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Autore: Death Lady    09/12/2012    2 recensioni
Questa è una oneshot su Sebastian x Meirin
Tratto dalla storia:
[...]«Non andare. Per favore … Io non ho paura di te. Rimani con me, per sempre. Per favore...» le parole mi escono dalla bocca senza che io possa fermarle.
Si gira e, finalmente, ritorna a fondere il suo sguardo con il mio. «Sai che per rimanere con te dovrei farti diventare come me?» annuisco «Sei pronta a diventare un mostro?» mi sussurra.[...]
Spero vi piaccia.^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Meirin, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un amore cremisi

 
Sono Meirin una dei domestici di Casa Phantomive. Sono bassina, ho capelli rossi che mi arrivano alle spalle, porto gli occhiali e sono piuttosto sbadata.
Mi trovo in cucina intenta a pulire la delicatissima credenza dove si trovano i piatti e i servizi da tè più preziosi dell’intera residenza. Ho la testa tra le nuvole: questa sera al castello dei Phantomive ci sarà un ballo e il padroncino ha promesso a noi della servitù di poter partecipare. È la prima volta che ci permette una cosa del genere: che ci sia lo zampino di Sebastian? Sarebbe fantastico. Io ho un debole per lui dalla prima volta che l’ho visto. Lui, con i suoi capelli neri come la notte e quegli occhi rossi così fuori dal normale, alto, con voce suadente e delicata: tanto delicata ma anche tanto tagliente capace di ferire le persone ostentando la calma più totale, anche nelle situazioni più complicate. Sono assorta nei miei pensieri e non mi accorgo di quello che mi succede in torno. Scuoto la testa ma proprio in quel momento si sente un sonoro …
CRASH! Una delle lastre di vetro che si trovano sugli sportelli del mobile si è staccata ed è caduta a terra.‘ Ecco ne ho combinata un’altra delle mie ’ penso con aria afflitta. Questa volta il padroncino non me la perdonerà così facilmente: è un mobile antico che appartiene alla sua famiglia da molto tempo. Come ho potuto romperlo?!
Mi capita quasi sempre di essere enormemente sbadata e non è un bene per una domestica. Certo non che io fossi nata per questo lavoro però un minimo di competenza dovrei averla!
Sento dei passi arrivare:sono veloci e non molto rumorosi. Sicuramente è Sebastian che sta venendo per punirmi. La porta si apre velocemente e lui varca la soglia. Mi guarda con i suoi bellissimi occhi rossi. Anche se so che è venuto per rimproverarmi non posso fare a meno di guardarlo con uno sguardo luccicante. È più bello del solito.
Sguardo impassibile, capelli perfettamente ordinati e voce tagliente «Meirin, si può sapere cosa fai lì per terra?» mi chiede. ‘ Impossibile! Davvero non si è accorto del pasticcio che ho combinato? ’. «E-ecco. Sebastian io veramente starei raccogliendo i pezzi di questo vetro. Mi dispiace molto per il disastro che ho causato. » mi affretto a rispondere chinandomi in segno di scusa. Abbassa il suo sguardo sul pavimento e poi lo rialza verso di me. È sempre lo stesso. «Non c’è problema. Ci penso io. Perché non vai a riposarti? Dopotutto oggi sei un’ospite anche tu, quindi non capisco il motivo del tuo lavoro». Mi risponde accennando un sorriso. Aspetta… Cosa ho detto? Accennando un sorriso?! Oddio! Ha sorriso! Il mondo sta per finire. Sebastian non cambia mai espressione! È la prima volta che lo fa, almeno in mia