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Autore: Loubry    05/12/2012    5 recensioni
Squilla, continua a squillare a vuoto. È irraggiungibile. Non è possibile. Mi ero decisa a parlargli dopo tutte le volte che me lo aveva chiesto. E ora che mi sono decisa?! Spunta fuori quella vocina registrata fastidiosa ‘il telefono da lei chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile’ NERVOSO.
Non posso perdonarlo, non devo perdonarlo, non se lo merita. Ma non riesco. LO AMO TROPPO. Voglio perdonarlo e ricominciare tutto da capo. Tornare a essere felici. Ma se poi dovesse ricapitare? Non posso soffrire ancora. Non un'altra volta, non voglio.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forgive or not?



6 ottobre 2010 ore 18:30

Era arrivato il momento. Dovevo trovare la forza e parlargli. Mi faceva male solo a sentirlo nominare. Lui, l’amore della mia vita, mi aveva tradita. Come se non bastasse mi aveva tradita con la mia migliore amica. Io li amavo, amavo Louis per la sua semplicità, la sua capacità di farmi ridere anche quando ero incazzata, era la miglior cura nei miei giorni no. Avevo bisogno di lui più dell’aria che respiravo, lo amavo come non avevo ma amato nessun altro. Molto probabilmente lui è stato il mio primo VERO amore. Mentre lei, la mia migliore amica, Sophia, come ha potuto farmi una cosa del genere? Io la amavo, averi fatto di tutto per lei, per vederla felice. Ricordo tutti le giornate e i pomeriggi passati insieme io, lei, Louis e il ragazzo di Sophia. Lei e il suo ragazzo si erano lasciati, poi arrivò quella maledetta festa. E si rovinò tutto, o meglio, rovinarono tutto.
Squilla, continua a squillare a vuoto. È irraggiungibile. Non è possibile. Mi ero decisa a parlargli dopo tutte le volte che me lo aveva chiesto. E ora che mi sono decisa?! Spunta fuori quella vocina registrata fastidiosa ‘il telefono da lei chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile’ NERVOSO.
Ora sento io il bisogno di sapere la verità. Voglio sapere perché lo hanno fatto. Tutto ciò che farò sarà ascoltare, cercando di trattenere le lacrime che inondano i miei occhi ogni volta che ci penso, ogni volta che vedo una foto mia e di Louis, eravamo felici. Lui aveva la predisposizione a rallegrarmi le giornate, anche con un semplice  ‘Buongiorno amore’.
Ora gli mando un messaggio.

 ‘Per favore, mi hai chiesto tante volte cinque minuti per chiarirti e te l’ho sempre negato.
Ora ho deciso di ascoltarti ma sei irraggiungibile al telefono. Appena puoi chiamami.

Volevo che di lui qualsiasi cosa fosse successa, mi fosse rimasto un bel ricordo. E così sarà per i bei giorni passati insieme. Giorni, mesi, anni. Stavamo insieme da 3 anni. La storia era diventata seria i miei lo conoscevano. Io conoscevo i suoi.

Driiin driiiin driiiin

Mi squilla il telefono. Non ho il coraggio di guardare, ce la devo fare. Non riesco. Mi avvicino al telefono mentre ancora squilla, è lui. Rispondo. Tutto ciò che sento è il silenzio. Con tono gelido dico ‘Se devi parlare fallo o riaggancio.
Inizia a parlare.

non so come iniziare. SCUSA. So di aver sbagliato, so che non me lo perdonerai mai, so che questo ti ha fatta soffrire. Ma so anche quanto io ti abbia amata, quanto ti ami ancora, e quanto io ti amerò per il resto della mia vita. Quello che è successo è sbagliato ovviamente, e tu hai tutto il diritto di essere incazzata nera. Eravamo ubriachi, non capivamo ciò che facevamo, ed è successo. Una cosa però voglio che tu te la ricordi per sempre: TU UN GIORNO TI DIMENTICHERAI DI TUTTO IL MALE CHE TI HO FATTO CON QUESTO GESTO. MA RICORDA, IO NON MI SCORDERO’ MAI DEL BENE CHE TU HAI FATTO A ME IN QUESTI SPLENDIDI TRE ANNI.

Silenzio. Le mie lacrime invadono il mio viso. Piango in silenzio. Ma dopo la sua ultima frase non riesco a non singhiozzare. Scoppio in un pianto disperato, ma allo stesso tempo isterico. Penso a tutto quello che abbiamo passato insieme. Non posso perdonarlo, non devo perdonarlo, non se lo merita. Ma non riesco. LO AMO TROPPO. Voglio perdonarlo e ricominciare tutto da capo. Tornare a essere felici. Ma se poi dovesse ricapitare? Non posso soffrire ancora. Non un'altra volta, non voglio.L’unica cosa che riesco a dire sibilando è ‘devo pensare, ho bisogno di tempo.’ Per poi sentire un flebile ‘ok’ seguito dal tu tu tu tu tu del telefono. Ha riagganciato. Cerco di calmarmi ma non ci riesco. Passo la notte in lacrime con la testa affondata nel cuscino. Non ho chiuso occhio. Ho soltanto pianto. Pianto e pensato. Non capivo se erano lacrime di rabbia o di dolore, ma penso entrambi.

