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Autore: moonlightshine98    06/12/2012    2 recensioni
Si chiama Stefania. Si chiama Steafania ed ha avuto una vita difficile. Si chiama Stefania, ha avuto una via difficile ed io le voglio bene. E' incredibile come ci si possa fidare di qualcuno conoscendolo da poco tempo. Forse è una questione di pelle, forse di parole, oppure di simpatia istantanea, fatto sta che, con certe persone, si è in grado di instaurare un rapporto solido fin dalle prime parole. Magari è stato così anche per me. Lei si chiama Stefania, io la chiamo Ste ed è una delle mie migliori amiche.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer. Stefania - nome fittizio - ha dato il suo consenso al fatto che io scriva e pubblichi una storia che parla di lei.
Ste: una storia che fa piangere.

Quando la vidi per la prima volta, il primo giorno di scuola, mi sembrò una ragazza chiusa e un po' ribelle. Lei è una di quelle persone che, al primo incontro, ti scrutano attentamente, come se cercassero una possibile minaccia in colui che gli sta di fronte. Si nascondeva dietro le ciocche di capelli scuri, gli occhi osservavano ogni particolare, preoccupati ma anche un po’ felici nel vedere ciò che le stava davanti. 
Il secondo giorno era già più aperta ma c'era qualcosa che la rendeva diversa dagli altri. Lo scattare ad ogni mossa inaspettata, l'evitare le domande sulla sua famiglia, l'aggressività in alcune risposte, in certi comportamenti. Erano tutte cose che riconoscevo perché anche io sono così, sempre attenta a ciò che mi circonda.
Durante la gita di accoglienza mi disse di essere di origine brasiliana, che era stata adottata, ma quando cercai di scoprire qualcosa sui suoi veri genitori lei mi liquidò con un: - Non mi piace parlarne, è una brutta storia. - così evitai di fare altre domande a riguardo.
Due giorni dopo la gita cominciarono a girare per la classe alcuni fogli per scriverci i numeri di telefono, cosicché tutti avessimo quello di tutti. Stefania ebbe il mio ed io il suo.
Quello stesso pomeriggio mi chiamò. Così, per fare due chiacchiere, per farsi spiegare alcune cose che non aveva capito in previsione di una verifica e seppi che ha un gatto: Cocaina. Un nome quantomeno... particolare per un gatto.
Andò avanti così per un paio di giorni ancora finché, chissà come, durante una delle nostre solite chiamate, finimmo per raccontarci la nostra vita. Così come non è stata costantemente luminosa e felice la mia, non lo è stata neanche la sua, anzi.
Così, durante quella telefonata, conobbi la sua storia. La sua difficoltà ad affezionarsi alle persone era dovuta al fatto che sua madre l’ha abbandonata all’età di soli tre anni davanti ad una casa. Il suo essere aggressiva è una reazione inconscia al fatto che il suo primo padre adottivo la picchiava. La costante attenzione a chi e a ciò che la circonda, come se avesse paura che qualcuno le facesse del male, abusasse di lei, come fece il suo fratellastro quando aveva poco più di sei anni.
Io la ascoltavo con occhi e bocca spalancati, perché non credevo che potesse averne passate così tante.
Non posso dire che capisco cosa ha provato in ogni situazione, tranne che in una:so cosa significa che qualcuno di cui ti fidi tenti di abusare di te. È un ricordo che non si può cancellare, un’inquietudine che ti striscia dentro come un serpente, pronto a morderti in ogni occasione.
Il giorno dopo la guardavo con occhi diversi. Sentivo di avere qualcosa in comune con quella ragazza, a prima vista tanto strana, sentivo di poterla capire come nessun’altro poteva.
E so che lo percepiva anche lei, perché i suoi – Ti voglio bene. – non sono solo parole buttate al vento. E quindi, quando mi guardò con i suoi grandi occhi scuri, pronunciando quelle tre paroline tanto usate al giorno d’oggi, tanto che hanno quasi perso valore, mi venne spontaneo risponderle – Anch’io, Ste. – perché è vero.
Ed è così, raccontandoci la storia della nostra vita, scherzando sui professori, passandoci bigliettini, ridendo, cantando, scherzando, aiutandoci, che siamo diventate amiche.


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Note.
Questa è una storia vera.

 
   
 
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