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Autore: Pipia    07/12/2012    11 recensioni
-Sto solo dicendo che sono felice che ti confidi con me. - Caroline sentì le guance colorarsi di una leggerò tonalità rosea. Diede colpa all'alcol bevuto in precedenza.
-Sai.. anche io passerò il Natale a casa da solo... puoi venire a farmi visita- strinse le labbra sorridendo, osservandola. Seppur lei fosse vestita e acconciata in modo semplice e naturale, Klaus amava vedere quegli occhi scrutarlo, esaminare le opzioni e alla fine rispondere a tono. Era sempre interessato a scorgere quelle scintille che notava quando la stupiva, era così innocente. Eppure lei riusciva a meravigliarlo ancora di più. Non poteva credere di essersi infatuato dopo così tanto tempo, dopo mille anni.
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Un Natale a casa Mikealson cambierà molte cose nella vita di Caroline Forbes. One-shot che partecipa al 'Klaroline contest' (CLASSIFICATA AL SECONDO POSTO), tutto ambientato con lo spirito natalizio. Regali, scene focose, sguardi magnetici e i personaggi che shippo di più nella serie. Buona lettura a tutti, in ogni caso :)
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caroline Forbes, Klaus
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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 Give me love.





Un liquido ambrato venne versato da un ragazzone biondo in un bicchiere di vetro trasparente. Due occhioni azzurri fissavano l'oggetto incantati. L'umano era decisamente a disagio, voleva aiutare l'amica con tutto il suo cuore ma era pure sempre la sua ex ragazza.
-Puoi venire da noi!- sorrise da mozzare il fiato. Caroline alzò lo sguardo dal bourbon ghiacciato. Delle volte gli umani le sembravano così stupidi.
-Mi stai dicendo che vuoi che venga a casa Gilbert insieme a te, April e il cacciatore di vampiri Jeremy. Vuoi farmi uccidere?- Caroline era leggermente isterica. I capelli biondi erano scompigliati ma le donavano un tocco di fascino in più. Era vestita semplicemente, niente tacchi, niente indumenti firmati. Un cardigan e dei jeans a sigaretta. Trucco leggero e un impermeabile beige. La depressione forse la stava trasformando. No, probabilmente quello non era il suo problema numero uno, anche se in passato forse lo era stato.
-Era un'idea.- Matt alzò le spalle, uscendo dal bancone dirigendosi verso uno dei tavoli. Caroline alzò gli occhi blu al cielo. Non voleva essere scortese.. ma ce l'avevano tutti con lei in quei tempi. Appoggiò alle labbra sottili il bicchiere contenente il liquido alcolico. Placava leggermente la fame, e ciò la rassicurava. Nell'ultimo periodo più era nervosa, nevrotica e infastidita più la voglia di sangue cresceva. Il sangue in ospedale era sorvegliato e cercava di limitarsi a berne.
Si sentì esattamente piccola, e stupida come quando correva dietro a Stefan. Sorrise al pensiero. Pensando a una possibile relazione con il ragazzo rabbrividiva. Non che fosse brutto, o antipatico. Ma era suo amico, forse il migliore che aveva. Non riusciva a immaginarsi in scene intime con lui. Roteò il bicchiere pensierosa con un leggero sorriso che le increspava le labbra, ironico. Improvvisamente alzò la testa. Il rumore della porta del Mystic Grill che si richiudeva l'aveva fatta distrarre dal filo dei suoi pensieri. Forse non era proprio il rumore ad averla distratta, forse l'odore era arrivato prima. Lo conosceva bene, ogni frammento. Era particolare e lei cercava, perennemente di evitarlo. Si poteva collegare alla primavera ma non aveva a che fare con i fiori sboccianti ma con l'armonia della natura. Una sfumatura di maschio dominante aleggiava però tramite il profumo alla menta del suo alito. Cercò di ignorarlo fino a quando non sentì i passi, volutamente appesantiti, dietro di lei.
-Ciao Klaus.- lo salutò senza voltarsi, con una nota di acidità nelle parole.
-Caroline, la nuvola della tristezza incombe su di te. Cosa è successo?- Klaus alzò le sopracciglia e le si sedette alla sua sinistra, guardandola in viso. Una cosa che amava nelle persone era che la guardassero negli occhi e lui lo faceva. Non distoglieva mai lo sguardo, ma la sua non era una provocazione. Lui scrutava ogni dettaglio dei suoi lineamenti. Ricordò con imbarazzo per un attimo il disegno ricco di particolari che le aveva regalato. Puntò gli occhi sulla bottiglia del super-alcolico, le guance leggermente colorate.
Siccome Matt si era messo a chiacchierare con delle ragazzine invaghite di lui del secondo anno, Caroline si alzò e andò dietro al bancone versando in due bicchieri il drink. Ne porse uno all' originale, poco gentilmente.
-Grazie sweetheart.- Caroline roteò gli occhi di fronte a Klaus, mettendo in evidenza i suoi ormoni sottosopra. Era irritata da ogni minimo particolare. Tornò sullo sgabello e si sedette continuando a bere.
-Cosa è successo?- l'ibrido ripeté le parole con calma, facendo passare la lingua tra le labbra. Portava una giacca di pelle e un paio di jeans che gli fasciavano i fianchi in maniera sublime. Sotto la giacca una maglietta bianca con lo scollo a V lasciava poco all’immaginazione del corpo asciutto dell’originale. Amava il fatto che anche se fosse perfetto esteticamente, Caroline rimaneva incantata da lui unicamente quando si apriva e confidava con lei.
-Nulla.- finì il secondo bicchiere espirando rumorosamente. Matt tornò alla sua postazione, sorridendo cordiale.
-Vuoi qualcosa?- chiese cercando di apparire gentile e premuroso, anche se con una nota di falsità, sottolineando il fatto che Klaus non aveva toccato il bicchiere. L'ibrido lo guardò con un leggero sdegno.
-Solo che ci lasci parlare in pace.- le pupille del vampiro si restrinsero e si dilatarono. Matt, convinto dalle parole prese uno straccio e senza dire nulla si diresse verso un tavolo vuoto.