13 ottobre 2010 ore 15:50

Passa una settimana, una settimana in cui avevo avuto molto da fare, per cui non avevo pensato a  quello che era successo. Mentre tornavo da una passeggiata con alcuni amici un cafone mi spinge via pur di passare. Al primo impatto non lo riconosco, ma poi mi accorgo che era lui. Lo avevo dimenticato – o almeno credevo – ma appena lo vedo mi prende come una stretta allo stomaco.
‘Ga-Gabry’ sibila ‘so come mi chiamo’ dico con un tono nervoso ma freddo. Silenzio, di nuovo. Lo stesso silenzio di una settimana fa. Quel silenzio che ho odiato e che sto odiando tutt’ora. ‘cosa ci fai qua?’ dico io, dato che si trovava di fronte casa mia, ‘stavo venendo da te. Avevo bisogno di vederti. Gabry in questa settimana ho riflettuto tanto e ho capito che non riesco a vivere senza di te. Mi manchi, mi manca tutto di te. Il tuo sorriso, la tua allegria, il tuo modo buffo di fare le cose, il tuo modo di ridere anche alle mie battute più idiote.’ Mentre diceva tutto ciò le lacrime scendevano sul mio viso. Non riuscivo a trattenermi.
Sono in casa a piangere per l’ennesima volta, ho fatto l’errore più grande della mia vita. L’ho cacciato.

Diiin dooon dooon diiiin diiin

La porta. Vado ad aprire. È lui. ‘cosa vuoi ancora da me?!’ ‘tutto, voglio te. Ti prego dammi una seconda possibilità’ mi chiede, anche lui in lacrime. Non lo avevo mai visto piangere. È la prima volta.
Lo faccio entrare, ci sediamo sul divano. ‘Louis, io vorrei perdonarti, perché ti amo. Ma non pos-..’ mi interrompe mentre parlo dandomi un bacio. Io spalanco gli occhi e mi irrigidisco, ma le sue morbide labbra mi sciolgono. Da un semplice bacio a stampo, passiamo ad un bacio più intenso. La mia testa mi diceva di fermarmi, dovevo staccarlo. Ma il mio cuore no. Le mie labbra unite alle sue. Le nostre lingue che si ingarbugliano in strani intrecci. Mentre ci baciamo lui mi prende, e mi fa sedere sopra di lui, alzandosi in modo da avermi in braccio. Lo sento camminare ma non riesco a capire dove sta andando, ma riesco a intuirlo. Ci stiamo ancora baciando quando sento Louis mettermi giù, seduta sul letto. Poco dopo mi ritrovo sdraiata con lui sopra. Mi bacia dolcemente, passando dalla bocca al collo. Nel frattempo mi accarezza la schiena alzandomi la maglietta togliendomela di dosso. Io faccio lo stesso. Ci ritroviamo in intimo uno sopra l’altro. Mentre Louis va per togliermi l’intimo lo blocco. ‘co-cosa c’è che non va?!’ mi chiede incredulo. ‘non posso farlo con te, dopo aver saputo che hai fatto sesso con la mia migliore amica tradendomi.’ Si alza da sopra di me. Nel frattempo che ci rivestiamo regna un silenzio imbarazzante.
Lo guardo, continuo a fissargli gli occhi. Quegli occhi azzurri che mi mandavano in estasi, ogni singola volta che li incrociavo. È ancora così. Mi rendo conto che mi manca più di qualunque altra cosa al mondo, più di quanto potessi mai immaginare. Lui è sempre stata la mia forza nei momenti peggiori, il mio sorriso, lui era la mia vita. Mi fidavo di lui, ora non più.
‘senti amore, ..’ ‘non chiamarmi amore’ lo interrompo. ‘ok, Gabry, a me fa male questa situazione, più di quanto tu possa immaginare, so di aver tradito te e la tua fiducia, ma voglio provare a riconquistarla.’mi dice con le lacrime agli occhi, ‘e con cosa vorresti riconquistarmi, semplicemente portandomi a letto?! Ma cosa credi che sia io una puttana?! O forse credi che io sia Sophia!? Ciao, vai da lei, quella che era la mia migliore amica, ma che si è rivelata una grande stronza figlia di put-, no sua mamma non centra niente.’ Ho la voce che trema, anche se provo a parlare con una voce più ferma.

