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Autore: KuromiAkira    26/06/2007    11 recensioni
Non ti ricordi più di me?
Lunghi capelli castani, occhi grandi verdi, un vestitino azzurro chiaro.
Pelle chiara, minuta...
Chi sei?
Perchè mi hai dimenticata, Gaara?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prati verdi, cielo azzurro

Eppure qui non c’è erba. Il cielo è sempre coperto da grigie nuvole…



Mare cristallino, vento fresco…

Ma nel deserto non c’è mare, il vento porta solo sabbia con se…

- Gaara… -

E poi lei. Lunghi capelli castani, occhi grandi verdi, un vestitino azzurro chiaro.
Pelle chiara, minuta…

Un fiore tra le mani…



Chi sei?




Gaara si svegliò di soprassalto. Ancora quel sogno. Di nuovo.

Si alzò e si affacciò alla finestra.

Lo stesso paesaggio sabbioso. Lo stesso cielo grigio.

Come poteva provare tanta nostalgia per un paesaggio così diverso da quello che aveva sempre visto, fin da piccolo.


Da quando Shukaku gli era stato sottratto poteva finalmente dormire.
Ma da un paio di giorni faceva un sogno. Lo stesso sogno.
Lo stesso paesaggio, la stessa ragazza.

Gli sembrava di conoscerla, quella ragazza…



- Gaara, dove vai? – chiese Kankuro vedendo il fratello sulla soglia della porta
- A fare un giro. – rispose lui.

Di solito non se ne andava in giro senza un motivo. Andare in giro significava rivedere quei luoghi dove i bambini giocavano e lui, da lontano a guardarli… da solo.
Non era più solo, ora. Ma ricordare gli faceva male.
Per questo non voleva ricordare…

Per un attimo il vento portò con se il profumo dei fiori.

Gaara si fermò. Guardandosi intorno.

A quell’ora non c’era nessuno, in giro. Le persone normali erano a dormire e i ninja in missione o a riposare.

Era vicino a un parco giochi. Si sentiva il cigolio di una vecchia altalena.

Per un attimo, nella sua testa, vide l’immagine di una bambina sull’altalena.

Una bella bambina dal capelli castani e occhi verdi….

Per una ragione che nemmeno lui sapeva spiegarsi andò vicino a quell’altalena.

E sentì di nuovo quel profumo.

Lo stesso vento del sogno.

L’altalena si muoveva appena per il vento, solitaria.

Ma sopra di essa c’era un fiore.

Il kazekage si avvicinò e lo prese in mano.

Sembrava lo stesso fiore che teneva in mano la ragazza del sogno.


Gaara…




Sussultò. Poi si guardò intorno.

“ Ho la allucinazioni uditive?”

Gaara… non ti ricordi più di me?



L’altalena cigolò di nuovo.

Gaara fisso il fiore che aveva in mano, poi si sedette su quell’ altalena.

Improvvisamente si ricordò che da piccolo, quando i bambini lo chiamavano mostro, lui scappava lì e si sedeva sull’altalena a piangere.

Gli sembrava di sentire se stesso bambino che piangeva e si mise la testa tra le mani.

- Non voglio ricordare… no! – bisbigliò sofferente.

Il fiore gli cadde tra le mani.

E il vento soffiò di nuovo…


Gaara… perché mi hai dimenticata?




- Chi sei? – esclamò tremando, sempre con la testa tra le mani – Chi sei tu? Perché? Perchè mi compari in sogno? – urlò quasi impazzito.

Ihihih



Sentì una risatina. E alzò la testa. C’era lei. Quella ragazza. Con quel fiore.

Abbassò la testa e guardò nel punto in cui gli era caduto il fiore.

Ma il fiore non c’era più…

La ragazza si avvicinò lentamente all’altalena.

Gaara la guardava sorpreso.

Era lei! Lunghi capelli castani. Grandi occhi verdi. Un sorriso dolce. Il leggero vestito azzurro. E il fiore in mano…
-
Chi s… -

La ragazza gli porse il fiore.


E allora lui ricordò.

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- sing… sing… -
- Perché piangi? –

Un Gaara bambino seduto su un altalena alzò la testa, in lacrime. Davanti a lui una bambina.

