Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: suunshine    07/12/2012    1 recensioni
«sei sicura di quello che fai?» la testa incominciava a girarmi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tu non puoi lasciarmi sola.

Eravamo appena arrivate sulla nostra panchina. Si stava torturando le mani da quasi mezz'ora e io non facevo altro che sbuffare sonoramente ogni volta che il mio telefonino emetteva quella stupida vibrazione: mia madre. Non volevo risponderle, sapevo che Julie doveva dirmi qualcosa di importante e volevo lasciarle tutto il tempo per elaborare il discorso.
Eravamo amiche da unidici anni, la conoscevo ormai più di me stessa.


Flashback started.
«ciao bambina, come stai?» mi aveva chiesto una voce insopportabile acuta.
Mi girai di scatto lasciando cadere qualche ciocca di capelli fuori dalla mia coda disordinata: davanti a me c'era una bambina dai capelli biondo cenere e due occhi grandi come la mia casa. Mi osservava sorridendo, lasciando che due buchetti si facessero spazio sulle sue guance rosee.
«sì, mi sono soltanto...persa» le risposi guardandomi attorno e vedendo soltanto figure enormi che attraversavano i corridoi quasi schiacciandomi.

Riportai lo sguardo sulla bambina e vidi che stava ridendo a crepa pelle.
«avanti è un asilo! Non di certo un ospedale.» si fece in avanti e mi prese per un braccio trascinandomi chissà dove.
«ehy attenta!» le dissi notando che eravamo passate sopra la cartella di un uomo, beccandoci uno sguardo di rimprovero da quest'ultimo.
La bambina si bloccò di colpo e finalmente lasciò andare la manica del mio grembiule blu.

«oh eccoti quì! Tu devi essere Lola, vero?» una donna sorridente mi stava porgendo una mano.
Annuii e l'afferrai, capendo che quella doveva essere la maestra.

«perchè non ti presenti ai compagni allora? Erano entusiasti di conoscerti» cercai con lo sguardo quella bambina e quando lo trovai lei mi fece segno 'ok' con le mani.
Va bene, ero pronta per la presentazione.


Flashback finish.
«allora dormigliona? Finiscila di torturarti quelle cazzo di mani e parla!» evviva la finezza.
«ti voglio bene Lola, tu lo sai vero? Ma ho bisogno che tu mi appoggerai in questa cosa, ho bisogno di te» perfetto, era una questione importante.
«perchè Julie, me ne sono mai andata?» le presi le mani per darle più sicurezza.
Lei fece un sospiro.

«sono andata dal dottore l'altro mese, per il solito controllo. Ti ho detto che era andato tutto a posto» le scene passarono rapidamente nella mia testa e annuii.
«ti ho mentito Lola. E' peggiorato e continua a peggiorare, ogni giorno di più»
Il mondo mi crollò addosso per un istante, poi ricordai che le avevo promesso che saremmo state forti, insieme, e decisi che mi sarei sfogata a casa, da sola.

«dovevi dirmelo Julie, lo sai. Devi dirmi tutto, non importa quali siano le conseguenze»
«no Lola, no! Non sei tu quella con il cancro da quasi un anno, non sei tu quella che ogni fottuto giorno combatte per sopravvivere, non sei tu quella che ogni volta che incontra una persona è costretta a subire il suo sguardo indagatore per capire se da un momento all'altro potrei svenire, per una volta quella non sei tu» si era alzata in piedi e le uniche persone presenti nel parco si girarono a vedere la scena. Ma la lasciai sfogare. Anche quando tornò a sedersi e poggiò la testa sulla mia spalla, lasciando che le lacrime bagnassero la maglietta.
«tu devi capirmi Lola, devi farlo per me. Promettimelo.» le accarezzavo la testa, sciogliendo i nodi che aveva nei capelli.

«capire cosa Julie?»
Si mise a sedere composta sulla panchina, pronta a parlare.
«ho deciso di smettere la chemio.»

*
 

Il dolore mi stava uccidendo. Le lacrime invadevano le mie guance come ondate di tsunami. Avevo la faccia stravolta, non dormivo da giorni. Volevo vederla, sentirla, respirare il suo dolce profumo di lavanda. Volevo che lei fosse lì, vicino a me.
Volevo che Julie ci fosse al mio matrimonio, mentre mi faceva lo chignon e piangeva come una pazza. Volevo che lei ci fosse durante il mio parto, stringendomi la mano. Volevo che lei ci fosse sempre. Volevo che quel 18 giugno lei non se ne fosse mai andata e volevo che Julie ci fosse al mio fianco in quel momento, pronta per asciugarmi le lacrime, dicendo "shh, sono quì".
Ma lei non c'era. Che senso aveva ora? Che significato aveva la mia vita senza di lei? Nessuno. E mai, me ne sarei fatta una ragione.


