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Autore: Aiko Aislinn Jane    08/12/2012    1 recensioni
“Quando la punta dell’arma era ormai a un soffio da lei, una mano le afferrò con forza il polso, deviando la traiettoria del kunai e facendole storcere dolorosamente il braccio.”
D’accordo, una di queste mattine stavo facendo le mie cose e mi è passata per la mente una scena che si verificava nel momento in cui ho ambientato la storia (you don’t say?!), così mi sono ricavata un buco di tempo e mi sono messa a scrivere :3 l’idea iniziale era di una specie di storia d’amore tra Sakura e Sasuke ma, come mi capita ogni tanto, le mie dita hanno scritto altra roba e poi era troppo tardi per rimediare xD
Una breve spiegazione: l’inizio della storia riprende il dialogo realmente avvenuto nell’anime [puntata 214 di Naruto Shippuden (L’onere da sopportare), nei primi minuti; oppure capitolo 483 del manga (Maestro e allievo)], mentre il testo dopo gli asterischi è di mia invenzione ovviamente :3 spero apprezzerete ^^
Ah sto pubblicando col cellulare ed è difficile, spero esca giusto :/ la foto alla fine non la carica bene, quando salirò col pc vedrò di metterla giusta!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Karin, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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«Se dovessi venire con me, che vantaggio avrei? Cosa stai complottando?»

«Non sto complottando nulla! Sin da quando hai lasciato il Villaggio, mi sono sempre pentita… di non essere venuta con te!»

Lei è… una sua vecchia compagna? Anche lei ama Sasuke… ma…

«Farò quello che vuoi, Sasuke–kun. Non voglio avere più rimpianti!»

«Vuoi sapere cos’è che desidero?»

«Non importa! Farò qualsiasi cosa…»

«Distruggerò la Foglia! Questo è ciò che desidero! Sarai davvero capace di tradire la Foglia per me?»

«Chiedimelo e io lo farò».

«Allora dammi una dimostrazione. Dalle il colpo di grazia. Solo allora ti crederò».

«Lei chi è?»

«Una dei Taka, il gruppo che ho fondato. Come puoi vedere è diventata inutile. Sakura, tu sei un ninja medico, giusto? Puoi prendere il suo posto. Andrai bene».

Come può? Non è più lo stesso Sasuke–kun. È cambiato completamente.

«Cosa c’è Sakura? Non ci riesci?»

***

Sakura sollevò il kunai, chiedendosi se davvero Sasuke avrebbe lasciato che la uccidesse. Era pronta a cambiare traiettoria all’ultimo secondo e colpire lui, non avrebbe ucciso quella ragazza. Sollevò ancora un po’ il braccio e lo abbassò di scatto mirando al suo cuore, certa che avrebbe dovuto uccidere il suo ex compagno di team, il ragazzo di cui era innamorata fin da piccola.

Ti prego Sasuke–kun, dimmi di non farlo, fermami!” pregò silenziosamente dentro di sé mentre il kunai calava sulla ragazza, che chiuse gli occhi. Sentiva già le lacrime salirle agli occhi. Quando la punta dell’arma era ormai a un soffio da lei, una mano le afferrò con forza il polso, deviando la traiettoria del kunai e facendole storcere dolorosamente il braccio. Il volto insanguinato di Sasuke le si parò davanti e le sue mani la allontanarono dalla ragazza.

«Davvero l’avresti uccisa per me? Non sei la brava bambina che ricordavo» mormorò sarcastico Sasuke.

Sakura lo guardò con un misto di sorpresa e disprezzo. «Non l’avrei uccisa, avrei ucciso te».

«Credi davvero che ci saresti riuscita? Tu non puoi uccidermi, Sakura, sei debole, il tuo kunai non potrebbe nemmeno avvicinarsi a me».

«Sono più forte di quando eravamo insieme nel Team7, tu non sai più chi sono».

Sasuke le rivolse un sorriso beffardo. «Ti sbaglia, tu non sai più chi sono. Tu sei rimasta la stessa ragazzina che eri allora, con le lacrime agli occhi e le mani tremanti».

