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Autore: Vitzi    05/12/2012    8 recensioni
Questa storia si è classificata 2° al Contest "Un'immagine che…" di Nede
È la prima volta che mi butto sul personaggio di Gohan adolescente, spero vi piaccia e che non sia troppo drammatica ç.ç
Estratto [Non avevo idea di dove abitassi o chi fossi, sapevo solo che il tuo nome era Moe e che eri una ragazzina pazza, ma anche dolce e solare. Non so dire se mi avevi conquistata, ma mi eri entrata dentro.]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nede Contest

Autore (su Efp e sul Forum): Vitzi(Efp) Dafne_18(Forum);
Titolo : L'ultimo sorriso
Saiyan: Gohan
Iniziale Nome - Nuovo Personaggio:
M - Moe
Rating: Verde
Genere: Triste/Sentimentale/Drammatico
Avvertimenti: //
Note: Questa storia si è classificata 2° al Contest
"Un'immagine che..." di Nede [♥] Spero che vi piaccia e che non deluda la giudiciA. Non sono sicura del genere, sarebbe meglio 'Giallo'? Se avete voglia almeno una recensione mi piacerebbe riceverla, forse è una storia un po' troppo... bho, ditelo voi :)

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L'ultimo sorriso


Corro straziato, i vestiti sporchi e luridi, le mani graffiate. Sono sempre in ritardo, perdonami.
Schivo un masso, ne salto un altro e continuo a zigzagare fra gli alberi. Ti avevo detto che sarei venuto; ti avevo chiesto di aspettarmi.
Inciampo in un ramo, i miei sensi di Saiyan sono azzerati quando penso a te. Mi alzo e continuo a correre, notando un fiore che sta per sbocciare. La mia mano si allunga e velocemente lo strappa via. Ricomincio a correre tenendo fra le mani quello che per me è importante.

«Ciao... cosa fai qui tutto solo?»
, eri apparsa come un angelo in un momento orribile per me.
Le tue mani mi avevano sfiorato il viso e il mio cuore era esploso.
«Sto solo riposando...», avevo mentito, mentre con le mani cercavo di nascondere le lacrime, che, senza darmi tregua, scendevano dal mio volto sudato.
«Non credo che le tue lacrime siano d'accordo. Perché un ragazzo forte e coraggioso piange?»
avevi chiesto sedendoti di fianco a me.
Ero diventato completamente bordeaux e mi ero grattato la testa
«Chi ti ha detto che sono forte o coraggioso? Non sembro un semplice studente che ha avuto un momento di...», mi ero voltato e avevo incrociato i tuoi occhi verdi. Così puri e allo stesso tempo densi che mi avevano mozzato il fiato.
«Se hai bisogno di piangere non c'è da vergognarsi. Anche io piango spesso se ripenso alla morte dei miei genitori.», una risata nervosa ti era uscita dalla bocca.
Ti avevo guardato con sincerità pronto a consolarti, ma i tuoi occhi si erano bagnati prima del previsto.
Ti eri alzata e velocemente ti eri passata una mano sugli occhi umidi
«Scusa... io dovrei andare...»
«Non ti ho mai vista da queste parti.»
, ti avevo fermata, incapace di controllare i miei istinti.
Tu avevi guardato la mano sul tuo braccio, poi eri corsa via. Credevo davvero di averti spaventata, che non ti avrei più rivista. Fortunatamente, però, dopo pochi passi ti eri abbassata e avevi colto un bocciolo di rosa.

«Strano che cresca una pianta qui vicino al bosco, le rose sono rare qui.»
avevi detto, voltandoti di nuovo verso di me.
Mi ero avvicinato e avevo iniziato a spiegare
«Non è molto strano dato che le rose sono in realtà...», la mia bocca era stata tappata dalla tua mano.
Ero arrossito, ma a te non importava, il tuo sguardo era sul piccolo bocciolo
«Il mio nome è Moe.»
Avevo sorriso, mentre ti scostavi i capelli rossi dal viso.
«Sai, significa “bocciolo”.»

