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Autore: LupoCioccolatoso10    08/12/2012    1 recensioni
Salveee! Questa è la mia prima FF, basata sulla storia tra Hermione Granger e il lupomannaro Remus John Lupin. Non chiedetemi come mi è venuta in mente una storia come questa, perchè sarebbe imbarazzante dire la verità xD Vi basterà sapere che é una storia totalmente inventata, basandosi sui fatti accaduti durante gli anni a Hogwarts di Hermione, non contando ovviamente la presenza d'amore tra Tonks e Remus. Spero che vi piacerà e che potrò continuare a evolvere la storia..qui intanto il primo capitolo, fresco fresco dalla mia mente!
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Un altro anno a Hogwarts stava cominciando e io mi sentivo più agitata che mai. Non per gli esami e gli studi in se stesso, bensì per cose che nemmeno io riuscivo a spiegarmi. Le difficoltà erano ben altre di quelli dei due anni precedenti, ero cambiata, io Hermione Granger ero diversa, più cresciuta e più matura. Insieme all’agitazione sentivo anche la curiosità per quello che stava accadendo, la voglia tremenda di sapere e conoscere i passi di questa trasformazione.
Ma ovviamente non ne parlai con nessuno, la sul binario 9 e 3/4 , e nemmeno dopo sul treno verso un nuovo splendido anno a Hogwarts. Ron e Harry erano i miei migliori amici e lo sono tutt’ora ma non mi sentivo pronta per spiegare loro cosa stava accadendo, esattamente come non mi sentivo pronta a discutere con loro sulla storia che da li a poco avrebbe cominciato. Ma arriviamo ai fatti, all’inizio di una passione che mi travolse e avvolte mi spinse agli angoli di un ring invisibile, ma che mi fece vivere come poche emozioni avrebbero saputo fare.
 
Avevo incontrato i miei due amici al paiolo magico, felice di rivederli dopo un’estate trascorsa tristemente senza magia. Ci eravamo preparati insieme per la partenza del 1 settembre per Hogwarts e già allora era cominciata l’avventura destinata a seguirci fino alla fine dell’anno scolastico. Sirius Black, il famigerato pluriomicida, era evaso da Azkaban, la prigione più controllata del mondo magico e a quanto pare nutriva un vivo interesse per Harry. Questo ce lo spiegò Harry stesso, poco dopo essere entrati nell’unico scompartimento ancora disposto a ospitare tre studenti. Ed è proprio lì che comincia la mia storia.
 
