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Autore: SeverusPitonFanForum    23/06/2007    2 recensioni
un incidente nell'aula di pozioni ... come se la caverà Severusc?
autrice della storia Dian Nefer
Severus/Hermione
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli studenti del 3° anno Grifondoro-Serpeverde entrarono nell’aula di Pozioni con aria monotona.
Il professore era in piedi con le dita delle mani congiunte, tamburellanti tra loro, e un ghigno divertito stampato sul volto.
Ron Weasley accortosi di quei segnali esitò sulla soglia: «Oh, no.»
«Cos’hai Ron?» Domandò Potter.
«Non ho studiato e…» Confessò con tono incline all’isterico.
La porta dell’aula si chiusero magicamente alle loro spalle spingendoli all’interno della classe.
«Compito a sorpresa.» Proferì il professore.
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo terrorizzato.

Era trascorso all’incirca un quarto d’ora dall’inizio della lezione, quando il professore si era finalmente seduto alla cattedra appuntando qualcosa su di una agenda nera.
Qualcuno squittì incerto un:
«Ehm, professore…»
Piton alzò lo sguardo individuando la fonte.
«Cosa vuole Paciock?» Sbottò.
Il ragazzo sembrò essersi pietrificato.
«Paciock, io l’avverto…» Si avvicinò al Grifondoro.
«Professore…» Lo chiamò una voce distante.
«Silenzio signorina Granger.»
«Ma professore…»
L’uomo si volse fulminandola con lo sguardo.
«Professore volevo dirle che il calderone di Paciok sta per esplod…»
Il professore si voltò di scatto verso l’alunno.
BOOOOM!

Neville aprì gli occhi timoroso. Ovunque intorno a loro una sostanza gialla come il mais ricopriva ogni superficie; lui però non era sporco, perché?
«Paciock, sono costretto a riproporre la sua espulsione da Hogwarts.»
Neville si accorse che Piton lo fissava con aria rassegnata.
«State tutti bene?» Domandò Hermione facendosi largo tra la melma con un incantesimo a sfera che sembrava averla protetta dall’esplosione.
Piton alzò un sopraciglio. Non avrebbe mai creduto che qualcun altro avrebbe avuto la sua stessa idea.
«Sono riuscito a proteggere Paciock, che essendo più vicino avrebbe potuto riscontrare più danni, ma come può vedere…»
«Che disastro!» Soffiò Neville alla vista dello stato della classe.
I tre sussultarono accorgendosi che di tutti gli alunni erano rimaste solo le vesti. Al professore scivolò la bacchetta di mano. Hermione urlò. Neville cadde all’indietro svenendo.
Piton prese dalla mano di Hermione la sua bacchetta e ripulì la classe con un veloce incantesimo, raccolse la propria con un incantesimo di appello e raccolse da terra il povero Grifondoro.
Hermione corse verso il banco in cui avrebbero dovuto esserci Harry e Ron.
Sollevò il colletto della tunica del primo e…
Piton si sentì tirare il lembo del mantello; si girò. Dietro di lui un Draco Malfoy di soli 3 anni teneva tra un manina paffuta il tessuto nero del suo mantello, mentre aveva il pollice dell’altra in bocca e lo guardava con espressione neutra.
Hermione scoppiò a ridere rossa in viso: di fronte a lei c’era il suo amico Harry ringiovanito di dieci anni che la guardava vacuo con i suoi enormi occhi verdi.
Neville si riprese in quel momento, ma alla vista di un bambino che lo fissava dritto negli occhi, tendendolo stretto dalle orecchie e vestito da un enorme camicione bianco con una lenta cravatta rossa e oro risvenne.
Intanto la Giovane Grifondoro aveva alzato anche la camicia di Ron trovandolo, anch’egli, ringiovanito di una decina d’anni, dallo sguardo brillante e le mani protese verso di lei come se volesse essere preso in braccio: «’Mione.»
«Ciao Ron.» Lo salutò lei.
Il professor Piton intanto si era accovacciato in un angolo buio facendo alcuni cerchi nella polvere ( ) , mentre per la classe comincia a gironzolare qualche bambino completamente nudo o addobbato da cravatte e camice eccessivamente grandi.
Hermione si votò sorridente verso quella scena e a stento trattenne un risolino individuato l’insegnante.
Gli si avvicinò:
«Professore? Professore si sente bene?»
Questo si alzò, s’impettì e la guardò austero:
«Certo che sto bene signorina Granger. Io mi occupo di Paciock, lei pensi ai suoi compagni.»
«Eseguo.» Ridacchiò.
Quando Neville tornò in sé la scena che si presentò ai due uomini fu la seguente:
I più temerari dei piccoli alunni si erano arrampicati su di alcuni scaffali, quelli meno spericolati correvano per l’aula sfiorando gli angoli dei banchi e inciampando spesso nei loro stessi indumenti, Hermione trafelata ma divertita rincorreva un bambinetto dai capelli neri e un altro dai capelli rossi che sembrava correre più lentamente e proprio per questo il primo lo spintonò facendosi largo per sfuggire dalle grinfie della ragazza che voleva fargli indossare un paio di pantaloni rimpiccioliti.
Piton si diresse a passo svelto verso la Grifondoro, la bloccò per una spalla.
«Granger, dei mocciosi mi occupo io, lei vesta le bambine.»
Non c’era alcun dubbio Piton era nettamente in imbarazzo, le gote rosse e l’espressione evasiva; Hermione non si trattenne quando quei tratti si confermarono maggiormente nel momento in cui una sua piccola compagna porse all’uomo un reggiseno con fare compiaciuto.
«Non è affatto divertente signorina Granger! La smetta di ridere.»
«Ahahah, si, mi scusi Coff-Coff, ahaha!»

