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Autore: scarsofthewar    05/12/2012    0 recensioni
Alla domanda 'tua madre che lavoro fa?' rispondevo sempre con un secco 'nulla, per ora'.
L'unica cosa che avevo era la musica, l'unica cosa a cui tenevo realmente, l'unica cosa che non mi avrebbe mai voltato le spalle. Fortunatamente tre volte al mese veniva la sorella di mia madre a trovarmi, per non farmi sentire sola. Zia Caroline aveva una figlia, era adorabile, aveva appena otto anni, zia faceva la fotografa per una rivista di moda, ogni volta sentivo frasi del tipo 'secondo me sei molto meglio delle modelle che fotografo ogni giorno, dovresti venire in studio qualche volta' mi limitavo a sorridere mentre pensavo 'certo zia, secondo te'.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio di tutto. 

 

Ricordavo di essere felice, di essere amata, ed anche viziata.

Ed ora mi ritrovo sul freddo pavimento di marmo, il sangue cola lentamente e macchia la mia felpa grigia, guardo la ferita soddisfatta, esisto. Disinfetto il tutto e lavo la felpa.

Sono Elisabeth, sedicenne londinese. Vivo con mia nonna, abitavo con i miei prima della morte di mia sorella, mia madre ha iniziato ad ubriacarsi e mio padre venne sbattuto in galera per rapina. Venni affidata a lei. Nuova scuola, nuovi amici, nuovo tutto.

Alla domanda 'tua madre che lavoro fa?' rispondevo sempre con un secco 'nulla, per ora'.

L'unica cosa che avevo era la musica, l'unica cosa a cui tenevo realmente, l'unica cosa che non mi avrebbe mai voltato le spalle. Fortunatamente tre volte al mese veniva la sorella di mia madre a trovarmi, per non farmi sentire sola. Zia Caroline aveva una figlia, era adorabile, aveva appena otto anni, zia faceva la fotografa per una rivista di moda, ogni volta sentivo frasi del tipo 'secondo me sei molto meglio delle modelle che fotografo ogni giorno, dovresti venire in studio qualche volta' mi limitavo a sorridere mentre pensavo 'certo zia, secondo te'.

 

 

Era una fresca giornata di maggio, il maglione rosa che copriva il mio esile corpo lasciava trasparire quel calore quasi estivo. Guardavo la mia immagine riflessa nelle vetrine dei negozi, capelli lunghi castani, occhi grandi dorati contornati da una montatura nera, labbra poco carnose, carnagione olivastra, un disastro di ragazza.

Camminavo tranquillamente sulle rive del Tamigi, ad un tratto mi squillò il cellulare, risposi.

'Elisabeth, dovresti tornare a casa, Caroline sarà qui a momenti' sospirai 'certo nonna, arrivo subito, non preoccuparti'. Girai i tacchi e tornai a casa.

'Zia Caroline!' esclamai aprendo il portone di casa, lei varcò la soglia e mi strinse in un caloroso abbraccio 'Elisabeth! Sempre bellissima eh!' odiavo i complimenti 'Beh, grazie zia!' sapevo che mentiva.
Eravamo a pranzo ero seduta vicino Sarah, mia cugina, mi stava raccontando di ciò che aveva fatto il giorno precedente a scuola, io mi limitavo a sorridere ed ad annuire, zia parlava dei loro soliti problemi familiari con mia nonna, quando ad un certo punto la conversazione non si rivolse su di me.

'Elisabeth, tu non vai più a scuola giusto?' 'Si, zia' era un argomento di cui io non avrei voluto parlare, mi sentivo a disagio. 'quindi per ora non hai nulla da fare'? 'sto cercando lavoro, ma accettano solo persone con esperienza, ed io ne ho ben poca' 'mh, potresti passare da me domani allo studio, c'è un posto libero, la paga è modesta, ma puoi iniziare da lì' 'grazie mille zia' 'ti passo a prendere verso le nove di domani mattina allora, va bene?' 'Perfetto zia, grazie ancora'.

L'indomani ero sveglia alle sette in punto, il profumo di caffè ed un bagno caldo mi accoglieva. Mi preparai, mi truccai leggermente, non amavo il trucco stirai i miei capelli e subito dopo indossai il mio fresco vestito color panna con le mie amate vans.

Zia puntuale come sempre passò a prendermi alle otto e quarantacinque, per le nove eravamo già nel suo studio. 'Bene aspettami qui, devo farti conoscere una persona' disse sparendo dietro una tenda lilla 'Certo zia' sussurrai più a me stessa che a lei.

Mi sedetti, o meglio, sprofondai su di un divano in pelle color mogano, iniziai ad osservare la stanza, era fredda, i colori erano in contrasto tra di loro, mia zia interruppe i miei pensieri.

'Beth, questo è Lucas il mio assistente' aveva usato il mio soprannome, amavo quando mi chiamavano così 'Piacere sono Elisabeth' sorrisi a trentadue denti, era una bel ragazzo moro occhi verdi ed alto, molto alto, se fosse stato per me l'avrei messo a fare il modello. 'Piacere mio, tua zia mi parla sempre di te, aveva ragione sul fatto che eri bellissima' arrossì velocemente, divenni un peperone rosso fuoco volevo sotterrarmi 'Beh, emh, c'è, g..grazie, anche te!' figura di merda numero uno.

'Beth seguimi ti porto verso il tuo camerino' EH?! SCUSA COSA!? 'Cosa?! Zia sai che io non posso, non sono una modella, seriamente' 'Oh è solo l'inizio, se andrà bene sarai assunta a tempo indeterminato' CAZZO! 'Ma zia!' non ricevetti una risposta che subito venni catapultata nel mio camerino. Era solo l'inizio. 

  
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