presenza. Lo guardo stranita e lui accentua ancora di più l’incurvatura delle labbra verso l’alto. Abbasso lo sguardo: sicuramente sto facendo la figura di una cretina. Mi alzo di scatto e lascio cadere i pezzi che avevo raccolto nel grembiule. Mi porto le mani al volto: perché quando mi si avvicina non ci capisco più niente?! Prima che possa dirmi altro comincio a correre. So perfettamente che se volesse potrebbe tranquillamente afferrarmi per un braccio e farmi ritornare al mio posto ma, stranamente, decide di lasciarmi andare.
‘ Devo assolutamente rimediare al pasticcio che ho combinato. ’ Penso tra me e me. Mi dirigo così verso la sala da ballo: è ancora tutto da allestire. Prendo un panno, mi sistemo bene il grembiule comincio a spolverare. Salgo su una scala e arrivo al lampadario: c’è qualche ragnatela. Pulisci di qua, pulisci di la e i miei pensieri sfuggono un’altra volta al mio controllo. Mi ritrovo a pensare nuovamente a quel bellissimo maggiordomo con cui ho parlato poco fa.
Dopo solo dieci minuti o poco più che sono salita perdo l’equilibrio. La scala slitta sotto i miei piedi e io comincio a cadere. Chiudo gli occhi ma la botta non arriva. Lentamente apro prima un occhio e poi l’altro. Sebastian mi tiene tra le braccia. Divento tutta rossa e comincio ad avere caldo. Gli occhiali mi sono caduti ma riesco ugualmente a vederlo bene in volto. Continua a sorridere e questo mi inquieta non poco. Con delicatezza quasi disarmante mi mette giù «Dovresti fare più attenzione, Meirin. È pericoloso. E poi io non ti avevo esplicitamente detto di non toccare niente?» dice con sguardo di rimprovero. Abbasso gli occhi, poi sussurro uno «Scusami». Faccio per andarmene quando mi sento afferrare per un braccio. «Stavo per dimenticarmene. Ho confezionato un vestito per te: se vuoi seguirmi te lo do con piacere». Io sbarro gli occhi: un regalo per me da parte di Sebastian? L’universo oggi ha proprio deciso di farmi impazzire! Cominciamo a camminare per i corridoi fino ad arrivare nella sala dell’ago e il filo (come la chiamiamo noi domestici). Mi apre la porta ed entriamo.
Rimango incantata: non entravo lì dentro da un’eternità! È cambiata moltissimo: le pareti sono pulite e i fili sono ordinatamente ognuno al proprio posto, gli abiti cuciti sono ben ripiegati da un lato e quelli da riparare si trovano su un altro scaffale. È magnifica. Sento qualcosa toccarmi la spalla e mi giro. Che mi prendesse un colpo! Davanti a me c’è l’abito più bello che io abbia mai visto, di un colore nero come la notte. È senza maniche, stretto con un corpetto e poi comincia ad allargarsi con la gonna a palloncino che ripiega in piccole balze. È fantastico. Sebastian ha anche aggiunto un paio di scarpe perfettamente in tono con l’abito.
Ho gli occhi che mi brillano per la commozione «G-grazie… l’hai fatto veramente tu?» dico con voce tremante ma piena di gratitudine. «Ovvio, avevi qualche dubbio? Comunque se non ti piace posso sempre riprendermelo. Dopotutto l’ho fatto in un momento di noia». Dice allungando il braccio nella direzione del vestito. Io me lo stringo al petto. «È bellissimo! Mi piace molto!
N-non v-voglio che lo ri-riprendi» dico arrossendo. Lui sorride un’altra volta facendomi venire i brividi sulla schiena. Non riesco più a sopportare questa situazione così mi girò e comincio a correre velocemente in direzione della mia camera.
 
