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Autore: MadAka    08/12/2012    1 recensioni
" [...] Improvvisamente si fermò e fece due passi avanti arrivando in primo piano all’immagine. Diede un’occhiata a destra, poi una a sinistra come per accertarsi di essere solo, infine allungò una mano e la sporse oltre il telo bianco."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’unico rumore che si sentiva in quella piccola stanza deserta, era il suono del vecchio proiettore che faceva ruotare le due grandi bobine riproducendo il film. Davanti alle file di sedie vuote, ordinatamente disposte, le immagini si proiettavano su un telo bianco.
Si sentiva solo quel suono, nient’ altro. Nessun rumore di passi, nessun colpo di tosse, niente, solo il lento e costante moto del film.
Sul telo, invece, un elegante e distinto uomo in bianco e nero dalla figura slanciata e dai capelli lunghi fino alle spalle, mossi, voluminosi e brizzolati, stava pronunciando un complicato monologo tenendo la mano sinistra in tasca e gesticolando ampiamente con la destra.
Improvvisamente si fermò e fece due passi avanti arrivando in primo piano all’immagine. Diede un’occhiata a destra, poi una a sinistra come per accertarsi di essere solo, infine allungò una mano e la sporse oltre il telo bianco. Vi si aggrappò in alto, in modo da rendere più semplice il gesto di uscire e appoggiò entrambi i piedi a terra, producendo il primo suono, dopo ore, in quella stanza.
Rimase composto nel suo abito di classe, sistemandosi il colletto della camicia, ad ammirare il mondo a colori in cui era appena, volutamente, entrato in forte contrasto con la sua figura ancora in bianco e nero.
Guardò il telo in cui prima viveva: l’immagine dello scenario deserto che balenava leggermente a ogni fotogramma.
Si voltò e passò una mano, dalle lunghe dita affusolate, sul braccio, sollevando polvere argentata che scomparve nell’aria.
Si tolse poi tutto quello strano pulviscolo dal resto dei vestiti, dei capelli e del viso, avvolgendosi in una nube argentea che, una volta scomparsa, permise di vedere tutti i colori dell’uomo.
L’abito nero dai riflessi smeraldo, i capelli contenenti tutte le sfumature del grigio, le eleganti scarpe nere, gli occhi blu come il mare.
Si lisciò i baffi curati dopodiché si avviò fuori dalla stanza.
Dopo che i suoi passi smisero di riecheggiare per il lungo corridoio, nella sala ripiombò lo stesso identico silenzio di pochi minuti prima, interrotto solo dal suono del proiettore e dalle due bobine, che nonostante tutto continuavano a girare.
 

 
Ecco un’altra nonsense! Lo ammetto, mi piace scriverle XD
Comunque, grazie per averla letta, sul serio.
L’ispirazione (sì, ora vi sorbite un monologo) l’ho avuta da un docente della mia università, ogni volta che lo incontro mi sembra sempre appena uscito da uno di quei meravigliosi vecchi film in bianco e nero.
Ecco il risultato…
Ho finito, grazie a tutti! :D
MadAka 
  
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