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Autore: Seele    07/12/2012    3 recensioni
8^ classificata al contest "Inside of me" indetto da __Hilary__
In un mondo deturpato da violenze e affogato nel sangue, non c'è più posto per la speranza. Ma, quando l'ultima goccia di dolore trabocca, la rabbia prende il posto della rassegnazione e una scintilla di luce illumina il buio...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18, Bulma, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: Seele
Titolo: Blood and Sauce
Genere: drammatico, triste, sentimentale
Rating: giallo
Personaggi: Mirai Trunks, Bulma, C-18, C-17
Dolcetto: Cheesecake
Introduzione: In un mondo deturpato da violenze e affogato nel sangue, non c'è più posto per la speranza. Ma, quando l'ultima goccia di dolore trabocca, la rabbia prende il posto della rassegnazione e una scintilla di luce illumina il buio...


Blood and Sauce



Nell'aria fresca e umida della sera, l'odore del sangue si mescolava al profumo d'erba bagnata e dei fiori di pesco, quei pochi che rimanevano. I cyborg avevano distrutto anche quelli, senza provare pietà nemmeno per la natura in fiore, uccidendo la primavera con la stessa crudeltà con cui sterminavano vite umane.

Trunks volava sulla città quasi deserta, volgendo lo sguardo a quella terra martoriata e sanguinante.

Osservò a lungo la casa di Gohan, pensando a come quei folli gli avevano rubato la vita. Avrebbe mai potuto vendicarlo? Ci sarebbe mai riuscito?

Quasi a ricordagli l'improbabilità di quell'avvenimento, sentì la ferita che aveva da poco riportato al braccio bruciargli. Si portò una mano poco più sotto del gomito, e ritirandola la scoprì bagnata di sangue.

Era talmente abituato a quell'odore, a quel calore sulle dita quando le avvicinava al sangue, che ormai quasi non ci faceva più caso. Aveva smesso da tanto di preoccuparsi per sé, per quel suo corpo che chiedeva tregua da allenamenti e continui scontri...ma lui non voleva arrendersi.

Non ancora, perlomeno.

Pensò al suo maestro, ai suoi primi scontri contro i cyborg. Voleva farcela, voleva riuscire a vincere, anche solo per dimostrargli che tutti i suoi insegnamenti non sarebbero stati inutili.

Atterrò sull'erba bruciata vicino alla Capsule Corporation, poi aprì la porta ed entrò in casa sua.

Mamma, sono tornato”, annunciò, oltrepassando la soglia. Una donna dai lunghi capelli turchini fece capolino dalla cucina, sorridendogli appena.

Ciao, Trunks.”

Al ragazzo non sfuggì lo sguardo addolorato della madre. “Cos'è successo, mamma?”, domandò allarmato.

Nulla, non...”

Alle loro orecchie giunse la voce di un giornalista, proveniente da una piccola radio poggiata sul tavolo della cucina.

...e chiudiamo con la notizia della distruzione della Città del Sud. Queste sono le ultime novità, restate sintonizzati per quanto riguarda la ricostruzione della...”

Bulma chiuse la radio, interrompendo bruscamente quella voce. Alzò lo sguardo sul figlio, sospirando.

Ti ricordi? Ti portavo a giocare lì, in quel bel prato verde, quando eri piccolo...”, spiegò.

La Città del Sud...” fece lui a denti stretti, “avrei dovuto proteggere anche quella!”

Trunks, non dire così!”, esclamò la donna. “Fai del tuo meglio, anzi, fai anche troppo. Non ti concedi un attimo di pausa, non puoi vegliare su tutto il mondo, lo capisci?”

Lui strinse i pugni, ma prima che potesse ribattere Bulma gli accarezzò una guancia.
“Ma guarda qui. Questo graffio non c'era, ieri”, disse, trattenendo un sospiro. Poi sorrise lievemente. “Dai, Trunks, siediti e cerca di rilassarti. Tu pensi a tutti noi, ma chi pensa a te?”

