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Autore: Drew    23/06/2007    6 recensioni
La vita è fatta di momenti, di immagini che si susseguono l'uno dopo l'altra. Ma ne basta una, basta un singolo magico istante perchè la vita cambi.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA MAGIA DI UN SOLO ISTANTE

Altra one-shot esperimento alla quale lavoro da parecchio. Spero vi piaccia!

 

Dedicata a Sof e Annalisa che mi sostengono e mi sono vicine.

Drew

 

la Magia di un Solo Istante

Chiudo gli occhi. Il mondo non esiste più ora. Ci sono solo io, il cinguettio degli uccelli, l’acqua del ruscello che scorre, e l’erba sotto di me. Sono sdraiato, immobile, mentre cerco di concentrare tutto il mio essere verso il cielo che immagino, che sogno.

Ho passato degli anni difficili, ma finalmente è finita. È tutto finito... Eppure mi manca terribilmente.

Credo che Hagrid non mi possa più fare favori in eterno: da quando ho terminato gli studi torno ad Hogwarts almeno una volta a settimana. Quando lo faccio vengo sempre qui, in questo posto che solo io conosco, inaccessibile a tutti se non fosse per la passaporta che ho scoperto per caso nei bagni maschili. Hagrid mi aiuta ad entrarvi, utilizzando il mantello dell’invisibilità, ma se la McGrannit lo venisse a sapere non credo che me lo permetterebbe di nuovo.

Per ora mi godo questo posto, l’aria profumata di pino che respiro e la totale tranquillità che mi pervade.

Mi sento quasi un fannullone a starmene qui sdraiato sull’erba, con le braccia sotto la testa, dopo gli anni di avventura, di amicizia e di dolore che ho dovuto vivere. E forse ho anche voluto vivere.

Mi mancano le ramanzine e i consigli di Silente, le litigate con Ron, i battibecchi con Ginny, le parole di Hermione. Ripensandoci, sono le parole che mi mancano più di tutto: non c’è più nessuno a dirmi “sei il ragazzo più coraggioso che conosca”, “ce le puoi fare”, “ho paura per te”.

Già, ora sotto certi punti di vista sono solo, assolutamente solo. Mi sembrano quasi pesanti questi diciotto anni fatti di bugie e di emozioni. Le bugie che mi tenevano lontano dai miei genitori, le bugie dette per proteggermi e le bugie d’amore che ho detto; poi le emozioni del primo giorno in quella che è la tua casa anche se tu non lo sai, le emozioni di conoscere i veri amici, le emozioni che si provano perdendo qualcuno…

 

Avevo promesso ad Hermione che ci saremmo visti dopo Hogwarts, ma tutta la nostra comunicazione si è limitata a qualche lettera nel corso dell’estate nelle quali mi raccontava del concorso di preparazione di aurors che aveva vinto. Non sono riuscito a risponderle. Non so per quale motivo… forse per Ginny.

Durante l’ultimo anno ad Hogwarts abbiamo avuto modo di chiarirci, di parlare riguardo al nostro rapporto. Morale della favola: si è ritrovata davvero innamorata di Dean ed io ero tornato ad essere “uno di famiglia”.

Non nascondo di avere sofferto molto ed è stato grazie ad Hermione se sono riuscito a riprendermi. Non potevo parlare a Ron di queste cose: un po’ perché non avrebbe capito, un po’ perché alle fine dei conti è sempre sua sorella. Così sono iniziate le chiacchierate con Hermione, da soli, davanti al fuoco, le cioccolate fumanti che finivamo per dimenticare mezze vuote e i primi sguardi, le prime dita appena sfiorate. Sembrava tutto talmente naturale che non ci stavamo neanche accorgendo di ciò che ci stava accadendo. Quella sì che era pura magia…

 

-Harry.- mi sveglio dai miei pensieri, mi alzo dall’erba e mi guardo attorno, cercando la fonte di voce che mi ha chiamato.

