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Autore: Mirin    05/12/2012    2 recensioni
«Non so Ino. Non sono un saggio, né un uomo vissuto… ma, almeno spero, che se veramente c’innamoriamo uno scopo ci deve essere» -Shikamaru ebbe la soddisfazione di vedere Ino fremere- «che sia quello di aiutare o venire aiutati. Lo sai che io non sono un tipo tanto soffice, però sono disposto a darti una mano perché, se ci riesco, il primo a guadagnarci sarei io, non credi?»
who doesn't die...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Let me belong here, I will break your fall.

If I had to
I would put myself right beside you
So let me ask
Would you like that?
Would you like that?

 
Seduta sulla staccionata a contemplare una luna grigia su un manto pressoché antracitico, Ino lasciava che i suoi capelli danzassero irrequieti nel vento leggero ed insistente.
Shikamaru avrebbe dovuto subito capire che c’era qualcosa in Ino che non andava, perché se ogni santo giorno si trincerava dietro quel silenzio pesante e marcato e contraeva nervosamente le dita senza accorgersene ad ogni domanda -ogni sua domanda- significava che sotto la cenere si stava alimentando qualcosa ed esso non era trascurabile.
 «Cosa ti prende, Yamanaka Ino?» mormorò, a qualche metro da lei, osservando la sua schiena finalmente libera da quella giacca nera che aveva poggiato sulle spalle adesso nude.
«Nulla, Shikamaru. Lasciami in pace» all’inizio aveva usato un tono duro sulle ultime due parole, salvo cambiare poi intonazione per renderlo un consiglio accorato e non un ordine.
Ino non era una stupida.
Ma Shikamaru neppure.
Ino chiuse gli occhi e serrò le labbra al tocco dei palmi bollenti di Shikamaru sulle sue scapole.
«Lo so che mi eviti, lo so che non vuoi parlarmi, lo so che ogni parola che ti cavo di bocca ti costa uno sforzo tremendo» disse egli, parlando  alla nuca profumatissima di Ino «ma vorrei capire perché. Che ti ho fatto, Ino?»
Lei ruotò la testa di poco verso destra per fissarlo con un occhio pieno di compassione ed al tempo stesso superiorità.
«Non ho più dodici anni, Shikamaru» disse sibillina «e nemmeno tu. Lo capisco perché cerchi sempre di incontrarmi, di parlarmi, ed ogni mio silenzio ti fa stare male.»
Shikamaru tacque, allontanando le mani da Ino appena comprese il senso delle sue parole.
Non era più un bambino, dannazione. Non era colpa sua se guardare Ino in tuta gli faceva girare la testa, se sempre più spesso stringendo il cuscino immaginava i suoi gemiti, se dopo gli allenamenti si chiudeva in bagno per ore. Lui era un ragazzo, era lecito che le forme della Yamanaka mandassero in tilt i suoi ormoni, facendogli aumentare il battito cardiaco fino all’inverosimile con quel sorriso un po’ malizioso che lo abbindolava come un povero idiota. Ino aveva capito ormai come sottomettere completamente un uomo, che non erano le grida e gli improperi il modo giusto, ma quel comportamento denso di sottintesi e quelle occhiate incantevoli. Ormai erano un rito quegli sguardi di fuoco che Shikamaru lanciava alla ragazza quando era sicuro che i suoi pensieri fossero da un’altra parte, quelle occhiate che rendevano riconoscibili ogni cosa che lui ci avrebbe fatto con quel corpo da fata e quelle labbra da sirena.
Era quindi così anche per Ino? Anche Ino… provava le sue stesse sensazioni, vedendolo?
Ino si voltò completamente verso di lui e il ragazzo non poté impedirsi di far scendere lo sguardo sulla sua figura intera, su quello scollo della maglia così dannatamente profondo, su quella gonna corta e provocante, sui leggings neri che rendevano irresistibili le sue gambe slanciate.
«Perché io, in fondo, un po’ ti piaccio, vero?»
 Ino guardava dritto di fronte a sé, piantando lo sguardo sul torace di Shikamaru. Ormai lui era diventato davvero troppo alto per lei, così seduta il petto di quello era l’unica cosa visibile.
Ino si perse ad immaginare le spalle larghe, le braccia tornite, gli addominali marmorei ed alle sensazioni che avrebbe provato stringendosi a lui, avvertendo improvvisamente caldo.
Le dita di Shikamaru si chiusero attorno al suo mento, rozzo, indelicato, ingenuo, inesperto.
Ino sospirò. Shikamaru deglutì.
Le loro labbra s’incontrarono –è proprio dire che si scontrarono- timidamente, limitandosi a poggiare le une sulle altre. Era così strana quella pressione calda che esercitavano le labbra screpolate di Shikamaru sulle sue, come se la propria bocca venisse spinta all’indentro da un panno ruvido e cocente. La mano sinistra del ragazzo stringeva la schiena della bionda, l’altra se ne stava inerte lungo un fianco, troppo concentrato a non iniziare a gridare come un forsennato per la gioia di averle finalmente cacciato la lingua in gola per ricordarsi di quel dettaglio. Alla fine Ino si alzò e attorcigliò le braccia attorno al collo di Shikamaru, iniziando a girare in sincrono la lingua con quella dell’ex amico d’infanzia.
