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Autore: FeBookworm    07/12/2012    6 recensioni
Non seppe esattamente fino a quando rimase lì, attaccato al vetro della finestra, a guardare i fiocchi scendere. Sapeva solamente che la neve era già arrivata a coprire tutto il giardino e che era molto alta.
Probabilmente lui, così piccolo, ci sarebbe annegato dentro.
Non doveva essere poi così tanto alta, poiché l’uomo che stava camminando nella direzione del portone, aveva solo i polpacci e i piedi nascosti nel manto di neve…
Un uomo?
“Papà!!!!” urlò il piccolo Scorpius.
“Non capisco perché fai calze e berretti a quegli stupidi elfi e non a tuo marito. Sul serio, donna, vuoi farmi morire di freddo?”.
“Sai qual è la cosa che amo più di te, Draco?”
Lui la guardò incuriosito, alzando un sopracciglio:”Il fatto che sono assolutamente irresistibile?”
“No, idiota. I tuoi occhi.”
Draco le sorrise dolcemente e la baciò:”Anch’io, Hermione.”
-Fé-
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non riusciva ancora a crederci.
Dopo tanto tempo, dopo settimane passate a sperare che nevicasse, finalmente era arrivata.
Per lui era come una tradizione. La neve doveva arrivare proprio quel giorno, quel ventidue di Dicembre come sempre da cinque anni a quella parte.
Già era stata dura fare l’albero senza neve, figuriamoci come sarebbe stato il suo compleanno senza!
No, no. Assolutamente no!
Quando era nato c’era la neve e così doveva essere per tutti gli anni a venire, finché non sarebbe morto.
Papà gli diceva sempre che era come se il cielo gli avesse fatto quel regalo alla sua nascita.
Papà gli diceva, anche, che la neve era un segnale per la loro famiglia. Cadeva sempre quando c’era un evento importante, come se anche il cielo farne parte…Come se degli dei volessero rivelare la loro presenza.
Aveva nevicato quando mamma e papà si erano dichiarati amore eterno, quella notte durante la Battaglia Finale.
La neve era caduta pesante il giorno del loro matrimonio e lui aveva ben in mente l’immagine che c’era nella studio di papà. Lui e la mamma che si baciavano sotto l‘entrata di Hogwarts con i capelli tutti bagnati dai fiocchi di neve. Poteva vederli scendere regolari proprio come quel giorno.
E papà gli diceva sempre che, quella sera di cinque anni  prima, quando la neve aveva iniziato a scendere piano, la mamma aveva avuto le prime doglie. La neve non si era mai arrestata, se non quando lui, allora neonato, aveva aperto gli occhi al mondo.
Da allora la prima neve dell’anno cadeva sempre nel giorno del suo compleanno, il ventidue Dicembre.
Ma il piccolo non amava il giorno del suo compleanno solo perché c’era la neve, ma anche perché con la neve arrivava sempre papà.
Lui partiva a metà settembre, dopo il compleanno della mamma, e poi tornava per il suo compleanno. Ripartita solo a Marzo, quando la neve ormai se ne andava.
Il suo papà era il suo eroe. Faceva un tipo speciale di Auror che l’obbligava a star lontano dalla sua famiglia per tanto tempo.
Ma lui non li deludeva mai, lui arrivava con la neve tutti gli anni.
E così avrebbe fatto anche quell’anno. Che sua madre ci credesse oppure no.
Guardò sua madre seduta sul tappeto di fianco al camino acceso. Aveva una coperta sulle spalle ed era tutta concentrata nella lettura.
Molto spesso aveva visto la mamma in quella posizione e papà, con lui in braccio o con le braccia incrociate al petto, appoggiato allo stipite la osservava e sorrideva dolcemente.
 
“Guardala, ometto, la mamma ci snobba completamente” le diceva sempre.
E allora la mamma si girava verso di loro, verso di lui,  e gli sorrideva complice.
“Finisco la pagina e arrivo a raccontarvi la favola della buonanotte”.
Ma papà non ci cascava mai. Si scambiavano un’occhiata loro due, si guardavano in quegli occhi completamente identici e scuoteva la testa.
“Dici sempre così, donna. Finisco la pagina e arrivo…come no. Finisci il libro e poi arrivi, semmai!”
 
Era bello avere papà a casa però. Anche se c’era pochissime volte.
Papà portava con sé tutta quell’allegria e quell’armonia che molto spesso nel grande maniero non c’era perché la mamma era tutta intenta a preoccuparsi per gli studi e di lui.
Non che si trovasse male con la sua mamma. L’amava sul serio.
Ma molto spesso lei era di umore triste e malinconico, perché papà non era con lei e allora il silenzio regnava sovrano.
Papà invece era come la neve. Portava con sé quella voglia di ridere e di stare sempre insieme.
Ed era bello averlo in casa, perché il maniero sembrava meno grande e cupo e perché la mamma riacquistava quella voglia di ridere e scherzare che troppo poche volte vedeva se lui non c’era.
Era bello vederli discutere, scambiarsi delle occhiate fulminanti e poi scoppiare a ridere e fare la pace.
 
