Ho aperto la finestra e ho guardato fuori. Quello che vedevo non mi era conosciuto, mi trovavo in un luogo diverso, fatto di zucchero filato e marshmallow. Il freddo era pungente così ho richiuso la finestra e ho sceso le scale. La casa era vuota eppure era mercoledì. Non sembrava importarmi però, in quel momento ci doveva essere stato qualcosa di più urgente. Lo sapevo, me lo sentivo. Aprendo la porta mi sono accorta di essere già vestita, nonostante mi sembrasse perfettamente di essere in pigiama e pantofole rosa, ma portavo un vestito stile neoplasticismo e ballerine nere lucide. Il freddo di prima era scomparso, ora navigavo in un fiume di caramello ancora bollente, con applicato al capo come per magia una tavoletta di cioccolato al limone. Arrivata al capolinea vidi due ragazzi. La cosa normale era che si baciavano. La cosa strana era che non si baciavano soltanto. Poi caddi in un burrone profondo, profondo, profondo, profondo, profondo, profondo, profondo, profondo, profondo, profondo, prfigjhdv... Aprii gli occhi e tutto intorno a me era bianco. Una luce intensa accecava la vista in un modo assurdo, così ho dovuto chiudere gli occhi. Poi sentii una voce lontana che gridava il mio nome. E quella mattina, finalmente, mi sono svegliata...