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Autore: furetchen90    08/12/2012    0 recensioni
NOTA: La storia è un solo capitolo, ma ne vale la pena perché introduce un racconto molto più completo e, praticamente, quasi terminato. Considerate questa una "demo" di 12 pagine di un libro di oltre 200 pagine.
La punteggiatura è apposto, ma l'allienamento è sfallato perché EFP adatta da cani :|
Introduzione ad una storia intrita di mistero, alla cui base v'è il rapporto tra tre misteriosi personaggi, ed essa è ambientata in un mondo medioevale alternativo a quello reale, dove il vero è miscelato al fantasioso.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Fu quando aprii il diario datomi dalla madre... ebbe trovatolo durante una pulizia dello scantinato. Fatiscente e impolverato, comunque aveva il suo fascino. Apparteneva ad un mio lontano parente. 
Iniziatolo a sfogliare, non potetti evitare di lasciarmi catturare dal suo contenuto. Catturato al punto da perdere la cognizione della dimensione terrena ed essere come catapultato nel passato, reso capace di vedere attraverso gli occhi di quest'individuo.
Ricordi ancora?
Il primo incontro, l'avventure vissute...
Un sogno oggigiorno pare...
Frammento di astro cascante...
Quando ambisco il ritorno a quei momenti, sussurro, al cielo pomeridiano, una sola parola, in continuazione


...Lusiana...
...Hey, Lusiana!
"Pronta, or dunque? Ansiosa lo sei, questo lo so, ma rammenta: mai abbassare la guardia"
"Reciproco, compare. Avanti, o si rimane indietro!"
"Alastor, presto, anche tu, tutt'e tre! Donskoy , il bastardo, presto avrà quel che si merita!"
Il sipario calerà fluidamente? Chissà...


Le sue informazioni sono state alquanto utili. Giammai avrei pensato ch'avremmo potuto oltrepassare in qualche maniera le protezioni erte attorno la magione. 
La treccia di Lusiana sballotta gentilmente nella brezza notturna. 
Sin ora, siamo riusciti ad appropinquarci agli ingressi della magione di Donskoy . Attendiamo ulteriori difficoltà.
Tre siamo in totale: Io, Lusiana e Nix.
Assecondando Lusiana, noto il moto della sua treccia costante ancora una volta ed è come se ne fossi del tutto ipnotizato... avanti... dietro... avanti... dietro...
Quasi vorrei cascare dal sonno, ma sarebbe un'immensa sciocchezza.
Lusiana, alla maniera sua, l'avrebbe considerata una vera e propria "cazzata".
Scuoto il capo e mi desto.
Avendo percorso a lungo il tratturo forestale, sono impedito da una forza superiore d'ignorare il mio primo incontro con lei.

"...Lynx..."
"Lynx!!"
"Huh!?"
"Riprenditi, porcellino d'india pigro!"

Alzando lo sguardo, l'impoenente magione di Lord Donskoy  giace me innazi. Incredibile: siamo già giunti. Davvero devo essere stato in una sorta di ipnosi mistica.
"Diamine, sogni ad occhi aperti, compariello? Spicciamoci!" - ella esprime, svanendo nella magione.
"Attendi!" - dico lei, ma ella già è nella magione. La seguo e nutro il buio.
Tre anni sono passati da quando ebbi incontratala la prima volta. Allora ero soltanto un vagabondo, ricercando le note più consone alla mia personalità, in questo continente insulare.
Durante la mia sosta nella cittadina di Loputus, mi scontrai con una fanciulla colla quale avrei principiato avventure numerevoli.
Lusiana...
Una vera e propria gabbaminchioni.
Solo quattordici anni, è gia professionale come pochissimi. Attraente, gaudente, diabolica, e, soprattutto, abile cuoca. Si considera una beniamina degli oppressi: ruba al ricco infingardo e prepotente per donare all'operoso miserabile meritevole.
Delle volte, la di lei lingua la vince e la costringe a sfoggiare le sue opinioni su chi le è affrontato. Esagera anche, colei, mentendo a volte... e quando si tratta di udire altre persone, beh, lasciamo perdere.
Il suo ardire finanziario è a dir poco sconcertante... nomade come me, ma assai avare e avida. Forse son io ad essere troppo austero sul suo conto. Anch'ella, quando vuole, rendesi lume scintillante, più che le auree monete frequentemente rubate o raramente, onestamente guadagnate. 
Oltre la mia schiena, una siluetta statuaria, adombrata.
Alastor...
"Alastor Adombrante" è il suo appellativo con il quale si è, riluttantemente, a noi presentato. Di egli, pochissimo mi è stato permesso di conoscere, eccetto che la sua reciproca conoscenza longeva con Lusiana.
Giovane, maturo abbastanza, silente, greve, eppure come fuori dal mondo. 
Un sortilegiatore d'aspetto e vece, in vero. I suoi occhi, adombrati anch'essi dalla fulvia maschera indossata.
Davvero pare esterna al mondo, la mia esperienza.
Lusiana, per citarla,mai accenna al proprio passato, eppure pare ch'io conosca tutta la sua storia, paragonandola a Nix. Delle volte sempre mi chiedo chi sia egli in vero, da dove provenga e perchè è voluto unirsi alla fanciulla. Chiederei alla fanciulla stessa, ma sempre temetti, ho temuto, temo e probabilmente temerò di non ricevere alcuna risposta. 
Da chiedersi: come ci son finito qua? 
Quante ragioni, a dire il vero... 
Semplificando il tutto, si può asserire ch'a vita giammai s'avventura come pianificata.
Infatti la mia vita non ha seguito il tragitto a lungo riflettuto, ma poteva andar peggio: poteva non seguire alcun tragitto.
Di repente, ecco il pensiero, subitaneo, del primo incontro (quanto insiste codesta memoria) con Lusiana. Ed io nottivago sorrido.