Anche Paciock si rese utile indicando ai due i casi più critici:
«Hermione, lì sullo scaffale, James sta cadendo!»
La ragazza afferrò appena in tempo il pargolo, ma inesorabilmente un vasetto cadde andando in frantumi.
All’udire del suono prodotto dal disastro i bambini sembrarono impazzire, corsero immediatamente dell’adulto e si strinsero a lui impauriti e piangenti.
«AAAAAAH! PLOFESSLOLE!»
«MWAAAAAAAAA!VOGLIO LA MAMMA!»
«’lofessol ‘iton ho paula!»
«Granger per tutti i Gargoylle faccia qualcosa, devo cercare un rimedio al disastro causato da Paciock!»
Hermione cercò di levare di dosso i piccoli dal professore, ma questi sembravano non volerne sapere.
«Plofessole, ho fame!»
«Plofessole ho sonno!»
«Plofessole, ho sete!»
«Plofessore, devo fale la pipì.»
A quest ultima dichiarazione l’insegnante guardò la ragazza esasperato, fissò gelido negli occhi ogni singolo moccioso e quando tutti zittirono dalla paura lui li fece levitare fin sopra ai banchi ed assegnò ad ognuno di loro una scatolina.
«Cosa sono professore?»
«Scatole vuote, ci metteranno un po’ prima di capire che non sono affatto divertenti. Nel frattempo…Paciock, si renda utile, vada a chiamare il preside. Gli dica che è un codice rosso.»
Detto questo si mise a leggere un voluminoso tomo impolverato.
I minuti passarono in fretta e i bambini come prevedibile dopo una decina di questi lasciarono perdere i contenitori, passarono quindi ad ispezionare l’intero ufficio del professore da cui scaffali fecero cadere ampolle, cofanetti e sacchi dai contenuti più fantasiosi. Naturalmente Hermione ne salvava il 99% ma il resto? CRASH!
«Signorina Granger, insomma! Sono ingredienti molto rari e le ricordo che sto cercando di concentrarmi!»
La ragazza fece un incantesimo “Immobilus” che finalmente le era venuto in mente.
I bambinetti si bloccarono nelle loro posizioni; la ragazza raggiunse la cattedra, sbatté la mani su di essa e fissò diritto negli occhi il professore che teneva lo sguardo saldo sulla propria lettura.
Il mago finì di leggere il paragrafo e tenendo il segno con il dito, alzò gli occhi:
«Cosa c’è signorina Granger?»
«C’è che lei non è mai contento! Come può vedere ho bloccato i bambini, ora mi dica perché non l’ha fatto lei invece di lamentarsi fin ora?»
«Semplicemente perché è nocivo utilizzare sui bambini piccoli certi incantesimi.»
Hermione assunse un aria preoccupata mentre il professore si alza va prendeva tra le braccia un bambino con in mano un vasetto, solo che il bambino, che era stato bloccato un attimo prima che lo facesse cedere; non aveva una presa ben salda, e il vasetto cadde a terra andando in mille pezzi.
Una fine polverina nera si disperse nell’aula, Hermione e l’insegnante ne respirarono un po’ e dopo aver messo a posto il disastro si sentirono entrambi inesorabilmente stanchi.

