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Autore: Jeck86    06/12/2012    0 recensioni
Allora...ci sono una ladra, un nano, un elfo.
C'è anche un vampiro che di lavoro fa l'oscuro signore di un impero.
Detta così sembra la barzelletta del fantasma formaggino.
Il nano deve portare un misterioso MacGuffin fino al palazzo dell'oscuro signore.
Uno dei personaggi è una MarySue saccente e perfettina.
Indovinate chi.
Resterete sorpresi.
Un aiutino: la MarySue non è la protagonista.
Vorrei ringraziare Bob_Ombadil, MaxT.M ed eugeal per i loro consigli.
E un grazie speciale a Valpur.
è grazie a Valpur che Dolf può cavalcare nel capitolo 10.
Sennò gli toccava farsi tutta la strada, fino al palazzo del cattivo, a piedi e con una armatura d'acciaio.
Genere: Comico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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2. C'era una volta…
 
C'era una volta, tanto tempo fa, nella famosa città di Badelia...
"Un re!" Diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta una ladra.
Una ragazza dall'agilità felina ed il corpo snello.
Questa ragazza si chiamava Viola.
Il suo nome, nella lingua di quel posto, è il nome del colore violetto, di uno strumento musicale simile al violino e di un fiore anche detto mammola.
 
Qualcuno potrebbe domandarsi perché le avessero dato quel nome.
Nel linguaggio dei fiori, quel particolare fiore simboleggia l'umiltà e la modestia.
Viola non era per niente umile, ma, anzi, orgogliosa come un leone.
Viola era però di condizione modesta, anzi, era povera in canna.
Viola non possedeva niente e quel poco che aveva lo aveva rubato ad altri.
 
Anche il legame con lo strumento musicale non era profetico perché, sebbene la ragazza avesse una voce melodiosa quando parlava, ella non sapeva affatto suonare ne cantare ed era anzi stonata come una campana.
Questo non le impediva di conoscere tutte le canzonacce da taverna più volgari e le piaceva molto cantarle a squarciagola, nelle osterie, quando era sbronza marcia.
 
Ma la vera ragione per cui le avevano dato quel nome era il colore dei suoi capelli che erano, proprio, violetti.
Una superstizione degli abitanti di Badelia dice che il colore viola porti sfortuna a chi lo indossa.
Questo forse si deve credere vero perché Viola era davvero sfortunata.
 
Viola non aveva mai conosciuto i suoi genitori.
Era, infatti, una trovatella.
Figlia, forse, di una prostituta,come tante ce n'erano nella città di Badelia.
Viola però amava pensare di essere la figlia di un amore contrastato di una nobile e di un plebeo(o di una plebea e di un nobile,dipendeva da come le girava al momento).
Viola era stata consegnata, appena nata, ad un orfanotrofio, come tanti ce n'erano nella città di Badelia
Lì aveva vissuto la sua vita fino a quando non era diventata grande.
A 13 anni, infatti, le istitutrici la cacciarono dicendo:"Ora che sei grande abbastanza, ciao ciao e tanti saluti. Scrivi."
Viola aveva cercato alloggio per un po'ed alla fine si era trasferita in un meraviglioso open space.
In pratica aveva traslocato sotto un ponte.
 
Senza arte ne parte come era, iniziò la sola carriera possibile per una ragazza nelle sue condizioni:il furto.
A 13 anni aveva rubato per la prima volta, a 15 la prima rapina, a 16 il primo scasso ed il primo furto con destrezza.
Dopo di che era entrata in una organizzazione più grande dove i soci più anziani le insegnarono a difendersi con il coltello e con la spada ed a taglieggiare i negozianti.
Ma quella vita non le piaceva poi tanto e così tornò, ben presto, al furto.
Non le piaceva molto neppure quello.
Molte sue compagne di orfanotrofio avevano trovato lavoro come prostitute ma Viola non era ne bella, ne formosa, ne sexy.
Viola era piatta come una tavola.
Il di lei viso era ben proporzionato ma troppo magro e con un naso adunco che lo sciupava.
Non che fosse brutta ma un uomo non avrebbe certo pagato per fare l'amore con lei.
Inoltre un orgoglio indomabile non le permetteva neppure di pensare a quella soluzione.
 
La vita di Viola faceva schifo se comparata a quella di molti altri nella città di Badelia.
Eppure la ragazza era una persona felice.
Per prima cosa non era tipa da abbattersi di fronte alle avversità ma anzi aveva una determinazione solida come una barra d'acciaio.
Secondariamente aveva molti amici tra le puttane e tra i colleghi ladri.
In fine Viola aveva sempre in viso un brillante sorriso perché come dice il saggio:"Quando tutto ti va male,sorridi...
così tutti penseranno che sei scemo."
Il detto comune è "Quando tutto ti va male, sorridi. Perché non sai chi può innamorarsi del tuo sorriso."
Ma mi piace di più la mia versione.
   
 
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