-Ehi!- Caroline lo ammonì contrariata, era suo amico; Perché doveva sempre mostrare il suo potere assoluto?
-Pensavo non volessi orecchie indiscrete!- Klaus alzò le spalle giustificandosi, sapendo di aver rischiato forse un po' troppo. Caroline lo guardò con risentimento.
-Avanti Caroline, al concorso abbiamo parlato tanto. Ci siamo rilassati, oserei dire divertiti. Cosa è cambiato?- La biondina lo guardò scuotendo la testa, guardando un punto fisso davanti a sé. Sapeva che aveva vissuto dei momenti piacevoli, ma questo non significava che tutto ad un tratto si sarebbe confidata con lui.
-Pensavo che Miss Mystic Falls avesse più coraggio, più tenacia!- La stava di proposito provocando, Caroline si girò fissandolo, leggermente infuriata.
-Vuoi sapere cosa succede?- Klaus annuì divertito, era proprio quello che voleva.- Vuoi seriamente sapere perché sono depressa, triste e di malumore?- Klaus sorrise sotto i baffi, cercando di non farlo notare a Caroline che stava dando il meglio di sé, anzi forse stava proprio uscendo di sé! Aveva alzato la voce, la quale aveva preso una leggera inclinazione verso l’acuto.
-Succede che tra una settimana è Natale e non lo passerò con le mie amiche. - le ciglia vennero sbattute rapidamente come per frenare delle lacrime impercettibile- Bonnie è a studiare magia con quel professor Shane.. Ed Elena... lasciamo perdere, ormai mi odia. Passerà le festività con Stefan e Damon. Insieme tutti e tre!-il tono sbalordito fece sogghignare Klaus, che alzando le sopracciglia si appoggiò al bancone tamburellando le dita sul legno.
-Mia madre è mesi che progetta di andare a trovare sua sorella, e non posso andarci anche io, cioè non voglio passare il Natale fuori da Mystic Falls con l'aria che tira.- Caroline scosse la testa sconsolata, con un'aria isterica - Tyler mi ha detto che passerà il tempo con Hayley!- Caroline si trattenne dal dire ''a cercare di togliere gli ultimi ibridi dal tuo asservimento!''.
-Sarò completamente SOLA.- Caroline scosse la chioma bionda. Klaus incominciò a ridere sincero, amava vederla così scoperta. Caroline annuì, serrando la mascella, leggermente offesa. Doveva ammettere che il suono della sua risata la faceva rabbrividire, di piacere però.
-Stai ridendo di me.- Caroline fece per alzarsi.
-No, love.- L'originale la trattenne, chiedendole con lo sguardo di risiedersi.- Solo mi piaci quando ti sfoghi e mostri il tuo lato insicuro e paranoico.- Caroline lo guardò assottigliando gli occhi, mordendo il labbro inferiore.
-Mi stai insultando?-
L'originale scosse la testa, facendo passare la mano sulla incolta barba, nascondendo in modo blando il sorriso.
-Sto solo dicendo che sono felice che ti confidi con me. - Caroline sentì le guance colorarsi di una leggerò tonalità rosea. Diede colpa all'alcol bevuto in precedenza.
-Sai.. anche io passerò il Natale a casa da solo... puoi venire a farmi visita- strinse le labbra sorridendo osservandola. Seppur lei fosse vestita e acconciata in modo semplice e naturale, Klaus amava vedere quegli occhi scrutarlo, esaminare le opzioni e alla fine rispondere a tono. Era sempre interessato a scorgere quelle scintille che notava quando la stupiva, era così innocente. Eppure lei riusciva a meravigliarlo ancora di più. Non poteva credere di essersi infatuato dopo così tanto tempo, dopo mille anni.
-Seriamente Klaus.. non passerò il Natale con un assassino.- Klaus si irrigidì visibilmente, serrò la mascella guardandola. Aveva sentito una stretta al cuore. Lo stomaco rivoltarsi. Sapeva che se non fosse stata lei, la bionda vampira che lo metteva su di giri, probabilmente sarebbe stata attaccata al muro pronta alla sua dolorosa fine, agonizzando. Invece l'ibrido l'avrebbe attaccata al muro ma per un altro motivo.
Si alzò serio, Caroline capì in quel momento di aver esagerato. Tirò fuori una banconota da cinquanta dollari e la posò sul bancone.
-Matt, tieni il resto.- disse al ragazzo che tranquillamente, come se nessuno lo avesse soggiogato, fece segno dell’okay alzando il pollice. Guardò la ragazza ancora una volta e si diresse verso l’uscita. Caroline rimase lì indecisa sul da farsi. Non era poi stata così male quel giorno, era anche riuscita a farla ridere. Si mosse sulla sedia, intenta a decidere.
Si alzò improvvisamente dalla sedia e si diresse velocemente verso la porta. Klaus si stava allontanando a passo svelto nel buio della sera. Caroline pensò di rientrare, non era ancora disposta a sotterrare il suo orgoglio e ammettere che poi non sarebbe stato così male uscire con lui un’altra volta ma un ‘no’ imperioso la destabilizzò. La bocca emise un suono leggero e soave ma che venne ben sentito dall’udito eccellente dell’originale. Sentir pronunciare il suo nome dalla voce della bionda, era come stimolarlo dentro. E non l’aveva detto nemmeno per intero, non aveva nemmeno utilizzato il soprannome dolce che spesso Rebekah adoperava. ‘Klaus’ e lui si era fermato. In un secondo Caroline gli era arrivata accanto, notando che si era bloccato non voleva perdere l’occasione di scusarsi.
L’ibrido si girò e la guardò, ancora una volta, in quelle pozze azzurre. Caroline boccheggiò, richiudendo la bocca.
-Quindi?- Klaus era ancora offeso, almeno apparentemente. In realtà era rincuorato dal fatto che lei fosse uscita per venirlo a cercare. Quasi onorato.
-Accetto il tuo invito volentieri.. prima ero nervosa.. e nevrotica – Caroline rise, spostando una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Klaus arricciò le labbra in quello che pareva un sorriso di soddisfazione, vittoria.
-Vieni per le 19, Caroline.- La ragazza annuì, facendo dietro front. Sentì un vento gelido colpirla e si girò di scatto. Era scomparso. Non poteva più tornare indietro. Un’ansia la avvolse, facendola rendere conto del dramma in cui si ritrovava. Ok, nessuno doveva scoprirlo, men che meno Tyler.
 


