"Sei davanti a me,ti sto osservando
sei meraviglioso,avei tante cose da dirti,moltissime
di quanto sei importante per me,
di quanto ti amo.
Ma sono lì,non riesco a formare parola,
il solo pensiero del tuo sguardo
mi affascina e mi distrugge al tempo stesso,
scuote il mio pianto il tuo respiro,quando so che non
è dedicato a me
Mi addolora il tempo
il ritmo del tuo battito
quando so che sta
battendo per un'altra,o forse
per te stesso.
Non riesco a dimenticarti,ma forse in realtà non voglio
perchè come si puo' dimenticare il giorno in cui hai visto per la prima volta le stelle
piu belle,così io non posso dimenticare
quando vidi te,e me ne innamorai"
Questo la bella Ninfa pensava quando Ulisse approdò da lei.
Calipso lo trovò
seduto sul lido: né mai gli occhi
erano asciutti di lacrime, e la dolce vita si consumava
a lui che piangeva per il ritorno, poiché la ninfa non più gli piaceva;
e la notte invero egli dormiva ma per necessità
nel cavo antro, non volente accanto a lei volente,
e il giorno poi, seduto sulle rocce e sul lido,
in lacrime e gemiti e affanni lacerandosi il cuore
guardava verso il mare inquieto stillando lacrime.Calipso ancorà una volta tentò.
Bella,immortale,con occhi di bosco e forme
di fuoco.
Ancora tentò di sedurre il nudo Odisseo.
"L'immortalità ti offro,la mia
bellezza immortale,la tua vita
per sempre.
Non piu dolori,non piu affanni.
Solo i nostri corpi e i nostri cuori."
Rifiutò il divino Odisseo.
"Bella tu sei,mille e mille volte piu della
mia moglie Penelope.
Ma tanto si speza il caro cuore,al ricordo
Della casa dei Padri
e dell'aspra Itaca.
Ti abbandono o Dea,ti lascio O Ninfa."