Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: Colli58    08/12/2012    6 recensioni
Era indubbiamente un Natale diverso, ma i cambiamenti potevano essere molto gratificanti, soprattutto se lei era la ragione del cambiamento. Le tradizioni potevano evolversi, senza perdere il loro significato e la loro bellezza intrinseca.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Caro Babbo Natale,
devo essere stato davvero un angelo quest’anno, devo esserti sembrato davvero fantastico, perché mi hai fatto avere il regalo più incredibile che io abbia mai desiderato da una vita con largo anticipo. Un regalo così speciale che mi auguro allieterà i miei Natale futuri per molto, molto tempo. Almeno così credo che sia, non posso pensare che tu abbia aspettato ben quattro anni per farmi avere il regalo che desideravo, questo vorrebbe dire che sono stato un disastro e ho fatto il cattivo per molto tempo prima di poter avere un dono… Non può essere così!! Sono stato uno zuccherino e non mi sono dato da fare con le donne. Non ho bevuto troppo, non ho barato a poker e mi sono dedicato a tempo pieno alla giustizia, quindi penso che io me lo sia davvero meritato. Certo ho avuto i miei momenti di sconforto, e in quel caso ammetto di aver fatto qualche errorino, ma sono felice che tu mi abbia perdonato.
Sono così contento quest’anno che davvero non so cosa chiederti… Ok, ci sarebbero una serie di cosette nella mia wish list, come quel fantastico Vacheron Costantin che ho visto di recente, oppure il Darth Vader a grandezza naturale limited edition da mettere nello studio, ma credo che sarò in grado di soprassedere. Considerato anche che mia madre userà la mia carta di credito per regalarmi l’orologio è come se me lo comprassi da solo. E’ Natale, e basterà il pensiero. Almeno per mia madre.
Quello che realmente ti voglio chiedere non è per me, ti voglio chiedere una cosa per il fantastico regalo che mi hai fatto. Non è propriamente un upgrade, non pensare che io sia così egoista, è una cosa che io stesso spero di riuscire a fare, ma in alcuni momenti ho dei dubbi sulla mia capacità di raggiungere tale scopo, quindi ti chiedo cortesemente un aiuto.
Lei, quel fantastico dono che mi hai fatto, quell’incredibile creatura che è per me una sfida continua, una perenne lotta per stare al suo passo, un’avvincente gara per conquistarla ogni giorno, ha bisogno di essere felice, di essere serena.
Quello che ti chiedo è solo un aiuto per lei, per riuscire a superare i drammi del passato, e vivere finalmente una vita piena. Voglio che sia felice.
Puoi essere così gentile da concederle un po’ di quella felicità che per 13 anni non ha avuto? Se non ti fosse di troppo disturbo, vorrei che mi rendessi lo strumento di quella felicità. Desidero che lei sia felice accanto a me come lei rende la mia vita fantastica e incredibilmente eccitante ogni giorno, con la sua sola presenza. Immagino che la mia richiesta possa sembrarti ancora un po’ egoistica, ma tu l’hai mandata da me e quindi non vedo niente di male nel chiederti questa cortesia, ne convieni? Per l’anno a venire ti prometto che sarò un figlio modello (così mia madre starà tranquilla e mi lascerà in pace), un grandioso padre (come lo sono sempre stato del resto, modestia a parte) e un uomo degno di quella creatura che mi hai messo accanto.
In attesa di un tuo nuovo graditissimo passaggio, lascerò i miei migliori biscotti insieme al latte con la cioccolata sul tavolo della cucina. Mangiane pure quanti ne vuoi, ne ho cucinati a tonnellate. Non volevo sembrarti tirchio.
Al prossimo Natale. Cerca di stare in forma e non prendere freddo.
Richard Castle.
PS: in città evita di avere a che fare con gli elicotteri. Legati bene la cintura di sicurezza, è pericoloso guidare senza.”
 
La donna sospirò e sorrise rimettendo il foglio piegato nella grande calza di lana appesa al camino. Era davvero un bambinone in fondo. Desiderava credere ancora a Babbo Natale, gli scriveva la letterina, preparava biscotti e latte in attesa della sua visita e riusciva ad aprirle il cuore come nessuno. Aveva chiesto la sua felicità dubitando un po’ di se stesso. Una cosa splendida e romantica allo stesso tempo. Quale uomo avrebbe chiesto a Babbo Natale di essere lo strumento di felicità per la sua donna? Beh, non avrebbe dovuto leggere quella lettera, era una cosa personale, ma non aveva resistito alla tentazione e quello che ci aveva trovato l’aveva piacevolmente sorpresa.