Hermione si risvegliò con un capogiro e la prima cosa che vide fu il professor Piton steso proprio di fonte a lei, su un letto di seta nera, con le palpebre chiuse un espressione beata.
Trattenne le grida a si mise a sedere.
«La cosa positiva è che sono vestita.» Si disse guardandosi la divisa da Grifondoro.
«La cosa terrorizzante invece sarà scoprire che…»
«Granger, cosa diavolo ci fa nel mio letto?»
Hermione si voltò a guardare il professore e si tappò immediatamente gli occhi.
L’uomo si era tolto le lenzuola di dosso ed insieme all’alunna si era scoperto in mutande.
«Ma che diavolo è successo!?» Domandò Piton. Hermione che si era voltata dalla parte opposta scoprì uno specchio affianco a lei e andò a controllare lo stato del proprio viso. Aveva il volto completamente ricoperto di pastrocchi.
Il professore ormai vestito la raggiunse:
«Che succede?» Domandò.
«AHAHAH! Professore, si guardi allo specchio!Ahaha!» L’uomo eseguì. Anche la sua faccia era completamente pasticciata e due lunghi finti baffi gli si arricciavano sulle guance.
«Usciamo immediatamente di qui! Glie la farò pagare a quelle canaglie!» Esclamò pulendosi il volto con un incantesimo.
Hermione lo seguì divertita, soprattutto perché l’uomo aveva infilato i pantaloni al contrario nella fretta.
Forse le lesse nel pensiero o forse se ne accorse guardandosi mentre usciva, fatto sta che tornò immediatamente indietro, andando scontrarsi contro la ragazza e facendoli capitombolare a terra.
Hermione giurò a sé stessa di non essersi mai sentita tanto in imbarazzo, le sue labbra avevano sfiorato le guancia dell’insegnate che era arrossito violentemente, un po’ per la figuraccia un po’ per l’accaduto, e che oltretutto sembrava aver reagito al contatto in un modo tutto suo ( E chi ha fantasia per intendere intenda XD NdNaomy).
Piton si alzò di scatto correndo verso una porticina accanto al letto, l’aprì e entrato nella stanza si chiuse al suo interno.
Hermione intanto uscì dall’ufficio dell’insegnate, i corridoi erano deserti ma era chiaro che qualcosa fosse fuori posto.
Tutte le pareti dei corridoi erano segnate da strisce d’inchiostro nero. La ragazza seguì le tracce e si ritrovò di nuovo in aula di Pozioni dove i bambini dormivano beati sotto lo sguardo vigile del preside.
Il professore di Pozioni varcò la soglia dell'aula una decina di minuti dopo.
Hermione era seduta alla c
attedra e leggeva il tomo adagiato su di essa. «Signorina Granger, chi le ha dato il permesso di...» Le si avvicinò con passo austero e iracondo.
«Sono stato io Severus, perdonami. Ho chiesto alla signorina Granger di continuare la ricerca per la soluzione a questo incidente in modo da non perdere tempo.» Spiegò Silente.
Piton si bloccò di colpo: «Signore…»
L’anziano lo zittì: «Avanti Severus, non perdiamo altro tempo. Dai una mano alla signorina Granger. Io porto i piccoli dalla professoressa McGrannit, ci prenderemo noi cura di loro.»
I bambini uscirono seguendo in fila il preside.
Quando la porta si chiuse il professore scivolò fino alla cattedra e facendo spostare la ragazza vi ci si sedette.
Hermione fece apparire un sedia dal primo banco e la pose di fronte alla cattedra, si sedette e aprì un alto tomo.
Procedettero nelle ricerche, ma all’improvviso, nell’accavallare le gambe, la ragazza sfiorò casualmente il polpaccio del professore. Questo sussultò.
«Signorina Granger! La prego di finirla!»
Hermione lo guardò sgranando gli occhi: «Ma professore, cos’ho fatto questa volta?»