Appoggio il vestito sul letto e mi fiondo in bagno. Comincio a far uscire l’acqua dal rubinetto. Preparo gli asciugamani e i saponi che mi servono, poi mi immergo nella vasca. L’acqua mi fa subito rilassare. Mi sento veramente strana. È così insolito passare del tempo con Sebastian. Rimango nella vasca per un po’ immergendomi nei miei pensieri. Esco mezz’ora dopo. Mi asciugo il corpo e poi mi metto una vestaglia. Comincio ad acconciarmi i capelli. Non li voglio troppo eleganti, solo un po’ più ordinati del solito. Sono venuti lisci: bellissimi. Mi guardo allo specchio. Prendo un rossetto nero e comincio a passarlo delicatamente sulle labbra. Oggi anche noi della servitù possiamo sembrare dei nobili: quindi che male c’è nel volersi truccare un po’? Mi abbellisco anche gli occhi: ho deciso di non indossare gli occhiali per questa sera. Sono pronta per indossare il mio abito.
Lo metto. Mi arriva sopra le ginocchia. È stupendo. Le scarpe mi stanno a pennello. Decido di mettermi una piccola striscia nera intorno al collo. Mi giro verso lo specchio: è la prima volta che mi trovo così bella.
 
Mi dirigo velocemente verso la Sala da Ballo. È bellissima: Sebastian ha fatto un magnifico lavoro anche qui. Mi guardo intorno e lo vedo: è come al solito al fianco del padroncino. In questo momento sta salutando dei nobili. Dall’espressione del padroncino devono essere delle persone molto importanti. Lui non mi vede ma io posso ammirare da lontano la sua bellissima figura. Questa sera, anche potendo, ha deciso di non vestirsi da nobiluomo restando semplicemente un maggiordomo. Certo, dire semplicemente sminuisce non poco la sua eleganza. Eh, si, anche rimanendo con i soliti vestiti è magnifico. Come se sentisse l’attenzione di qualcuno puntata su di lui, improvvisamente, volge lo sguardo verso di me. Io, imbarazzata, sposto l’attenzione sulle altre persone: è difficile guardarlo negli occhi dopo quello che è successo oggi.
 
È passato un po’ di tempo da quando è iniziata la festa ma non ho ancora ballato con nessuno. Vado verso la terrazza per respirare un po’ d’aria fresca: la Sala è opprimente. Guardo la luna: è bellissima questa sera.
Sento una mano toccarmi il fianco destro e mi giro velocemente. Sebastian è a pochi centimetri da me: il suo volto adesso è serio come mai prima d’ora. Le mie guance s’infuocano. Le sue braccia ora mi circondano: non ho più via d’uscita. Il suo profumo mi annebbia la mente. Lo guardo. Mi guarda. Tengo i miei occhi fissi nelle sue iridi cremisi.
All’improvviso sento qualcosa di caldo, molto caldo, sulle mie labbra. È lui: ha colmato il vuoto che c’era tra noi. Dopo poco decide di approfondire il bacio e io contraccambio. Qualcosa di indescrivibile prende possesso di me: una sensazione fantastica. Sento di poter fare qualunque cosa. Porto una mano dietro la sua nuca e comincio a toccare i suoi lisci capelli, mentre lui comincia a percorrere la mia schiena. Il mio corpo è percorso da brividi. Mi stringe ancora di più a lui. Dopo un po’ il bisogno d’aria ci riporta alla realtà e siamo costretti a staccarci.
Ci guardiamo negli occhi. Non ha ancora allentato la stretta attorno al mio corpo. È affascinante: i capelli ora non più ordinati come al solito e i suoi occhi che sembrano, fortunatamente, trasmettere dolcezza.
 
Una fitta al cuore mi fa chiudere gli occhi e le lacrime arrivano presto. Un susseguirsi di immagini e parole si fa strada nella mia testa. Lentamente comincio a comprendere e il dolore se ne va. Riapro gli occhi: lui è ancora lì davanti a me. Stavolta i suoi occhi trasmettono solo paura.
Ora ho capito chi è, cos’è. Ma nonostante tutto non ho paura di lui.
Una parola comincia ad uscire dalla sua bocca «Scusami…».
Lo guardo senza capire ma lui si allontana immediatamente da me.
«Non andare. Per favore … Io non ho paura di te. Rimani con me, per sempre. Per favore...» le parole mi escono dalla bocca senza che io possa fermarle.
Si gira e, finalmente, ritorna a fondere il suo sguardo con il mio. «Sai che per rimanere con te dovrei farti diventare come me?» annuisco «Sei pronta a diventare un mostro?» mi sussurra.
Sorrido «Si, sono pronta».
Si avvicina e mi sussurra all’orecchio «Resisti». Senza preavviso mi pugnala allo stomaco. Un dolore lancinante si fa strada in me. Ma, lentamente, come è venuto sparisce altrettanto velocemente.
 
In quello stesso istante due occhi color cremisi fecero capolino, per la prima volta, in questo mondo.




Questa è la mia prima ff su Kuroshitsuji e la mia seconda in generale. Devo ammettere che forse Sebastian è un po' OOC ma per il resto spero vi sia piaciuta.
Vi sarei molto grata di farmi sapere se la storia vi è piaciuta o meno quindi, vi prego, recensite!
Grazie,
Mimmi_Xana1215
   
 
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