Si voltò vedendolo arrivare nel grande soggiorno del loft con altre leccornie. Tutto era illuminato da luci natalizie, creando un’atmosfera magica. Pacchi dono erano disseminati ai piedi del grande albero, riccamente decorato. Ne aveva visti di alberi fantastici, ma quello era davvero incredibile. Castle sapeva creare l’atmosfera del Natale come da tempo non vedeva, o forse inconsciamente ignorava. Riusciva a rendere anche lei di nuovo felice per una festa che per molto era stata sinonimo di un dolore sordo dettato da ricordi felici ormai troppo lontani.
Aveva dubitato che momenti felici come quello che stava vivendo potessero tornare, in cui le sensazioni di unità familiare, di conforto e sicurezza le riempissero di nuovo l’anima. Quel bambinone gentile e dolce, compagno di avventure e ora amante impareggiabile, sapeva come rendere la sua vita piena, al contrario di quanto aveva scritto in quelle righe dedicate a Babbo Natale.
Lo guardò sorridendo mesta. Aveva fatto un errore nascondendogli la sua intenzione di restare in servizio al distretto anche quel Natale, come faceva ormai da anni, e se ne stava ancora rammaricando, soprattutto perché lui l’aveva ascoltata senza preconcetti e aveva capito le sue motivazioni. Lei invece che aveva fatto? Aveva dubitato della sua capacità di comprensione, aveva avuto paura di parlarne apertamente ed aveva rischiato di ferirlo.
Castle si era nuovamente dimostrato in grado di stupirla. E quando se l’era trovato sulla porta con il cappotto in mano e l’evidente intenzione di lasciare la propria casa e la propria tradizione familiare per raggiungerla al distretto, la sorpresa era stata anche più grande.
Aveva chiesto a Karpowski di coprirla per quelle ore che lei desiderava passare con Castle raggiungendo il suo loft in fretta. Era giunta davvero l’ora di cambiare qualcosa nella propria vita. Considerato quello che lui era disposto a fare per renderla felice, come rinunciare alla sua presenza durante la cena di Natale nonostante ci tenesse moltissimo, il minimo che poteva fare era accontentarlo. Ma questa sua propensione non era dettata dall’idea stessa di accontentarlo e basta. Voleva sinceramente partecipare al suo Natale.
Dopo che lui se n’era andato, si era seduta alla sua scrivania ed era rimasta a fissare la sedia vuota accanto a lei, con il desiderio ancora vivido sulla sua pelle di poterlo baciare sotto il vischio. Cosa che non aveva potuto fare visto il luogo in cui si trovavano, e quel “buon natale” che si erano frettolosamente scambiati davanti alle porte dell’ascensore non gli era bastato. Come poteva essere sufficiente? Lui non era un collega qualsiasi che si salutava a fine turno di lavoro. Non era un semplice conoscente: lui era il suo uomo e lei voleva di più, voleva molto di più da quel rapporto. Forse non aveva ancora metabolizzato il concetto dell’essere una coppia, ma era certa che per Castle non era così: l’aveva considerata parte della sua famiglia e si era aspettato di averla accanto per le festività. Per il suo uomo era una cosa naturale pensare in termini di coppia, mentre a lei ancora qualcosa sfuggiva. Quando si era resa conto di volergli augurare un vero “buon natale” aveva preso anche la decisione di raggiungerlo, facendosi dare una mano dai colleghi a coprire la propria assenza.
E aveva fatto la scelta giusta. Castle era lì sulla porta, con quegli occhi dolci e immensamente felice di vederla. Il bacio che si erano scambiati davanti all’albero, noncuranti della presenza della sua famiglia aveva significato davvero molto, e valeva più di mille baci rubati sotto il vischio.
Un po’ si dispiacque nel sapere che lui aveva dei dubbi sulla sua capacità di renderla felice, in fondo non era proprio nella sua natura, ma grazie a quel dubbio il suo uomo tendeva a lavorare assiduamente per costruire il loro rapporto? Probabilmente era così. E poi Castle era confortante, lo erano le sue braccia calde che l’avvolgevano e la coccolavano durante la notte, quando gli spettri del passato tornavano a farle visita e lui, accorgendosi del suo stato di agitazione, si occupava di lei senza parlare, stringendola e amandola. Inoltre era divertente, intrigante. Il primo uomo con cui non si era trovata a corto di parole perché c’era sempre qualcosa di cui discutere, su cui confrontarsi e non si era mai sentita sola accanto a lui.
