Il treno fischió rumorosamente rigettando, dal suo caminetto, soffici nuvolette di fumo bianco. Mille ragazzini si agitavano dentro al treno con la forza di altrettanti bufali impazziti. Alle porte d'uscita, tutti facevano a gara per uscire ma una soltanto riuscģ a farsi strada. Una ragazza dagli occhi smeraldini, capelli ramati e sguardo vispo e acuto, si lanció fuori dalla prima carrozza.
Continuando la sua corsa, si diresse verso il luogo in cui si radunavano le carrozze. Valigie alla mano, raggiunse la primissima carrozza e si affrettó a posizionare i suoi bagagli. Successivamente si sedette in un posto aspettando i suoi compagni di viaggio. "A quest'ora qualche persona sarį riuscita a divincolarsi da quella marmaglia" pensó tra se e se. Aspettó pił di cinque minuti ma le persone ancora tardavano ad arrivare.
Il silenzio invadeva il luogo, interrotto soltanto dallo scalpiccio delle persone che stavano arrivando e il muoversi delle fronde degli alberi che ondeggiavano al ritmo scandito del vento. Nell'aria cominció a diffondersi un odore fortissimo di erba tagliata, lo stesso odore del suo primo giorno di scuola. Lo ricordava benissimo dato che il suo arrivo ad Hogwarts le aveva cambiato la vita. Fino a qualche giorno prima, era solo un'orfanella sotto le grinfie di una perfida famiglia che la trattava come sguattera. L'entrata in scena di un mezzo gigante barbuto e dagli occhietti vispi cambió la traiettoria della lugubre esistenza della ragazzina.
Che dire del suo arrivo nella scuola?
L'emozione era stata troppo forte, qualunque cosa vedesse, scatenava in lei uno stupore e un incanto quasi bambinesco. Aveva conosciuto diverse persone e in quei lunghi anni si era creata diverse amicizie... Al di fuori della sua casata! Infatti, quel primo giorno, era stata smistata in quella casata che veniva considerata come la peggiore di Hogwarts, Serpeverde. Questo era stato l'unico fatto che non si era riuscita a spiegare. In fondo era molto diversa dallo stereotipo di un Serpeverde; loro erano cosģ meschini, chiusi ad una mentalitą vecchia come il mondo. Lei invece cosģ solare, un po' impacciata e aperta a tutti, andava d'accordo con persone del Grifondoro, Corvonero e Tassorosso. Perchč, quindi, si trovava in quella casa?
I suoi pensieri, persi in un mondo interiore, vennero interrotti da una voce fastidiosa, che aveva la capacitą di farla irritare.
« Ginny, come al solito la prima...>>
« Malfoy...>>
La situazione cambió nettamente, da una tranquillitą dovuta ai dolci ricordi dell'infanzia ad un nervosismo talmente tanto percepibile da rendere l'aria irrespirabile. La fronte le si corrucció e le labbra si torsero. Il ragazzo dai capelli di platino le si sedette accanto allungandole un braccio intorno alle spalle.
« Tu, invece, come sempre arrivi secondo... Ormai č un'abitudine.>>
La ragazza spinse via il braccio di Malfoy ma, questo, tornó intorno alle sue spalle in pochi secondi.
« Quando finirį questo finto antagonismo tra di noi?>>
« Quando i muli avranno le ali.>>
« Sai che posso trasformare un mulo in un mulo volante con un colpo di bacchetta...>>
« Giusto>> disse la ragazza ricordando l'episodio del terzo anno
« Allora quando creperai!>> la voce della ragazza diventó velenosa e rauca nel dire quell'affermazione.
« Smettila Ginny, sappiamo entrambi che mi tratti cosģ solo perché mi ami>> Istigó girandosi verso di lei. Un ghigno sfioró le labbra del ragazzo. Il silenzio rimase sospeso tra i due per qualche secondo, giusto il tempo di far arrivare le quattro persone che avrebbero completato la carrozza.
« Lurido bastardo!!>>
l'urlo di Ginny fece tremare l'ambiente circostante. I loro compagni di viaggio rimasero strabiliati dalla reazione della ragazza mentre Malfoy rimase interdetto guardando la ragazza che ormai si era alzata in piedi con sguardo infuocato, pronta ad incenerirlo.
« Siamo sicuri che non affermi queste cose solo per un tuo desiderio represso?>>
Tutti i ragazzi nella carrozza scoppiarono in una fragorosa risata. Malfoy arrossģ imbarazzato.
«Senti chi parla! Quella che si accende ogni volta che ne parliamo!>> disse alzandosi a sua volta.
« Non provocarmi! Lo sai benissimo che un pugno in faccia non te lo leva nessuno!>>
la carrozza partģ facendo cadere i due uno sopra l'altra. Le risate si fecero ancora pił forti quando i due si accorsero di essere in quella situazione.
« Vedi che avevo ragione? Levati di dosso!>>
« Sei tu che sei caduta nella mia stessa direzione!>>
I due scattarono di nuovo in piedi e il viaggio fino alla scuola continuó tra un battibecco e un'altro, uno show comico per i troppo abituati compagni di scuola!