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Autore: Doireann     07/12/2012    1 recensioni
Inizia il nuovo anno ad Hogwarts e come tutte le altre case, anche gli Slytherin si ritrovano e si salutano, più o meno calorosamente. Che genere di rapporti si celano dietro alla facciata della Casata più infida e sleale di tutti i tempi? Possono davvero esistere sentimenti di amicizia e di affetto, se ognuno di loro lotta ogni giorno nella strenue battaglia per essere il Migliore tra le Serpi?
ATTENZIONE: questa è una fanfiction che ho iniziato a scrivere nel 2009 ma che non ho mai finito. Per questo oggi ho deciso di riprendere in mano il progetto e portarlo finalmente a termine. Avendo riletto i vecchi capitoli, vi ho trovato parecchi errori stilistici per cui preferisco ripubblicare dall'inizio la storia, correggendo e ammodernando via via ciò che era già stato scritto e pubblicato.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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1 - Snake snap at its tail

1 - Il Serpente che si morde la coda

Nuovo anno, nuove avventure. Draco Malfoy oltrepassò il portone d'ingresso del Castello di Hogwarts e, con addosso la sua nuova divisa fatta su misura, sogghignò. Per un istante immaginò quanti ragazzi, nei suoi paraggi, temessero il ritorno a scuola.
Pensò a quel piccolo marmocchio di Hufflepuff a cui l'anno prima aveva fatto cadere tutti i capelli in un solo colpo e se lo immaginò tremare da capo a piedi, oltrepassando quel fatidico portone. Pensò a quella insopportabile ragazzina a cui aveva reso un inferno l'ultimo mese di scuola, l'anno prima: probabilmente neppure lei era così felice di tornare tra quelle mura. Si immaginò poi i suoi acerrimi rivali: la secchiona Granger che sicuramente tremava già al pensiero dei M.A.G.O. dell'anno successivo; la donnola Weasley che probabilmente si stava già torturando al pensiero di come provarci con la secchiona; e Il-Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto, di certo fremente all'idea di conquistarsi l'ennesima porzione di fama e notorietà.


Allora tirò un sospiro di sollievo, il caro Draco: lui di certo non aveva tutti quei problemi. Era semplicemente eccitato all'idea di cominciare un nuovo anno, di avere nuove vittime su cui imporsi, nuove coppiette da rovinare e nuovi scandali da imbastire contro poveri malcapitati.
Seguendo la folla si diresse verso la Sala Grande e senza esitazione si fece largo a spallate, per raggiungere il tavolo degli Slytherin. Si sistemò perfettamente al centro del tavolo accanto al suo immancabile amico Blaise Zabini, per l'occasione pettinato in maniera decisamente aristocratica.
Fece appena in tempo a guardarsi pigramente attorno con aria di sufficienza, che il posto ancora vuoto di fronte a loro fu occupato da una vecchia conoscenza.

Con il solito broncio e l'aria da seduttrice navigata, Daphne Greengrass si sedette con eleganza, accavallando le gambe con un gesto naturale. Poi fu il turno di ravviare la sua bionda chioma, durante i mesi estivi schiaritasi ancora di più. L'estate aveva giovato, come sempre, alla sua pelle già delicata e perfetta che ora aveva assunto una piacevole gradazione color miele.

Ma tutto ciò che Draco Malfoy vide, di fronte a sé, era una fastidiosa ragazza tutt'altro che simpatica. Non che Draco non apprezzasse l'innegabile eleganza e bellezza della giovane, ma sin dal primo anno quella compagna non le era mai andata a genio. Troppo cocciuta e distaccata, aveva più volte commentato. Troppo crudele e perfida perfino per i suoi standard, aveva aggiunto qualche anno dopo a seguito di parecchi atti decisamente inimmaginabili da lei compiuti. In un certo senso, quella ragazza le provocava un vago senso di disagio, come se stare in sua presenza fosse in qualche modo scomodo e molesto.