« Due punti in meno a Grifondoro per la sua insistenza.»
Hermione allora capì che forse il professore aveva collegato quel errore al incidente avuto nel suo ufficio. Caspita, se quello era il vero Piton, timido, impacciato e vulnerabile, era davvero da rivalutare, più o meno come la clessidra di Grifondoro lo sarebbe stata alla fine di quel inferno.
«Professore, mi permette una domanda?»
«Che cosa vuole Granger?»
Ci giochiamo il tutto per tutto? (Tanto è una FF Hermione NdNaomy)
«Che cosa farebbe lei se le dicessi che in mutande non è male?»
La poltrona di Piton ebbe un collasso: cadde all’indietro portandosi con sé l’insegnante.
Hermione ridacchiò.
All’improvviso sentì una stretta alla caviglia: «Professor Piton che diavolo sta facendo?»
Questo andò a sbattere contro la cattedra facendola sobbalzare, poi massaggiandosi il capo sbucò da dietro di essa: «L’ho trovata!»
(Inutile descrivervi l’espressione di Hermione in quel momento)
Piton mostrò alla ragazza un bigliettino di carta consumato.
«Lo aveva sotto hai piedi! È l’antidoto dei nostri problemi.» Esclamò dirigendosi verso un calderone.
Come se sapesse i procedimenti e gli ingredienti a memoria, preparò l’antidoto in pochi minuti.
All’improvviso però, qualcosa andò storto. Mentre il preparato stava bollendo, una goccia della pozione di Paciock cadde in testa al professore di Pozioni, che dopo qualche secondo si ritrovò ringiovanito di circa venti anni. Hermione fino a quel momento impegnata a svolgere una ricerca per scoprire di più sull’origine del filtro, si voltò trovandosi di fronte un adolescente dai lunghi capelli corvini, gli occhi neri che sembravano carbone e la pelle bianca come il latte.
«Professore?»
«Granger? Perché mi guarda così?»
«Professore, lei…»
L’uomo si esaminò: «Non ci posso credere! E adesso? Non ho alcuna intenzione di rimanere così un minuto di più, la mia adolescenza mi è bastata ed avanzata!»
Hermione si avvicinò all'ormai coetaneo serpeverde e gli tappò la bocca con un lungo bacio, voltando gli occhi la cielo.
Il quel momento il calderone fischiò, segno che l’antidoto era pronto.
«Ripensandoci…» Riflesse Piton, mentre si sporgeva per dare, questa volta lui, un bacio alla ragazza.
Hermione si scansò andando a prendere la pozione e travasandola in un ampolla ne versò un goccia sul capo del Serpeverde, che riprese immediatamente la sua età originale e rosso in viso si sistemò gli abiti.
GNEEK!
La porta si aprì e Silente, la McGrannit e i mocciosi entrarono nell’aula.
I due anziani si occuparono di restituire agli alunni il loro aspetto nel frattempo che Piton e Hermione erano usciti dall’aula.
«E così gli unici a poter ricordare ciò che è successo…»
(Gli altri alunni non ricordavano nulla, in quanto erano troppo piccoli per riuscire ancora a farlo NdNaomy)
«…siamo noi.» Completò Piton.
«Professore se ora lei dovesse, insomma…» «Non un'altra parola Granger, tra noi non è successo nulla. Buona giornata.»
Il professore si allontanò facendo svolazzare il suo mantello alle proprie spalle. Hermione si portò una mano all’orecchio, tra i capelli aveva qualcosa; un bigliettino. Lo aprì, diceva:

“Non bacia per niente male…2 Punti a Grifondoro per i coraggio con cui ha affrontato la situazione Buona giornata.

Professor Severus Piton.

Ps. Se dovesse dire a chiunque di avermi visto in mutande: io lo saprò…e allora saranno 200 punti in meno a Grifondoro.”
  
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