Autore
(su Efp e sul Forum): Vitzi(Efp) Dafne_18(Forum);
Titolo :
L'ultimo sorriso
Saiyan: Gohan
Iniziale
Nome - Nuovo Personaggio: M - Moe
Rating: Verde
Genere:
Triste/Sentimentale/Drammatico
Avvertimenti: //
Note:
Questa storia si è classificata 2° al Contest "Un'immagine che..." di Nede
[♥]
Spero che vi piaccia e che non deluda la giudiciA. Non sono sicura del
genere, sarebbe meglio 'Giallo'? Se avete voglia almeno una recensione
mi piacerebbe riceverla, forse è una storia un po' troppo...
bho, ditelo voi :)
L'ultimo sorriso
Corro
straziato, i vestiti sporchi e luridi, le mani graffiate. Sono sempre in ritardo, perdonami.
Schivo un
masso, ne salto un altro e continuo a zigzagare fra gli alberi. Ti avevo detto che sarei venuto; ti avevo chiesto di aspettarmi.
Inciampo in un ramo, i miei sensi di Saiyan sono
azzerati quando penso a te. Mi alzo e continuo a correre, notando un
fiore che sta per sbocciare. La mia mano si allunga e velocemente lo
strappa via. Ricomincio a correre tenendo fra le mani quello che per
me è importante.
«Ciao...
cosa fai qui tutto solo?»,
eri apparsa come un angelo in un momento orribile per me.
Le tue
mani mi avevano sfiorato il viso e il mio cuore era esploso.
«Sto
solo riposando...», avevo
mentito, mentre con le mani cercavo di nascondere le lacrime, che,
senza darmi tregua, scendevano dal mio volto sudato.
«Non
credo che le tue lacrime siano d'accordo. Perché un ragazzo
forte e
coraggioso piange?» avevi
chiesto sedendoti di fianco a me.
Ero diventato completamente
bordeaux e mi ero grattato la testa «Chi
ti ha detto che sono forte o coraggioso? Non sembro un semplice
studente che ha avuto un momento di...»,
mi ero voltato e avevo incrociato i tuoi occhi verdi. Così
puri e
allo stesso tempo densi che mi avevano mozzato il fiato.
«Se
hai bisogno di piangere non c'è da vergognarsi. Anche io
piango
spesso se ripenso alla morte dei miei genitori.»,
una risata nervosa ti era uscita dalla bocca.
Ti avevo guardato
con sincerità pronto a consolarti, ma i tuoi occhi si erano
bagnati
prima del previsto.
Ti eri alzata e velocemente ti eri passata
una mano sugli occhi umidi «Scusa...
io dovrei andare...»
«Non ti ho mai vista da queste parti.»,
ti avevo fermata, incapace di controllare i miei istinti.
Tu
avevi guardato la mano sul tuo braccio, poi eri corsa via. Credevo
davvero di averti spaventata, che non ti avrei più rivista.
Fortunatamente, però, dopo pochi passi ti eri abbassata e
avevi
colto un bocciolo di rosa.
«Strano
che cresca una pianta qui vicino al bosco, le rose sono rare
qui.»
avevi
detto, voltandoti di
nuovo verso di me.
Mi ero avvicinato e avevo iniziato a spiegare
«Non è molto strano dato che le rose sono in
realtà...»,
la mia bocca era stata tappata dalla tua mano.
Ero arrossito, ma
a te non importava, il tuo sguardo era sul piccolo bocciolo
«Il mio nome è Moe.»
Avevo
sorriso, mentre ti scostavi i capelli rossi dal viso.
«Sai,
significa “bocciolo”.»
Mi passo una mano sul volto sudato e per un attimo mi sembra di
rivedere il tuo volto, i tuoi capelli rossi e ricci, le tue mani
morbide e le tue labbra...
«Gohan vieni! È calda l'acqua!», avevi
esclamato, mentre mi guardavi con i tuoi grandi occhi.