Mi passo una mano sul volto sudato e per un attimo mi sembra di rivedere il tuo volto, i tuoi capelli rossi e ricci, le tue mani morbide e le tue labbra...
«Gohan vieni! È calda l'acqua!», avevi esclamato, mentre mi guardavi con i tuoi grandi occhi.
Ti fissavo allibito, mentre completamente vestita eri entrata nel lago vicino casa. Eri libera, spensierata, la vita per te era un gioco.
Mi ero tuffato su di te e ti avevo sommersa sott'acqua.
«Ehi!» avevi esclamato scoppiando a ridere «Sei un ragazzo un po' troppo fuori di testa! Hai calcolato la possibilità che io potessi morire affogata?»
«Sì ed era del 3%.», spesso mi prendesti in giro dandomi del "secchione", e così io ti avevo sempre assecondata.
Mi avevi guardato con la bocca leggermente aperta, ma curvata in un sincero sorriso «E hai rischiato? Potevo morire!» avevi esclamato schizzandomi con dell'acqua.
Era da un mese intero che ci frequentavamo. Eravamo semplici amici, eri tu a trovarmi. Non avevo idea di dove abitassi o chi fossi, sapevo solo che il tuo nome era Moe e che eri una ragazzina pazza, ma anche dolce e solare. Non so dire se mi avevi conquistata, ma mi eri entrata dentro.

Dopo un altro mese mia madre iniziava a sospettare delle mie uscite, ma non aveva mai detto nulla apertamente.
«Sai che ho ucciso i miei genitori e me li sono mangiati?» avevi detto mentre ti arrampicavi su una roccia.
Ti avevo guardata sconvolto e tu eri scoppiata a ridere «Avresti dovuto vedere la tua faccia!»
Prima che potessi ribattere eri caduta all'indietro strillando. Mi ero alzato in volo, ma tu eri già stata salvata. Un giovane drago ti aveva fatto da cuscino.
Pensavo che ti fossi presa paura, come le altre ragazze, invece avevi sorriso e lo avevi stretto a te.
«Ma quanto sei bello? Grazie per avermi salvata!».
Eri caduta ai piedi di un pioppo, su un drago arancione e squamoso. Fu così che lo chiamasti Yang, che in cinese significa "Pioppo". Tu studiavi molte lingue e adoravi la Cina, dicevi che i tuoi genitori vivevano là prima dell'incidente.
«Però siamo nati qui in Giappone, si erano spostati per lavoro.»
Faticavo a credere a tutto quello che mi raccontavi, eri troppo strana e fuori di testa. Però mi piacevi e piacevi anche a Yang.

Aumento la velocità tentando di muovere più velocemente i piedi. Devo muovermi, devo farlo per te.
«Moccioso cosa fai là?» avevi gridato imitando la voce del vecchio contadino.
Con te mi sentivo diverso, ero me stesso, per la prima volta.
«Pensi di mangiare tutta l'uva? E così non sono le volpi a rubarmela, eh?» avevi continuato con gli occhi lucidi dalle risate.
Forse la vita era troppo semplice, forse la vita era troppo monotona. 
«Gohan vieni! Non ci scopriranno mai!»
«Non voglio rubare, Moe!» ti avevo risposto, non del tutto convinto.
Quando ero con te le mie azioni erano confuse. Non mi sembrava di essere il Gohan che passava la notte a studiare o che giocava con il piccolo Goten, era un Gohan nuovo e più spontaneo.
«Quando ti deciderai a voler crescere avvertimi!» avevo urlato mentre tu mangiavi l'uva insieme a Yang a qualche metro da me.
«Sarai il primo a saperlo!» avevi risposto con la bocca piena di chicchi verdi, mentre il drago di fianco a te mugolava dolcemente.

