Buona lettura!
Ventiduesimo capitolo:
Unicorno e grifone
Emma Pillsbury non era
particolarmente dotata, aveva fatto qualche predizione, ma niente di
eccezionale e come lei, lo sapevano anche gli altri, ma era una brava insegnate
ed era abile con gli studenti quindi conservava con facilità il suo posto.
Quello che nessuno sapeva, perché la Pillsbury non
aveva mai diviso la camera con nessuno né con un fratello essendo lei una
figlia unica né con un ragazzo perché non aveva ancora trovato la persona
giusta, era che la donna aveva l’occhio interiore chiuso di giorno ma
estremamente aperto di notte.
Si girò nel sonno e mormorò,
“Al sorgere del sole
l’unicorno e il grifone saranno uno”.
“Santana giusto?”
“Sì” Confermò la ragazza,
“Dove stiamo andando?”
“Nell’ufficio del preside” Brittany
annuì anche se le sembrava strano, ma quella ragazza sembrava sicura e
sorrideva trascinandola e stringendole la mano.
Si trovarono davanti al gargoyle e Brittany lo guardò,
“E’ qui l’ufficio del preside?”
“Sì… non ci sei mai stata?”
“No, tu sì?”
“Sì” Brittany fece una faccia
impressionata,
“Allora sei importante!” Santana la osservò e sorrise,
“Ci sono stata per cattiva condotta!” Brittany
la guardò incredula,
“Non ci credo!” E scosse la testa facendo ondeggiare i
capelli, Santana la guardò attirata dalle sue labbra, desiderando baciarla più
di qualsiasi altra cosa. Chiuse gli occhi e si voltò verso il gargoyle.
“Bilancio” Pronunciò e il gargoyle
si mosse,
“Wow! Sai anche la parola d’ordine!”
“Figgins non cambia mai parola
d’ordine…” Le tese la mano e la ragazza la prese fiduciosa salendo accanto a
lei sulle scale che si mossero ruotando fino all’ufficio del preside.
“E ora?” Chiese Brittany,
“Ora…” Santana spaziò con lo sguardo nello studio rotondo
osservando i ritratti addormentati, “Lì!” Disse poi avvicinandosi
all’armadietto posto in una piccola rientranza nel muro.
“Cosa fai?” Chiese Brittany
osservando affascinata Santana che cercava tra le cose di Figgins,
“Trovato!” disse e mostrò a Brittany
la piccola fiala di vetro, “Bene ora devo solo… ricordare…” disse la ragazza
puntandosi la bacchetta alla tempia,
“Hei aspetta!”
“Brit, mi devo concentrare…”
“Non si punta la bacchetta alla tempia!” Disse la ragazza
seriamente preoccupata,
“Devo estrarre dei ricordi per te…” Le spiegò Santana,
“Per me?”
“Sì…” Brittany fece una faccia
alquanto perplessa poi annuì,
“Va bene, ma fai attenzione!” Si allontanò da lei di qualche
passo per lasciarla concentrare.
Passarono alcuni minuti e visto che Santana teneva gli occhi
chiusi e non succedeva niente Brittany iniziò a
guardarsi attorno. I suoi occhi si illuminarono e lei scattò in piedi, cercando
di non fare rumore. Si allungò e lo prese. Il Cappello Parlante. Erano sette
anni che desiderava chiacchierare con lui ancora una volta, senza indugio se lo
calò sulla testa.
“Oh! Il mio piccolo unicorno!” Mormorò la voce nella sua testa,
“Ciao!” Lo salutò Brittany,
“Dimmi, hai una domanda per me?”
“Sì, ti sei sbagliato quando mi hai
messo tra i Corvonero?”
“Io non sbaglio mai… e poi sei tu che
lo hai chiesto!”
“Lo so… ma…” Si interruppe perché non ricordava
proprio perché avesse insistito tanto, non Serpeverde perché, lei, non la
voleva come amica… lei chi?
“La tua mente è stata di nuovo
maltrattata… non mi piace!”
“Come?”
“Mancano delle cose… c’è una vecchia
cicatrice e una nuova…”
“Davvero?”
“Sì, piccolo unicorno, è tutto qua
chiaro nella tua mente!”,
“Fatto!” Brittany si voltò verso
Santana che teneva tra le mani una fiala traboccante di qualcosa di bianco e
luminoso.
“Sei bellissima!” Disse Brittany
osservando affascinata il modo in cui la luce si rifletteva sul volto di
Santana. La ragazza sorrise,
“Vieni…” Aprì l’armadio che le aveva indicato e il sorriso le
si bloccò sulle labbra. Infilò la mano nel pensatoio, “Dov’è?”
“E’ qui…” Le disse Brittany confusa
indicando il bacile di pietra,
“No! Questa è solo pietra! Ci vuole la pozione!” Santana
guardava incredula il pensatoio vuoto scuotendo la testa,
“Mi dispiace…” Sussurrò Brittany,
aveva sulla testa il Cappello Parlante ma lui taceva, a quelle parole Santana
si voltò verso di lei, la fialetta dimenticata tra le mani, il viso rigato da
lacrime,
“Io ti amo…” Disse stupendo Brittany,
“Io… sei gentile… ma ecco… io non ti conosco e…” Santana
annuì incurante delle lacrime,
“Lo so…” alzò la mano con la bacchetta,
“Expecto patronum!”