      -venite gli altri sono tutti occupati!- disse Harry aprendo la porta dello scompartimento. Lo seguii e mi
misi a sedere accanto a Ron che carezzava quel suo puzzoloso ratto tutto spennacchiato, cercando di trattenere il mio gatto Grattastinchi che cercava disperatamente di raggiungerlo. –Secondo voi chi è?- sibilò appena Ron guardando un uomo ,che notai solo allora, coperto da un completo da mago vecchio e rammendato in vari punti, profondamente addormentato vicino al finestrino. Il mio sguardo vagò prontamente verso il portapacchi in cima alle sua testa e risposi –Il professor R.J. Lupin-.
Con quest’affermazione meravigliai ancora di più il già stupito Ron che sussurro –come fai a saperlo??-.
-c’è scritto sulla valigia!- ridacchiai roteando gli occhi e indicando la scritta nell’angolino della valigia lisa e tenuta insieme da uno spago legato con molta cura. Mi feci mentalmente la stessa domanda che il mio amico dai capelli rossi espresse in quel preciso istante e risposi ad alta voce –è ovvio, c’è solo una materia a cui manca un professore, no? Difesa contro le Arti Oscure.-
L’interesse dei miei amici per quel professore sconosciuto, dall’aria malata e stanca, finì lì e si dedicarono a battibeccare sul talento per i guai che Harry aveva suscitato in questi anni passati a Hogwarts. Non io però. Osservai di nascosto il volto coperto dal mantello dell’uomo seduto quasi di fronte a me, con un misto di paura e tensione, mischiata a curiosità, notando l’inizio di una cicatrice sulla fronte, l’unica parte scoperta del viso. È all’altezza del compito che gli spetta?? È abbastanza forte di affrontare l’invidia del professor Piton, riguardo al posto che gli è stato assegnato? Mi feci sempre più domande sull’identità misteriosa di quell’uomo che sembrò un po’ troppo “povero” per esser stato scelto dal Professor Silente per la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Deve avere delle straordinarie capacità, e allora perché non ha un lavoro come si deve, per potersi permettere dei vestiti nuovi? Scacciai quei pensieri con un senso di colpa enorme, diffusosi nella mia pancia, rivolgendo la mia attenzione al dialogo dei due giovani maghi che in quell’istante fu interrotto da un rumore strano. Dopo averne cercato la fonte un po’ ovunque, Ron tirò fuori dal baule di Harry lo Spioscopio tascabile che roteò e scintillò nella sua mano. Era in arrivo un pericolo, ed era molto vicino, ma non ci fece caso nessuno visto che Ron pensò che lo Spioscopo fosse guasto. Dopo un'altra chiacchierata su Hogsmead e il passaggio della vecchia strega con il carellino dei dolcetti, passò anche Draco Malfoy, l’arrogante serpeverde che, alla vista del professore, si limitò a guardarci male, non essendo così sciocco da offenderci davanti ad un’adulto. Tutto ad un’tratto tutto divenne ghiacciato, freddo, come se non vi fosse più un minimo di calore nemmeno nei corpi umani dei presenti. Il treno si fermò di colpo e nel momento in cui la luce si spense, forse anch’essa spaventata da un tale freddo, si aprì la porta ed entrarono Neville e Ginny. Non vedendo niente si limitarono un trovare il posto a sedere, andando a sbattere contro di noi e i nostri piedi.
Dopo un battibecco generale e dei gemiti di dolore sentii per la prima volta la sua voce, roca e bassa, con un calore che mi invase all’istante. Non disse molto solo un piccolo “silenzio” per azzittirci e una raccomandazione di stare seduti ai nostri posti. Lo sentii alzarsi e tirare fuori delle fiammelle che tenne sul palmo della mano davanti a se. Fu allora che lo vidi. il suo volto era giovane anche se stanco e completamente riempito da cicatrici profonde, alcune in via di guarigione altre invece fresche e ancora umide. Provai un misto di tristezza, forse una sensazione evocata da ciò che poco dopo si mostrò ai nostri occhi, ma c’era anche un altro sentimento che mi si contorse dentro alla vista della sua faccia tutta graffi.. tenerezza. Non so come mai ma non riuscii a staccare gli occhi da lui, lottando contro l’istinto di tirarlo tra le mie braccia e accarezzargli le guance ferite. Eppure…insieme alla sua tenerezza che parve visibile solo a me, la sua figura sprigionò altrettanta forza e potenza che subito mi vergognai di aver pensato che non fosse all’altezza del compito che quasi sicuramente gli aspettava. Ero talmente presa a osservare il professore che non sentii nemmeno la porta dello scompartimento aprirsi e l’entrare di quella creatura orribile, finchè non tremai di freddo e vidi Harry accasciarsi piano piano davanti alla figura incappucciata che sembrava stesse succhiando via tutta la vitalità dal corpo del mio amico. Non ebbi neppure il tempo di tirare fuori la bacchetta che una luce bianco-argentea si sparse in tutto lo scompartimento. Più la luce, che vidi provenire dalla bacchetta di R.J.Lupin, si allargò e più il freddo emanato da quella creatura misteriosa divampò, finchè non sparì del tutto insieme a lei. Passarono qualche secondo prima che ritrovai la capacità di reagire e di buttarmi sul pavimento davanti a Harry, svenuto e sdraiato sulla panca del treno. Le luci si riaccesero e vidi la faccia degli altri, pallidi e tremanti esattamente come lei. L’unico adulto nello scompartimento, dopo aver scacciato “la cosa”, diede a tutti un pezzo di cioccolato, me compresa, soffermandosi a guardare per qualche secondo nei miei occhi. O era solo mia impressione?? Sentii un brivido gradevole e presi la cioccolata cercando di non sfiorare la pelle di lui, paurosa che potesse tradire le mie emozioni. Senza parlare si rivolse a Harry, schiaffeggiandolo per fargli tornare il senno. Lo guardai ammirata. Perché?? Mi chiesi immediatamente dopo, beccandomi a sfiorare la sua faccia con lo sguardo. Mi costrinsi a parlare a Harry che si stava riprendendo, e a passargli gli occhiali. Gli spiegai l’accaduto mentre il professore tirò fuori la cioccolata anche per lui. - Harry nessuno ha gridato! - dissi sentendo la sua affermazione confusa. Intanto l’uomo si alzò e, assicurandosi prima che tutti stavano bene, uscì dalla porta con la scusa di dover parlare con il macchinista. Gli guardai dietro, di nuovo. Ero confusa, frustrata perché non sapevo spiegarmi cosa accadeva ogni volta che lo guardava. E di nuovo mi costrinsi a pensare ad altro, e di nuovo fuggii dalle mie emozioni. Parlando con gli altri fui la prima a notare il ritorno di Lupin che con un sorriso (che di nuovo mi fece venire i brividi) disse - non ho messo il veleno in quella cioccolata, sapete..- Risi. Non potei trattenermi - mancano 10 minuti all’arrivo alla stazione di Hogwarts - continuò lui con calma. Una calma che fece un miscuglio perfetto con la sua voce profonda e melodica. E di nuovo mi trovai a riflettere su di lui.
 
Quella sera non riuscii a dormire. Immagino di non essere stata la sola ma di sicuro ero l’unica sveglia che non pensava all’incontro con il Dissennatore. O meglio, l’unica che pensava a quell’incontro in un altro contesto. Sospirai e ,con gli occhi chiusi, rividi il volto giovane ma invecchiato prematuramente del professore che mi diede la cioccolata, guardandomi dritta negli occhi. È stata la mia immaginazione?? Mi chiesi, e con questa domanda scivolai in un sonno profondo.
  
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