"Compare, perché il volto tanto allegro?"
"Nulla... è dovuto a pensieri sulla vita assurda"
"Vita? Perché pensarci sopra? Lynx, non starai diventando una donnicciola tutto d'un tratto?" - ella così a me si rivolge, per poi voltare il capo verso l'avanti.
"Ultimamente, casca pioggia a più non posso. Prest, però, sarà giorno, ed il sole splenderà rigoglioso"
"Immagino. Per il momento, però. Prima o poi, la fortuna sarà generosa con noi tutti"

La vita, eh... una roccia al di sopra di una collina. Se casca, non la si ferma senonché alla fine della cascata.
"Ma che blateri, diamine? Come se stessimo, quindi, sprecando momenti preziosi della nostra vita qui? Questo intendi?"
Diamine...

"Hai, hai letto i miei pensieri, Lusiana? Ma come..."
"Hai pronunciato, non solo pensato" – interviene Alastor
Oh, per dinci, mi hanno sentito...

"Se non vuoi rimanere con noi, allontanati. Faremo benissimo a meno di un terzo membro" – quasi urla Lusiana, allontanandosi furiosa.
"Lusiana, attendi!" - la chiamo, inseguendola.
"Quel bagliore, lì!" - Lusiana cerca una risposta, puntando un cespuglio a lei in fronte, mano sulla daga di già.
"Nulla vedo io" – rispondo.
Guardomi intorno, e allumo solo alberi e rocce, nutrimento per le ombre.
"Un bagliore, immenso, proprio in mezzo ai cespugli. Ne sono certa"
Mi avvicino a Lusiana, scrutando la sua visione. Alastor segue.
"Siamo già affondo nelle terre di Lord Donskoy " – annuncia Alastor – "Sarebbe una stoltezza perdere tempo ulteriore. Ne siete consci, vero?"
Lusiana non è imperterrita un minimo e continua a fissare il cespuglio.
"Avverti qualcosa?" - chiede Alastor, cambiando espressione, improvviso.
Per un breve istante Lusiana incrocia lo sguardo con Alastor, per poi riconcentrarsi sul cespuglio.
"E sia, tanto vale approfittare e sviare dal tragitto principale"
Prima che Alastor potesse terminare di parlare, Lusiana saettò e si gettò tra gli alberi.
"Attendi!"
"Attento, Lynx. Ci attendono misteri immensi, ovunque porremo piede"
Annuendo alle parole sagge di Alastor, mi addentrai tra gli alberi, al seguito della virago.

"Non ti capisco, Lusiana. Questa è proprietà di Donskoy, il tipo lo conosci, non sai quali entità s'arrigino di notte..."
"Qualcosa di valoroso e valente, probabilmente. Umhf... la Gemma... la Gemma è più importante, comunque sia... sebbene, tentar di ottenere ulteriori ricchezze non nuoce affatto"
Gonfiando le guance, Lusiana tornò al mio fianco.
Senza neanche la facella lunare come guida, procedemmo lungo la foresta, evitando di eccedere con suoni potenzialmente molesti.
La squadra è riunita una volta ancora.
 