 
-Caroline mi spiace.- Tyler sistemò le catena usate la sera prima per Hayley, la luna piena arrivava anche in quella cittadina della Virginia. Caroline scosse la testa, incrociando le braccia preoccupata, anche un po’ arrabbiata.
-Vorrei veramente passare il Natale con te, ma siamo veramente a un passo da concludere  l’anti-asservimento..- il giovane ibrido si avvicinò pericolosamente a Caroline, la guardò negli occhi chinandosi per baciarla. La vampira rimase immobile per pochissimo, ma si scansò all’ultimo. Quanto le dava fastidio il fatto che lui potesse passare la maggior parte del tempo con quella licantropa sexy e lei doveva tenere tutto nascosto.
Tyler alzò le mani e le spalle, chiedendo silenziosamente spiegazione. Caroline fece scorrere le dita sulle sbarre delle vecchie gabbie trattieni-licantropi-Lockwood.
-Non sarò sola a Natale..- Tyler aggrottò la fronte, posando tutto in un angolo fece tintinnare più volte il ferro. –Lo passerò con Klaus.- Il bruno la guardò preoccupato. Era stato un pugno allo stomaco per lui. Come se lo strozzalupo lo sfiorasse. Come se gli strappassero il cuore dal petto.
-Non c’è bisogno di continuare a fingere che io e te abbiamo litigato, ormai siamo giunti…-
Caroline lo interruppe, non voleva fingere anche con lui. –Io voglio andarci. Non sono costretta. – Si girò incontrando il suo sguardo malinconico. Dove erano finite le promesse ‘mantieni il segreto ’? Tyler era l’unica persona che non volesse far soffrire, ma non voleva nemmeno mentirgli!
-Da quando ti interessi a degli assassini, insensibili, malvagi ibridi millenari?- Tyler era furioso, Caroline lo notò dalla vena che pulsava sulla tempia. Aveva le mani strette a pugno gli occhi avevano una leggera sfumature di giallo.
-Da quando c’è quella lupetta passi il tempo solo con lei e io non posso passare il tempo con Klaus?- sbuffò, capiva quanto dovesse far male ma doveva fidarsi di lei. Anche se c’era qualcosa che li stava allontanando lei gli aveva dato fiducia, per dio!
Scosse la testa, non era quello il punto, non era Hayley il problema. Lei aveva accettato ed era libera di passare il Natale con qualcuno invece di stare da sola a ingozzarsi di dolci.
-Non è solo quello che pensi che sia..-‘’ ha dei sentimenti’’ avrebbe voluto aggiungere ma si fermò. Si sentiva in dovere di difenderlo in sua assenza. Caroline era decisamente dalla parte del fidanzato ma non capiva perché desse lui così fastidio. Loro stavano ancora insieme, non avrebbe fatto nulla con Klaus.
-Non eri tu quella che hai brindato alla sua morte?- Caroline scosse la testa contrariata, la stava veramente accusando in quel modo. Tutti avevano sbagliato, non era carino da parte sua sottolineare certi particolari. Perché Klaus la capiva meglio ?
-Tu eri asservito da lui! Lo adoravi!- rise istericamente, perché dovevano litigare, cosa li spingeva a tanto?
-Non era volontaria la mia colpa.- Caroline aggrottò le sopracciglia. I loro occhi si incontrarono ma Tyler li puntò velocemente verso le ultime catene che teneva in mano, non riuscendo a sostenere lo sguardo. Deglutendo, con un colpo forte, le fece sbattere contro la parete, facendo sobbalzare la ragazza al suo fianco. Lei avrebbe voluto urlargli se era impazzito o cosa. Ma rimase ferma, non capendo se veramente era quello che voleva, ovvero allontanarla. L’ibrido rimase immobile, guardando le catene che avevano risuonato con un frastuono per tutto il meandro.
-Sai forse mi prendo io una pausa dalla nostra storia.-
Aveva bisogno di riflettere, aveva bisogno di sapere se ancora amava quell’ibrido, e se magari non provava niente per l’originale. Caroline uscì alla luce del sole, ovviamente protetta dall’anello diurno. Sentì gli occhi bruciarle, le labbra tremare e le ginocchia diventare di gelatina. A velocità vampiresca si allontanò da quel luogo. In mezzo la bosco urlò a perdifiato, si rannicchiò in un angolo, sentendosi sola. Non aveva più nessuno al suo fianco. Le lacrime le solcavano il volto.
 
 