“Togli subito quella scopa dalle mani di tuo figlio o ti schianto”
“Oh, avanti! E’ solo un giocattolo!”
“Solo un giocattolo? Potrebbe farsi male, idiota!”
“Ehi, donna, sei in ciclo per caso? Datti una calmata, non si farà niente. Non gli darei mai in mano qualcosa che potesse fargli del male.”
Mamma allora metteva le mani sui fianchi e lo guardava severa.
Papà invece la guardava con quello sguardo che aveva molto spesso nelle loro foto da adolescenti. Uno sguardo intenso, quasi volesse mangiarla con gli occhi.
E mamma si scioglieva tutte le volte che papà la guardava così, si lasciava prendere per mano e papà la faceva sedere sulle sue ginocchia.
Lui li guardava sempre in quella posa come ipnotizzato. Sembravano due pezzi di un puzzle quando stavano così. Mamma si abbandonava completamente su di lui e papà le appoggiava il mento su un spalla.
Ogni tanto lei gli accarezzava i capelli lisci e lui l’abbracciava stretta stretta.
 
Mamma però, l’ultima volta che papà se n’era andato, aveva fatto la cattiva bambina.
Aveva trattato male il suo papà, urlandogli dietro cose che non erano vere. Gli aveva detto che poteva tornarsene pure dalle sue donnacce dei tempi della scuola, se non gli andava bene come lei aveva detto.
Papà aveva fatto finta di niente e l’aveva baciata con rabbia prima di andarsene.
 
“Vedi di farti passare il nervoso, quando tornerò.”
“Se tornerai, visto che hai la strabiliante facoltà di tentare sempre la Morte di ammazzarti!”
Papà se ne andò sbattendo la porta e da quel momento mamma si era rinchiusa in un mutismo quasi depresso.
“Vedrai che arriva, mammina” gli disse con la sua voce squillante.
Lei si voltò verso di lui e gli sorrise tristemente:”Naturalmente, Scorpius. Un Malfoy mantiene sempre le sue promesse” gli rispose scimmiottando il suo papà.
Scorpius tornò a guardare la neve scendere.
Effettivamente, la neve rappresentava molto il suo papà. Anche papà a volte era freddo, quasi glaciale. Soprattutto quando doveva svolgere il suo compito di generale.
Eppure, così come la neve a contatto con una mano calda si scioglie, papà si scioglieva appena tornava a casa da loro due. Si toglieva la maschera da duro e diventava il papà premuroso e giocherellone che era sempre con lui.
“Arriverà presto, mamma. Papà arriva sempre.”
La donna sospirò:”Non dà notizie di sé da un mese ormai, Scorpius. Può essere successo di tutto.”
Gli occhi argentei di Scorpius la fulminarono, così come spesso facevano quelli di Draco:”Zio Harry ha detto che è in missione, ma che sta bene. Papà arriverà” disse deciso.
 
Non seppe esattamente fino a quando rimase lì, attaccato al vetro della finestra, a guardare i fiocchi scendere. Sapeva solamente che la neve era già arrivata a coprire tutto il giardino e che era molto alta.
Probabilmente lui, così piccolo, ci sarebbe annegato dentro.
Non doveva essere poi così tanto alta, poiché l’uomo che stava camminando nella direzione del portone, aveva solo i polpacci e i piedi nascosti nel manto di neve…
Un uomo?
“Papà!!!!” urlò il piccolo Scorpius.
La donne si svegliò di soprassalto e andò anche lei alla finestra.
Lo riconobbe subito dalla sua camminata. Era ancora così maledettamente aristocratica come quando andavano a scuola.
Riconobbe il suo modo di tenere le mani in tasca, la sua espressione costantemente annoiata e riconobbe il ciuffo di capelli biondi che fuoriusciva dal berretto che lei stessa gli aveva fatto.
 
“Non capisco perché fai calze e berretti a quegli stupidi elfi e non a tuo marito. Sul serio, donna, vuoi farmi morire di freddo?”.
 