Mi bloccai di repente. Nella foresta oscura, il tempo parve fermato. Il mondo notturno, il mondo di Lusiana. Avvertivo qualcosa di sinistro, oltre l'atmosfera.
Lusiana seguì il mio gesto. 
"Qualcuno vuole festeggiare la nostra venuta"
Oltre un vicino cespuglio, due occhi brillanti attirarono la mia attenzione. Chiunque, o qualunque, fosse, ebbe attirato la mia attenzione?
Che sia questo il "bagliore" veduto prima da Lusiana?

Un altro paio di occhi erubescenti apparvero. Sembravano sorvegliare l'area. 
Un ruggito felino infranse il silenzio appropriato all'atmosfera e realizzai che gli occhi appartenevano a gatti famelici.
Alcune figure fuoriuscirono dai cespugli, ed altre comparvero alle nostre spalle.
Circondati eravamo tutti e tre. 
Alcuni parvero addirittura essere vomitati dalla terra. Non morti, forse? 
Lord Donskoy era pratico di arti necromantiche, addirittura, durante il suo tempo libero?
Un glaciale effluvio percorse la mia siluetta e in uno spiffero della durata di pochi attimi sfoderai la mia scaramax, per poi mordermi la lingua per sprizzare fiamme e fulmini lungo il corpo.
Lusiana anche era in posizione di combattimento.
"Compare, attento. Probabilmente sono pure rabbiosi, questi abomini"
Il ruggire parve adduarsi. Gli occhi ferali scintillavano, tizzoni pronti ad imprimersi sulle carni baccanti. La saliva di loro, m'immaginavo, doveva essere più corrosiva del fiele propinato dai maghi ai malvagi per "esecutare" altrettanti malvagi.
Lo stomaco di uno gorgoglia alla visione di noi, per loro prede gustose.
"Nessun via libera se non con una battaglia! Come agiamo!?"
Lusiana prese l'iniziativa e si gettò tra il gruppo di belve per calciarne alcune, aiutata dalla sua corporatura snella ma possente.
Un ruggito violento udibile nell'aria s'aggiunse e notai una belva pronta a gettarsi contro noi uomini. 
Con gli artigli sporti, mi saltò contro, ma a poco servì, siccome riuscii a schivare l'attacco mirato al mio petto. Fallii, però, a schivarlo del tutto: una ferita lieve si formò sul fianco.
"Dannazione!"
Mi voltai e notai un altra fiera pronta a ferirmi. 
I muscoli fremono per via dell'impatto del corpo peloso della belva contro il mio.
Cerco di compormi, ripresomi in una frazione di secondo, ma i ruggiti aumentarono e mi pietrificarono. Come agire?
"Spicciati, Lynx!"
La furente voce di Lusiana mi energizzò. 
Avanti, Lynx, agisci come si deve!

Mi preparai, ma quale iattura! Un ennesima belva attentò alla mia vita! Abituatomi al loro ritmo danzante, però, schivai, e assestai un colpo letale, uccidendola sul colpo, ed il sangue lordò la lama della mia scaramax.
I miei compagni riuscirno a badare con una certa dote alle belve, ed io cercai di emularli quanto più potessi.
Udii un vicino ruggito, seppi d'essere mirato, e capii come reagire. Reagii, e risultai vincitore.

Vincitore parziale, però, siccome l'animale era vivo e cominciò a, stereotipicamente, leccarsi la ferita. 
Preparai il mio coltello, pronto a colpire ancora.
Cercai addirittura di intentare una sorta di sortilegio appreso da Alastor, ma a poco servì, siccome il tempo richiesto sarebbe stato eccessivo, per il principiante qual'ero. Di conseguenza, preferii desistere e mi concentrai sulle belve accerchianti.
Ebbi appreso quasi immediatamente a tenerle a distanza con una certa lestezza, oserei inchiostrare.

Frattanto, Alastor letteralmente ammazzava e Lusiana pugnava.
Quale verve, quella fanciulla: non sprecava nemmeno la propria daga, sfruttava i vecchi, cari cazzotti per abbattere i felini famelici.

Iniziammo ad adottare una tattica particolare: rimanevamo serrati in gruppo, con le belve addestrate noi innanzi, e, come una falange, li obbligavamo a indietreggiare. 
"Lynx, dietro di te!"
Luisiana mi avvertì del pericolo imminente, mi voltai, ma fu troppo tardi: una fiera riuscì ad artigliarmi la gamba. La ferita fu superficiale, quindi, furioso, accoltellai il collo di quel felino con tracotante violenza.
Un intenso odore sanguinolento stava inebriando l'aria respirata. Odore di morte, quello percepibile, davvero: uno ad uno, tutti i famelici esseri cascano a terra, per bagnarsi nel loro stesso sangue.
Non tutti procombuti, però: alcuni superstiti permasero e, come se stessero per confabulare tra loro, si raggrupparono, per poi, pochi istanti dopo, sferrare un ultimo attacco decisivo.
Quasi delirante, persi il bilanciamento e cascai a terra, per poi roteare via dai balzanti animali.
Una ventata di rasoii aerini tranciarono le carni dei superstiti. Alastor era riuscito, nonostante la frenesia, a rilasciare un potente incantesimo con cui manovrare una parte dell'aria.
Egli si avvicinò a me, ancora a terra, e mi adocchiò glaciale, privandomi persino di una parola di conforto o sostegno.