Caroline si ritrovò davanti alla porta dell’immensa villa Mikealson. Si ricordò la paura avuta quando era entrata con quel vestito bluette durante il ballo che avevano organizzato gli originali. Aveva ballato con lui. Sospirò. Teneva in mano una piccolo sportina di un colore indaco, con i manici in corda colorata blu notte. Indossava un vestito beige fino a metà coscia, calze panna e scarpe con il tacco non troppo alto. Un grande mongomery rosso le accarezzava il corpo perfetto, il cappuccio era appoggiato dolcemente all’indietro. Se lo avesse indossato sarebbe parsa cappuccetto rosso. ‘Nella tana del lupo’ pensò ironica. Ancora non aveva suonato, o bussato. Era sicura che se fosse stato dentro l’avrebbe sentita arrivare. Sicuramente pensava che fosse una stupida a non aver dato segno di vita. Si sentì effettivamente così, ma una stretta allo stomaco la fece fremere. Era emozionata, e aveva quella paura di sbagliare. Per la prima volta sarebbero stati soli. Voleva veramente che non finisse male la serata, ma non sapeva come comportarsi. Si sentì soffocare. Si girò per prendere una boccata d’aria ma saltò all’indietro, sobbalzando spaventata. Klaus sorridendo le era arrivato di spalle.
-Non era mia intenzione spaventarti…- Caroline mise una mano sul petto per controllare il respiro. Doveva controllarsi, non poteva dar a vedere la sua preoccupazione, la sua agitazione doveva essere frenata. Klaus aveva in mano una bottiglia di champagne. Aprì la porta, alzando il braccio destro.
-Entra pure, love.- Caroline fece un passo entrando incerta. Una vocina le tormentava la mente scappa, scappa’, ma venne prontamente fatta tacere.
Era immensa, enorme e lussuosa. Un caldo confortevole le entrò in corpo, la temperatura doveva essere davvero alta per aver colpito così un vampiro.
-Ti raggiungo in salotto con dei flûte- alzò la bottiglia sorridendo. Caroline non riuscì a non notare le fossette che gli spuntarono in volto. Perché non le aveva notate prima? Erano tremendamente dolci e sexy.
Annuì impercettibilmente e si diresse vero il salone, scacciando il pensiero che aveva appena fatto, dandosi della stupida. Il camino era acceso e ardeva scioccando ogni tanto. Un enorme pino era decorato con classe, con tono d’oro e rosso. Le luci brillavano, a intermittenza alternativamente. Una stella risplendeva in cima.
Un tappeto spesso e morbido era steso davanti al camino, dei cuscini erano sparsi per il salone. La stanza era circondata da mobili di legno scuro: scrittoi antichi, scrivanie, piccoli armadietti. Era affascinata da tutto ciò. Le sarebbe piaciuto vivere in una casa come quella.
Fece passare le dita sottili sul camino in mattoni grigi a vista. La mensola sopra il fuoco era vuota, esclusa una ghirlanda e un grande fiocco… Strinse la busta.
Improvvisamente il buio si impadronì di lei, una calda stoffa le aveva coperto il volto, e i capelli biondi sciolti. Sollevò il cappello e lo guardò spaesata. Seriamente? Klaus le aveva fatto indossare un cappellino da Babbo Natale. Lo tolse e il ragazzo gli apparve senza giacca, con una maglia nera che gli fasciava il petto scolpito.
-Si intona al cappotto, che ancora non ti sei tolta- Caroline si guardò, indecisa se levarlo. Infine decise di posare il pacchetto a terra e liberarsene, mostrano il vestitino che le fasciava i fianchi in maniera dolce lasciando un tocco di classe e seduzione all’occhio dell’osservatore.
L’ibrido la scrutò con stupore. Era naturale, ma graziosa. I movimenti erano fluidi, però era a disagio, le guance erano leggermente rosse, non voleva farla sentire in imbarazzo. Non ancora almeno.
-Ti hanno mangiato la lingua?- Caroline lo guardò negli occhi chiari, rendendosi conto che da quando l’aveva visto non aveva ancora aperto bocca.  
-Scusa e.. grazie- disse quando Klaus le porse il sottile bicchiere contenente la bevanda pregiata. Non era da lei rimanere in silenzio, ma era in soggezione. Incominciò subito a bere, non sapeva di certo cosa dire. L’uomo la seguì, osservandola mentre il liquido freddo gli scendeva in gola. I loro sguardi magnetici non cessavano, e Klaus se ne compiacque assai.
Caroline posò il bicchiere vuoto sulla mensola. Doveva calmarsi. Prese la busta da terra e gliela porse sorridendo. Klaus la guardò con un leggero sorriso increspato sulla labbra.
-E’ una specie di ‘auguri di buon Natale’ ?- Caroline aggrottò la fronte, sospirando.
-Non sono sicura ti possa piacere.. Non sapevo cosa sceglierti.. hai tutto per la miseria!- Klaus rise, mostrando alla bionda le fossette deliziose sulle guance.
-Una cosa che vorrei mi manca, invece- l’allusione era piuttosto esplicita e chiara. Una scossa percorse la schiena dorsale provocandole un piacevole calore al petto. I muscoli si rilassarono automaticamente. Rise piano anche lei, mordendosi le labbra.
-Mi piacerà sicuramente!- aggiunse. Caroline rise alzando gli occhi al cielo, ogni volta che flirtava con lei lo faceva con spiritosità, ironia e con charme da gentiluomo.
-Ti dovrà piacere. –Caroline si sedette su uno dei cuscini dai colori caldi del salotto, avvicinando la mano al fuoco.
-Se andasse male la serata mi ucciderai mettendomi nel camino?- domandò con falsa innocenza, sbattendo le palpebre velocemente. Klaus si sedette a sua volta, scuotendo la testa. Era felice che provasse a instaurare un dialogo, infondo nessuno la obbligava a essere lì. Invece c’era, seduta nel suo salotto. Le gambe lunghe e tornite il giusto erano allungate sui cuscini. Il vestito era leggermente sollevato e metteva a dura prova la resistenza di un ibrido millenario.
-Non potrei mai.- Caroline alzò le sopracciglia sorridendo, mostrando i denti bianchi e perfetti – Sei bellissima stasera.- la vampira rimase colpita da questa frase. Lui riusciva a farle dei complimenti senza farlo sembrare un ruffiano. Riusciva a complimentarsi con lei per la sua bellezza senza avere apparentemente doppi fini.
-Anche tu sei.. perfetto- rise, facendo scoccare la lingua. Nik rise a sua volta. Per lei era davvero un complimento.
-Ho pensato che per la cena non volessi candele, musica di sottofondo e cibo umano..- Caroline annuì con un mezzo sorriso, aveva sperato davvero con tutto il suo cuore che non facesse nulla di troppo elegante, troppo costoso. Non voleva sentirsi in debito con lui persino per quello.
-Una sacca di sangue potrebbe essere di tuo gradimento?- la vampira aggrottò la fronte, storcendo il nasino. Per fortuna non gli aveva proposto uno squartamento in coppia, o avrebbe dato di matto.
-Sono della banca del sangue, sweety.- Klaus si alzò, facendo venire i brividi e scosse per tutta la schiena della ragazza. – C’è l’etichetta sulla sacca se non ci credi!- uscì dalla stanza, camminando lento ed elegante.