Lo sentì canticchiare stornelli natalizi mentre guardava il grande albero con un sorriso gratificato sul volto.
Kate si allontanò dal camino facendo qualche passo nella sua direzione. Lui incrociò il suo sguardo e i suoi occhi brillarono alla luce delle centinaia di piccoli led appesi ovunque.
“Come ti sembra?” chiese lui indicando la sala.
“Fantastica Castle” disse raggiungendolo e rubando dal piatto che aveva in mano un pezzettino di frutta candita.  La mise in bocca e assaporò tutta la dolcezza di quel momento.
Avevano terminato la cena da poco e sia Alexis che Martha si erano eclissate, prese da altri impegni e loro avevano finito per restare soli. Castle aveva sistemato da solo la tavola, lasciandola libera di scoprire molte delle splendide decorazioni che adornavano il suo appartamento.
Era il primo Natale che viveva dopo tanti anni e il merito era solo suo. Sperò ardentemente che nessun caso, nessun corpo straziato venisse scoperto. Non voleva uscire da quella stanza, non desiderava abbandonare quella magia con la cruda realtà.
“Un penny per i tuoi pensieri scrittore…” disse lei vedendolo rapito.
“I miei pensieri sono più costosi… ma per te posso fare un’eccezione” rispose appoggiando il piatto che aveva in mano e prendendola per la vita. “Sto pensando ad una fantastica nottata… a quella che stiamo già vivendo, a quella che avrò domani...” Si mosse abbozzando qualche passo di un ballo cheek to cheek e lei rise posando le braccia sulle sue spalle. “Se non ci sono corpi…” replicò lei riportandolo alla realtà. Castle scosse il capo. “Ok, se non ci sono corpi… e se ci sono, li ricopriremo di neve così si conserveranno fino a domani.”
“Castle!” sbottò lei ridendo e colpendolo sulla spalla.
“Tanto sono già morti…” replicò inclinando il capo e con lo sguardo di chi sta dicendo un’ovvietà paragonabile allo scoprire l’acqua calda.
“E’ Natale Beckett, un regalino in natura lo posso almeno sperare?” si lamentò quindi lui.
Kate rise e sfiorò il suo viso con una mano, incrociando il suo sguardo furbo. “Non si era detto niente regali?”
Castle s’imbronciò. “Ma questo non è proprio un regalo che si compra, almeno non nel nostro caso, perché tecnicamente c’è anche chi…” lei gli bloccò la bocca con una mano e lo ammutolì con un’occhiataccia. “Ok, non è il momento di citare questi argomenti. L’atmosfera è poco adatta!” Replicò togliendo delicatamente la mano di lei dalle sue labbra, dopo avervi lasciato un caldo bacio.  “Se ti comporti bene, potrei anche prenderlo in considerazione…” lo redarguì e l’uomo sgranò gli occhi divertito. “Puoi restare fino al mattino?” Chiese speranzoso.
“Non posso…” rispose lei scuotendo il capo.
“Dovresti passare di grado” commentò lui annuendo vistosamente.
“Scusa?” Chiese lei non afferrando quali possibili contorte teorie potevano nascere dalla mente di Castle dopo tale uscita.
“Oh che dire. Sei la miglior detective di New York e hai anche il valore aggiunto di poter usufruire in modo del tutto esclusivo di un grande consulente come il sottoscritto. Minimo dovresti già essere un graduato, così potresti far lavorare i tuoi sottoposti e te ne staresti comunque qui tranquilla!” Spiegò innocentemente lo scrittore.
La cosa la fece ridere tanto che Castle si meritò un bacio. “Secondo te la Gates vive tranquillamente?” replicò Kate incuriosita dalle sue elucubrazioni. Castle assunse un’espressione dubbiosa.
“La Gates è femmina solo all’apparenza. In realtà è un grinch, una creatura mordace, non è contenta se non azzanna qualcuno. Pare non si diverta. Almeno se escludiamo certe passioni inquietanti. Ma come diavolo è riuscita a sposarsi?” disse poi facendo una piroetta e lasciando Kate piacevolmente stupita di un movimento così elegante e fluido.
“Beh deve aver avuto una vita in passato, non credi?”
“No, ci sono forti possibilità che lei sia un clone, è nata già adulta e le hanno programmato il dna per essere aggressiva e acida” sentenziò Castle con assoluta sicurezza. “Lo so, lei è stata creata su Camino”.