Scorpius si fiondò al portone, aprendoglielo.
“Papà!!!Sei arrivato!!”
Draco si inginocchiò davanti a suo figlio, lo fissò in quegli occhi argentati identici ai suoi e gli sorrise:”Certamente. Non potevo mica perdermi il compleanno di mio figlio! A proposito…” Draco fece apparire un piccolo pacchetto e glielo diede.
Scorpius lo prese con delicatezza, quasi temesse di rompere quel prezioso tesoro.
“Mi dispiace non essere arrivato prima, ma ho perso la prima Passaporta e ho dovuto farne un’altra” gli disse sconsolato.
Scorpius gli sorrise e lo abbracciò stretto, stretto.
Draco poté sentire le piccole dita di suo figlio infilarsi tra i suoi capelli biondi, cercando quell’ancora a cui aggrapparsi come faceva di notte quando non riusciva a dormire.
Anche lui lo strinse forte, risentendosi parte di quella famiglia che aveva faticato a costruire.
Istintivamente alzò lo sguardo e incontrò gli occhi dorati di sua moglie.
 
“Sai qual è la cosa che amo più di te, Draco?”
Lui la guardò incuriosito, alzando un sopracciglio:”Il fatto che sono assolutamente irresistibile?”
“No, idiota. I tuoi occhi.”
Draco le sorrise dolcemente e la baciò:”Anch’io, Hermione.”
 
Sciolse per un attimo l’abbraccio di suo figlio e si avvicinò a sua moglie.
Per Morgana…gli faceva ancora uno strano effetto chiamarla così. Ancora non poteva credere di essere riuscito a legarla a lui per l’eternità. Proprio a lui, quel maledetto Mangiamorte e Purosangue che l’aveva sempre maltrattata a scuola, pur nascondendo in realtà un profondo affetto per lei.
Quello stesso Mangiamorte che però le aveva salvato la vita durante la Battaglia…
 
Hermione guardò il cielo e notò che stavano cadendo i primi fiocchi di neve.
“Non è possibile…E’ maggio, non dovrebbe nevicare…”
Stranamente si sentì così stanca da lasciarsi cadere su quel manto di neve…solo per un secondo, poi sarebbe ritornata da Harry…
Un attimo solo…
“Incendio!” urlò qualcuno alle sue spalle.
Improvvisamente la neve si sciolse e lei si rimise in piedi, seppur stordita.
Si voltò e notò che Draco Malfoy aveva appena ucciso suo zio, il marito di quella pazza di Bellatrix.
“Aveva…stava cercando di farti morire assiderata, Hermione.”
Lei gli aveva sorriso:”L’ho sempre saputo che non eri cattivo, Draco.”
 
Adesso era a pochi centimetri da lei.
“Herm…”
“Tu!!!! Brutto idiota figlio di Mangiamorte!!” gli urlò Hermione contro.
Draco fece un piccolo segno a Scorpius, facendogli capire che, per il momento, era meglio se lui si godeva il suo regalo da solo.
“Non ti fai sentire per un mese e vieni qui facendo la parte del buon samaritano! Ma chi diavolo ti credi di essere??? Sai quanto sono stata in pensiero per te??? Ho dovuto persino chiedere a Harry per sapere tue notizie! Non ti permettere mai più di farmi una cosa simile, sai?”
Draco sorrise compiaciuto:”Anche tu mi sei mancata, donna.”
Lei si voltò verso di lui e appena lo guardò in quegli occhi così colmi di amore per lei, la sua rabbia scemò.
Gli andò incontro e lo baciò con tutta la passione che aveva in corpo.
Lui la strinse forte a sé, mettendole una mano su un fianco e l’altra tra i suoi ricci. La baciò come se fosse l’acqua per un assetato o la luce per un cieco.
“Non farlo mai più” le sussurrò sulla sua pelle candida e profumata:”Non mandarmi più via sapendo che sei arrabbiata con me. Potrei morirne, Herm.”
Lei strinse tra le sue mani i suoi capelli e si inebriò del suo profumo alla mente:”Ti amo così tanto…morirei senza di te.”
Draco sorrise mentre le baciava il collo. Quelle parole…
 
“Draco! Draco, stai bene?” gli chiese lei, così preoccupata per un piccolo graffio.
“Sì, stai tranquilla. E’ solo un graffio. Erano solo dei piccoli Mangiamorte senza un capo, li abbiamo presi tutti.”
“Non farlo mai più, Draco. Non andartene più via, senza aver fatto prima la pace con me…”
Lui le accarezzò una guancia e le sussurrò sulle labbra:”Ti amo così tanto, Herm…Morirei senza di te. Ti prego, rimani con me per sempre. Sposami, Herm…”
Lei riuscì a malapena a rispondergli di sì, prima che le sue labbra catturassero le sue.
 
Quella notte, nel loro letto, stretti come due amanti, Draco le sussurrò sulla pelle:”Ti amo anch’io, Herm. Non immagini quanto…”
Lei si girò verso di lui e gli sorrise:”Sai…credo che la neve voglia dirti qualcosa…”
Infatti adesso stava scendendo il doppio di prima…
Draco sorrise, gli occhi leggermente umidi per l’emozione. Le sfiorò il ventre e disse, prima di baciarla,:”Eltanin…Lui sarà Eltanin…”

   
 
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