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Autore: MrsBlack4    08/12/2012    5 recensioni
La storia è ambientata al settimo anno di Bellatrix ad Hogwarts, il matrimonio con Rodolphus incombe e Voldemort non è ancora padrone delle loro vite.
La shot si è classificata quarta al contest "La guerra degli OTP: il tuo è davvero il vero e unico?" di MmeBovary sul Forum di Efp.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quell’uomo devi essere tu

 

Bellatrix Black camminava solitaria nel parco di Hogwarts, tra appena due settimane sarebbero iniziate le vacanze di Natale e lei sarebbe tornata a casa insieme alle sue sorelle.

Con passo svelto e deciso, com’era sua consuetudine, calcava la neve, lasciando profonde impronte come a sottolineare il passaggio di qualcuno che non sarebbe stato facile dimenticare.

Il gelido vento invernale le sferzava il viso con precisione e tenacia, provando a imporle l’andatura curva che tutti ormai avevano adottato per proteggersi dal freddo. Ma lei continuava a tenere la testa alta e il portamento fiero, a ogni folata di vento le si accendeva lo sguardo.

A Bellatrix piaceva il vento, quello impetuoso s’intende, le piaceva anche il freddo, meglio se glaciale e ovviamente l’inverno, ma solo nel periodo in cui era più rigido. A Bellatrix non piacevano le mezze misure: o una condizione era assoluta o non era degna del suo interesse. A Bellatrix piacevano queste cose perché assoggettavano facilmente tutto ciò  che colpivano, che fossero uomini, animali o elementi della natura, erano comunque in loro potere. Il vento poteva sradicare gli alberi, il freddo poteva uccidere qualunque uomo lentamente e in modo atroce e l’inverno condizionava tutto e tutti.

Quel pomeriggio, persino la neve sembrava intimorita nel cadere nelle sue vicinanze e se mai un fiocco temerario le si adagiava sul cappotto, lei lo allontanava con un brusco movimento delle dita, sfaldandolo, distruggendolo.

I suoi capelli bruni seguivano l’indomabile ferocia del vento in una danza sfrenata ed irregolare, mentre i residui di neve spiccavano sul nero dei capelli. Bella detestava che la neve dovesse incastrarsi tra i suoi capelli. In generale, la neve non le dispiaceva, era bianca, elegante e silenziosa. Ma la gente aveva una visione un po’ troppo leziosa di questo fenomeno atmosferico che presupponeva un suo punto di vista assolutamente critico. Inoltre, non sopportava che troneggiasse sui suoi capelli, perché non le piaceva che cose opposte si mischiassero tra loro. Il nero dei suoi capelli era troppo diverso dal candido bianco della neve, non potevano stare insieme. 

I suoi grandi occhi scuri spaziavano sul territorio come sempre, indugiarono una frazione di secondo su una coppietta poco lontana che aveva deciso di fare una romantica passeggiata sotto la neve. Le labbra le si arricciarono spontaneamente nella classica espressione di disgusto alla Black. Le effusioni le davano la nausea. Bellatrix comprendeva  perfettamente le manifestazioni di passioni interiori e viscerali, ma gesti, come baci o carezze, erano assolutamente da biasimare per la loro completa inutilità, ripugnanza e perché erano dettati da sentimenti irrilevanti quali potevano essere l’affetto, il conforto o la pietà. Non c’era nulla di trascendentale in essi, non li animava nessuna forza, una volta acquisiti, rimanevano statici e invariati. Erano per i deboli, per chi non si poteva permettere di lottare contro qualcosa di più forte, come l’odio.

Bella sentiva le sue labbra carnose pulsare e i contorni ferirsi, dovevano essere livide. Meglio così, le piaceva che sulle sue labbra pressasse la vita ed era certa che proprio lì, la morte sarebbe arrivata per prima.

Svoltò l’angolo e si ritrovò faccia a faccia con Rodolphus Lestrange, colui che aveva la presunzione di considerarsi il suo compagno di vita e che in un certo senso lo era stato e forse avrebbe continuato ad esserlo. Il loro matrimonio era fissato per l’inizio dell’autunno successivo. Tra un anno, quello stesso giorno, non sarebbe più stata libera. La sua catena era in procinto di essere piantata sottoforma di un costosissimo e pregiatissimo anello. La sua identità sarebbe stata calpestata, in quanto, Bellatrix Black moriva in favore di Bellatrix Lestrange. Ma al povero Rodolphus avevano recato il danno maggiore, trasfigurandolo nel suo carceriere, ruolo per cui era totalmente incapace e che lo avrebbe logorato. Certo, stava al suo fianco da quando erano venuti al mondo e aveva imparato non solo a medicarsi le ferite che lei poteva avergli inferto, ma anche a proteggersi da queste con le stesse armi. 