 

*
 

Era passato un anno, non ci credevo. 
Eppure non riuscivo a credere che se ne fosse andata, forse perchè un po' di lei era rimasta con me, forse perchè quì c'erano tutti i nostri ricordi, tutti i nostri amici. Forse perchè parlavo ancora con lei. La sera, prima di andare a dormire, alzavo gli occhi al cielo e sentivo che lei mi ascoltava mentre le raccontavo la mia giornata, le cazzate che avevo fatto a scuola, le risate con Josh. Le raccontavo delle litigate con mia madre e di quando andavo a trovare Emily a casa sua. A lei piaceva tanto mia sorella, i suoi figli. Aveva attraversato la sua gravidanza con lei, con tutta la mia famiglia. Lei era una di famiglia. Ora non c'era piùe tutti sentivano la sua mancanza. Compresa me. Ero quella che soffriva di più, in silenzio, ma soffrivo. Durante la giornata, mentre ero a scuola, guardavo alla mia destra e lei non c'era. Faceva ancora male, ma ora capivo: qualcuno lassù, le voleva bene. Ne ero sicura. 

 

*
 

«oddio, la mia bambina si sposa!» eccoci, di nuovo.
Era tipo la millesima volta che lo urlava, ormai tutto il mondo sapeva delle mie nozze.
«sei sicura, piccola? Lo so, Josh è perfetto e bla bla bla. Ma davvero vuoi restare il resto della tua vita con lui?»
ora stava piangendo, di nuovo. Come sei non gliel'avessi già detto miliardi di volte.
«mamma ne è sicura, okay? Ora, gentilmente, vorresti salire su questa cazzo di macchina?» Mi girai verso mia sorella: era bellissima, davvero.
Subito due manine le circondarono il polpaccio. Il piccolo Tom. Mi avvicinai a lui e lo presi in braccio.
«dai un bacio alla zia, amore? Ne ho tanto bisogno» subito si fiondò sulla mia guancia e la riempì di baci. Quanto era tenero.
Gli ricambiai i baci e lo posai nuovamente a terra, vicino alla madre.
«sei perfetta, sorella» disse lei sorridendomi.
«anche tu, ma non piangere, non è da te» 
Finse una risata e mi fulminò.
«pf. Manco se mi pagassero oro» risi, pensando che un giorno avrei fatto una scommessa. 
Non era cosa da Emily piangere, nella sua vita l'aveva fatto al massimo quattro volte.
Julie piangeva. Sempre, per qualcunque situazione leggermente commuovente, piangeva. 
Lo faceva anche se le regalavi uno stupido braccialetto da due soldi, o se la chiamavi "cretina", anche solo per scherzo.
Oh Julie, quanto mi mancava! Cinque anni che lei non c'era più e, in qualche modo, mi ero "rifatta" una vita. Rifatta per modo di dire: era sempre quella. Uscivo con i soliti amici, scherzavo con le amiche, ma per un importantissimo particolare era cambiata. E per un certo tipo di tempo, questo particolare l'aveva stravolta. Ma mi ero ripresa e proprio quel giorno, stavo per sposarmi con l'uomo della mia vita. Quello che mi era stato a fianco nel mio periodo "buio" e quello che era riuscita a far intravedere i primi sprazzi di luce. Senza di lui non so dove sarei ora.


 

*

 

Eccomi quì, Lola Anderson. Trentenne in carriera, con due figli meravigliosi e un marito bellissimo. Ma cosa c'è che manca nella mia vita? Julie. Dovrei essere felice ora che ho tutto. Ma il mio tutto diventa niente appena mi ricordo di lei. Ogni giorno il pensiero che lei potrebbe essere quì al mio fianco, a sorridermi di nuovo, mi divora. Lei non meritava quella fine, lei meritava il mio posto, il posto perfetto nel mondo. Perchè lei era perfetta: quei capelli così chiari, quegli occhi color mare e quel sorriso da far invidia alle stelle. Peccato che ora anche lei sia una stella, la stella più bella.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: suunshine