Non c’è nessuno. Ci mancavano le allucinazioni!

-Harry!- sento di nuovo, stavolta più forte. Individuo la fonte vicino alla riva del ruscello, così mi avvicino continuando ad osservare qualunque strano movimento attorno a me.

-HARRY!-

Cado dentro il ruscello e mi volto di scatto. L’ho sentita chiaramente ora, quella voce, era dietro di me. Eppure non c’è nessuno. Rimango immobile con le scarpe da ginnastica completamente immerse, a metà tra il preoccupato e il sorpreso.

Dopo alcuni istanti decido finalmente di uscire dall’acqua, quindi mi siedo sull’erba, strizzando la parte bagnata dei jeans. Possibile che la testa faccia certi scherzi?

Porto una mano verso la fronte, cercando di toccare la cicatrice. Poi sorrido e mi avvicino all’acqua del ruscello, quasi gattonando. Vedo riflesso il mio volto. La mia saetta non esiste più: da quando sono libero tutto ciò che faceva parte del passato è svanito.

Stranamente vedo l’acqua incresparsi vicino al mio riflesso. Dopo pochi secondi riesco a distinguere una sagoma in piedi, dietro di me:

-Harry.-

-Hermione.- sussurro voltandomi di nuovo. Ma non c’è nessuno.

 

-Ma con tutti i maledettissimi posti che ci sono, proprio tra la porta e il muro dovevano mettere questa dannatissima passaporta!- borbotta Hagrid atterrando di pancia non molto distante da me.

Ancora sconcertato per ciò che ho visto o ho creduto di vedere chiedo:

-C’è qualche problema? Devo già andarmene?-

-Beh… diciamo che sarebbe meglio se alzi i tacchi ora, Harry. Gazza sta per fare il suo primo giretto nei bagni maschili…- mi spiega Hagrid alzandosi e cominciando a strofinarsi via l’erba verde dalla sua barbona scura, -Sai com’è: anche Gazza ha certi bisogni fisiologici che vengono puntuali dopo una certa ora…- mi sussurra ridacchiando. Anch’io sorrido divertito.

-Me ne vado allora. Ci vediamo la settimana prossima, Hagrid.- saluto il mio grande amico, afferro il mantello che avevo posato sul prato e tocco il bullone che subito mi riconduce al bagno maschile.

Avvolgo quel manto attorno a me, dopodiché esco dal bagno e corro nel giardino interno: non c’è nessuno. Mi smaterializzo.

 

*O*

 

Finalmente torno a casa. Credo che da quando non ci sia più Silente io non abbia ancora definito un concetto proprio di casa. Fatto sta che abito a Londra, in una delle vie principali, ben lontano dalla mia casa a Privet Drive.

Ora quello che ci vorrebbe è un bel liquore forte e sedersi sulla terrazza dell’appartamento.

Metto il mantello in un baule del mio piccolo salottino ammobiliato in stile ottocentesco, poi mi avvicino al banco dei liquori. Ogni stanza mi ricorda qualcosa di Hogwarts.

Faccio per abbassarmi ad aprire lo sportellino, quando un pezzo di carta bianca mi attrae. Lo prendo in mano, lo apro e inizio a leggere. È la lettera di Hermione.

 

Harry,

            questa volta non ho iniziato la lettera con “caro”, perché minimizzo assolutamente il bene che ti voglio. Sto passando dei giorni fantastici in Bulgaria, con Viktor e la sua comitiva. Per quanto a volte sia un po’ arrogante non posso fare a meno di lui: mi piace sentirmi coccolata, compresa e adorata come solo Viktor sa fare. Ma sto divagando!

Ti ho scritto per avvisarti del corso di aurors che si tiene tutti gli anni al Ministero: indovina un po’?! L’ho vinto. Ora faccio parte ufficialmente dei cadetti aurors e la parte migliore è che anche loro vogliono adottare il modello C.R.E.P.A…. Mi sento tanto, tanto soddisfatta! Fino a qualche tempo fa non avrei mai immaginato di poter arrivare fino a questo punto, eppure eccomi qui!

