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Autore: CinderNella    07/12/2012    3 recensioni
"Quel corridoio gli stava strettissimo.
Era vero, c’erano con lui due dei suoi migliori amici, ma gli mancava comunque il respiro.
Non riusciva più ad osservare la luminosità accecante di quelle mura, gli dava fastidio.
Non sarebbe successo tutto quello, se fossero rimasti a casa con lui.
Se solo avessero accettato quella dannata offerta."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Judd, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iris

Quel corridoio gli stava strettissimo.
Era vero, c’erano con lui due dei suoi migliori amici, ma gli mancava comunque il respiro.
Non riusciva più ad osservare la luminosità accecante di quelle mura, gli dava fastidio.
Non sarebbe successo tutto quello, se fossero rimasti a casa con lui.
Se solo avessero accettato quella dannata offerta.
 
«Che ti metti stasera, amico?»
Danny, dall’altro capo del telefono, si comportava da “perfetta migliore amica”.
Peccato che non ne avesse bisogno, al momento.
«Dan... che vai farneticando?»
«Bé, hai una cena con Izzy e l’amica sua e consorte, non vedi Izzy da un po’... si presume farete scintille.»
Scosse la testa: Jones pensava davvero solo a quello.
«Non ti devi preparare per vederti con Georgia, tu?»
«Ah merda. Giusto! Addio, buona serata!» chiuse la chiamata prima ancora che Harry potesse rispondere.
Ben era buttato sul letto, troppo stanco per poter anche salutare gli ospiti.
Probabilmente avrebbe salutato solo Izzy, e perché lei sarebbe passata da lui.
Apparecchiò la tavola, accese addirittura le candele: Danny, in realtà, non sapeva perché diavolo quella fosse una serata importante.
Scelse addirittura il Cd che avrebbe fatto da sottofondo: voleva essere una cena molto chic.
Dopo qualche minuto che vagava per la casa a controllare che fosse tutto a posto, suonò il campanello: aprì la porta, trovandosi le due ragazze davanti agli occhi, entrambe riparate sotto un ombrello grigio.
«L’uomo è andato a parcheggiare. Buonasera, comunque, Judd!» Izzy lo baciò, e dopo salutò con due baci sulle guance Chantal.
Si era fidanzata ufficialmente qualche settimana prima, aveva ricevuto la proposta e la aveva accettata.
Non poteva certo rifiutarla.
Chissà, magari la prossima cena alla quale avrebbero partecipato sarebbe stata nella sua futura casa coniugale.
«Ma quanto ordine, Mr Judd! E cosa hai fatto, pulito casa da cima a fondo?» lo prendeva sempre, costantemente in giro.
Oramai ci era abituato.
«Harry, mi sa che il... l’intruglio verde è pronto.»
«Arrivo Iz!» scosse la testa, guardando Chantal che diceva: «Io, io, io lo voglio vedere!»
«Questo è uno stufato, non è un intruglio verde.» guardò male entrambe, andandolo a versare nei quattro piatti mentre quelle due andavano ad aprire la porta.
«Ehi, amico» Harry lasciò mestolo e pentola per salutare il futuro marito di Chantal «Ti hanno fatto cuoco, oggi?»
«Bé, la cena si da a casa mia.» fece spallucce, portando la pentola a posto.
Non appena terminò la cena, venne il tempo dei giochi: che utilizzassero Risiko, Taboo o Uno, poco importava.
Finivano sempre per ridere a crepapelle, per un errore dell’uno o dell’altro.
«Scusatemi, vado a prendere dell’altro vino.» Harry si alzò, lasciando il salotto.
Sentì ticchettare il pavimento, probabilmente Izzy o Chantal l’aveva seguito.
«Ciao, Judd.»
«Stangona.» salutò lui, con un cenno.
«Sempre gentile, tu.»
«Ovvio.» sorrise, stappando la bottiglia e versando in quattro calici quel liquido scuro.
Non erano mai andati oltre dei lievi contatti di mani, braccia, fianchi... si erano fermati lì.
Non osavano andare oltre, non osavano bruciare le tappe: se qualcuno voleva che ci fosse un’altra opportunità, ci sarebbe stata.
Prima o poi.
Le sfiorò una mano con le labbra, sorridendole «Ho finito con i calici.»
«Lo so. Ma sei rimasto qui.»
«Sì.»
Fu veloce come la luce, lieve come il tocco di un petalo di rosa: gli baciò le labbra, sorridendogli.
«Penso che ora si possa andare.»
«Lo penso anche io.»
Era stato il bacio più dolce che avesse mai ricevuto.
Prese due calici e li portò nell’altra stanza, mentre Chantal prendeva gli altri due.
Non avevano giocato molto altro tempo: il futuro sposo doveva andare a lavoro, il giorno dopo.
«Judd, vuoi che riaccompagniamo noi Izzy?» chiese Chantal, infilandosi il trench.
«Okay. Iz, per te va bene?»
La ragazza annuì, baciandolo: «È stato bello rivederti. Ci sentiamo?»
«Sì, ora che arrivi a casa.» gli carezzò una guancia, cercando lo sguardo di Chantal: gli sorrise, facendo spallucce «Perché non rimanete? Sta piovendo forte, là fuori.»
«Si deve svegliare presto» la ragazza più alta indicò con un cenno fuori dalla porta «E poi, non dovremo fare molti metri. Non dobbiamo mica attraversare tutta la città... solo mezza, dai!» sorrise lei.
«D’accordo.» Harry scosse la testa: il suo potere femminile riusciva già a convincerlo.
«Ci vediamo, Judd.» gli baciò una guancia, mentre Izzy manteneva l’ombrello.
«Ciao, Harry. Ci sentiamo dopo.» Harry chiuse la porta, sparecchiando.
Si sedette sul divano, aspettando la telefonata di Izzy: ma non arrivava.
Non arrivava nemmeno un messaggio di Chantal, non arrivava nulla.
Nel bel mezzo della notte, però, ricevette una chiamata.
Che lo spronò a vestirsi e guidare per una Londra quasi disabitata in piena notte.
Che lo aveva portato nel luogo in cui era ora.
 