«Lei… lei t–ti.. ama». Gli occhi di Sakura guizzarono sulla giovane stesa dietro Sasuke e la osservarono stupiti. Si sentì arrossire e si chiese come avesse fatto a giungere a quella conclusione. “È così evidente?

«Taci, Karin» sibilò Sasuke. Era sembrato sorpreso anche lui dalle parole della sua compagna del Team Taka, ma quando si voltò verso Sakura la sua espressione era cambiata. «Non hai ancora eliminato quello stupido sentimento?»

Le parole di Sasuke risuonarono piene di veleno. Sakura abbassò lo sguardo, frustrata. «Perché mi hai impedito di ucciderla?»

Sasuke le rivolse una strana occhiata. «Perché sarebbe stato uno sbaglio. Vattene e torna alla Foglia, non spetta a te uccidermi. Potrai combattere contro di me insieme al resto del Villaggio, quando verrò a distruggervi. Per ora puoi continuare a vivere, magari prova a rendere la tua vita meno inutile. Dimenticati di me» le disse con cattiveria.

Sakura si sentì assalire dalla rabbia, ma era decisa a mantenere il controllo; quel qualcosa che aveva visto negli occhi di Sasuke non corrispondeva alle parole che le stava rivolgendo. Forse si sbagliava, ma perché non provare?

«Sasuke–kun, torna a casa… le tue parole stillano odio, ma tu non ti senti così dentro. Anche tu sei stanco di vendicarti, di uccidere, di non avere pietà. Torna al Villaggio, non te ne pentirai» lo implorò con voce suadente.

E, come in un sogno, il viso di Sasuke cambiò espressione, sbiancò e divenne teso. L’unica traccia di colore era il sangue sotto l’occhio. Sakura non seppe interpretare quel cambiamento.

«Non dovresti più volermi indietro, ho quasi ucciso Naruto, non te ne ricordi? Vi avrei uccisi tutti, vi ucciderò tutti non appena arriverà il momento».

Le sue parole non sono più… come prima.

 «Smettila… Sasuke…» mormorò debolmente Karin.

Sasuke fece una smorfia stizzita, ma la sua barriera stava cedendo, Sakura lo vide e si chiese come fosse possibile. «Vieni con me, torniamo a casa» lo implorò muovendosi verso di lui. Lasciò cadere il kunai e gli passò le braccia dietro il collo, stringendolo in un abbraccio che non ricambiò, ma da cui nemmeno si tirò indietro.

«Ti prego, torna…» ripetè. Quella poteva essere la fine di tutto, sarebbero potuti tornare a casa, il Team7 nuovamente unito.

«Fermati… Sasuke» pregò con voce ancor più debole Karin. Sakura non ebbe il tempo di rendersene conto che già la mano di Sasuke era troppo vicina, scintillante del Chidori. Un istante dopo le trapassò il ventre. Il dolore e la sorpresa le fecero spalancare gli occhi, mentre il suo corpo si contraeva in uno spasimo di sofferenza. Tossì due volte e il gusto del sangue le riempì la bocca. Sasuke arretrò e la lasciò cadere in ginocchio, poi a terra.

«La Foglia merita di bruciare, e voi con lei» disse con voce spietata. Si chinò a raccogliere il pugnale che Sakura aveva lasciato cadere a terra e si voltò verso Karin. Senza il minimo dubbio lo scagliò verso di lei, colpendola in pieno petto.

Sasuke…

«Katon – Housenka no Jutsu!»

La voce di Sasuke giunse lontana, mentre le ultime lacrime che avrebbe pianto le scivolavano sulle guance, poi il mondo attorno a lei andò in fiamme e vide soltanto il viso sofferente di Karin, che la guardava con uno sguardo rassegnato e una profonda tristezza. “Anche lei deve averlo amato” pensò Sakura. La consapevolezza di essere stata presa in giro da lui, che aveva finto di non essere più così convinto di ciò che voleva solo per poi (quasi letteralmente) pugnalarla alle spalle le braciava dentro così come le fiamme la bruciavano fuori. Il calore diventava sempre più forte e meno tollerabile, le fiamme si avvicinavo spietate. Infine, Sakura si rassegnò ad abbassare le palpebre. “È finita davvero… Naruto… Kakashi–sensei… mi dispiace…
 

   
 
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