Ora devo andare: Viktor vuole portarmi a Nessebar, una delle mete turistiche storiche più famose in Bulgaria.

Hai capito vero? Stenderò una bella relazione riguardo tutto quello che vedrò: non si sa mai che al corso richiedano di portare uno scritto. In tal caso io l’avrò!

Un bacio e ti voglio bene,

 Hermione

P.s. Salutami tanto Ron!

 

Dio mio se mi manca… Mi manca lei, la sua risata, i suoi capelli che seguono ogni suo movimento.

Chissà cosa starà facendo ora. Chissà se anche lei pensa a me nello stesso modo in cui io penso a lei.

Forse non voglio saperlo.

 

Suona il campanello. Realizzo dopo qualche secondo che tocca a me aprire la porta. Mi incammino a passi lenti e pesanti, ripensando alle miriadi di stupidate che mi sono venute in mente.

Apro:

-Harry.-

Per un secondo la figura di Hermione mi compare davanti agli occhi. Sbatto le palpebre frettolosamente, però distinguo un altro volto:

-La… Lavanda.- pronuncio sbalordito.

-Posso entrare, Harry?- mi domanda cercando di sbirciare oltre le mie spalle.

-Sì, certo. Sono solo.-

Mi sposto per farla entrare e subito appende il suo cappotto, accomodandosi autonomamente sul divano, senza che io le dica nulla.

-A cosa devo la tua visita?- chiedo scherzando, sedendomi a cavalcioni su una sedia del tavolo del salone e appoggiando le braccia sullo schienale, conserte.

-Volevo parlarti.- risponde abbassando lo sguardo.

-Di cosa?- credo ormai di non capirci più nulla di nulla.

-Di quello che è successo alla rimpatriata del mese scorso.-

Faccio rapidamente mente locale, ma Lavanda continua:

-Ho pensato spesso che avresti considerato quel bacio una sciocchezza con tutte le burrobirre che avevi bevuto… - Bacio?! Quale bacio!, - poi mi sono detta, “Hey, è Harry! Lui non bacia una e basta… come se niente fosse”, quindi volevo solo dirti che… insomma… credo di aver provato qualcosa.-

Non oso immaginare il mio volto in questo istante. Sto sudando e sembra che il cuore abbia smesso di pompare il sangue che mi sale pericolosamente alla testa.

-Lavanda, ma sei sicura?-

-Certo… almeno… credo di amarti.-

-Oh… no, io intendevo: sei sicura che io ti abbia baciata?-

Il volto di Lavanda si tinge improvvisamente di rosso. Ma che diamine mi è saltato in mente di dire!

-Harry… tu… tu non ricordi nulla?- i suoi occhi perdono improvvisamente luminosità.

-Sinceramente no, Lavanda. O per lo meno non ricordo di averti baciata.-

-A questo punto è meglio che me ne vada.- dice chinando il volto e alzandosi. Poi afferra il cappotto…

-Lavanda, aspetta…-

-No, Harry. Ho sbagliato a venire.- e sbatte la porta alle sue spalle.

 

*O*

 

Devo ringraziare Morfeo: i sonniferi che ho preso ieri notte mi hanno salvato da una crisi di nervi. Eppure mi sento incredibilmente in colpa per Lavanda. Mi piace come persona per quel che la conosco, ma…

-… ma non è Hermione.- mi dico a voce alta, pensando.

Già… la mia Hermione

-Harry…- sento la sua voce e vedo il suo riflesso nella foto di noi due che stringo tra le mani. È stato Ron a scattarla, prima di dichiararsi a lei. Sì, l’amava. Io l’avevo capito ed ogni volta che ne facevo cenno ad Hermione, lei cambiava discorso.