- Perché piangi? – ripetè la bambina

Il bambino singhiozzò.

- P-perchè nessuno vuole giocare con me… -
- E perché? – domandò innocentemente quella bambina.
- Perché sono un mostro… - rispose rassegnato, abbassando lo sguardo.

La bambina si avvicinò a lui e abbassò la testa per poterlo guardare in faccia.

Gaara indietreggiò imbarazzato.

-… a me sembri normale… - constatò la bambina, seria.
- Eh? –
- Perché sei un mostro? – domandò poi, sorridendo.
- Perché dentro di me ho un mostro… -
- Ed è un mostro cattivo? –
- … non lo so… -

- Senti, allora ci gioco io con te! –
- Davvero? –

La bambina annuì e salì sull’altra altalena.

E ci giocarono fino al tramonto.

- uff… ora devo andare! –
- Oh… -
- Però torno a trovarti, così giochiamo ancora insieme! –
- Perché vuoi giocare con me? Non mi conosci e io ti ho detto che sono un mostro… -
- Perché tu somiglia me. – rispose pacatamente lei

La bambina scese dall’altalena.

- Aspetta! Come ti chiami? – chiese Gaara, scendendo a sua volta dall’altalena.
- Tu come ti chiami? –
- Ah… Io sono Gaara. –

La bambina sorrise e gli porse il fiore che aveva sempre tenuto in mano.

- E tu come ti chiami? –
- Io mi chiamo… -

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- Hana… - sussurrò il Gaara adolescente.

Il ricordo della bambina era riaffiorato nella sua mente, una bambina che aveva dimenticato.

Quandola bambina se ne andò, infatti, Gaara rimase a guardare il cielo sopra un tetto.
E poco dopo Yashamaru tentò di ucciderlo.
Da allora per lui esistette solo l’odio. (spero di non aver sbagliato verbo…)

- Perché mi hai dimenticata, Gaara? Io volevo ancora giocare con te… ma tu non sei più venuto qui… -
- Mi dispiace, Hana… so di aver sbagliato… ma sto provando a cambiare. Dico davvero. –

La ragazza sorrise e si voltò.

- Allora… non dimenticarmi più…-
- Aspetta! Dove vai? – urlò il ragazzo.

- Gaara!! –

Gaara si voltò. Kankuro era arrivato al parco col fiatone.
Guardò di nuovo davanti a se. Ma Hana era sparita.

- Kankuro… è successo qualcosa? –
- Ci è arrivata la comunicazione che l’Akatsuki ha preso un altro demone. Il gatto a due code. -

Gaara e Kankuro tornarono al palazzo del kazekage dove un jonin diede tutti i dettagli.

- La forza portante era una ragazza. È stata uccisa un paio di giorni fa. Abbiamo anche una sua foto. –

Il jonin la porse a Gaara. E lui sussultò di nuovo.

- Si chiamava Hana Umikaze. Il suo clan era molto piccolo e vagabondavano vicino Suna. –
- Hana… - bisbigliò Gaara. – Ma come… -

Quella stessa notte Gaara sognò l’immenso prato verde, e il limpido mare.

E lì c’era Hana.

Come ogni volta che faceva quel sogno, la ragazza si voltava verso di lui e lo chiamava.

Questa volta però… il sogno era diverso.

- Gaara… non dimenticarmi più, ok? -
- Hana.. che posto è questo? –

Hana sorrise

- Guarda! –

La ragazza puntò un albero, il cui ramo faceva da sostegno da due altalene.

-...Questo è il luogo in cui io ti aspetterò sempre, per giocare ancora un volta insieme, Gaara. –

Gaara si svegliò di soprassalto.

Si mise a sedere e penso al sogno. Poi sorrise.

“ D’accordo Hana Non ti dimenticherò. Un giorno, che esso sia vicino o lontano, ti raggiungerò… e giocheremo insieme per sempre…”



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Ok, è venuta male! È la prima fiction su Gaara…
In realtà l’idea mi era già venuta mesi fa, ma non sapevo come impostarla. Ho pensato al sogno allora!
Ehm… so che è venuta male, abbiate pietà però, ok?
Spero non faccia troppo schifo…
  
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