Kate roteò gli occhi guardando il soffitto. Strampalato scrittore e le sue pazze teorie.
“Quindi” continuò deciso l’uomo, “bisognerebbe introdurre nel suo dna un virus per farle capire che anche tu hai bisogno di una vita, ed io desidero che tu abbia la miglior guida per questa vita: me! Io sarà il tuo Virgilio e tu sei decisamente molto più attraente di Dante.” Castle la strinse, parlandole sulle labbra. Poi sembrò perdersi in un pensiero serio e scosse il capo. Kate attese la sua conclusione, ma non arrivò.
“Devo spendere un altro penny?” Kate lo allontanò dai suoi pensieri appoggiando la fronte alle sue labbra. Lo sentì sorridere mentre gli lasciava un bacio lieve.
“Dici che anche suo marito sia un clone?” Kate rise di nuovo.
“Tu sei pazzo, solo a te vengono in mente certe idee.” Sentenziò la donna sorridendo. Per quanto assurde fossero le cose che andava dicendo, si stava divertendo un mondo.
“Però potrebbe anche essere un uomo normale. Anch’io in passato ho sposato un’arpia, facciamo anche due. Di conseguenza tutto è possibile, anche per la Gates,” aggiunse Castle, con quell’espressione buffa di un bambino colpevole. Kate rimase incuriosita a guardarlo, non era sicura di voler sapere la fine della storia. Il suo sguardo doveva essere diventato pungente perché gli occhi di Castle si strinsero a fessura.
“Te lo assicuro, Gina e Meredith non sono da meno. Passavano le loro giornate a comandarmi a bacchetta, come la Gates farà certamente con suo marito. Del resto lo fa al lavoro, sarà una cosa radicata nel suo dna programmato.” Disse con innocente naturalezza. Lei lo squadrò con cipiglio divertito, poi si sciolse dall’abbraccio e si allontanò lasciandolo basito.
“Ho detto qualcosa di male?” le chiese osservandola allontanarsi lentamente.
“Beckett?” la richiamò di nuovo.
Kate scomparve nell’ufficio di Castle e riemerse con un foglio di carta e una penna fermandosi sulla porta.
“Ho dimenticato di scrivere la mia lettera a Babbo Natale, puoi scusarmi un secondo?” Disse lei con naturalezza.
Castle annuì sorpreso. “Certo, fa pure con comodo… Anche se forse è un po’ tardi” replicò. Le sorrise e tornò verso la cucina voltandosi di tanto in tanto. Scosse il capo e si ripromise di smettere di citare le sue ex mogli, le sue ex fidanzate fichissime, perché l’argomento era di sicuro poco gradito da Beckett.
E poi lei era mille volte più appagante di tutte loro. Era straordinaria, vera, non ricorreva alla chirurgia plastica, non chiedeva gioielli preziosi ad ogni evento e non cercava di cambiarlo. Ogni tanto lo minacciava, ma questo faceva parte del suo incredibile fascino, inoltre sapeva usare le manette in modi che mai avrebbe immaginato. Non esigeva inviti a cena ogni settimana in posti pieni di gente e non voleva essere lanciata nel mondo della moda, della tv, o del cinema grazie alle sue conoscenze. Di conseguenza, con un transfert di cui si stupì lui stesso, pensò inorridito agli ex fidanzati della donna, l’idea di pensarla con loro gli dava l’orticaria. “Demming, Josh… brrrrr” Scosse le spalle percorse da brividi spiacevoli che la gelosia gli stava procurando e si versò un goccio di bourbon. Cercò di immaginarsi cosa Beckett potesse scrivere nella sua lettera a Babbo Natale, si sedette quindi in attesa di sviluppi, al bancone della cucina, giocherellando col telefono. Spedì sms ad Alexis, che doveva rientrare in nottata dopo un giro sui pattini con il suo nuovo misterioso amico Max. Sua madre sarebbe piombata a casa dopo aver scolato il suo punch in compagnia dei suoi studenti e amici, probabilmente in tarda mattinata, e lui aveva ancora qualche momento solo con Kate prima che tornasse al suo posto al distretto dove, se glielo avesse permesso, l’avrebbe accompagnata.
