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Autore: AthenaSkorpion    07/12/2012    1 recensioni
E se Teti fosse riuscita a salvare nella sua integrità il corpo del futuro eroe che sarebbe stato Achille?
Se il tallone che lo portò alla morte fosse stato immortale esattamente come tutto il resto?
Gli Dei avrebbero tremato.
P.S. Questa storia è in collegamento fuori trama con "La mela di Eris".
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la momentanea foga, Achille si era ritrovato improvvisamente svuotato di se stesso, una volta sparita la rabbia, esaurito l'istante fisico dell'assassinio, l'eroe si era reso conto di aver ucciso il re degli Dei e aveva per un attimo creduto di non avere più uno scopo. Troppo abituato alle morti così palpabili, ritrovare quel mucchio di polvere tra le mani lo aveva stordito. Vedere inchinati ai propri piedi Dei che fino a qualche anno prima venerava devoto, gli aveva infuso un'istintiva insicurezza.

Seduto lì, tra i suoi nuovi sudditi, con la lancia in mano, ora aveva il pieno potere in mano e ne era quasi divertito. Aveva pensato di fare ben altro, ma non avendo mai pensato di prendere il posto di Zeus, ora la carica gli suggeriva nuove idee e prospettive.

Non più distruggere ma comandare gli Dei.

Molti non lo vedevano di buon occhio, ma Poseidone, Efesto, Atena, Dioniso e ovviamente Teti lo appoggiavano, anche loro un po' confusi dalle circostanze.

L'unico che Achille non riusciva a comprendere era Ade, che però raramente si faceva vedere sull'Olimpo. Era sfuggente, enigmatico e i suoi occhi così belli parevano sempre dire molto più di quanto Achille potesse capire a una prima occhiata. Dopo l'assassinio del re, ogni volta che lo vedeva si rendeva conto che era di buonumore per la prima volta da quando lo aveva conosciuto.

Decise di parlare con Dioniso per sapere cosa ne pensava della sua nuova carica. Si rendeva conto di essere sul trono illegittimamente.

Lo incrociò non appena desiderò parlargli, ciò gli risparmiò la ricerca ma non gli lasciò il tempo di pensare a cosa dire.

- Dioniso, per favore, desidero parlarti-disse a bassa voce al dio della Vita.

- Come desideri, mio re-rispose lui abbacchiato e risentito.

Achille pose una mano sulla sua spalla e ancor più sussurrando riprese:- Zagreo, ti prego, non essere arrabbiato con me. Lo sai bene che non vivremo abbastanza per regnare, né per rimanere ancora nemici...

- Non voglio esserti nemico, Achille, mi piace il tuo modo di fare, ma speravo avessi desistito. Io non voglio morire, io sono la Vita stessa, non puoi sapere se gli Dei, con la sola discordia, si terranno tanto impegnati quanto ti serve.

- Zagreo, basta che non reagiscano alle preghiere degli uomini per un mese divino e per secoli sulla Terra gli umani andranno perdendo la fiducia in loro fino a non sacrificare più nulla e destinari alla morte. Sai benissimo anche tu che a causa degli Dei gli uomini hanno subìto disgrazie inimmaginabili. Se davvero tieni alla Vita, sai bene che non correrai rischi, tu devi solo aiutarmi a metterli l'uno cont...

Achille all'improvviso si rese conto che era osservato. Poco lontano, Ermes li ascoltava atterrito. Prima di poter dire qualcos'altro, il Messaggero svanì.

Dioniso fissò Achille terrorizzato:- Siamo rovinati.

 

Ermes non si era limitato a diffondere la notizia, ma aveva anche mobilitato gli "anti-usurpatore". Era sempre stato il pupillo di Zeus e ora che aveva un motivo per vendicarlo intendeva sfruttarlo al meglio. In poche ore miriadi di Dei si riunirono di fronte ad Achille e alla sua congrega, prontamente informata del madornale errore del nuovo sovrano. Atena lo fissava impensierita mentre Dioniso tremava per ciò che sarebbe accaduto. Tutti gli altri erano decisamente sorpresi dal piano crudele di Achille. Non avevano mai capito quali erano le proporzioni e la vastità della sua opera.

Teti era semplicemente basita. Ferita, costernata, delusa. Non ne era mai stata messa a parte e questo la feriva più di ogni altra cosa. Ma il sapere che tra gli obiettivi del figlio c'erano tutti gli dei o le creature minori, lei compresa, aveva definito in lei l'idea di cosa aveva fatto salvandolo quel giorno al fiume Stige. Lei aveva creato un mostro, lei aveva oltraggiato il Fato. Ecco il pagamento.

Prometeo era troppo preso da alcune sue invenzioni per prestare attenzione a chiunque altro.

Gli oppositori si fermarono davanti ad Achille e Apollo prese tra loro la parola:- Tu, re, che insultasti la cattiveria di Zeus, ora vuoi mille volte di più superarlo distruggendo ogni cosa e riportandoci al Caos! Sciocco, si vedono subito le tue origini mortali, tu sei uno stolto, non appartieni a questo luogo! Torna al tuo sangue di uomo, Achille, non insultare oltre chi ti è ben superiore.