Per tutti questi motivi, Draco ebbe un moto di stizza che nessuno dei compagni appena radunati notò. Quando la ragazza abbassò lo sguardo sui due compagni di fronte a lei, si limitò a fare loro un cenno di saluto, molto impersonale. Draco, ben contento di poter evitare di parlarle, rispose al saluto con un gesto ugualmente freddo mentre Blaise, come sempre decisamente loquace, non mancò di affermare:

"Greengrass, se continui a tirartela così tanto, finirà che Potter ti farà entrare nel suo esclusivo Club delle Superstar". Il tono era canzonatorio e un sorrisetto beffardo comparve sulle sue labbra scolpite di marmo italiano. Quelle di Daphne, però, si torsero all'ingiù, segno che non aveva affatto apprezzato il commento e acidamente rispose:
"E' più facile che Potter faccia entrare te, nel suo Club, visto che ti sei versato in testa una quantità enorme di lucido di scarpe".
Blaise, assumendo un'espressione vagamente contrariata, si passò una mano sulla sua folta chioma che rimase rigida come uno stoccafisso. Poi, alzando il naso per aria, piagnucolò:
"Non è mica colpa mia se oggi il vento continuava a scompigliarmi i capelli!".

A quel punto dalle labbra fini di Draco Malfoy uscì uno sbuffo di tedio assoluto e sottolineò il suo stato d'animo appoggiando la guancia sul palmo della mano, con il gomito puntellato sul tavolo. Socchiuse gli occhi e fece appena in tempo ad aprire le sue annoiate labbra, sicuramente per affermare qualcosa di assolutamente importantissimo, quando una vocina alle sue spalle catturò la sua attenzione. Dallo squittio comprese immediatamente chi fosse e più per abitudine che per un reale interesse, si spostò leggermente sulla panca in modo da lasciare un po' di posto alla proprietaria di quella voce. Pansy Parkinson, senza farselo ripetere due volte, si impossessò di quel posto e prima che Draco potesse dire qualsiasi cosa, gli si avvicinò pericolosamente schioccandogli sulla pallida guancia un sonoro bacio. Quel suono fece voltare tutte le teste degli Slytherin nelle vicinanze, per vedere chi avesse osato darsi un bacio in pubblico proprio al loro tavolo (cosa decisamente rara, e ancora più decisamente poco apprezzata).

Gli sguardi inorriditi si trasformarono ben presto in curiosi, vedendo chi fosse il destinatario del suddetto bacio. In parecchi mentalmente puntarono sul fatto che Malfoy le avrebbe tirato un ceffone, come minimo.

Ma il ragazzo, diventato tutto ad un tratto ancora più pallido del solito, si voltò verso Pansy con una lentezza esasperante e la sua espressione passò dallo sconvolto, all'infuriato e poi all'indifferente. Con lo stupore di tutti, Draco si limitò ad osservare freddamente Pansy, con gli occhi ridotti a fessure. La ragazza gli sorrideva in una maniera molto poco intelligente, nonché decisamente orrenda a vedersi. Quando ormai era chiaro a tutti che la situazione non sarebbe andata oltre, fu Daphne Greengrass a rompere il gelido silenzio che era calato attorno alla tavolata. Aprì le sue labbra morbide e seducenti, più o meno segretamente ambite dalla maggior parte della popolazione maschile di Hogwarts e con voce vellutata ma tagliente come una lama sottile affermò:
"Complimenti Malfoy. Questo si che è degno del Club di Potter. Magari se sborsi un po' più di soldi, anche tu puoi avere lo stuolo di ragazzine in fila per darti il bacetto della buona notte".
Mentre parlava, la perfida Greengrass aveva fissato i suoi occhi blu in quelli grigio chiaro di Draco e si era spiaccicata sul volto il ghigno beffardo che per anni era stato prerogativa del solo Malfoy.
Il silenzio si fece ancora più completo ed ora carico di tensione. Nessuno si era mai beffato di Draco Malfoy in maniera così spudorata, almeno non in pubblico.

