Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Aiko Aislinn Jane    06/12/2012    3 recensioni
Dopo la fine della guerra, la vita riprende a scorrere, il villaggio torna alle sue giornate e la gente riprende a vivere dopo aver pianto i suoi morti. È una giornata come molte altre, forse solo un po’ più fredda, quando Shikamaru esce per fare due chiacchiere col suo maestro.
Questa storia mi è stata chiesta su facebook da Genny Sama e spero che le piaccia. Quando le ho chiesto in che momento doveva essere ambientata ha risposto Shippuden, ma sono partita a scrivere e solo dopo mi sono resa conto che era ambientata più tardi. Mi sembrava inadatto riscriverla cercando di ambientarla in quella saga, anche considerando il contesto; quindi spero la apprezzerà ugualmente!
P.s. l’ultima frase della storia è presa da Harry Potter xD non centra niente, lo so, ma ci stava bene a mio modesto parere, non ho saputo resistere e ce l’ho messa!
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Asuma Sarutobi, Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Kurenai Yuhi, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Io esco ma’» borbottò Shikamaru a sua madre, indossando il giubbino e avviandosi sotto la neve. Più tardi Choji e Ino lo avrebbero raggiunto, ma innanzitutto voleva parlare con lui da solo, perché aveva tanto da raccontargli. Tra gli impegni che, con suo grande disappunto, lo tenevano occupato tutti i giorni, era da un po’ di tempo che non andava a trovarlo. Si avviò con lentezza, il capo chino e le spalle curve, le mani in tasca per il freddo, assorto nei suoi pensieri. A parte prestare attenzione a non sbattere contro qualcuno, non aveva bisogno di guardare dove andava: la strada ormai la conosceva a memoria, tante erano le volte che l’aveva percorsa; i suoi piedi lo guidavano automaticamente. Passò davanti a case e negozi, rivolse qualche cenno di saluto a chi chiamava il suo nome. Arrivò all’ingresso in una decina di minuti e subito la sua mente si svuotò da ogni pensiero superfluo, lasciando solo quello che voleva dire, così non avrebbe dovuto perdere tempo.

A quel punto alzò lo sguardo, sentendo il peso che quel luogo portava in sé: erano così tante le vite che vi riposavano, così tante le persone che quasi ogni giorno vi si recavano per salutare i cari defunti, diventati molti di più in seguito alla fine della guerra. Shikamaru non avrebbe voluto essere tra quelle persone, non così presto; il sensei del Team10 non avrebbe dovuto morire. Ma l’aveva fatto, e lui ora era lì.

Passò oltre l’ingresso del cimitero e si avviò nel prato, lasciando le impronte dei sui passi nella neve alta già diversi centimetri. Quando si avvicinò alla tomba di Asuma–sensei vide che la neve era già stata calpestata e che non doveva essere passato molto da quando qualcuno aveva visitato la tomba. Le due serie di impronte avanzavano vicine, a sinistra quelle più grandi e a destra quelle più piccole, molto più numerose: passi di un piccolo che stava dietro alla sua mamma. Kurenai–sensei doveva essere stata lì con il figlio. La mente di Shikamaru riprese a vagare e immaginò la donna in piedi davanti alla lastra bianca su cui era inciso il nome di Asuma, con il piccolo coperto da abiti pesanti per non fargli prendere freddo; avrà parlato ad Asuma di come stava crescendo bene e al piccolo avrà detto che lì sotto era sepolto il suo papà, un grande Shinobi morto con onore. Li aveva accompagnati lì alcune volte e lei non mancava mai di ricordare al suo bimbo quale splendido uomo era stato il suo papà.

Shikamaru si riscosse dai pensieri e dai ricordi non appena giunse davanti alla tomba. Poggiò un ginocchio nella neve, incurante delle chiazze bagnate e gelide che si allargavano sulla gamba del pantalone. Per alcuni minuti rimase lì in silenzio, fissando la lapide e i fiori freschi che Kurenai–sensei vi aveva posato.

«È passato così tanto tempo dalla tua morte, sono successe così tante cose… ma tu già le conosci, te ne abbiamo parlato tutti» aggiunse ridacchiando appena. «Il piccolo sta bene sai, è forte e dispettoso, ma per fortuna piange pochissimo, sai che scocciatura sarebbe star dietro a un moccioso frignante. Si vede che è tuo figlio, ti assomiglia» commentò. «Ma cosa te lo dico a fare? Viene qui sempre con la sua mamma, tu sai già tutto. In effetti non ho molto da dirti, le giornate vanno avanti sempre uguali, sempre la stessa seccatura, una dopo l’altra dall’alba al tramonto. Ora che la guerra è finita non c’è un granchè da fare, non so se esserne felice, la routine è così noiosa, ma anche dover stare sul campo di battaglia giorno e notte era una bella rogna

Si fermò dopo aver esaurito le parole. Ora che ci pensava, non aveva proprio chissà cosa da dirgli. Cosa avrebbe potuto raccontargli? Di suo figlio sapeva già tutto, di lui pure, della vita alla Foglia dopo la guerra anche. In effetti, riceveva così spesso visite da Kurenai–sensei o da loro del Team10 che era quasi più aggiornato di loro stessi. Proprio come se vivesse ancora con loro, ogni giorno.

Sentì il rumore di piedi che sprofondano nella neve e si voltò ad accogliere Choji e Ino, che avanzano verso di lui, lei con le mani in tasca per il freddo, Choji con un sacchetto di patatatine in una mano e l’altra che le toglieva a manciate e le portava alla bocca. Sorrise quando i suoi compagni lo raggiunsero.

«Visto? Siamo ancora insieme e stiamo tutti bene. Anche se anche loro due ogni tanto sono una scocciatura…»

«Il Team10 è ancora unito, siamo ancora qui con te» disse Ino rivolta alla lapide dopo avergli tirato una gomitata al fianco.

«Questa è per te sensei» aggiunse Choji. Prese l’ultima patatina del sacchetto e la posò ai piedi della tomba.

Già, il Team10 era ancora unito, dopo tutte le difficoltà affrontate insieme, ora più che mai. E andava tutto bene.

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Aiko Aislinn Jane