Ti fissavo allibito, mentre completamente vestita eri entrata nel lago
vicino casa. Eri libera, spensierata, la vita per te era un gioco.
Mi ero tuffato su di te e ti avevo sommersa sott'acqua.
«Ehi!» avevi esclamato scoppiando a ridere
«Sei un ragazzo un po' troppo fuori di testa! Hai calcolato
la possibilità che io potessi morire affogata?»
«Sì ed era del 3%.», spesso mi prendesti in giro dandomi del "secchione", e così io ti avevo sempre assecondata.
Mi avevi guardato con la bocca leggermente aperta, ma curvata in un
sincero sorriso «E hai rischiato? Potevo morire!» avevi esclamato schizzandomi con dell'acqua.
Era da un mese intero che ci frequentavamo. Eravamo semplici amici, eri
tu a trovarmi. Non avevo idea di dove abitassi o chi fossi, sapevo solo
che il tuo nome era Moe e che eri una ragazzina pazza, ma anche dolce e
solare. Non so dire se mi avevi conquistata, ma mi eri entrata dentro.
Dopo un altro mese mia madre iniziava a sospettare delle mie uscite, ma
non aveva mai detto nulla apertamente.
«Sai che ho ucciso i miei genitori e me li sono
mangiati?» avevi detto mentre ti arrampicavi su una roccia.
Ti avevo guardata sconvolto e tu eri scoppiata a ridere
«Avresti dovuto vedere la tua faccia!»
Prima che potessi ribattere eri caduta all'indietro strillando. Mi ero
alzato in volo, ma tu eri già stata salvata. Un giovane
drago ti aveva fatto da cuscino.
Pensavo che ti fossi presa paura, come le altre ragazze, invece avevi sorriso e
lo avevi stretto a te.
«Ma quanto sei bello? Grazie per avermi salvata!».
Eri caduta ai piedi di un pioppo, su un drago arancione e squamoso. Fu
così che lo chiamasti Yang, che in cinese significa
"Pioppo". Tu studiavi molte lingue e adoravi la Cina, dicevi che i tuoi
genitori vivevano là prima dell'incidente.
«Però siamo nati qui in Giappone, si erano
spostati per lavoro.»
Faticavo a credere a tutto quello che mi raccontavi, eri troppo strana
e fuori di testa. Però mi piacevi e piacevi anche a Yang.
Aumento la velocità tentando di muovere più
velocemente i piedi. Devo muovermi, devo farlo per te.
«Moccioso cosa fai là?» avevi gridato
imitando la voce del vecchio contadino.
Con te mi sentivo diverso, ero me stesso, per la prima volta.
«Pensi di mangiare tutta l'uva? E così non sono le
volpi a rubarmela, eh?» avevi continuato con gli occhi lucidi
dalle risate.
Forse la vita era troppo semplice, forse la vita era troppo
monotona.
«Gohan vieni! Non ci scopriranno mai!»
«Non voglio rubare, Moe!» ti avevo risposto, non
del tutto convinto.
Quando ero con te le mie azioni erano confuse. Non mi sembrava di
essere il Gohan che passava la notte a studiare o che giocava con il
piccolo Goten, era un Gohan nuovo e più spontaneo.
«Quando ti
deciderai a voler crescere avvertimi!» avevo
urlato mentre tu mangiavi l'uva insieme a Yang a qualche metro da me.
«Sarai il
primo a saperlo!» avevi risposto con la bocca
piena di chicchi verdi, mentre il drago di fianco a te mugolava
dolcemente.
Il respiro mi si mozza, il fiato si disperde. Mi fermo e appoggio una
mano sul mio cuore: lì dove sei entrata e mai uscita. Mi
rimetto a correre, ma so che è troppo tardi; so che
è tutto inutile.
«Sai Gohan
quando mi sposerò mi vestirò di nero.»
avevi detto un giorno, mentre passeggiavamo per il prato innevato.
