012    0 recensioni
Un cane. Un ragazzo. Tante paure.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni giorno ero uscito col mio padrone, Igor, per una breve passeggiatina nel parco. Mi piaceva quel luogo. Il verde prato dove rotolarsi, gli imponenti alberi dove segnare il territorio e il vento che accarezzava le foglie e mi arruffava il pelo.

Spesso io e Igor giocavamo a quella cosa che lui chiamava calcio, vicino ad un piccolo lago che si trovava proprio nel bel mezzo dei giardini pubblici.
Era il mio mito. A volte cercavo di copiarlo. Provavo a lanciare il pallone come faceva lui, ma non sempre i miei tiri andavano dove volevo. Non saprei contare le volte in cui la palla è finita in acqua. Un giorno ho colpito un bambino che poi si è messo a piangere. Mi sono avvicinato con cura e gli ho leccato la ferita, in segno di scuse. Ma lui, per tutta risposta, ha iniziato a strillare sempre più forte. Certe volte gli umani non li capisco.

Ritornando al racconto… Di ritorno dal parco abbiamo attraversato Via Maestra che in quel periodo brulicava di turisti e abbiamo svoltato a destra, per Vicolo Leopardi, dove il mio padroncino doveva comprare qualche pezzo di pane. Quella stradina non mi è mai piaciuta: era stretta e lunga, buia, tetra e frequentata da tipi poco raccomandabili. Lì, però, la merce costava poco e dato la nostra condizione di precarietà facevamo spese da quelle parti. Per fortuna quel giorno la strada era deserta.
Dlin, dlin! Il campanello della porta d’ingresso suonò e mi distolse dai miei pensieri. Le pareti del negozio erano scrostate e sporche e dal retro usciva un insopportabile odore di fumo. Il commesso ci servì ciò che desideravamo e uscimmo. 

Camminavo come sempre davanti a lui, libero da ogni guinzaglio, per quel viottolo lugubre.
Mi accorsi di andare troppo veloce per l’andatura del mio padrone, così mi fermai per attenderlo. Quando mi voltai notai che era sparito. Il vicolo era deserto. Solo alcuni topi di fogna apparivano qua e là.
Retrocedetti, per assicurarmi che non fosse rimasto nel negozio. Vagai in lungo e in largo, guardai all’interno delle botteghe, urlai: - Igor, Igor! -, ma nessuno pareva capirmi.
Poi il buio, il rumore di un motore, una gabbia stretta.
 

ANGOLO AUTRICE

Ok...lo so fa schifo...:(

  
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