- A positivo, please!- urlò la ragazza, versandosi altro champagne. Seppur non fosse troppo tardi, il buio già incombeva .Qualche persona soggiogata, forse un ibrido, aveva agghindato il viale che portava all’entrata di casa con luci gialle che illuminavano la stradina romanticamente. Per un attimo la dolce bionda si immaginò la fine della serata lei e Klaus, mano nella mano in quel viale. Boccheggiò stupita dei suoi stessi pensieri. Entrò in quel momento l’uomo con due calici da vino pieni di sangue.
-Era l’ultima sacca di quella categoria, fortunata.- Caroline sorrise, la accontentava in tutto. Doveva ammettere che le piaceva essere viziata. Le porse anche una scatola in legno d’ebano, ricamata in oro. Sembrava uno scrigno prezioso ma era piuttosto grande.
-Seriamente?- fece passa la lingua sulle labbra cremisi – dimmi che non c’è un gioiello qui dentro!- Klaus scosse la testa convinto. Ci aveva pensato, nel corso della settimana, il regalo giusto da farle, alla fine aveva optato in un corteggiamento delizioso e dolce.
-Quando lo aprirai ti piacerà!- Caroline rise, il mistero che lasciava di proposito le infondeva ancora più curiosità. Ma l’uomo le sottrasse la scatola. –Ma questo dopo!-
Alzò gli occhi azzurri al cielo, bevendo un po’ di sangue. Il sapore metallico le arrivò alla gola, rigenerando il buonumore che piano piano le stava tornando. Ne mandò giù un altro sorso.
Guardò negli occhi Klaus che la osservava interessato.
-Cosa?- l’accusò , non capendo perché la fissava in quel modo così enigmatico.
-Mi chiedevo se avessi mai ucciso qualcuno..- la vampira si fermò, aprì la bocca ma la voce non uscì. Lui aveva visto la morte così tante volte, lei era una novellina rispetto a lui. Forse un po’ il timore di non essere all’altezza la preoccupava.
-Quando diventai vampira uccisi una persona, ero affamata.. Ero sola ad affrontare tutto ciò.. non come Elena.. anche se sapevo cosa mi stava accadendo perché Damon..- si interruppe, non sapendo come avrebbe reagito l’originale. Pensò che anche se avesse deciso di ucciderlo non avrebbe fatto tanta differenza. – Perché Damon mi soggiogò diverse volte, dopo che aveva abusato e si era nutrito di me- Klaus divenne improvvisamente serio, era all’oscuro di questo particolare evidentemente.
-Non avrei esitato ad ucciderlo in questo arco di tempo se lo avessi saputo..- Klaus pensò ad alta voce ma la risata cristallina e genuina di Caroline lo contagiò. Lui la difendeva sempre, la faceva sentire protetta e questo le piaceva.
-Posso aprire il tuo regalo, my lady?- Giocò un po’ con quei comportamenti da gentleman che irritavano e stuzzicavano teneramente la ragazza.
-Certo, my lord.- Mormorò con voce suadente, stupendosi del fatto che stavano giocando come due adolescenti con gli ormoni a mille. Si riportò il calice alle labbra. Lei aveva gli ormoni a mille!
Klaus strappò piano la carta, facendo uscire il regalo dal pacchetto. Rimase immobile, osservando la cornice di un legno chiaro, liscia e spigolosa contornare una foto. Ritraeva loro due, sorridevano vivaci, vicini, sinceri. Scosse la testa guardando la ragazza.-C’era un fotografo a Miss Mystic Falls, e io non sapevo cosa regalarti.. A me piaceva..- Klaus sorrise riguardando la foto. Era una delle cose più belle che avesse visto. Sembravano quasi perfetti, sulla carta fotografica. L’avrebbe costudita gelosamente.
-E’ meravigliosa, grazie Caroline!- la ragazza sorrise e titubante parlò.
-Veramente c’è anche un’altra cosa- le guance divennero bordeaux, Klaus mise la mano nella busta e sentì con il tatto un rotolo di carta. La vampira si portò le mani al viso, coprendo le guance rosse. Si era data più volte della stupida. Ogni tanto, nel corso della settimana, apriva la busta e toglieva il foglio. Poi ci ripensava e lo rimetteva. Così per sette giorni, poi l’aveva definitivamente chiusa e si era pentita.
Srotolò la pergamena e vide una ragazza stilizzata. Un cerchio per la testa e delle barre per gli arti e il corpo. Un vestito disegnato malissimo le contornava il busto e le gambe. Una corona gialla acceso con tre punte era sui capelli rappresentati da due ciuffi biondi sparati in aria. A destra un cavallo bianco, simile a un orso, portava su di sé un principe stilizzato e dai vestiti azzurri. Klaus incominciò a ridere.
-Avevo cinque anni quando lo disegnai!- Caroline cercò di sottrargli il foglio, ma l’ibrido non glielo permise.
-E’ la cosa più brutta che abbia mai visto. – la ragazza aprì la bocca fingendosi offesa, anche se gli occhi brillavano. Per lui quello era veramente una cosa speciale, più di ogni regalo al mondo.
-Imparerò la tua arte da questo disegno- un cuscino venne lanciato ma prontamente l’originale lo prese con una mano e lo appoggiò a terra.
-Io non so disegnare, e tu mi avevi fatto un disegno. Mi pareva giusto ricambiare. – Nik sorrise posando con cura i regali per terra. Li accarezzò con sentimento e poi passò la scatola alla bionda che lo guardò insicura. Si decisa ad aprirla. La sollevò e inarcò le sopracciglia.
Venti cioccolatini erano disposti in file da cinque. Erano uno diverso dall’altro ma tutti molto appetitosi. Caroline fece per prenderne uno ma la mano dell’antico la fermò.
-Volevo proporti un gioco. – la ragazza assottigliò gli occhi, ascoltando attentamente- Sette dei cioccolatini sono ripieni di Verbena. Ognuno deve scegliere i cioccolatini e farli provare all’avversario, evitando di dargli i suddetti ripieni dall’erba. Il vincitore può chiedere qualsiasi cosa all’altro- sorrise sardonico, tamburellando le dita sulla scatola. Caroline non era stata così tentata. Insomma cosa avrebbe mai potuto chiederle?
-Okay- acconsentì – inizi tu. – Klaus annuì. Scrutò i cioccolatini e scelse un mini tartufo con una spolverata di nocciole sopra. Lo avvicinò alle labbra di Caroline che non lo prese con le mani ma lo mangiò direttamente dalle sue dita. Una scossa percorse entrambi.
-Ottimo- sospirò con la bocca piena, in preda alle risa. L’eccitazione di non aver beccato la Verbena la elettrizzava. Scelse un cioccolatino al latte, semplice dall’aria appetitosa. Lo portò lentamente alle labbra di Klaus che senza distogliere gli occhi dal viso della compagna di gioco inghiottì il dolce. Tossì un paio di volte, facendo un viso disgustato.
-Verbena!- mormorò tossendo. Prese il calice di sangue e ne bevve un sorso sospirando. Adesso Caroline era in svantaggio numerico. ‘Cominciamo bene!’
Klaus prese un cioccolatino fondente, dal colore quasi nero e lo porse alla bocca vorace della donna. Appena lo ruppe coi denti sentì la gola bruciare, inghiottì tutto non calcolando di peggiorare la situazione. La lingua, le pareti interne dell’esofago erano quasi ustionate. Si era trattenuta dall’urlare. Klaus le porse il calice mortificato. Bevve velocemente.
-Come hai fatto a rimanere quasi impassibile. Fa male!- Caroline lo guardò turbata, odiava questa netta differenza di forza che avevano.
-Caroline, ho mille e cento anni… riesco a sopportare un po’ di dolore.- La stava appositamente prendendo in giro. Non voleva che mollasse il gioco proprio ora che avevano iniziato.
-Continuiamo!- Nik sorrise, aspettando la scelta della bionda.
 