Avevo sorriso e ti avevo stretta a me vedendoti tremare. «E perché
di nero?»
«Sei
maschilista, sai? Solo i maschi si possono vestire di nero? Sappi che
obbligherò il mio sposo a vestirsi di bianco. E magari sarai
proprio tu!» avevi spostato lo sguardo su Yang,
che sorridente cercava di mangiare la neve.
«Solo i draghi
mi capiscono!» avevi continuato.
Poi era successo, inevitabile come la neve è fredda, la
gioia era finita.
Eri caduta sul manto bianco, gli occhi si erano chiusi e le braccia si
erano contorte in una strana posa. Ti avevo sollevata ed ero volato
all'ospedale il più velocemente possibile.
Le lacrime mi scendono dagli occhi mentre ripenso a tutto quello che
è successo. Mi hai cambiato la vita, è grazie a
te che mi sono iscritto al liceo.
All'ospedale non era andato per niente bene: tossivi, eri pallida e non sorridevi. Non
ti avevo mai vista triste.
«Che mi
succede Gohan?» avevi chiesto con le occhiaie,
mentre i tuoi grandi occhi verdi avevo perso quella
vitalità che da sempre li distingueva.
«Dov'è
Yang?», ti avevo detto che non sarebbe potuto
entrare da una porta così piccola e tu avevi accennato ad un
sorriso, poi eri scoppiata a piangere stretta nel mio caldo abbraccio.
I medici dicevano che avevi una grave malattia, incurabile. Nemmeno i
fagioli di Balzar erano serviti, ero distrutto. Dopo un mese mi dissero
di portarti a fare una passeggiata e così feci.
«Gohan sto
crescendo?» avevi chiesto mentre le lacrime
solcavano il tuo viso da eterna bambina.
Avevo abbozzato un sorriso, non sapevo come comportarmi quando non eri
tu a dirigere il gioco
«Non mi sembri tanto cambiata, hai solo qualche chilo in
meno.»
Mi avevi tirato un pugno sullo stomaco ed io ero caduto a terra,
fingendo un dolore immenso. Finalmente avevi sorriso, se ricordo bene
quello era l'ultimo
sorriso.
Eccomi qua, sono finalmente arrivato. Non c'è molta gente a
commemorarti, forse sono davvero in ritardo. Se ne stanno andando via
tutti.
«Gohan
salutami Yang...» avevi detto pallida, mentre le
lacrime ti inondavano il viso.
Cercavo di stare sereno e serio, ma le tue parole mi scavavano dentro.
«Lo saluterai
tu, domani.» avevo detto, cercando di sorridere.
I tuoi occhi verdi si erano illuminati di nuovo «Non ci
sarà un domani. Sono pronta a crescere, ora.»
I tuoi singhiozzi forti mi avevano sovrastrato e quella volta avevo
pianto anch'io. Un mezzo sorriso era riapparso sul tuo volto. Finché le tue ultime parole non uscirono dalle tue labbra
«Non piangere moccioso...».
Mi metto il pugno davanti alla bocca, mentre caccio indietro le
lacrime, ingoiando la pesante saliva.
Sento pressione sulla spalla e vedo Yang, noto anche che la mia tuta
è completamente strappata. Dolcemente mi avvicino alla tua
tomba e mi chino verso di essa.
«Ti ho amata Moe, ma non te l'ho mai detto.»
sussurro stringendo il piccolo bocciolo fra le mani.
Quella notte, quando tutto sembrava finito, avevo sfiorato le mie
labbra con le tue.
Mi volto verso Yang e sorrido fissandolo negli occhi «Lei ci
voleva bene e noi continueremo a volerglielo per sempre.»
Il drago risponde con un sospiro, mentre i miei occhi si riempono di
lacrime e la pioggia sovrasta le nostre teste.
Sei cresciuta nel
giardino sbagliato, spero che troverai pace piccolo bocciolo.