Il ragazzo aspettava pazientemente, era giovane, aveva appena vent’anni e, a dispetto del suo carattere focoso e passionale, aveva imparato ad essere molto paziente.
Faceva freddo per essere estate ma non era per questo che rabbrividiva: era sconvolto per quello che aveva sentito.
Cosa avrebbe dovuto fare? Quale era la cosa GIUSTA da fare? … e aveva paura, paura di affrontare quello che aveva imparato a chiamare il Dark Lord. Non dovette aspettare molto in realtà: solo quindici interminabili minuti.
La porta della “Testa di porco” si aprì e ne vide uscire una figura familiare con i lunghi capelli e la barba completamente bianchi, fortunatamente in giro non c‘era nessuno.
“Professor Dumbledore”
Il professor Dumbledore si voltò e distinse, alla debole luce della sera nel vicolo accanto alla testa di porco, la sagoma familiare di un ragazzo magro, alto e vestito di nero, un ragazzo che aveva visto crescere.
“Severus, ragazzo mio perché sei venuto qui stasera?” la voce aveva una sfumatura di durezza.
“Me l‘ha ordinato lui, sì … insomma … il Dark Lord” Severus sospirò “e al Dark Lord è meglio non disobbedire.”
Anche alla debole luce che proveniva dalle finestre di Hogsmeade la faccia di Dumbledore appariva stupita e preoccupata.
“Voldemort ti ha ordinato di venire da me? Perché? Sospetta qualcosa?”
“No, non credo, non più del solito almeno … lui … credo che non si fidi mai completamente di nessuno.”
Severus guardò nuovamente il professor Dumbledore, non poteva fare a meno di stupirsi del fatto che fosse sinceramente preoccupato per lui. Non gli piaceva affatto avere qualcuno che si preoccupava per lui, era un legame e avere legami era un lusso che non si poteva permettere.
“E‘ incredibile ma mi ha mandato da lei a chiederle un lavoro … vuole che occupi la cattedra maledetta, quella di difesa contro le arti oscure”
“Cosa? E perché mai …?”
“Per spiarla professore, vuole che le stia vicino … e gli riferisca le sue mosse, tutto quello che riesco a sapere … chi incontra, con chi è in corrispondenza, chi le è fedele, chi invece potrebbe avere motivi per avercela con lei, se ha problemi di salute … mi ha detto che ogni particolare può essere importante.”
“Perché esporti al pericolo della maledizione? Una spia preziosa che tra un anno dovrà andar via e non è detto che vada via in buona salute …”
“Non credo che gli importi niente di quello che può succedere a me o a chiunque, gli altri si illudono di godere della sua fiducia e della sua considerazione … ma è come lei mi aveva detto professore: al Dark Lord importa solo dei suoi scopi”
In alto, tra i tetti delle case che chiudevano il vicolo, si vedeva qualche stella che brillava tra le nuvole bianche che passavano veloci.
“E‘ … non è umano, professore” la voce di Severus suonò spaventata e questo lo irritò.
Il professor Dumbledore invece ne fu scosso, Severus aveva vent’anni, un ragazzino con una vita davanti e lui lo esponeva ad un rischio enorme … ma non aveva altra scelta e doveva portare il peso anche di questa responsabilità: se Voldemort avesse vinto neanche per Severus ci sarebbe stato un futuro.
“Quella donna, professore …” lo richiamò alla realtà Severus “quello che diceva … era una profezia!? Io non credevo che esistessero veramente … che si potesse ascoltarne una così, per caso … Parlava del Dark Lord, diceva che può essere sconfitto … che sta per nascere qualcuno in grado di sconfiggerlo!”
Severus senti il suo animo riempirsi di gioia: sarebbe stato sconfitto, Voldemort avrebbe pagato per tutto il male che gli aveva fatto. Ma durò un attimo. Severus non aveva mai creduto a tutte quelle sciocchezze che si studiano a divinazione.
“Certo che può essere sconfitto” ribattè il professor Dumbledore ”perché combattiamo allora …? perché hai accettato di fare l‘infiltrato tra i mangiamorte …? La profezia … è una sciocchezza.” Il professor Dumbledore sorrise: “non mi sarei mai aspettato che proprio tu fossi una di quelle persone che credono a queste sciocchezze, Severus. … Sei così razionale, tu.” il sorriso del professor Dumbledore si fece più ampio.
“Ha ragione professore”
Severus non mostrò la delusione che le parole del professor Dumbledore gli avevano causato. Per un attimo era stato così sicuro, così certo della vittoria … Da quando era entrato nei mangiamorte ed aveva visto di cosa erano capaci, quanto potente fosse il Dark Lord era diventato consapevole che le probabilità di sconfiggerlo erano molto basse. Per un attimo si era illuso ma anche coltivare illusioni era un lusso che non si poteva permettere.
“Che faccio professore?” chiese “Cosa gli dico?”
“Digli che non hai avuto il lavoro, che la cattedra era già stata assegnata ma che, se ti presenti tra un anno, quando Lumacorno andrà in pensione, avrai la cattedra di pozioni.”
“Cosa? La cattedra di pozioni?” vSeverus era inorridito all’idea di tentare di insegnare pozioni ad un branco di ragazzini che non attribuivano importanza alcuna alle pozioni, che non ne capivano la bellezza, che non avevano l’intelligenza necessaria per comprendere la logica che sottostava alla preparazione delle pozioni.
“Questo farà in modo che Voldemort non ti esponga Severus” disse Dumbledore dolcemente ”La speranza di poter piazzare una spia a Hogwarts, sia pure tra un anno, farà sì che non ti faccia partecipare … a missioni sanguinarie”
“E riguardo alla profezia, professore?”
“Raccontagli pure tutto Severus, mio fratello ti ha visto, la Cooman ti ha visto … è troppo pericoloso per te non dirglielo.
E poi … che importanza vuoi che abbia?”


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