Lui continuava a ripeterle che insieme avrebbero ottenuto il potere e la libertà, ma lei sapeva fin troppo bene che per avere ognuna di queste cose, bisognava essere da soli.

“Bella, ti stavo cercando..”

“Sai che non devi farlo”

Era un peccato che quel ragazzo, ormai prossimo a diventare un uomo, sprecasse tutto il suo grande potenziale amandola. Bella era sempre stata certa che se lei non fosse mai esistita, Rodolphus non avrebbe avuto punti deboli e sarebbe stato imbattibile. Eppure, si ostinava a rivolgersi a lei in un tono diverso da quello che usava con gli altri, la guardava con moderata venerazione e insisteva sempre perché lei beneficiasse della sua forza senza esserne mai vittima. Le avrebbe perdonato la qualunque, forse prima gliela avrebbe fatta pagare, ma poi, l’avrebbe perdonata di certo. Per Bella, tutto questo era inconcepibile.

“Sei sparita per delle ore Black, per quanto ne sapevo potevi anche essere sepolta sotto una coltre di neve”

Rodolphus serrò lo sguardo su di lei, puntando i suoi occhi scuri nei profondi occhi neri di Bellatrix. Rodolphus aveva capito di essere diventato un uomo il giorno in cui si era reso conto di riuscire a sostenere lo sguardo della sua futura moglie senza perdersi nei meandri di quella fascinosa oscurità che animava lo sguardo di Bellatrix come animava il suo cuore.

Bella manifestò apertamente il suo fastidio, squadrandolo come si squadra un essere palesemente inferiore. Rodolphus sapeva bene che lei detestava che si mostrasse preoccupato per lei o cose del genere. La considerava una mancanza di fiducia nelle sue capacità, una violazione della sua indipendenza. A volte, Bellatrix  aveva il sospetto che lui lo facesse apposta solo per vederla risentita e quel guizzo di luce che aveva appena scorto nei suoi occhi, poteva essere considerata una prova sufficiente.

“Ti permetto di farmi compagnia Lestrange, forse se il tuo cervello prende un po’ d’aria, c’è persino il rischio che una volta tanto funzioni”

Bella alzò il mento volitivo con il suo fare altezzoso e aspettò che lui la seguisse. Non parlarono per molto tempo, tra loro c’era un tacito accordo per cui dovesse essere sempre Bella a troncare il silenzio. Ma all’improvviso, Rodolphus fu travolto contemporaneamente da una raffica di vento particolarmente forte e dalla secca domanda di Bellatrix.

“Se le nostre famiglie non avessero già prestabilito tutto prima che noi nascessimo, tu mi sposeresti comunque?”

Rodolphus si ritrovò spiazzato, mai pensava che Bellatrix avesse potuto porgli una domanda del genere. Percorse ogni centimetro del suo viso che esprimeva l’impazienza di ottenere una risposta. Indugiò sulle sue labbra, la parte del suo corpo che preferiva: erano tentatrici, provocanti, subdole, spietate, ma erano anche simbolo della sua passionalità ed ogni notte, prima di addormentarsi, pensava a quanto fossero carnose e al loro sapore amaro, ma allo stesso tempo dolce che le rendeva uniche e indispensabili. 
Naturalmente, Rodolphus avrebbe potuto rispondere subito affermativamente, ma non voleva farlo. Non voleva dargli un’altra occasione di giocare con il suo cuore.

“Non saprei cosa risponderti, Bella. Sono nato e cresciuto, sapendo di doverti sposare. Il nostro matrimonio è sempre stata una certezza come può esserlo la presenza del sole o della luna”

Bellatrix annuì quasi impercettibilmente e scostò una ciocca di capelli neri dalla sua pelle chiarissima.

“E tu?” le chiese Rodolphus in un sussurro.

Lei tornò a fissarlo e rispose senza esitare un istante, con il suo solito sguardo sicuro e determinato.

“Io non voglio sposarmi, ma se devo per forza sposare un uomo, quell’uomo devi essere tu”

 

 

 

 

Angolo autrice: Ho finito di scrivere questa one shot alle cinque del mattino, dopo essere stata investita da un’ispirazione improvvisa. Dubito che ci sia qualcosa di più bello di scrivere a notte fonda, se poi si scrive di Bellatrix credo che il piacere sia doppio. Amo il suo personaggio e ultimamente sono attirata dal profondo mistero che cela il suo rapporto con Rodolphus. 
Mi auguro sinceramente di essere riuscita a rendere nel modo giusto questi due personaggi così complessi e così ammalianti. Inutile dire che la mia più grande paura è quella di non aver saputo tracciare correttamente la loro caratterizzazione o di non aver saputo render loro giustizia.
Ringrazio tutti coloro che hanno voluto leggerla.
MrsBlack

  
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