Dovrei avere ancora il suo biglietto nel quale mi spiega tutto: inizio a cercare tra le carte dentro al mobile del corridoio dove si trova la foto.

Lo trovo:

 

Perdonami se ti scrivo, Harry, ma parlare con te dell’argomento che voglio trattare quando so che chiunque potrebbe ascoltare lo trovo poco prudente. Ti prego però di bruciare o buttare questo foglio di carta appena lo riceverai.

Ho baciato Ron. Lo so che dovrei essere felice perché, infondo, ricambio il fatto che io piaccia a lui, ma… non riesco a provare quel qualcosa in più, quella sensazione che ti fa venire le farfalle allo stomaco…

 

A questo punto della lettera mi aspettavo “quel qualcosa in più sei tu”, invece…

 

Ormai credo che la soluzione migliore sia passare le vacanze con Viktor, rimanendo in contatto con te (per il corso aurors, innanzitutto) e cercare di allontanarmi il più possibile da Ron. Se chiede di me digli che gli voglio bene e che sono talmente impegnata da non riuscire a trovare il tempo di scrivergli quando sarò in Bulgaria.

Te ne prego dal più profondo del cuore.

Mi fido di te,

Hermione

 

Distaccato. Non trovo altre parole per descrivere il tono di questo biglietto. Me lo ha dato all’ultima lezione di Erbologia, se ricordo bene. Credo sia grazie a questo che ho iniziato a capire il genere di sentimenti che provavo e che provo ancora verso di lei.

La amo. E so che non glielo potrò mai dire.

 

*O*

 

Poggio l’ultimo piatto del mio pranzo dentro il lavandino e mi dirigo verso la porta d’entrata dell’appartamento. Raccolgo la posta poggiata a terra: la prima è una lettera della banca, la seconda la bolletta dell’acqua, la terza… una busta bianca con sopra solo il mio indirizzo scritto a mano e il francobollo. Mi siedo sul divano e inizio ad aprirla.

 

Caro Harry,

 

Un sorriso prende il sopravvento: riconoscerei questa calligrafia tra mille.

 

Caro Harry,

            come vanno le cose? Io torno tra due giorni dalla Bulgaria. Non vedo l’ora di rivederti! E cosa mi sai dire di Ron? Tutto bene?

Qui mi sono trovata benissimo, se non fosse per un litigio avuto con Viktor riguardante l’argomento “coppia”. Gli ho spiegato che sono legata ad un'altra persona. Che bugiarda che sto diventando, vero?

Mi manchi. Mi manca poter parlare con qualcuno di qualsiasi cosa sapendo che sarò compresa appieno dalla persona che ho davanti. La persona davanti a me sei tu. E lo sai. Sei davanti a me in tutto ciò che faccio, che penso, che dico.

Sarai il primo che verrò a trovare, sappilo. E tu sai dove ti aspetto.

Con affetto,

Hermione.

 

P.s. Spero che la lettera possa arrivare prima di me!

 

Il sorriso si amplifica. È stata terribilmente carina a scrivermi tutte queste cose.

-Oh no!- urlo.

All’improvviso un dubbio: quando mi ha mandato la lettera?

23 Agosto.

Ma oggi è il 25…

 

*O*

 

Sta arrivando da me. Finalmente, dopo mesi e mesi, la rivedrò. Quasi non ci credo.

Subito poso la missiva sul tavolo del salotto e faccio un rapido giro di tutto l’appartamento, controllando che ogni cosa sia in ordine.

Poi corro verso la camera da letto e scelgo i vestiti che so potrebbero piacerle di più. Li getto sul letto e corro in doccia, scaraventando gli abiti che indosso per tutto il bagno.

Faccio appena in tempo a indossare la maglietta a mezza maniche bianca sul jeans scuro prima di sentir il campanello.

Mi do una rapida occhiata allo specchio, sistemandomi appena i capelli, poi corro verso la porta d’entrata.

