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Autore: peaceandeatcarrots_    05/12/2012    0 recensioni
«Ricordati che ti amo sopra ogni cosa, finchè vivrò.»
«Ti amo anche io Zayn e questo non cambierà mai.»
Mi da un ultimo bacio, salato e triste, per poi girarsi e andare lontano da me, con la sua valigia appresso.
«Zayn» urlo con tutto il fiato che mi è rimasto in gola. Lui si gira, triste e curioso, aspettando che dica o faccia qualcosa. «Questo non è un addio, è un arrivederci.»
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Sto provando a dimenticarti, come probabilmente hai fatto tu.
Ma non ci riesco, ti amo ancora purtroppo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1






 

 
«Alzati dalla valigia Emily, devo finire di prepararla» mi sento sollevare di peso ed essere buttata sul letto.
Mi lascio cadere all’indietro sul morbido materasso, facendomi sfuggire un verso di frustrazione che viene subito soffocato dalle mie mani.
«Mi spieghi perché te ne devi andare adesso e non puoi aspettare un altro anno?»
Mi risiedo e fisso i miei occhi color ghiaccio nei suoi color carbone, in attesa di una risposta che ormai conosco a memoria.
Sbuffa sonoramente, chiude l’ultima cerniera per poi sollevarsi lentamente e avvicinarsi a me.
«Te l’ho già spiegato molte volte, Ems. Io aspetterei anche dieci anni, ma la borsa di studio vale solo per quest’anno e se non la sfrutto dovrò rinunciare all’università… Lo sai bene che i miei non possono permettersi di pagare l’intera retta, soprattutto ora che anche mia sorella sta iniziando le superiori.»
Mi sposta dolcemente una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio per poi stringermi, muovendo su e giù la sia mano sulla schiena. Mi mordo la guancia, nel vano tentativo di non piangere davanti a lui e mostrarmi solamente come una debole ragazzina in cerca di attenzioni che ha paura di restare sola.
Si allontana di qualche centimetro da me, mi posa un leggero bacio sul naso per poi uscire dalla sua camera urlando un “vado a fare una doccia”, sia a me che ai suoi famigliari al piano di sotto.
 
Sento un rumore provenire dalla mia destra, mi volto dalla parte opposta, infastidita e tento di riprendere il sonno, quando qualcosa mi scuote dolcemente la spalla sussurrando delle parole che mi arrivano ovattate ed incomprensibili.
«… ‘vi andare! Svegliati Emily!»
Spalanco gli occhi, spaesata. Sento pesarmi sulle spalle lo sguardo preoccupato del mio ragazzo e subito tutta la realtà che io avevo sperato essere solamente un brutto sogno, mi ricade addosso: la borsa di studia, la partenza, l’addio. Improvvisamente le mie braccia sfuggono al mi serrato controllo e si aggrappano a lui.
«Promettimi che ti farai sentire ogni giorno» sussurrano le mie labbra nell’incavo del suo collo. «Promettimi che questo non è un addio.»
Tra le mie parole sento emergere una debole supplica che lo implora di non partire, di non lasciarmi qui da sola.
Ma se avessi dato voce ai miei pensieri avrei fatto la parte dell’egoista, della ragazza che vuole avere tutto, ed io non sono così. Non lo avrei deluso, mai.
«Io te lo prometto. Come ti prometto che presto ci rivedremo» mi stringe di più a sé, schiacciando il mio petto contro il suo in una morsa che non mi permette quasi di respirare.
Restiamo cos’, abbracciati, per minuti che mi sembrano ore finché non sentiamo la porta della sua camera aprirsi e l’inconfondibile voce di mia madre miscelata insieme a quella del padre del ragazzo che sto ancora stringendo a me, con la costante paura che possa scomparire da un momento all’altro.
«Forza Emily, andiamo. Loro devono finire di preparare i bagagli e tu devi studiare.»
Sto per ribattere, ma il moro mi precede. «Può restare qua? Solo quest’ultima notte» volta lo sguardo verso di me e da duro e determinato, diventa più dolce e luminoso. «Non so quando ci rivedremo, voglio passare con lei più tempo possibile.»
I due adulti davanti a noi si guardano, sorridendo, per poi voltarsi verso di noi ed annuire comprensivi.
«Ti passo poi a prendere all’aeroporto. Chiamami quando è ora» mia madre mi posa un leggero bacio sulla fronte, si gira e pochi istanti prima di oltrepassare la porta si gira verso di noi, verso di lui. «Sei stato importante per mia figlia. Un giorno so che vi rivedrete, so che lei non mi darà pace finché non sarete di nuovo insieme, ma voglio dirti solo una cosa: grazie. Questo ultimo anno e mezzo è filato liscio solamente grazie a te. Tu l’hai tolta dai pasticci in cui si stava cacciando, pasticci che non voglio ricordare perché portano troppo dolore. Sei stato una parte fondamentale per la sua vita… E per la mia. Sei un bravo ragazzo, ti meriti questa occasione.»
Varca finalmente la porta seguita dal padre del mio ragazzo, con cui finalmente resto sola.
 