Il diretto interessato rimase immobile per lunghi secondi, durate i quali il suo volto si era trasformato in una maschera cinerea, gelidamente furente. Ma ben presto la ragione tornò a placare la sua ira: ora era il suo turno, doveva contrattaccare. Sentiva su di sé lo sguardo dei suoi compagni, avvertiva le loro aspettative. Si aspettavano una battuta velenosa, perfida e torturatrice, perfettamente nel suo stile. Raccolse i pensieri, si concedette ancora qualche secondo per umettarsi le labbra e si preparò ad affondare il colpo. Con voce melliflua e falsamente dolce, sufficientemente bassa perché apparisse una cosa riservata ma non abbastanza perché gli altri non sentissero, le sussurrò:
"Greengrass, è inutile che tu ti ingelosisca tanto perché Pansy ha il permesso di baciarmi e tu no". Si fermò lì. Avrebbe potuto dire molte altre cose, fare insinuazioni ancora più pesanti, ma sapeva che la perversa mente degli Slytherin era stata sufficientemente stuzzicata. Bastava quella piccola insinuazione, che la superba Daphne, desiderata da molti, fosse caduta ai suoi piedi e fosse stata rifiutata proprio da lui. Sapeva di aver vinto e nei suoi occhi passò un lampo maligno, di chi ha la vittoria in pugno.
Ovviamente qualcuno avrebbe potuto dubitare che il buon caro Draco stesse insinuando di aver preferito il muso carlino della Parkinson agli occhi blu da cerbiatto della Greengrass. Ma tradizionalmente, gli Slytherin sono in cerca di scandali, non di ragionamenti logici.

A quanto pareva, però, Dahpne Greengrass non si sentiva decisamente sconfitta e sul suo bel volto comparve un'espressione teatralmente accondiscendente, mentre ribatteva con la freddezza che solo una Serpe sa avere:

"Malfoy, non vorrei turbare la sua instabile autostima, ma non credi che se in tutti questi anni mi fosse anche solo passato per la testa che tu potessi interessarmi, forse te lo avrei fatto in qualche modo notare?"
Slytherin fino al midollo. Il sangue si gelò nelle vene di Draco, così come il suo ghigno. Rimase qualche istante sconcertato, incapace di assimilare il fatto che quella ragazzetta altezzosa gli avesse dato una delle bastonate più memorabili che si fosse mai preso. La tensione al tavolo degli Slytherin era salita alle stelle e in quell'istante persino l'ottusa Pansy Parkinson aveva deciso che era il caso di stare ferma e zitta, lasciando i due al centro dell'attenzione.
Nella mente di Draco vorticarono insulti, parole perfide e taglienti, per affondare quell'insopportabile e viscida principessina, ma nulla di tutto ciò uscì dalle sue labbra serrate. Sapeva che lei aveva vinto quella battaglia e che era inutile cercare di ribaltare la situazione. Proprio come lui era stato conciso nel suo attacco, Daphne era stata sintetica ed essenziale nella sua risposta. Il messaggio era chiaro: Malfoy, fai schifo. E nessuno avrebbe potuto credere che stesse fingendo, poiché tutti gli Slytherin seduti a quel tavolo avevano avuto modo di vedere in tutti quegli anni, quanto Daphne Greengrass fosse decisamente poco amichevole e solidale nei confronti di Draco. Con quelle semplici parole, Daphne aveva fatto passare lui per un illuso che aveva creduto di piacere alla reginetta delle Serpi, inarrivabile e intoccabile.

Draco sapeva che la battaglia quel giorno era finita, decretando Daphne vincitrice, ma sapeva anche che la guerra era appena iniziata e che alla fine avrebbe vinto lui. Alla fine, i Malfoy vincono sempre.




  
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