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Autore: betacchi    05/12/2012    2 recensioni
‹ L'unico bianco e nero con in mezzo tanta crema e tanta bontà! ›
Dopotutto, il loro rapporto poco era differente dall'esistenza di quel doppio biscotto. Anche se la crema si presentava solo in situazioni come quella.
{ Fandom: Axis Power Hetalia;
Characters: Prussia & fem!Sud Italia (Gilbert Beilschmidt; Filomena Vargas);
Pairing: Prumano. }
[ Alla Sava ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nyotalia, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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double biscuits are way better.
ringo people!


Alla Sava;
perché me l'ha chiesta ed io le voglio bene e gliela scrivo.
Ciao Sava, ciao -e buon natale (in anticipo).





Aveva sempre pensato che vivere al nord sarebbe stato alquanto triste. Non avevano il suo sole, non avevano il suo caldo né il suo mare; un palese esempio lo dava quello scorbutico inglese, che ogni volta se ne presentava l'occasione era pronto ad un commentino antipatico o sarcastico. Quel biondo riusciva sempre a farle saltare i nervi -non che fosse poi così difficile: per disturbare la calma dell'italiana bastava poco e niente; tutto poteva esser utile allo scopo, dalla battuta innocente all'offesa pesante. Non importava quale tasto s'andava a premere, né se vi ci si fiondava con forza e decisione o se lo si accarezzava giusto per errore. Ogni tipo di scusa diventava allora superflua: nulla sarebbe mai stato in grado di tenere a bada la violenta onda d'insulti che -come acqua maligna, pronta a distrugger tutto con potenza innaturale- nessun avrebbe mai pensato d'udire su labbra tanto invitanti com'erano quella dell'italica.
Era sempre stato il suo carattere il problema; per quanto, poi, in situazioni come quella esso importava poco o quasi nulla: a quel punto, era il corpo che in tanti ammiravano ed invidiavano, le curve morbide e le labbra in quel momento devastate da morsi inconsueti a far tutto il lavoro, ad esser padrone della scena, regista ed attore protagonista d'un dramma che -ne era certa- sarebbe terminato nel peggiore dei modi. Quindi, aveva sempre pensato che vivere al nord sarebbe stato alquanto triste. E continuava a pensarlo, nonostante il piacere che sentiva di provare in quel preciso istante, mentre il freddo pungente accarezzava la sua pelle scura con la stessa delicatezza che quelle pallide ed affusolate dita stavano utilizzando nei confronti del suo corpo. Poco prima, aveva anche gridato -dio, aveva gridato- intimando a quelle stesse di rallentare i loro movimenti, casomai anche di ritirarsi, considerando la numerosa presenza di esse in zone decisamente poco frequentate -ed meglio per l'albino che lo fossero. In tutta risposta, le dita (erano due o tre?) s'erano velocemente ritirate tutte, accompagnate dal solito ghignare scomposto del prussiano. Vivere al nord era triste. La stessa esistenza dell'albino curvo su di lei lo dimostrava: ogni suo sorriso, ogni sua risata ben distanziavano da ciò che era la vera felicità. E per quanto l'italiana non sentisse quella sensazione parte di lei, sapeva perfettamente cosa poteva voler dire essere felici: i sorrisi non risultavano forzati, gli occhi si chiudevano ad ogni accenno di risata, il cuore batteva leggero sul petto, permettendo all'anima di sopravvivere spensierata. Lei sapeva cosa voleva dire essere felici, ma più per conoscenza teorica che abilità pratica: i lunghi pomeriggi -i lunghi anni, piuttosto- passati con lo spagnolo le avevano permesso di capire appieno cosa volesse dire sorridere. Ed era per questo cosciente del fatto che il prussiano non fosse assolutamente capace di farlo. Nemmeno quando si trovava con lei, nemmeno quando s'abbandonavano entrambi in un angolo solitario dell'appartamento ch'egli era costretto a condividere con il fratello (noioso, noioso e fastidioso che era quel tedesco!), quando i loro corpi s'intrecciavano con così tanta armonia da risultare… un biscotto. Non aveva mai pensato effettivamente a come -insieme- sembrassero uno di quei biscotti che tanto piacevano ai bambini -possibile che si chiamassero Ringo? Sì, doveva esser quello il nome (un suo prodotto, unico al modo per gusto e qualità, per giunta): ricordava d'aver visto pochi giorni prima la pubblicità in televisione -ed aver trovato particolarmente affascinante il ragazzo che si prestava a quello spot leggermente idiota. Se Gilbert avesse potuto anche solo immaginare quali pensieri viaggiavano nella sua mente quando lui era occupato a renderla totalmente priva da essi!
Eppure, l'italiana non riusciva a non pensare a quella strana similitudine che le era venuta in mente proprio quando le labbra del tedesc— prussiano, per carità, s'avvicinavano ai suoi seni, bramosamente accarezzati da quelle stesse dita che -pochi istanti prima- avevano deciso di perlustrare con poca grazia le sue zone intime. Un biscotto bianco ed uno nero, uniti da una sottile crema biancastra-- non che mancasse, di certo.