“Ti piace, eh?” si chiese retoricamente Shikamaru, eccitato.
Ino si staccò da lui ad occhi chiusi con le guance che scottavano e le labbra gonfie. Shikamaru si morse le labbra per racimolare ancora un po’ del sapore della ragazza.
«Potrebbe essere» rispose infine Shikamaru, l’ombra di un ghigno sul volto lungo ed olivastro.
Ino sollevò lo sguardo incredulo con un sopracciglio inarcato pesantemente, gli occhi che ancora le brillavano; brillavano più di quella luna cinerina che li sovrastava, dando a tutto una luce infida e traditrice che rendeva surreale ogni cosa… ma non i loro sentimenti, quelli esistevano davvero, li si poteva quasi toccare talmente erano intensi.
«Sai, Nara, credo che tu mi piaccia» ribatté quella schiettamente e Shikamaru sorrise per il suo candore. Era sempre stato un tipo diretto, Ino.
«Ma se è così, perché mi eviti?» chiese, esasperato.
«Ho paura di innamorarmi di te.»
Shikamaru spalancò gli occhi.
«Perché quando m’innamorò succedono sempre casini» continuò a mormorare Ino «e non coinvolgono solo me. Tu… devi stare bene. Io sono un casino irrisolvibile, Shika, e tu nei sei già troppo coinvolto.»
 «Smettila Ino» bisbigliò, stringendola. Così fragile eppure così determinata.
«Ti do sui nervi?» chiese, ilare, beandosi di stare accoccolata a lui.
«Parecchio, anche.»
«Perché?» chiese lei, sollevando il viso per guardarlo. L’espressione di Shikamaru era indecifrabile mentre scrutava l’orizzonte notturno.
«Perché potrei seriamente starmi innamorando di te.»
Seguirono a questa affermazioni densi minuti di silenzio, dove le parole di Shikamaru parvero cristallizzarsi nell’aria ed ispessirsi come ghiaccio. Si rendeva conto di ciò che aveva detto e non si sarebbe tirato indietro: le responsabilità per lui non erano mai state un problema, mai, ed adesso che si parlava di Ino aveva doppio motivo per prestare quel giuramento sempiterno. Ciononostante non la guardava, preferiva fissare le colline piuttosto che incrociare quelle iridi cerulee. Era forse un rifiuto quello che temeva?
«Insegnamelo» bofonchiò lei, gli occhi di nuovo scintillanti come quando si erano baciati.
«Cosa?» Shikamaru, confuso, si ritrovò gli occhi di Ino a qualche centimetro dal proprio naso. La ragazza si era alzata sulle punte per catturare di nuovo la sua attenzione e posava le proprie mani sulle sue guancie, costringendolo ad abbassare la testa.
«Insegnami a non avere paura, Shika.»
Lui sorrise, premendole un indice contro la fronte.
«Penso che sia fattibile. In fondo abbiamo abbastanza tempo, no?» rilanciò, soddisfatto, sorvolando sul fatto che anche lui temeva molte cose: in fondo era un essere umano e la paura era umana e perfettamente razionale. Anche avere paura di non riuscire a farsi ricambiare da Ino era una paura logica oltre che legittima, almeno a parer suo.
«Credi che sia giusto?» domandò ancora con un filo di voce, allontanandosi da Shikamaru che fu percosso da uno spasmo involontario, quasi volesse tornare a cingerle con dolcezza la vita.
Sapeva cosa intendeva la ragazza: era davvero onesto farsi aiutare nello sconfiggere le preoccupazioni? Non era forse un cammino tortuoso ed accidentato da intraprendere da soli, dove caricare sulle proprie spalle tutte le sofferenze di una vita intera?
Probabilmente era così. Ma Shikamaru non aveva il cuore di lasciare la dolce e tenera Ino in balia dei lupi di cui abbondava la foresta dell’esistenza, soprattutto se sapeva di poterla aiutare davvero.
«Non so Ino. Non sono un saggio, né un uomo vissuto… ma, almeno spero, che se veramente c’innamoriamo uno scopo ci deve essere» -Shikamaru ebbe la soddisfazione di vedere Ino fremere- «che sia quello di aiutare o venire aiutati. Lo sai che io non sono un tipo tanto soffice, però sono disposto a darti una mano perché, se ci riesco, il primo a guadagnarci sarei io, non credi?»
Ino fu seriamente tentata di rispondergli con un “ti amo”. In tutta la sua vita non aveva -né avrebbe- mai provato un desiderio così forte come quello che adesso le bruciava in gola ma si trattenne, complice e causa la paura che si era stanziata nel suo petto ed, onnivora, divorava il suo cuore e la sua anima.
«Sì, hai ragione» si limitò a confermare, stringendosi nelle spalle. Ciò fece risaltare ancora di più il seno voluminoso e Shikamaru arrossì, imbarazzato, facendo scoppiare a ridere Ino, che pure aveva capito il motivo del suo disagio. Egli trovò quella sua risata, a differenza degli anni passati dove l’aveva definita “fastidiosa ed irritante”, stranamente amabile ed ingentilita.
«Grazie Shikamaru. Di tutto, davvero.»
Ed egli, nonostante sapesse che Ino avrebbe potuto non innamorarsi di lui, avrebbe potuto essere baciata da altri, appartenere ad altri, non poteva non sentirsi felice. Felice perché sapeva di avere una speranza, che alla fine, avrebbe continuato a coltivare anche se si fosse spenta.