Per Achille, quello fu uno schiaffo morale. Impugnò la lancia e gliela lanciò senza troppi pensieri. Per Apollo fu una vera fortuna riuscire a schivarla e l'arma fu presa dai nemici di Achille, che la studiarono e se la passarono incuriositi e sprezzanti allo stesso tempo.

Teti non poté sopportare quella dimostrazione così disumana di Achille e gli disse:- Figlio mio, abbi saggezza, ascoltalo, vuole solo il meglio...

Achille si voltò verso la madre, nel pieno della sua furia e, trasformandosi in un flessuoso ghepardo, le ruggì contro in posizione d'attacco. Lei trasalì e il suo sguardo riuscì a placarlo e a sprofondarlo in una profonda vergogna.

- Madre...

Teti non lo ascoltò e tornò nell'Oceano con un colpo d'acqua violento. Achille capì di aver passato ogni limite. Non gli rimase che entrare nel Palazzo di Zeus, fuggendo per la prima volta nella sua vita.

 

- Non posso, è ancora mio figlio...

Atena scosse la testa e disse:- Non è più in sé, è stato capace perfino di minacciarti, è fuori controllo, ci distruggerà.

- Non posso imprigionarlo.

Efesto si fece avanti e disse:- Se non vuoi farlo tu, almeno permettici di costruire chi possa farlo al posto tuo. Prometeo ha in mente di costruire un tuo alter ego in modo che tu non sia costretta a...

- ...tradirlo? Accetto, ma voglio che viva. Non uccidetelo, vi prego.

Efesto scosse la testa risoluto e disse:- Certo che no, non gli faremo nulla.

Dioniso notò le catene che Efesto aveva tirato fuori e strabuzzò gli occhi.

- Efesto, birbone, ma non saranno mica quelle catene che hai usato per...

- Non, nominarla, neanche-disse Efesto rosso d'imbarazzo.-Rimane comunque la mia migliore invenzione.

Dioniso scoppiò a ridere di gusto, piegandosi in due e asciugando le lacrime. Perfino Atena non potè fare a meno di farsi una risatina dietro l'egida. Prometeo li guardò interrogativo un istante, poi riprese il filo dei suoi pensieri. Il calore delle fiamme provenienti dalle fucine si placò all'istante, lui prese un sacco di cenere e rialzò la temperatura. Con dell'acqua e un pizzico d'ambrosia modellò la cenere fino a trovarsi un modello a grandezza naturale della bella e giovane Teti. Soffiò con forza e la cenere cadde a terra fino a lasciare un'equivalente modello composto però d'acqua. Prometeo si avvicinò alla vera Teti e la ricoprì della stessa cenere che aveva tolto dal manichino. Schioccò le dita e la cenere tornò nuovamente sull'acqua, la coprì e sparì. L'acqua prese vita con un potente respiro e gli occhi delle due Teti si incrociarono. Una delle due, però, li abbassò amareggiata.

- Sbrigatevi a farlo.

 

Achille trovò la madre nella stanza accanto a quella dove si era rifugiato. In quel terribile momento, aveva desiderato di poter essere mortale per potersi suicidare dal disonore. Lo sguardo di Teti era però conciliante e questo lo rasserenò:- Madre, perdonami!

Achille baciò l'orlo dell'impalpabile veste della madre e lei gli accarezzò la testa.

- Non ti preoccupare figlio mio...

Con un colpo secco richiuse le sue braccia con le catene dorate.

- ... c'è sempre una soluzione.

L'acqua si dissolse e davanti al corpo disfatto della madre, Achille non seppe che fare. Iniziò a scuotere le catene, tentò di infrangerle, provò anche solo a muoversi ma non poté nulla.

 

Atena andò verso la figura che penzolava a testa bassa per le braccia. Era una stanza spoglia e quasi spaventosa, ma Achille era tanto triste da essere quasi sereno. Disonorato, facinoroso, odiato da tutti, prigioniero dei suoi stessi alleati. Tradito dalla propria madre.

Atena rimase a fissarlo, seduta poco lontano e lui non alzò neppure lo sguardo.

- Sono venuta a portarti le mie scuse e un po' di ambrosia.

Achille ridacchiò, incuriosito.

- Non ti vergogni a presentarti qui?

- Teti non ti ha tradito, né l'ho fatto io. Noi ti abbiamo aiutato. Hai perso di vista la ragione. Tuttavia penso anch'io che la morte degli Dei sia l'unica cosa da fare. Avrai ciò che vuoi, farò tutto ciò che posso per farlo. Sono con te.

Achille la guardò negli occhi:- Liberami allora.

Atena fece segno di diniego e si avvicinò con la bottiglia di ambrosia in mano.

- Mangia.

Achille obbedì, debole e affamato.

- Goditela, quest'ambrosia. Questo è l'ultimo pasto del condannato. Sarai giustiziato con la lancia che hai usato per salire al potere. Questo è il decreto del Consiglio. 

   
 
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