Sorrise pensando alla strana piega degli eventi di quella giornata e dalla scelta che entrambi avevano fatto per venirsi incontro. Si sentì felice di averla avuta accanto anche solo per qualche ora, era indubbiamente un Natale diverso, ma i cambiamenti potevano essere molto gratificanti, soprattutto se lei era la ragione del cambiamento. Le tradizioni potevano evolversi, senza perdere il loro significato e la loro bellezza intrinseca. Avere Kate accanto aveva dato al suo Natale un nuovo sapore, qualcosa di indefinibilmente ricco e che completava con l’amore che provava per lei il quadro dei sentimenti che animavano quelle giornate di festa in famiglia. C’era qualcosa di meraviglioso e nuovo in famiglia: c’era lei. Si alzò e frugò nel suo cappotto. C’era qualcosa che doveva fare.
 
Seduta alla scrivania di Castle, Kate sorrise trovandosi a suo agio. Era un ambiente che sapeva di lui, del suo stile e della sua presenza. La poltrona di pelle aveva il suo profumo ed era fantastica. Certo che lui sapeva come godere degli agi che la ricchezza gli permetteva. Un ufficio così sarebbe piaciuto anche a lei, spazi, mobili, la pelle delle poltrone. Notò con divertimento una cuffia di lana con le orecchie da renna, infilata sopra una lampada, probabile retaggio di un passato Natale in cui Castle ed una piccola Alexis avevano ideato qualche gioco bislacco.
Si posò la penna sulle labbra e pensò a cosa scrivere. Quello era il luogo in cui Castle scriveva i suoi romanzi, sarebbe stato d’ispirazione anche a lei?
 
Caro Babbo Natale,
lo so che è da un po’ che non mi faccio viva, ho avuto una serie di problemi che mi hanno impedito di scriverti, ma sono qui e quindi se vorrai ascoltarmi te ne sarei grata.
Non so se in questi ultimi anni io abbia maturato buone azioni tanto da meritare un tuo gentile dono, ma sono fiduciosa.
Da quattro anni mi hai già regalato qualcosa di molto speciale, e non sono così ingrata da non considerarlo come uno splendido dono. Certo all’inizio è stato noioso e difficile da gestire e mi faceva impazzire. Però si è rivelato essere molto migliore del previsto. Parlo di quell’uomo che ti scrive lettere ogni anno e che in questo momento sta nell’altro lato della casa a celebrare una festa degna di te.
Lui è davvero un regalo stupendo e non dovrei chiederti altro, ma vorrei che tu intercedessi per me. Vorrei che niente interferisse con questo Natale, nemmeno il ricordo di mogli, fidanzati e vite passate. Vorrei che pensassimo solo a noi. Ma più di tutto ti chiedo che non ci siano casi di omicidio per questa giornata, così che io possa mostrare a quello splendido uomo quanto sia speciale questo Natale, e passare insieme momenti indimenticabili.
Voglio inoltre che sappia che credo in lui, e quanto la sua presenza nella mia vita mi stia rendendo felice, molto più di quanto lui riesca ad immaginare, ma che lo farebbe meglio non ricordandomi quante mogli ha avuto.
Magari potresti rammentargli che ho una pistola e lui non ha chances, così che il suo ego non invada l’appartamento rischiando di soffocarci tutti.
Rammentagli anche che domani mattina, dopo il turno, potrei non rientrare a casa mia, ma restare da lui, così che possa scartare in tranquillità il suo regalo di Natale. Confido che anche lui mi permetta di fare altrettanto…
Credo di aver terminato le mie richieste. Grazie per la considerazione.
A presto.
Kate Beckett.
PS: scusa se non lascio biscotti e latte, credo che Castle ti abbia già fatto fare indigestione.”
 
Beckett sorrise rileggendo quelle poche righe e piegò il foglio in quattro. Si alzò e uscì dall’ufficio con tranquillità e muovendosi lentamente verso il camino. Castle la seguì con lo sguardo, incuriosito.  Lei mise la sua lettera nella calza con scritto il suo nome, stando ben attenta a farsi notare da Castle, che la osservava avidamente. Adorava tenerlo sul filo del rasoio. Sorprenderlo era molto divertente e le sue reazioni non mancavano di darle molte soddisfazioni. Mentre lui era ancora in silenzio, Kate lo raggiunse in cucina, rubò un goccio del suo bourbon bevendo da suo bicchiere e gli lasciò un lungo morbido bacio sulle labbra.
Alcol e desiderio, una miscela esplosiva” pensò Castle, piacevolmente sorpreso dal suo slancio e ricambiando il bacio con passione. La strinse a sé e lei si lasciò avvolgere dalle sue braccia. Le labbra si allontanarono e lei sussurrò svogliatamente: “devo andare…”
Lui annuì. “Vengo con te” disse, spostandole i capelli ribelli dal volto.
