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Autore: Lienne    05/12/2012    1 recensioni
All’improvviso percepii uno spostamento d’aria alla mia sinistra che mi fece accapponare la pelle. Mi girai di scatto in quella direzione, con il braccio teso per intercettare eventuali corpi. Nulla. L’inquietudine iniziò a cogliermi quando il fenomeno si ripeté in modo analogo alla mia destra. Poco dopo udii una voce, asessuata e languida, mormorarmi vicino all’orecchio.
Hai paura del buio?
Genere: Dark, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola! 
Vi presente un altro piccolissimo racconto che avevo partorito per un altro concorso letterario e che purtroppo non è stato apprezzato.

Enjoy it!

Aurora


 


La belva umana

E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.
Friedrich Wilhelm Nietzsche

 

Intorno a me, era la silenziosa e spaventosa oscurità. Percepivo solamente il vuoto e il freddo contro la mia pelle nuda. Per sincerarmi della mia stessa esistenza cingevo spasmodicamente le ginocchia mentre il mio fondoschiena e la colonna vertebrale aderivano alle dure pareti  di pietra per permettermi di rimanere seduta. Gli occhi, spalancati e frenetici, cercavano di bucare il buio, senza riuscirci. Domande senza risposta affollavano la mia mente e, per trovarne una, mi costrinsi ad alzarmi, nonostante sentissi una forte debolezza attanagliarmi le membra. Aderendo al muro retrostante con le braccia e i palmi delle mani potevo esplorare il luogo della mia prigionia senza perdere l’orientamento. Dopo un lasso di tempo incalcolabile, stimai di trovarmi in una cella di cinque metri di larghezza e quattro di profondità, al cui lato nord v’era la porta d’ingresso. Perplessa mi tersi la fronte imperlata di sudore. Perché ero finita in quel posto dimenticato da Dio? Chi mi c’aveva portata? L’oblio gravava sui miei ricordi. All’improvviso percepii uno spostamento d’aria alla mia sinistra che mi fece accapponare la pelle. Mi girai di scatto in quella direzione, con il braccio teso per intercettare eventuali corpi. Nulla. L’inquietudine iniziò a cogliermi quando il fenomeno si ripeté in modo analogo alla mia destra. Poco dopo udii una voce, asessuata e languida, mormorarmi vicino all’orecchio.
<< Hai paura del buio?>>
Gridai, colta da una paura viscerale e, nell’indietreggiare, urtai contro un ostacolo e caddi. Confusa, mi ritrovai a terra, il busto sorretto dalle mani e le gambe appoggiate sopra un fagotto morbido e caldo. Quando questo si mosse mugugnando, mi ritrassi precipitosamente, gemendo e coprendomi il volto. Presi a negare, fra me e me, quanto stesse accadendo, quando percepii un vago senso di calore carezzarmi la pelle. Sbirciando attraverso le dita, vidi che nella stanzetta erano magicamente comparse delle torce che si stavano accendendo pigramente. Con un mugugno sorpreso appoggiai le mani in grembo e sbattei le palpebre, accecata da quella  fievole luce. Ora potevo vedere distintamente l’ammasso informe che m’era sdraiato davanti. Analizzandolo con occhio attento, compresi che si trattava d’una sagoma umana rannicchiata di spalle, coperta da un lungo mantello marrone che ne occultava le fattezze. Segretamente sollecitata dai miei taciti incitamenti, essa si mise carponi, respirando profondamente. Incoraggiata dalla sua presenza le rivolsi la parola, sebbene con titubanza.
<< Scu-scusa…? >> dissi, allungandomi in avanti. << Tu… Ecco… Si… Dove siamo? Cosa ci facciamo qui?... >>.
Quando sentii il suono della mia voce, l’essere volse lentamente il capo nella mia direzione. Grazie alla tenue luce del fuoco, mi fu possibile intravederne il mento e le labbra femminee. Mi scrutò per qualche secondo con un leggero sorriso enigmatico ma al contempo cordiale. Incoraggiata ricambiai la gentilezza ma, d’improvviso e con un guizzo quasi impercettibile, la sua espressione benevola mutò in maligna. In una frazione di secondo mi ritrovai schiacciata contro il muro. La figura s’era mossa molto velocemente, troppo velocemente perché io potessi scansarmi, e ora mi teneva in pugno, con i polsi bloccati nella sua presa d’acciaio. Il movimento repentino le aveva fatto cadere il cappuccio sulle sue spalle e io ora potevo distinguerne le fattezze. Ciò che vidi mi bloccò il respiro in petto e mi paralizzò. Stavo osservando nient’altro che il mio volto, con l’unica differenza che i suoi occhi brillavano di luce scarlatta e la sua bocca era contorta in una sadica smorfia. Si piegò su di me impedendomi di scappare con il peso del suo corpo, premendo le labbra vicino al mio lobo sinistro. In modo mellifluo, ma carezzevole, il mio alter-ego cominciò a schernirmi.
<< Siamo intrappolate nella tua mente, trascinate qui dalla tua superbia… e non credere di poter scappare. Ci troviamo in un labirinto di cui è impossibile possedere la mappa. >> Scese lungo il mio collo, soffiandoci contro delicatamente, costringendomi a contorcermi per cercare d’allontanarmi. Il tentativo la fece ridere e in risposta serrò maggiormente la presa, facendomi scricchiolare le ossa. << Volevi esplorare il lato oscuro dell’io pensando di poterti ritrarre a tuo piacimento, vero? >> Con le unghie dei pollici mi massaggiava duramente la vena principale, nel tentativo di stillare sangue e provocarmi lamenti di dolore. << Ora che mi hai risvegliata hai solo due possibilità per tornare alla tua vita. >> Sollevò il volto per osservarmi attentamente, con un’aria sfrontata che odiai. << Lottare e domarmi, oppure soccombere e lasciarti divorare.>> Strofinò la guancia sinistra contro la mia. << Non risparmierò nulla di te, della tua luce. Ti sporcherò irrimediabilmente, così non potrai tornare. >> Mentre pronunciava il suo discorso, nacque dentro la me stessa buona una scintilla che, poco a poco, divenne una fiamma di risoluzione. La paura e lo sconcerto svanirono e, mentre ascoltavo il respiro del suo silenzio, le dissi.
<< Non ti lascerò vincere… >>
Allora mi sorrise con aria materna, avvicinando le labbra alle mie.
<< Tutti accolgono la corruzione, prima o poi… >>
<< No… io no… >>
Le nostre bocche si toccarono e con il loro calore suggellarono il patto, facendoci ricadere nelle tenebre. 
 




 

Fine.

   
 
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