Tipico
Ovunque schizzarono brandelli di carne animale e sangue. Uno spettacolo orribile, ch'ebbe, però, posto fine alla battaglia.
Luisiana si avvicnò ad uno dei corpi più integri dei famelici esseri morti e lo calciò con tutta la sua forza.
"Dannate bestiacce, c'avete causato problemi a più non posso!"
Tutti e tre, essencodi appurati dell'inesistenza di ulteriori minacce fameliche, ci riunimmo in cerchio.
Notai che l'adrenalina era ormai esauritasi e il dolore dovuto alle ferite superficiali stava folgorando. 
Davvero non saprei come agire, dovessimo ritrovarci nuovamente contro simili belve. Riuscirò a cavarmela? 
Alcuni colpi sicuri li ho accusati... Lo ammetto, non sono mai stato in situazioni simili prima di adesso.
E' sempre stato un continuo "agguanta, fuggi e non lasciarti acchiappare" invece di un continuo "agguanta, fuggi uccidendo se necessario e non lasciarti acchiappare"
Il pericolo eccessivo non è il mio mestiere.

Ammetto d'essermi preoccupato assai in quell'istante, ma non era successo niente di assai grave: quelle ferite corporali, colle dovute medicazioni e col dovuto tempo, sarebbero rimarginatesi. Inoltre, avessero lasciato il segno, m'avrebbero reso più avvezzo agli sguardi muliebri.

Mi rivolsi a Alastor, attendendomi, comunque, una risposta cinica ed ermetica.
"Tutto bene?"
Colla sua tipica espressione inespressiva, mi scrutò 
neutrale.
"I guai miei li risolvo da me"

L'empatia davvero fluoriusciva da colui.
Non ebbi comunque modo di lamentarmi, nemmeno interiormente: il cammino ancora era lungo, non avevamo nemmeno posto orma nella Magione Molteplice.

Lusiana m'ebbe adocchiato, propensa all'azione come sempre, pronta a spintonare qualunque avversità.
"Compare, non mi dirai, per caso, d'essere ferito al punto da non capire più niente?"
"Affatto, Lusiana. Sono pronto a tutto"
"Avvicinati, per favore"
Cercando di ignorare i miei dolori, le obbedisco. 
Alastor ci osserva alla sua solita maniera, eppure, nel suo sguardo, parve esserci... gelosia.
"Nonostante non sia stato perfetto, hai mostrato il tuo valore di combattente"
Ella s'avvicina a sua volta e percepisco il riflesso lunare nei suoi occhi.

"Lynx, destati, avanti! C'è un tesoro in nostra attesa!"
Ancora perduto nei suoi occhi ero, ed ella già aveva in mente il prezioso.

Alastor la seguì senza badare a niente. Mi spicciai a star dietro loro. In un luogo pericoloso quanto affascinante, separarsi sarebbe stata una pessima idea. 

Continuammo a seguire il naturale labirinto legnoso e roccioso. Da qualche parte, la Magione Molteplice attendeva il nostro arrivo, così come il suo tesoro.
Lord Donskoy, questo il suo appellativo formale: un aristocratico governante le terre di Regina. 
Da come ne parlava Luisiana, egli par essere un suo passato avversario.
Il nostro obiettivo è il tesoro più prezioso di Lord Donskoy: la Gemma di Sacertà.
Non soltanto inestimabile, ma anche contenitrice di un detto mistico potere.
E' detto, anche, che molti hanno tentato il colpo della loro vita appresso la gemma, fallendo miserabilmente.
La Magione Molteplice ha vinto molti, ma noi riusciremo dove gli altri hanno fallito. Il primo passo è stato positivo, il resto verrà da se.

Sempre dicevamo tra noi di rendere possibile l'impossibile. Inoltre, Lusiana pareva ogni volta ch'accennava Donskoy serbare una vendetta inconfutabile.
Non perderemo... Siamo troppo avanti per permettercelo.
  
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