 
 
-Dai Caroline, fammi mangiare quel delizioso cioccolatino a forma di cuore!- la provocò con voce suadente, indicando con il dito l’ultima prelibatezza.
-E’ inutile, tanto ho perso. Ricordi? Tre a tre di verbena. Ti faccio mangiare questo anche se entrambi sappiamo che ti brucerà la lingua? Scegli il tuo premio!- sbuffò roteando gli occhi, allontanando la scatola. Klaus rise, amava quando faceva queste constatazioni con tono ovvio. Non risultava antipatica, bensì lo faceva sorridere genuinamente. Si mise una mano sotto il mento come per pensare, a dir la verità non aveva idea di cosa chiederle. Voleva farla vincere, ma era stata talmente maldestra… aveva una idea, ma aveva paura di rischiare e far finire la serata in anticipo.
Caroline lo vide pensare, far passare le dita sulle labbra che profumavano di cioccolato. Un istinto primitivo la fece parlare.
-Un bacio.- Lui la guardò, alzando le sopracciglia. –Massì, come quelli che si danno con il gioco della bottiglia. – rise con una punta di vergogna. Da umana non ci avrebbe dato peso a un bacio, ma una parte di sé, quella soprannaturale, lo contrastava. Si stupì che lo avesse detto lei, gli fece piacere.
Nik , ancora con il sorriso sulle labbra, si avvicinò a Caroline. La Barbie vampira non indietreggiò aspetto con frenesia che i loro occhi si incontrassero prima di chiuderli e aspettare il tocco morbido delle loro labbra. Non tardò ad arrivare. Caroline notò la morbidezza delle labbra che stava baciando. Erano umide, non troppo, e calde, più di quello che si aspettava. Il camino faceva loro luce. La sua mano passò sui capelli corti di lui, sentendoli morbidi al contatto con la pelle. Con delicatezza Klaus chiese l’accesso per la bocca della donna, che venne presto acconsentito. Appena le lingue si sfiorarono un brivido benigno percorse i muscoli e le menti di entrambi, un calore al basso ventre li eccitò velocemente. La danza focosa che avveniva nella loro bocca era lenta, magica e stimolante. L’ibrido si staccò, non capace di trattenersi nell’andare oltre. Caroline si sentì improvvisamente vuota, persa e fredda. Aprì gli occhi incontrando quelli di Klaus. Aveva avuto il suo premio e tutto era finito.

Era Natale, per dio. Chissenefrega!