Apro.

-Io amo Luna!-

 

-R… Ron!- balbetto facendo entrare il mio amico.

-Ci credi Harry? Mi sono innamorato di Luna!-

-Oh…- dico guardando bene fuori dalla porta, prima di richiuderla.

-Roba da non credere… - continua Ron, stravaccandosi sul sofà, -… ma tu aspetti qualcuno!-

-No… Ron, tu ricordi se ho baciato Lavanda?-

Il mio amico mi guarda sconcertato:

-Se non lo sai tu, HarryAspetta però… potrebbe essere successo alla rimpatriata. Nah... non mi ricordo, perché?-

-Perché è venuta qui. Lei, Lavanda. Mi ha detto che prova qualcosa…-

-Come tutte, del resto… Le passerà, tutti sanno di chi sei innamorato…-

Lo interrompo:

-Cosa?!-

-Non aspetti qualcuno?-

-Perché dici così?- gli chiedo guardandolo con una finta aria perplessa.

-Sei tutto in tiro…-

-No, no… non aspetto nessuno, ma…-

D’improvviso mi blocco. Una luce mi ha folgorato. Subito afferro la lettera di Hermione e la rileggo attentamente:

 

Sarai il primo che verrò a trovare, sappilo. E tu sai dove ti aspetto.

Con affetto,

Hermione.

 

-Ma allora non sta venendo qui…- sussurro.

-Ah! Lo sapevo che stavi aspettando qualcuno. Allora chi è?- chiede Ron alzandosi, poi mi strappa la lettera dalle mani.

Mentre legge, l’espressione sul suo volto cambia.

-Ma è di Hermione.-

-Sì.- sibilo. Ron si siede di nuovo sul divano, stringendo la missiva.

-Ed è la prima che ti scrive dopo Hogwarts?- chiede senza guardarmi negli occhi.

Cerco di dire confusamente qualcosa, ma lui mi interrompe:

-Ho capito, non è la prima.-

Tacciamo entrambi. Non ci sono più parole da dire.

Io sono in piedi di fronte a lui, mentre lui, immobile, stringe sempre di più il foglio di carta.

-Perché non vai da lei?- finalmente rompe il silenzio.

-Non so dove sia.-

-Lei dice che lo sai.-

-Harry.- sento ancora l’eco della sua voce. Mi volto, ma non c’è nessun altro oltre a me e Ron.

-Pensaci, devi sapere dov’è.- continua lui.

All’improvviso capisco.

 

Era una delle nostre solite passeggiate, ma lo sfondo non era Hogwarts, era diverso.

Passeggiavamo per i sentieri della campagna inglese, parlando del nostro futuro, appena il giorno dopo della fine della scuola. Il giallo del sole e il verde dei campi  erano i colori che predominavano.

-Allora cosa intendi fare?- chiese lei, togliendosi dal collo la leggera sciarpa di seta rossa e alzando le maniche della camicia bianca.

-Non lo so ancora.- risposi succedendole di pari passo.

-Starai vicino a Ron, vero?-

-Certo. Sai anche quanto sia difficile separarci.-

-Sì, sei parte della sua famiglia.-

-E tu?- chiesi a mia volta, afferandola per un braccio.

Mentre si voltava verso di me, la luce del sole le illuminava il viso. I riccioli castani si tingevano di riflessi dorati e piccole pagliuzze bionde risplendevano nel nocciola dei suoi occhi. Un istante magico durante il quale era semplicemente bellissima, da togliere il fiato.

Sorrideva amaramente, come se quello che stava per dirmi non la rendesse soddisfatta:

-Andrò via. Con Viktor.-

Con mio dispiacere si voltò di nuovo.

-Ma quando torno,- si affrettò ad aggiungere, -voglio rivederti qui.-

Mi guardò negli occhi.

Le sorrisi.

Continuammo a camminare.