«Oggi sono ufficialmente passati un anno e sei mesi da quando tu hai preso il coraggio di chiedermelo, sai?» sussurro nel suo orecchio, dando un occhiata all’orologio che segnava l’una e dodici minuti.
«Non voglio passare la nostra ultima sera a piangere sui ricordi Ems, quest’ultima notte voglio passarla amandoti e facendoti mia per l’ultima volta. Non voglia passarla a piangere, voglio passarla a baciarti e sorridere.»
Si gira completamente verso di me, poggiando delicatamente le sue labbra sulle mie che vengono prontamente dischiuse, per poter assaporare l’ormai famigliare amore che solo lui sa darmi. Le sue mani si intrufolano velocemente sotto la mia maglia scorrendo lentamente sulla schiena, facendomi venire i brividi, per poi spostarsi sulla pancia. La mia maglietta di cotone, fin troppo leggero per la stagione in cui siamo, finisce sul pavimento dove viene presto seguita dal mio reggiseno. Le sue labbra si spostano, desiderose e avide, lungo il mio collo dove lasciando delle scie umide. Inarco leggermente la schiena quando arriva al mio petto, per poi avvicinarmi di più a lui, iniziando a giocare con l’elastico dei pantaloni della tuta che portava.
Presto i pochi vestiti che ancora ci separavano vanno a fare compagnia agli altri già lanciati lontano da noi, lui mi solleva ed io lego le mie gambe attorno al suo bacino.
Ci corichiamo per l’ultima volta sul suo letto, l’unica cosa ancora rimasta di quella che era la sua camera.
«Ti amo Ems» mi sussurra affannosamente ad un orecchio.
«Ti amo anche io, per sempre.»
E per l’ultima volta mi sentii amata e completa, come solo lui era in grado di farmi sentire.
Quell’ultima notte la passammo a donarci l’uno all’altra, a realizzare che non avremmo più avuto tempo.
Ad amarci per davvero, un’ultima ed indimenticabile volta.
 



«I passeggeri del volo Dublino-Londra sono pregati di avviarsi al Gate A18. Ripeto i pass…»
 
«Stupida voce metallica, non puoi startene un po’ zitta?» urlo rivolta all’altoparlante che si trovava proprio sopra le nostre teste.
Luimi guarda sorridendo e scuotendo lentamente la testa.
«Sei sempre la solita Ems, mi raccomando vedi di restare così» e poi mi abbraccia, avverto il suo calore attraverso la felpa verdone che porta. Mi separa da lui e prende la mia mano, la posa sul suo cuore e poi mi guarda negli occhi in attesa che anche io ricambi il suo sguardo.
«Lo senti come batte forte e potente?» ed era vero, lo sentivo battere forte, quasi come se volesse scappare via: bum bum-bum bum bum-bum. Una grancassa che batte a ritmo, ecco cosa sembrava. «Batterà così solamente per te, per sempre.»
«Per sempre è tanto tempo, sei sicuro che ce la farà?» gli domando stupidamente, come una bambina che non è del tutto convinta che nel cielo ci possa essere un numero infinito di stelle.
«Lo so che è tanto tempo, forse troppo. Io non vivrò per sempre, dopotutto» sospira e sorride, come un bambino. «Mettiamola così, batterà in questo modo solamente per te finché io vivrò. Finché del sangue caldo ci scorrerà dentro. È più giusto così, no?»
Annuisco debolmente, mi avvicino a lui e nell’esatto istante il cui l’altoparlante avvisa dell’ultima chiamata per il suo volo, le nostre labbra si incontrano per quella che spero non sia l’ultima volta.
«Londra non è così lontana» sussurro più a me stessa che a lui, cercando di trattenere le lacrime che mi stanno pungendo gli occhi.
«No, non è così lontana. Ce la faremo Ems» passa un pollice su una lacrima per asciugarmela, vi poggia poi sopra le sue labbra fino a quando non scoppio in un pianto silenzioso, cullata dalle sue braccia. «Ora devo proprio andare.»
Si guarda intorno, alla ricerca del Gate fino a trovarlo e allontanarsi leggermente da me.
«Ricordati che ti amo sopra ogni cosa, finchè vivrò.»
«Ti amo anche io Zayn e questo non cambierà mai.»
Mi da un ultimo bacio, salato e triste, per poi girarsi e andare lontano da me, con la sua valigia appresso.
«Zayn» urlo con tutto il fiato che mi è rimasto in gola. Lui si gira, triste e curioso, aspettando che dica o faccia qualcosa. «Questo non è un addio, è un arrivederci
Lo vedo sorridere e mi viene spontaneo ricambiarlo, finché non scompare ai miei occhi e posso finalmente dare libero sfogo al mio dolore lasciandomi cadere lentamente per terra, tenendomi le mani in viso e pensando solamente a lui, il ragazzo che mi ha cambiato la vita.
 
 
 
 
 
 
 


CIAO CAROTE :D
 
Beeeene, inizio con il dirvi che amo scrivere e spero con tutto il cuore che la mia storia non sia venuta un schifezza.
No ma che sto dicendo? È già una schifezza.
No seriamente, ditemi che ne pensate e se non vi piace cancello e modifico o faccio cosa c’è da fare. Sentitevi libere di dirmi che la mia storia non vi piace, la buttereste, la denuncereste talmente è brutta (?) magari non siate troppo cattive… Esiste la gentilezza, dopotutto :)
 
Hope you like it, peaceandeatcarrots.

  
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