Attirò l’antico a sé baciando nuovamente le labbra che la stavano portando in luoghi che mai avrebbe immaginato di sfiorare. Le mani sottili massaggiavano i capelli dell’ibrido, mentre le sue mani le sollevavano velocemente i fianchi. Con velocità vampiresca Caroline venne sbattuta al muro.
-Ahi..-si lamentò mentre Klaus giocava con il lobo dell’orecchio. –Sii più delicato!- lo ammonì, circondando il collo dell’originale con le braccia.
Non rispose, tappandole la bocca con le labbra. Caroline fece passare le mani sulla camicia bianca ancora abbottonata, strattonandola con ardore. La bionda rivoltò la posizione, sbattendo al muro l’ibrido. Si abbassò incominciando a baciare il collo dell’uomo.
Il ragazzo non riuscì a frenare un sospiro di piacere. Non avrebbe mai immaginato che la situazione avrebbe preso una svolta così piacevole. La lingua calda lasciava una scia lunga tramite i baci per tutto il petto scolpito. Le mani grandi di lui la allontanarono prima che potesse slacciare la cintura dei pantaloni.
-Perché mi fermi?!- Caroline si lamentò, spostando con un soffio un ciuffo di capelli color grano che le era caduto sugli occhi. Klaus rise, buttando la camicia per terra.
-Caroline… piccola, dolce e meravigliosa Caroline..- soffiò sul collo della ragazza che si era immobilizzata. Il respiro si era fatto affannoso, sentiva un calore al basso ventre. Aveva bisogno di sentirlo ma lui voleva andare maledettamente lento!
Klaus le andò dietro facendo scorrere la cerniera del vestito fino alla fine. Spostò le spalline facendo cadere il vestito a terra.
-Smettila di essere una maniaca del controllo anche ora. Fatti guidare da me.- Caroline sentì le mani fredde sulla sua schiena. L’unico rumore era quello dei loro vestiti e dei loro sospiri. Sentì il gancetto slacciarsi e il reggiseno nero con il push up cadere al pavimento. Con le mani massaggiò le spalle tese, allentandole. Sapeva i problemi che poteva avere, sapeva che non aveva dimenticato Tyler… ma la voleva per sé, ora e per sempre. Percorse delicatamente tutta la spina dorsale, facendola fremere e rabbrividire. Si girò di scatto, facendosi baciare con ardore. Con una spinta cadde sul tappeto e presto Klaus le fu sopra. Le loro bocche non volevano staccarsi ma la vampira sentiva una fastidiosa parte negativa. Con forza lo spinse via, il ragazzo acconsentì. 
-Ho fatto qualcosa che non va?- Caroline scosse la testa e si avvicinò ai piedi, togliendosi le scarpe con un sorrisetto.
-Molto meglio!- ammiccò, riunendosi all’ibrido. Fece passare lentamente le mani sul petto liscio del ragazzo, fino ad arrivare alla leggera peluria del bacino. Deglutì sapendo che non poteva più tornare indietro. Velocemente slacciò la cintura e lasciò cadere i pantaloni mostrando due gambe tornite e atletiche. Perché i piccoli dettagli la eccitavano fino a quel punto? Inspirò l’odore che emanava. Amava l’odore di Klaus. Era sottile, discreto e fresco. Aveva una tonalità di mascolinità, le stava dando alla testa.
L’originale, avvicinò le mani ai collante, facendoli dolcemente scendere fino ai piedi. Erano piccoli e graziosi, un tatuaggio delicato a forma stella era impresso su quello destro.
-Mia mamma non mi fece uscire per due settimane quando mi scoprì!- Klaus rise, baciando il piccolo disegno. Premette con il dito la pianta del piede. Caroline sentì una scossa risalirle fino al bacino, infuocandola. Gemette.
Il Mikealson sogghignò baciando piano la pancia della ragazza. La sentiva respirare pesantemente, cercando di controllarsi. La sua indole rimaneva tale, la Caroline maniaca del controllo emergeva. E a lui piaceva anche quella parte.
Arrivò al seno, leccandolo teneramente. La bionda lo guardò negli occhi, mordendosi il labbro. Aveva mille anni di esperienza, e si vedeva. I capezzoli si inturgidirono presto, e Klaus spostò la sua attenzione sulla bocca.
Morse le labbra leggermente, bacio l’angolo della bocca. Gli piaceva far aspettare quella ragazzina. Lei pretendeva tutto subito, ma era disposta ad aspettare per lui. Ciò lo rincuorò.
Le mani passarono sulla pelle morbida, diafana della ragazza. I muscoli si contraevano al suo tocco, e poi si rilassavano. Improvvisamente Klaus si fermò, guardando negli occhi la ragazza. Si vedeva riflesso e mai avrebbe pensato che proprio lei lo stesse accettando, gli stesse dando la possibilità di fare l’amore con lei.
-Tutto ok, Klaus?- il pollice passò sulle labbra fini e rosse di Caroline.
-Chiamami Nik. Dimmi che lo vuoi e io continuerò.- Ero tutto ciò di cui aveva bisogno, una frase che lo rassicurasse, una frase che lo facesse sentire veramente desiderato dalla donna per cui provava qualcosa. La ragazza scrutò il viso, gli occhi espressivi, le labbra che bramava. Pensò a Tyler, doveva scegliere.
-Lo voglio più di ogni altra cosa, Nik.- sentì nuovamente qualcosa impossessarsi delle sue labbra. La mano dell’ibrido arrivò sul tessuto sottile delle mutandine. Accarezzò piano la sua femminilità. La sentì mugolare sotto il suo corpo, era una delle cose più eccitanti, non strane, ma eccitanti che avesse mai fatto. Non poteva, anzi non voleva, aspettare oltre. Si disfò rapidamente dei due intimi. Il loro nasi si sfiorarono. Caroline ricordò vagamente la sua prima volta, e sorrise pensando che non sarebbe invecchiata, che non l’avrebbe potuto raccontare ai suoi figli. Per la prima volta era felice di essere un vampiro. Con una spinta lenta, dolce, la penetrò.
Entrambi ansimarono, aggrappandosi a vicenda sui propri corpi. Caroline non era disturbata dal fatto che erano su un tappeto a farlo. Erano davanti a un camino, l’unica fonte di luce, sotto un abete e un dio greco era dentro di lei. Si sentì fortunata. Accarezzò le spalle larghe di Klaus, baciando i piccoli nei che aveva sotto al collo. L’originale ansimò, spingendo ancora più a fondo, facendola gemere vivacemente. Caroline si sentiva piena, coccolata, protetta e amata. Klaus spostò piano i capelli biondi e profumati della ragazza. Bacio la pelle. Leccò piano. Morse selvaggiamente. La vampira sbarrò gli occhi, scansandolo un poco.
-Che diavolo fai?- Caroline lo guardò allarmata, dopo tutto era un ibrido, aveva sangue licantropo ! Lui la guardò non capendo, pensava fosse ovvio. Le bloccò le mani sulle sue, non voleva spaventarla.
-Condivido il sangue con te- le mostrò il proprio collo – immagino che con Tyler tu non l’abbia mai potuto fare..- l’espressione sorpresa e sbigottita gli confermò la teoria. Tuffò di nuovo la testa sull’incavo della clavicola, aveva desiderato questa situazione ogni notte da quando l’aveva conosciuta. Titubante Caroline accarezzò il collo liscio dell’uomo e addentò la carne famelica. Il sangue che aveva già assaggiato le era entrato in circolo come una benedizione. Era fresco, ferruginoso. Sentiva ogni fibra del corpo rigenerarsi, rilassarsi e rinnovarsi. Era come bere in una giornata afosa, era come mangiare dopo tanto tempo. Era come fare l’amore con la persona che ami e che non vedi da tanto tempo. Era come fare l’amore con Klaus.
Con un nuovo colpo Caroline sentì sopraggiungere ciò di cui per la prima volta aveva paura. Se fosse venuta significava che aveva scelto, se si fosse concessa a tal punto significava che Klaus, Nik, era la sua scelta definitiva. Incrociò gli occhi nuovamente con l’ibrido e capì ciò che voleva veramente.
L’orgasmo incendiò con spasmi i corpi dei due amanti, se così possiamo chiamarli. Erano abbracciati, mentre si fissavano avvolti da un calore e da un silenzio interrotto dai loro ultimi gemiti. Ci sarebbe stata una bellissima frase finale, un ‘ti amo’ da parte del ragazzo, un ‘anche io’ da parte della ragazza. Ma entrambi rimasero in silenzio, a un centimetro l’uno dall’altro, a un soffio da ammettere che provavano qualcosa per il rispettivo compagno di danza ‘erotica’. Un bacio risuonò nella stanza.
 