Mentre si sedeva al tavolo della cucina rivolgendo alla madre un sorriso appena abbozzato, il ragazzo pensò che la questione non gli interessava. Il suo compito era quello di proteggere le poche città che ancora non erano state rase al suolo, ma quei luoghi erano sempre di meno. Temeva che, prima o poi, si sarebbero ridotte ad un numero talmente esiguo che avrebbe potuto contarle sulla punta delle dita di una sola mano.

Oh”, la voce di sua madre lo distrasse dai suoi pensieri, “guarda, piove.”

Il ragazzo lasciò vagare lo sguardo fuori dalla finestra, per poi farlo ricadere nuovamente sulla radio sul tavolo. La accese, e Bulma sospirò.

Trunks, per piacere, potresti...”

I cyborg non si lasceranno spaventare da un po' di pioggia”, borbottò lui, in risposta, interrompendola. “Né tanto meno dal buio.”

La donna alzò gli occhi al cielo, ma non poté fare a meno di sorridere. Anche se odiava il fatto che si facesse carico di tutte quelle responsabilità, non riusciva a non ammirare tutta quella forza nella volontà di suo figlio.

Posò sul tavolo un piattino con sopra un dolce dall'aspetto appetitoso. Gli sorrise, incontrando i suoi occhi azzurri.

Non essere giù, Trunks. È solo merito tuo, se siamo ancora vivi.”

Trunks serrò i pugni, senza che la madre lo vedesse. Si sentiva impotente, debole, e il peggio è che non riusciva a fare un bel niente per evitarlo. Forse sarebbe bastata solo un po' di rabbia per diventare più forte, come quando si era trasformato per la prima volta in Super Saiyan...sì, forse arrabbiarsi era la soluzione migliore...

Era da tanto che cercava quella rabbia folle che gli avrebbe permesso di combattere mille volte meglio, ma non riusciva a fare altro che abbattersi sempre di più. La tristezza lo stava facendo sprofondare negli abissi di un mondo buio, piovoso e distrutto.

Che, a pensarci bene, non era molto diverso da quello in cui viveva.

Ti ho preparato questo. Ti piaceva così tanto, quando eri piccolo! Tu e Gohan lo mangiavate insieme, ricordi?”

Trunks osservò quel dolce, una cheesecake ai frutti di bosco. Un lievissimo sorriso dipinse le sue labbra.

Grazie, mamma.”

Figurati! Sai, avevo dimenticato come cucinarla visto che la preparava sempre tua nonna, ma poi ho trovato il suo libro di ricette. Avanti, provala! È buona?”

Il ragazzo prese un cucchiaino e l'assaggiò. “Sì, mamma, è ottima.”

Bene”, sorrise la donna. “Scusami, ora vado a dedicarmi alle mie invenzioni.”

Cerca di non sforzarti troppo...”

Bulma ridacchiò piano, oltrepassando la soglia. “Senti chi parla.”

Anche Trunks si concesse un sorriso, così lieve che chiunque l'avrebbe scambiato per una smorfia.

Ammirò quel dolce per un po', quasi indeciso se mangiarlo o meno. Era da tanto che non mangiava una torta o qualcosa di simile, anzi, ricordava a stento quando aveva mangiato per l'ultima volta una cheesecake; però, quella fetta di torta che aveva davanti, era davvero identica a quella nei suoi ricordi.

C'erano solo meno frutti e più salsa, ecco. Quest'ultima scendeva lentamente verso il basso, tingendo di rosso il bianco della torta, per poi macchiare anche il piattino su cui il dolce era poggiato.

Osservando quel liquido che tanto somigliava al sangue sul corpo di innocenti, gli parve di sentire l'odore di ruggine sulla terra bruciata, e strinse i denti.

Nonostante tutto, sia il dolce che la salsa sopra esso erano ottimi, e più ne mangiava, più si rendeva conto di quanto gli piacesse. Probabilmente, lo stesso valeva per i cyborg quando uccidevano uomini, donne, bambini e anziani senza fare nessuna distinzione.

Quando si accorse che una lacrima gli stava solcando una guancia, si impose di non pensarci e cercò subito di smettere. Invece le lacrime continuavano a cadere, come quelle gocce di pioggia che aumentavano il tormento di quella terra già sofferente.