Lo scoppiare a ridere improvviso della ragazza costrinsero al prussiano d'interrompere quell'attività che iniziava seriamente ad eccitarlo -diavolo, sentiva che poco mancava e quella si metteva a ridere in quel modo così osceno ed inopportuno. Come se lui avesse sbagliato qualcosa: inconsciamente, l'albino abbassò lo sguardo tra le sue gambe, cercando di scorgere se la causa di quelle risate potesse trovarsi in qualcosa di sbagliato la' sotto. Eppure, tutto gli sembrava esattamente identico a come l'aveva lasciato e com'era sempre stato. Le iridi rossastre tornarono quindi su quelle color nocciola dell'italiana, mentre le sopracciglia s'abbassarono ed incurvarono in un'espressione finalizzata a palesare il suo stupore. Non per questo Gilbert decise comunque d'interrompere quell'attività di cui si sentiva padrone: avvicina le labbra al collo dell'altra -diavolo, il suo profumo- sistemando con cura il suo corpo, affinché il peso di questo non sforzasse troppo colei che giaceva sotto di lui e non accennava a smettere di ridere con tanta ilarità.

« Si può sapere che ti prende?! » l'aria turbata del prussiano non aumentò le speranze che l'italiana smettesse di ridere.
E quando Gilbert stava per perdere le staffe -od, almeno, decidere di continuare ciò che stava precedentemente facendo senza curarsi troppo della compagna-, ecco che la risata si spense, improvvisamente com'era nata. Al suo posto, null'altro che l'ombra di quell'ilarità che l'aveva accompagnata negli occhi marroncini, che si trovavano adesso direttamente puntati su quelli vermigli dell'albino.
In quei momenti Gilbert riusciva davvero a comprendere per quale motivo Antonio fosse tanto geloso di quella donna. Non era il suo carattere, di certo: la sua aria scorbutica era capace di distruggere qualunque tipo di interesse un uomo potesse provare nei suoi confronti; non era neanche il suo corpo, di simili se ne potevano trovare a bizzeffe (specialmente in Spagna); ma quelli occhi, sempre distanti e propensi ad allontanarsi, che solo in momenti come quelli riuscivano ed esprimersi totalmente, quelli non li avrebbe trovati in nessun'altra donna.
Ed il prussiano poteva orgogliosamente affermare che gli appartenevano, in tutto e per tutto.
Il contatto tra i due, coronato da un dolce bacio -che dolce era nato, ma non di certo morto- era dunque un allegro ricordo di quella sera, iniziata come una semplice cena a tre -dove il terzo aveva ben deciso d'abbandonare l'appartamento dopo nemmeno l'antipasto (« del lavoro da sbrigare in ufficio… und… finirò di cenare-- lì, ja. »)- e che sembrava sul punto di terminare con un ultimo gemito, un ultimo sussulto, un ultimo bacio strascicato sulla sua pelle scura -la parte al cioccolato del doppio biscotto.


L'uomo, come il biscotto, è sempre meglio quando è in compagnia. Ed i contrasti, poi, sono sempre belli da vedere: oro ed argento, rosso e rosa, bianco e nero, dolce e salato, cioccolato e vaniglia. L'uomo è fatto per accoppiarsi, per odio o per amore.
Se poi lo fa per amore, ciò che nascerà non sarà null'altro che una dolce crema, intrappolata tra due biscotti dai gusti contrastanti.




Note dell'autrice: Salve!
Quindi, so che devo aggiornare long fic e raccolta, ma dovevo postare questa cosa in anticipo perché la Sava stava ben pensando di disturbare la mia quiete serale.
Inizio con il dire che Sud Italia è leggermente OOC, me ne rendo conto. Ce la vedete che scoppia a ridere e che fa pensieri simili? Forse sì, forse no. Chi lo sa, probabilmente è colpa di Gilbert. Ma sorvoliamo e passiamo a quello che dice la fanfic... sì. Lo so. Non guardatemi così: la Sava voleva una pwp. E la Sava ha avuto una non tanto pwp Prumano het. Amate e/od odiate la Sava per ciò.
Ora, parlando direttamente a lei: tieni, e buon Natale. Io volevo postarla per il 24 o cose simili, ma te non mi hai dato altra scelta. Sei una brutta bestia, tu.
Detto ciò, vi amo tutti. (?) A presto!

betacchi.

   
 
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