7 giugno 2010, La sera di quella maledetta festa, ore 03:20 a.m.

*Era la festa di fine anno scolastico, ci eravamo appena diplomati, e avevano organizzato una festa. Dopo un intera serata a ballare e bere..*
Dove cazzo sono Sophia e Louis?!’ gridai esasperata, forse anche un po’ troppo ubriaca. ‘HO CHIESTO DOVE CAZZO SONO SOPHIA E LOUIS!?’ ripetei, barcollando a destra e a sinistra. Inciampai da sola sul mio piede cadendo a terra gridando ‘PORCA PUTTANA!’ Mi rialzai, e andai verso una porta, convinta fosse il bagno, dato che mi veniva da vomitare. Aprii. A vedere quella scena mi si ghiacciò il cuore. Erano li, su quel letto completamente nudi che si baciavano. ‘Butta troia, che cazzo stai facendo con il mio ragazzo?!’ gridai ‘oddio, Gabry…’ ‘oddio sta minchia! Sei solo una puttana, mi fai schifo, vergognati Sophia.’ Lei si alzò velocemente dal letto si rivestì e venne ‘NON TI AVVICINARE, STAI LI’.’ Continuai a gridare, stavo diventando isterica. Guardai negli occhi Louis e scoppiai a piangere. Andai addosso a Sophia iniziando a tirarle i cappelli. Gridava , continuava a gridare ‘Ahia Gabry finiscila fa male!’ ‘questo non è niente in confronto al dolore che provo io, SEI TALMENTE ZOCCOLA CHE TI CI PASSA UN TRENO IN MEZZO ALLE GAMBE!’  sentii qualcuno prendermi da dietro e allontanarmi da lei, ma io non mollai la presa dai capelli di Sophia, costringendola a seguirmi. Finalmente lasciai la presa. Sophia era in lacrime per il dolore, ma non mi importava. ‘che cazzo piangi eh?! Questo è niente. Per me ora questo sarebbe solletico.’ Dissi, mentre mi tranquillizzavo un poco, dopo l’attacco omicida. ‘Sophia, tu eri la persona più importante per me, ma hai tradito la mia fiducia, e la mia amicizia. E questo non potrò mai, MAI perdonartelo.’ Lei non rispose nemmeno, ma capii che iniziava a capire quanto facesse male, solo guardandola negli occhi. Non riuscii a reggere il loro sguardo. Iniziai a correre uscendo dal locale, appena vidi un taxi lo fermai e salii.
Non mangiavo, non uscivo, stavo chiusa in camera mia. Passai una settimana in quello stato. Mi sentivo un ingenua, aveva quel visino d’angelo, eppure un angelo non lo è. Mi sentivo presa in giro, dal mio ragazzo e dalla mia migliore amica. Non ce la feci, caddi in depressione. Iniziai a prendere degli anti depressivi, ma non stavo meglio, avevo lo stomaco completamente chiuso, mandavo giù qualcosa ma lo vomitavo subito.
Passarono le settimane e io iniziai a migliorare finalmente, finche con l’aiuto di alcuni medicinali mi ripresi del tutto, durante questo periodo continuavo a ricevere messaggi, chiamate e messaggi nella segreteria da Louis e da Sophia.

13 ottobre 2010  ore 17:23

‘allora hai intenzione di rispondermi o intendi fissarmi ancora per molto?!’ chiedo gelidamente, lui mi guarda negli occhi, si avvicina al mio viso, riuscivo a sentire il suo respiro. ‘Ho capito, me ne vado. Sappi però che io sono qui ad aspettarti, qualunque cosa tu decida di fare a me andrà bene. Ti chiedo ancora scusa, TI AMO.’ Finito di parlare se ne va sbattendo la porta, e io scoppio a piangere, ancora.

Oggi, 15 maggio 2012

Io non mi sono più fatta sentire, lui non si è più visto in giro. Con Sophia non abbiamo riallacciato i rapporti, e non ci siamo più ne viste ne sentite. Da allora sono passati circa due anni.



Yaaaaaaaaaaay

Buooooooon gioooornoooo gente, come va?!
Allora per iniziare GRAZIE a chiunque abbia letto la mia prima OS, che per essere la prima non ha neanche un bel finale, a me sinceramente fa schifo.
Quest’estate avevo cominciato a postare i primi due capitoli di una FF ma che ho cancellato a causa della scuola. Avrei già in mente altre One Shoot, qundi se recensite e mi dite se vi piace, inizio a mettere giù le altre così poi le posto. A 5 recensioni inizio a scrivere!! se ne fate di piùù di recensioni non mi dispiace! GRAZIE ancora a chi ha letto, e a chi recensirà!
Followatemi su twitter: @Loubry_
And  #ADIOOOOS 
   
 
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