Abbassò lo sguardo verso il dolce, prendendone un ultimo cucchiaio...

Quando il piattino fu vuoto, stranamente tutto prese senso.

Nonostante tutto il sangue versato, nonostante i corpi senza vita di innocenti, c'era sempre la possibilità di ricominciare.

Anche se la fetta di torta era finita, un posto dove poggiarne un'altra c'era ancora!

Trunks sorrise, si sentiva stupidamente felice e triste al tempo stesso, forse ora sapeva cosa fare.

Si alzò in piedi e prese un'altra fetta di Cheesecake, ignorando la salsa color sangue e il bianco che si tingeva di rosso, ignorando anche i primi tuoni che schiarivano il cielo buio; prima o poi, il sole sarebbe tornato a splendere.

Non c'era che da aspettare...

E, nel frattempo, cercare quella rabbia folle che gli avrebbe permesso di vendicarsi.

Sentendosi finalmente meglio, il suo stomaco Saiyan reclamò ancora del cibo, fino a quando non rimase che un'ultima fetta di cheesecake. La posò pensieroso su un piattino, prese un altro piccolo cucchiaio e si diresse verso il laboratorio in cui c'era sua madre.

Mamma”, chiamò entrando, “vuoi un po' di torta? Te ne ho portato una fe...”

Accasciata al suolo, una figura esile non emanava alcuna energia spirituale.

La tuta bianca che indossava era bagnata di sangue, e quello stesso liquido scendeva lento verso il basso, macchiando anche il pavimento freddo...

il Saiyan non poté fare a meno di notare una dolorosa analogia con il dolce appena mangiato.

Esplose in un urlo di dolore, mentre i suoi capelli divenivano biondi e gli occhi brillavano di rabbia.

Sua madre era morta. Riusciva a sentire l'aura dei cyborg vicina; era così preso da quel momento di gioia appena provato, che non si era più curato di tenere sotto controllo l'energia spirituale dei nemici.

Mamma!”, esclamò, raggiungendola. Un sonoro crash riecheggiò nella stanza.

Il piattino su cui era poggiato il dolce gli era scivolato di mano per la sorpresa, i bordi si erano scheggiati e alcuni piccoli pezzi si erano staccati, e la cheesecake aveva sporcato il pavimento.

Il colore della salsa era così simile a quello del sangue di sua madre...

Con un nuovo grido sovrumano di dolore, si lanciò fuori dalla Capsule pronto a battersi contro i cyborg.

La rabbia, quella rabbia folle e omicida che stava cercando, l'aveva finalmente trovata.

Aveva perso tutto, ogni cosa adesso, ma lanciandosi fuori dal laboratorio non si era reso conto di un particolare piuttosto singolare...

Vicino al corpo senza vita di sua madre, accanto al dolce rovesciato e macchiato di salsa, il piccolo piatto di ceramica era ancora quasi integro.




Note dell'Autrice


Ho scritto questa storia cercando di tener fede il più possibile alla citazione assegnatami -Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente; si limitano a piangere sulla propria situazione;

ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose-, che mi è piaciuta molto e mi ha ispirato. All'inizio della storia, fino a pochi righi prima della fine, Trunks non riesce a reagire con molta rabbia di fronte alle azioni dei cyborg; le sue intenzioni sono stanche, il suo morale è a terra, può solo sentirsi triste e quasi rassegnato, seppur cosciente della propria situazione. Infatti aspetta di trovare quella rabbia folle che potrebbe consentirgli di vendicarsi; l'aspetta, ma non la cerca, come anche alcune frasi nella storia dimostrano.

Questa situazione non cambia fin quando i Cyborg uccidono la persona più importante della sua vita, nonché l'unica rimastagli, e allora “si arrabbia e si da' da fare per cambiare le cose”. Questa è la mia personale interpretazione della citazione, e il modo in cui ho deciso di sviluppare la storia intorno ad essa.

Spero che sia piaciuta!



Seele                                          


  
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