 

-Lo so, Ron. So dov’è.-

 

*O*

 

-Vai da lei, che aspetti?-

Vederlo in questo modo mi fa male.

-Ron… tu…- prendo coraggio, -tu sei innamorato di lei?-

Ron alza di scattò lo sguardo verso di me, mollando finalmente la presa.

Il foglio cade a terra.

-Lo credevo davvero, Harry.-

Ora mi faccio schifo da solo: sono innamorato della ragazza che anche il mio migliore amico ama. E io lo sapevo. Sapevo che non dovevo innamorarmi di lei, ma è stato più forte di me.

Non ci sono riuscito.

-Ma il punto, Harry…- continua Ron alzandosi dal divano. Poi raccoglie la missiva e me la porge, continuando a guardarmi negli occhi.

Il suo sguardo si fa meno duro.

-… è che lei non ama me.-

Ha capito tutto. Ora sa che c’è qualcosa che è sempre andato ben aldilà della semplice amicizia tra me e Hermione.

-Mi dispiace.- sono le uniche parole che riesco a pronunciare.

-Di cosa?! Del fatto che mi sono innamorato della Lovegood! Eh… cosa ci vuoi fare Potter, le donne non ti cadono ai piedi come quando avevi 16 anni!-

Finalmente ridiamo entrambi.

 

*O*

Saluto in fretta Ron e mi smaterializzo.

In un istante mi trovo in mezzo a quei campi, sul nostro sentiero di campagna. Di corsa lo percorro per arrivare in cima alla collina.

La vedo:

-Harry!- mi urla a distanza, agitando il braccio verso di me.

Continuo a correre, ma incontro a lei questa volta. Man mano che ogni passo si succede all’altro rivivo tutti gli anni passati con lei. Mi sembra di ripercorre tutto il tempo trascorso assieme. Prima ho undici anni, poi dodici, tredici… ora ne ho 18.

Sono di fronte a lei.

-Allora come stai, Potter?- mi chiede, abbracciandomi.

È ancora più bella dell’ultima volta che l’ho vista.

-Raccontami tutto, Granger.-

 

Iniziamo a passeggiare e a parlare del più e del meno, come ai vecchi tempi. Mi racconta della lite con Viktor e dell’emozione che prova per il corso inizierà tra non meno di un mese.

-Allora possiamo finalmente definire ufficiale la vostra relazione?- chiedo istintivamente, rendendo ben chiara l’allusione a lei e Viktor.

-No, Harry. E credo che sarà difficile rivederlo.-

-Se tu vorrai, riuscirai a vederlo. Sai che lui non si è mai fatto problemi: Inghilterra, Bulgaria. Per lui siamo vicini di casa.-

Ridacchiamo.

-E tu? Alla perenne ricerca dell’anima gemella?- prima domanda personale, di solito la prima di una lunga serie.

-… che non troverò mai. Sì, direi che si possa anche dire così.- le sorrido.

-A volte non ci accorgiamo di quanto in realtà siano vicine le cose che consideriamo lontane…-

Stavolta non sorvolo:

-A cosa alludi?-

Per un attimo ci guardiamo. In quell’istante rivedo l’immagine di mesi fa: i suoi capelli castani si fanno più chiari e i suoi occhi nocciola splendono alla luce del sole. Ma stavolta, sono le labbra a ipnotizzarmi. La sua bocca perfetta è resa ancora più perfetta dalla pelle che si tinge di oro.

Non resisto.

Subito mi getto su di lei. E la bacio. La bacio con desiderio e in quest’incontro trasmettiamo entrambi la voglia che ognuno ha dell’altro.

È lei a distaccarsi:

-… tu? A cosa stai alludendo ora?-

Ridiamo. Vicini. Abbracciati. Innamorati. Persi in quell’oceano di oro e di verde che ci travolge e ci unisce al contempo.

Insieme.

Per un solo magico istante.

Per sempre.

  
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