Conosceva quel corridoio benissimo, oramai.
Lo aveva esplorato a grandi passi da cima a fondo, conosceva tutte le crepe, tutti i sedili, tutti i distributori di caffè.
Ma lui non ne aveva bisogno, la paura lo teneva sveglio.
La paura di perderle.
«Ehi, Haz, vedi che Izzy non è entrata in sala operatoria, si sta solo riposando. Aveva giusto qualche taglio in viso, me l’hanno fatta addirittura vedere. Le stanno facendo qualche controllo in più, ma non aveva nulla di particolarmente problematico.» Danny si alzò e lo raggiunse, per abbracciarlo.
Lo consolava il fatto che lui e Dougie ci fossero, lì per lui.
Ma non abbastanza.
Era ancora in sala operatoria.
Erano ormai cinque ore che si trovava là dentro.
Ed era la più grave.
Strinse forte Danny, aveva bisogno di un supporto.
Sentì delle porte aprirsi: gli sembrò di voltarsi troppo lentamente.
Guardò il viso del chirurgo, non presagiva nulla di buono.
Si tolse la cuffietta, nel modo più lento.
Voleva che fosse più veloce, voleva sapere.
«Mi dispiace, il trauma cranico ha provocato l’edema cerebrale. Non riuscivamo a riassorbire il tessuto cerebrale, si era rigonfiato troppo velocemente... ci sono state delle complicanze...»
«Cosa significa?»
«Signore... è morta.»
Danny vide una strana luce illuminare gli occhi di Harry.
Non sapeva come, ma era riuscito a capire in un attimo cosa fosse successo in lui.
Perché aspettava che quel dannato dottore uscisse da quella maledetta sala operatoria.
Sperava che portasse buone nuove, dopotutto era stato solo un tamponamento.
Di una macchina parcheggiata.
E non andavano troppo veloci.
Il ragazzo di Chantal era ancora vivo, Izzy anche.
La persona che li univa, no.
Abbracciò più forte che poté Harry, lasciandolo con Dougie solo per un momento.
Si avvicinò ad un infermiera, curioso: «Posso chiederle come mai ha chiamato il mio amico, appena sono arrivati in ospedale?»
«Scusi? Ah, “Harry”. Bé, la ragazza bionda, quella più alta... quella che era in sala operatoria...»
«Chantal.»
«Sì, lei. Stava scrivendo un messaggio a questo “Harry”, mi pare qualcosa come “Non vedo l’ora di rivederti” ma poi si era interrotta. Presumibilmente doveva essere accaduto l’incidente, perciò non ha più scritto nulla.»
Danny provò una fitta agghiacciante lungo tutte le membra del suo corpo.
Quello, Harry, non avrebbe mai dovuto saperlo.
Mai.
Si sarebbe sentito ancora più devastato di quanto già non fosse.
 
Il cimitero era particolarmente deserto, quella mattina.
Aveva un fiore tra le mani, quello che le aveva sempre portato ogni giorno possibile, da quando era morta.
Oramai conosceva tutti i custodi, tutti gli inservienti.
Sapeva anche i loro nomi.
Danny, ogni tanto, lo accompagnava; ma la maggior parte delle volte ci andava da solo.
Ad osservare quella lapide, sapendo che sotto vi era la tomba di colei che aveva amato per qualche tempo, che in qualche modo avrebbe amato, con dolore, per sempre.
Era stato un segno del destino ad indicare loro che quello che facevano non era giusto?
Non erano mai andati oltre qualche tocco leggero, oltre lo sfiorarsi di labbra.
Non avevano avuto la possibilità di scoprirsi a vicenda, quello che sarebbe potuto essere un bel rapporto era stato violentemente stroncato.
E l’unico a capirlo era Danny.
Tutto il resto del mondo non avrebbe potuto.
Lasciò il fiore alla base della lapide, tirando un fazzoletto di carta fuori dalla tasca.
Pulì ogni singola lettera e ogni singolo numero inciso su quella pietra.
Il nome, le date.
Anche quel dannato ‘21-08-10’.
Sentì una lacrima scorrere sul viso, ma non ci badò, continuò a pulire la tomba.
Prima di andarsene, guardò nuovamente il fiore lasciato lì, come se fosse caduto per caso.
Era il suo preferito.
Era un iris.
 

And I don’t want the world to see me
‘Cause I don’t think they’d understand
When everything’s made to be broken
I just want you to know who I am.



 

Okay, lo ammetto, è vecchia perché ormai non scrivo più sui McFly... ed è anche abbastanza strana, visto che non penso mai nessuno al mondo abbia mai shippato Harry con Chantal, la violinista amica di Izzy con cui suonava nelle eScala... però adoro lei, a suo tempo adoravo anche Harry... e sicuramente amo quella canzone. Ed è uscita fuori questa cosa. Spero vi piaccia ^^
Ovviamente il link della canzone è questo
http://www.youtube.com/watch?v=B8UeeIAJ0a0
 

  
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