Kate si strinse ancora una volta a lui prima di tornare al lavoro.
“Mi piacerebbe molto, ma come posso giustificare la tua presenza al distretto?”
“E’ Natale, tu sei da sola, io ti faccio compagnia. Non mi sembra ci sia nulla di male. Andiamo, voglio stare con te…” mormorò lui prima che le loro labbra tornassero ad unirsi. Anche Kate desiderava averlo vicino, ma che cosa avrebbero detto i colleghi?
“Torno tra poche ore, tu riposati un po’…” cercò di dirgli dopo avergli passato maliziosamente la punta della lingua sulle labbra. Quella mossa era un’esca ed era una sorta di promessa piccante che non si prestava a dubbi. Lui si fece prendere all’amo e annuì. “Allora, mi prometti che torni tra poco?”
“Tre ore, quattro al massimo.” Disse allontanandosi quasi impercettibilmente dalle sue labbra.
“Sicura?” Lo baciò di nuovo sorridendo. “Sicura Castle”.
Lei si fece accompagnare alla porta. Raccolse il suo cappotto e la sua borsa. Lui le avvolse per bene la sciarpa intorno al collo e incrociò le dita davanti al suo sguardo divertito.
“Niente corpi…” disse lui.
“Niente corpi!” esclamò lei uscendo. Prese l’ascensore e fece mente locale su quanti minuti potesse impiegare Castle a decidere di leggere la sua lettera. Era stato docile e fin troppo facile convincerlo a restare a casa. Forse era roso dalla curiosità di leggere quanto aveva scritto? Non poteva crederlo. Tre ore sarebbero passate velocemente e aveva già voglia di tornare da lui e finire insieme la giornata, e se lo desiderava lei per Castle il valore era almeno decuplicato.
Non era nemmeno giunta al piano terra che l’avviso di un sms fece trillare il suo telefono.
Lo estrasse velocemente dalla borsa e osservò il display.
“Non vedo l’ora. Buon Natale Kate”. La donna sorrise compiaciuta: meno di due minuti, a conferma di quanto Castle fosse stato incuriosito dal suo scritto. Infilò la mano in tasca per estrarre le chiavi della propria auto, ma ci trovò dell’altro: una morbida custodia di panno con qualcosa di solido al suo interno. Castle glielo aveva infilato in tasca prima di uscire? Lei non se n'era minimamente accorta
La guardò con stupore e l’aprì lentamente: ne estrasse un piccolo elefantino d’oro bianco completamente decorato con piccoli brillanti e altri preziosi colorati. Insieme allo splendido oggetto vi era un rotolino di pergamena.  Sorrise mettendo al sicuro l’oggetto e aprendo la piccola missiva.
“Ok, niente regali, ma questo è soltanto un pensiero. So che adori gli elefanti perché hanno una lunga memoria e non dimenticano mai. Questo piccolo è per ricordare il nostro primo, stupendo Natale insieme. Rick.”
Kate uscì dall’ascensore stringendo forte in mano quel dolcissimo dono e salutò il portiere che le augurò un Buon Natale. “Grazie, lo è già uno splendido Natale” rispose aprendo le porte e raggiungendo il bordo della strada. Lui l’aveva lasciata andare, per mantenere la sua tradizione e vegliare sulla città durante la notte, ma che ragione c’era per non arricchire la sua tradizione, dandogli un nuovo senso? Guardò in alto, attraverso la neve che stava scendendo fitta, le vetrate illuminate del loft del suo uomo. Lo vide alla finestra guardare verso di lei che gli regalò un sorriso pieno di gratitudine. Gli fece cenno con la testa e lui scomparve in pochi istanti. Kate attese accanto alla propria auto e dopo alcuni minuti la porta del palazzo si aprì facendo comparire l’uomo stretto nel suo cappotto.
“Non mi importa dei colleghi, tu puoi fare quello che desideri” disse prima che lui potesse aprir bocca. Lo baciò d’impeto. Lui la prese per le spalle e poi fece scorrere le mani sulle braccia. “Grazie” mormorò Castle allontanandosi. Lei scosse la testa e mostrò il piccolo elefantino che ancora teneva stretto in mano. “Ok novellino, primo Natale in prima linea” replicò sorridendo, mentre saliva in macchina e tornava ad essere il detective della omicidi di tutti i giorni, o quasi.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Colli58