Il respiro mi si mozza, il fiato si disperde. Mi fermo e appoggio una mano sul mio cuore: lì dove sei entrata e mai uscita. Mi rimetto a correre, ma so che è troppo tardi; so che è tutto inutile.
«Sai Gohan quando mi sposerò mi vestirò di nero.» avevi detto un giorno, mentre passeggiavamo per il prato innevato.
Avevo sorriso e ti avevo stretta a me vedendoti tremare. «E perché di nero?»
«Sei maschilista, sai? Solo i maschi si possono vestire di nero? Sappi che obbligherò il mio sposo a vestirsi di bianco. E magari sarai proprio tu!» avevi spostato lo sguardo su Yang, che sorridente cercava di mangiare la neve.
«Solo i draghi mi capiscono!» avevi continuato.
Poi era successo, inevitabile come la neve è fredda, la gioia era finita.
Eri caduta sul manto bianco, gli occhi si erano chiusi e le braccia si erano contorte in una strana posa. Ti avevo sollevata ed ero volato all'ospedale il più velocemente possibile.

Le lacrime mi scendono dagli occhi mentre ripenso a tutto quello che è successo. Mi hai cambiato la vita, è grazie a te che mi sono iscritto al liceo.
All'ospedale non era andato per niente bene: tossivi, eri pallida e non sorridevi. Non ti avevo mai vista triste.
«Che mi succede Gohan?» avevi chiesto con le occhiaie, mentre i tuoi grandi occhi verdi avevo perso quella vitalità che da sempre li distingueva.
«Dov'è Yang?», ti avevo detto che non sarebbe potuto entrare da una porta così piccola e tu avevi accennato ad un sorriso, poi eri scoppiata a piangere stretta nel mio caldo abbraccio.
I medici dicevano che avevi una grave malattia, incurabile. Nemmeno i fagioli di Balzar erano serviti, ero distrutto. Dopo un mese mi dissero di portarti a fare una passeggiata e così feci.
«Gohan sto crescendo?» avevi chiesto mentre le lacrime solcavano il tuo viso da eterna bambina.
Avevo abbozzato un sorriso, non sapevo come comportarmi quando non eri tu a dirigere il gioco «Non mi sembri tanto cambiata, hai solo qualche chilo in meno.»
Mi avevi tirato un pugno sullo stomaco ed io ero caduto a terra, fingendo un dolore immenso. Finalmente avevi sorriso, se ricordo bene quello era l'ultimo sorriso.

Eccomi qua, sono finalmente arrivato. Non c'è molta gente a commemorarti, forse sono davvero in ritardo. Se ne stanno andando via tutti.
«Gohan salutami Yang...» avevi detto pallida, mentre le lacrime ti inondavano il viso.
Cercavo di stare sereno e serio, ma le tue parole mi scavavano dentro.
«Lo saluterai tu, domani.» avevo detto, cercando di sorridere.
I tuoi occhi verdi si erano illuminati di nuovo «Non ci sarà un domani. Sono pronta a crescere, ora.»
I tuoi singhiozzi forti mi avevano sovrastrato e quella volta avevo pianto anch'io. Un mezzo sorriso era riapparso sul tuo volto. Finché le tue ultime parole non uscirono dalle tue labbra «Non piangere moccioso...».

Mi metto il pugno davanti alla bocca, mentre caccio indietro le lacrime, ingoiando la pesante saliva.
Sento pressione sulla spalla e vedo Yang, noto anche che la mia tuta è completamente strappata. Dolcemente mi avvicino alla tua tomba e mi chino verso di essa. 
«Ti ho amata Moe, ma non te l'ho mai detto.» sussurro stringendo il piccolo bocciolo fra le mani.
Quella notte, quando tutto sembrava finito, avevo sfiorato le mie labbra con le tue. 
Mi volto verso Yang e sorrido fissandolo negli occhi «Lei ci voleva bene e noi continueremo a volerglielo per sempre.»
Il drago risponde con un sospiro, mentre i miei occhi si riempono di lacrime e la pioggia sovrasta le nostre teste.
Sei cresciuta nel giardino sbagliato, spero che troverai pace piccolo bocciolo.


   
 
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