Chiamò e dalla sua bacchetta fuoriuscì l’anatra multicolore,
“Oh…” Disse solo Brittany
osservando meravigliata l’anatra,
“Ti amo…” Disse Santana puntandosi di nuovo la bacchetta alla
tempia, quel ti amo fece felice Brittany e quella
felicità non proveniva dal contatto con il Patronus,
nasceva dentro di lei, alzò gli occhi su Santana e si irrigidì,
“Cosa fai?” Chiese allora tesa,
“Non voglio ricordare se tu non ricordi…” Santana lasciò
cadere la fiala di vetro che si infranse a terra. Ci aveva creduto davvero,
avrebbe condiviso i suoi ricordi con Brittany, tutto
sarebbe andato al suo posto, la mente della ragazza avrebbe congiunto i
sentimenti che non si cancellavano con i ricordi donateli da lei. Ma non
funzionava, non avrebbe funzionato.
“Ora piccolo unicorno, il tuo grifone
ha bisogno di te! La bacchetta Brittany!”
“Obliv…”
“Protego!”.
L’incantesimo di Brittany assorbì
quello di Santana che la guardò,
“Brittany, ti prego, io devo dimenticarti…
non posso guardarti sapendo che non mi ami più!”,
“Io non capisco… ma non mi piace! Quell’incantesimo è brutto,
non ti permetterò di usarlo!” Alzò la bacchetta combattiva e Santana la guardò
in silenzio poi alzò la sua,
“Expelliarmus!” la voce di Brittany risuonò forte e decisa mentre quella di Santana
rimase bassa, ma gli incantesimi erano di forza paragonabile.
Eppure le due bacchette non avevano intenzione di scontrarsi
o misurarsi. Forse sarebbe stato diverso prima di quella notte sulle mura,
prima che Santana accettasse a pieno il suo amore per Brittany
permettendo a sé stessa di usare la bacchetta d’unicorno.
Ora gli incantesimi si scontrarono nell’aria agglomerandosi
in un tutt’uno, avvolgendosi su se stessi, raccogliendo quello che stava loro
vicino e tornando indietro diversi.
Santana alzò la mano in un inutile tentativo di difesa e lo
stesso fece Brittany ma gli incantesimi le
incatenarono.
Unicorno e grifone furono solo più uno mentre il primo raggio
di sole colpiva la finestra illuminando la stanza.
Santana aprì gli occhi, stava bene… Brittany!
Si tirò a sedere osservando con sgomento la stanza completamente a soqquadro.
Solo Brittany era sdraiata in un’isola di ordine. Il
Cappello Parlante giaceva a terra accanto alla sua testa. Santana si avvicinò
rapidamente a lei, respirava!
“Brit…?” Chiamò posando una mano
sul viso della ragazza, non ottenne risposte.
Non ricordava cosa fosse successo, gli incantesimi scagliati
dalle loro bacchette erano tornati addosso a loro, ma erano diversi… ricordò la
luce bianca e cercò con lo sguardo la fiala in cui aveva racchiuso, con una
certa fatica, tutti i suoi ricordi di Brittany. La
fiala era a terra infranta, ma i ricordi non c’erano più…
Si voltò a guardare Brittany con le
dita le accarezzò la guancia poi non resistette e si piegò su di lei
baciandola, gli occhi che le si riempivano di lacrime, ancora una volta era
stata Brittany a dover lottare perché lei non
distruggesse loro… anche se questa volta si era trattato di lottare per
qualcosa che non conosceva neppure…
“Ancora un minuto…”
“Brit… sono io…”
“Lo so che sei tu San… voglio dormire e sognare ancora un
po’…” Il cuore di Santana fece un balzo,
“Brit…” La ragazza aprì gli occhi
sorridendo,
“Sognavo di noi ed era così bello!” Disse, poi come se fosse
la cosa più normale del mondo, si tese per posarle un bacio sulle labbra, “Sei
venuta a dirmi che hai vinto il duello?” Corrugò la fronte, “Come sei entrata
nei dormitori?” Poi si guardò attorno mentre Santana sorrideva estasiata,
“Ti ricordi? Ti ricordi tutto!”
“San… siamo nella stanza delle necessità? Perché necessita di
un po’ di pulizie…”
“No amore! Siamo nell’ufficio del preside!” Brittany annuì e Santana la strinse per poi baciarla con
passione. Si separò da lei e rise,
“Ti amo! Ti amo così tanto!”
“Anche io ti amo San” Le disse Brittany
raccogliendo le sue lacrime di gioia.
“Forse è meglio se andiamo via… non credo che il preside Figgis sarà contento di trovarci qui!”
“Giusto… San perché siamo qui? E perché non me lo ricordo?”
Santana sorrise,
“Ti spiegherò tutto dopo, ora andiamo, presto, prima che il
castello si risvegli!”.
Note
E questo era l’ultimo capitolo!
Come al solito se mescoliamo magia e sentimenti il mix può
tutto, anche riparare un danno irreparabile! ;-)
Santana aveva perso le speranze e stava per combinarne una
delle sue, per fortuna Brittany ha lottato salvando
entrambe e il loro amore.
A domani per l’epilogo!
Ciao ciao e grazie mille a tutti, come sempre!!