 
Blue noTH:
Ma buonasera, signore carissime e gentiluomini graditi! Che dire, un grandissimo "mea culpa" per la mia assenza praticamente infinita nel fandom, causa l'intraprendimento del fatidico liceo classico che mi risucchia il tempo come farei io con una lattina di cocacola. Lasciando per un attimo perdere la mia astinenza da caffeina, mi sento abbastanza in dovere di spiegare questa fic nata da una mia riflessione sulla parentesi adolescenziale: ci troviamo in un periodo indefinito post partenza di Naruto (poco prima del suo ritorno, comunque) e vediamo che sia Ino che Shikamaru sono maturati parecchio sia dal punto di vista cognitivo che da quello fisico, dove nascono le prime cotte, dove inizia a svilupparsi il senso dell'attrazione -sia maledetta quell'infame- e della sessualità. Shikamaru ormai si è accorto che Ino è una femmina ed anche una femmina parecchio ben fatta ed inizia ad interessarsi a lei, al punto che anche l'ingenua Yamanaka si accorge della clamorosa infatuazione che si è preso il povero ragazzo e, a causa dell'imbarazzo e della paura stessa di finire con l'innamorarsi dell'amico d'infanzia, inizia ad evitarlo. Shikamaru se ne rende conto e una sera le va a parlare, da qui parte la fic. Riconosco che non è nulla di clamoroso né di brillante (perchè quando mai lo è stato? LOL) ma dopo un distacco dalla scrittura in genere e dallo ShikaIno in particolare avevo proprio bisogno della terapia d'urto per ricominciare a scrivere. Come al solito sono logorroica e continuo a parlare a vanvera, porca miseria. Le note sono più lunghe della fic, ma vabbeH, cazzi miei.
Amore imperituro ai lettori e venerazione ai recensori!
Kiss,
Ladie.

   
 
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