 

Caroline alzò il mento verso l’uomo che si stese accanto a lei, di fronte al camino. La coprì con una coperta di un leggero tessuto color panna. La bionda gli porse il suo flûte ripieno di champagne.
-Spero che tu abbia passato il Natale in modo lieto- si portò alle labbra il bicchiere, assaporando le leggere bollicine della bevanda che gli solleticavano il palato.
-Meglio di quel che avrei creduto.- si avvicinò a Klaus baciando lentamente l’orecchio dell’uomo. Il Mikealson sospirò, assaporando il momento.
-Caroline Forbes, sei straordinaria.- la suddetta gli rise teneramente vicina.
-Niklaus Mikealson, sei meraviglioso.-
 
 
 
 
2042




 
-Dovevamo proprio venire?- Caroline sbatté le palpebre sorridendo a tutti gli invitati, rispondendo all’amante.
-Sì. Sono quasi due anni che non vedo.. Elena!- scoppiò in un urlò, correndo verso la amica che la strinse a sé. Si erano sentite quasi ogni settimana, si raccontavano tutto. Caroline le raccontava delle mete che visitava, o dei mesi che passavano rintanati come due piccioncini in luna di miele. Oppure dei piccoli litigi che aveva perennemente con quel testardo dell’Originale. Indossava un particolare vestito del 1920. Le sembrò strano che l’amica avesse dato una festa in onore proprio a quegli anni.
-Sei bellissima, mi sei mancata..- assunse un broncio finto, mettendosi dietro all’orecchio una ciocca di capelli color cioccolato.
-C’è lo zampino di Bekah qui, vero?- Elena alzò gli occhi al cielo, annuendo con un sorriso. Klaus rise tra di sé, lo aveva immaginato immediatamente. Voleva riabbracciare davvero sua sorella.
-E Bonnie?- chiese Caroline, girovagando con lo sguardo verso il parco che circondava la nuova villa Salvatore, in una delle valli dell’Alabama.
-Arriverà a momenti la streghetta!- una copia esatta della Gilbert fece il suo ingresso, con una camminata sexy e suadente. Caroline alzò gli occhi al cielo. Sapeva già dell’amicizia tra Elena e Katherine, se lei aveva accettato Klaus e ciò che aveva fatto lei poteva accettare chi l’aveva trasformata. Le aveva dato l’opportunità di conoscere meglio l’ibrido. Katherine si avvicinò salutando ammiccando Caroline e Niklaus. Un pizzico di gelosia si notò sul volto della bionda, non scappò alla Petrova.
Damon e Stefan fecero la loro comparsa sulla porta, guardandosi attorno complici, raggiunsero il tendone che ospitava tavoli imbanditi di dolci ben decorati, pietanze ottime e sangria.
-Barbie Vampira e il mio vecchio amico ultramillenario! Da quanto tempo, non siete cambiati per niente, ed è la verità!- Damon salutò increspando le labbra, alzando le sopracciglia in modo suadente. Caroline si avvicinò a Stefan stampandogli un bacio sulla guancia. Gli era mancato il suo migliore amico.
-Sei sempre bellissimo- mormorò sciogliendo l’abbraccio, guardò Damon che sorrideva ironico- siete bellissimi – con sorpresa si avvicinò a Damon e l’abbracciò. Alla fine, anche lui aveva fatto molto durante gli anni. Il Salvatore maggiore ricambiò l’abbraccio, leggermente rosse in viso. Le dopplegangers risero coprendosi il volto con i lunghi capelli.
-Klaus, Rebekah è in bagno che si sta sistemando il vestito. Kol ed Elijah dovrebbero arrivare a momenti- Stefan sorrise, avvinandosi alle due donne vampire. L’originale, sorrise, mostrando le fossette, baciò teneramente la fronte della fidanzata. Entrò nella grande villa.
-Intanto serviamoci, sto morendo di fame!- Katherine fece un occhiolino alla bionda, che rise. Sembrava che tutto il villaggio fosse invitato. Persone sconosciute entravano raggianti.
-Tyler verrà?- chiese, versandosi della sangria. Elena fece passare la lingua sulle labbra, annuì piano.
-Voglio riabbracciarlo, sono quasi cinque anni che non lo vedo!- Caroline sorrise sincera. Si sentivano ogni tanto per e-mail. Quando Klaus l’aveva saputo aveva avuto un attacco di gelosia, ma dopo una pace sotto le lenzuola aveva capito che erano solo amici. Lui la amava.
Prese un cioccolatino con una nocciola all’interno.
-E Matt?- Lo avvicinò alla bocca ma si fermò. Lo guardò aggrottando le sopracciglia, cosa era quella cosa che sentiva?
-Viene con Bonnie e Jeremy! Cosa succede?- la piccola Gilbert la guardò preoccupata.
-Io quei cioccolatini non li mangerei, sono ripieni di Verbena. Sai, Rebekah non voleva incorrere in qualche inconveniente!- Caroline annuì guardando il cioccolatino. Ne sentiva l’odore. Sentiva l’odore della verbena. Lo posò e un flash le saltò alla mente.
Brutto bastardo, per questo aveva vinto! ’ si morse il labbro. Non era arrabbiata, rideva. Perché alla fine anche lei lo amava, con tutto se stessa.









Anche io ho scritto una storia sulla mia amata serie televisiva ** The vampire diaries :3
Ovviamente essendo Klaroline non potevo fare a meno di scrivere una storia che riguardasse loro due ** E' per un contest ('Klaroline Contest') indetto da
ErikaconlaK e Alex96 :)
I risultati saranno svelati l'8 gennaio ma io volevo comunque pubblicare prima, per vostra sfortuna! I personaggi potrebbero essere OOC ma capitemi, non sono brava a scrivere ff su serie tv ( ho scritto sempre e solo originali, come half-blood!)
Comunque, spero vi sia piaciuta e se avete voglia lasciate una piccola recensione **
Un bacione a tutti 
vostra Sofii
<3
   
 
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