Amane's bittersweet thougths.

Il treno sfrecciava veloce sulle rotaie metalliche, cigolando e stridendo un po’, mentre dai finestrini si scorgevano i fili della luce che si estendevano per centinaia e centinaia di chilometri.

L’intero scompartimento era vuoto, non c’era nessun altro oltre a lei.
Il sole del tramonto spandeva una fioca luce dorata che illuminava l’intera città, riflettendosi sui vetri e sulle acque cristalline del fiume che scorreva lento e malinconico.
Quello stesso sole c’era stato anche il giorno prima, e quello prima ancora, e così via chissà da quanto tempo.

Misa non aveva semplicemente mai notato quanto la sua luce fosse calda.
A guardarla, trasmetteva un piccolo dolore al petto, tanto era abbagliante e dolce.
In passato, a Misa piaceva prendere la tintarella di tanto in tanto.
Con un po’ di abbronzatura, sperava ingenuamente di riuscire a conquistare l’amore di quell’altra Luce, quella meno calda.

Eppure adesso era lì su quel treno vuoto, bianca e pallida come la morte.
La stessa morte che lei aveva visto in faccia più volte, infliggendola con noncuranza a tante, troppe persone.
Le sembrava di rivedersi: in un una mano il suo Death Note, nell’altra una penna d’oca.
Sulle labbra, c’era impresso un sorriso sadico e innocente allo stesso tempo.
I suoi occhi erano quelli di una crudele assassina, ma anche quelli di una donna che voleva essere amata.
L’aveva fatto per amore, di questo ne era certa.
Ma ciò non era affatto un’ attenuante, anzi.

Sottolineava ancora di più la sua natura ciecamente sottomessa.
E a confermarlo, c’era il fatto che adesso lei era lì seduta sul morbido divanetto di pelle del treno, vestita con i suoi abiti migliori, come se stesse andando a una bellissima festa.
Forse, da un certo punto di vista era proprio così.
Quella mattina aveva scelto di raggiungere Light.
Le era stata devota finché lui era in vita, e avrebbe continuato a farlo anche dopo la morte, anche dopo che il suo corpo si fosse trasformato in polvere, per l’eternità.

Aveva indossato un bel vestito nero con dei ricami in pizzo, in perfetto stile gothic.
Si era lavata i capelli e li aveva pettinati con cura, fermando i suoi caratteristici due codini con un piccolo fiocco nero, completando il tutto con un headdress abbinato al vestito, legato sotto il mento con un nastrino nero.
Si era anche truccata impegnandosi al massimo, mentre diceva addio alla sua immagine nello specchio che non avrebbe più rivisto.

Guardandosi, aveva visto solo una povera stupida con gli occhi gonfi per le tante, troppe notti insonni.
Notti allucinanti, da incubo, passate tra le lacrime, l’alcool e gli psicofarmaci.
Nella sua piccola casa, da sola, mentre tutte le sue certezze svanivano nel nulla e si sentiva sempre più vuota.
Si svegliava con il mal di testa, e non si alzava nemmeno da letto, neanche per mangiare.
Teneva le persiane sempre chiuse, e fra quelle quattro mura sembrava che fosse sempre notte.
Adesso, su quel treno in corsa, voleva sentirsi un’ultima volta Misa Amane, la modella.
Voleva essere bellissima, durante la sua fine.
Così, avvolta nel suo etereo e diabolico splendore, avrebbe raggiunto Light in Paradiso.
Subito rise debolmente a quel pensiero: sapeva che il Paradiso non attendeva né lei né Light.
Sapeva anche che non sarebbero andati nemmeno all’Inferno, avendo usato il Death Note.
Tuttavia, non le importava.
Avrebbe vagato nel nulla per l’eternità, pur di restare vicino a Light.
Accettava di buon grado di rimanere per sempre nella penombra, aspettando una liberazione che non sarebbe mai arrivata.
Per lui aveva dimezzato due volte la sua durata vitale, perciò le restava ben poco da vivere.
Avrebbe voluto viaggiare, vedere il mondo e fare esperienze nuove.
Ma se non poteva farlo con Light, allora non l’avrebbe fatto.
Senza di lui, tutte quelle luci calde e dolci non illuminavano nulla, e le tenebre la inghiottivano in silenzio.
Se non c’era lui, tutto quello che Misa vedeva fuori da quel finestrino di vetro avrebbe potuto benissimo disintegrarsi, e non glie ne sarebbe importato nulla.

Scesa dal treno i suoi piedi, che camminavano sopra delle zeppe vertiginose, l’avevano portata all’ultimo piano di un grande palazzo.
Da lì vedeva tutta la città al tramonto, ed era una vista da mozzare il fiato.
Misa appoggiò le mani sulla ringhiera di sicurezza, fissando l’immensità che si estendeva davanti a lei.
Il vestito le ondeggiava sotto il tocco leggero del vento, e i suoi capelli biondi svolazzavano piano.
Sentì una piccola fitta al cuore, mentre le mani le tremavano appena e aveva difficoltà a respirare.
Sentiva le ginocchia deboli, come se potessero cedere da un momento all’altro.
Un po’ impacciata a causa della gonna, Misa scavalcò la ringhiera.
“Anche quando il mio corpo si trasformerà in polvere, io non ti lascerò.”
Ora davanti a lei c’era solo il vuoto. La città ai suoi piedi era bellissima, riusciva a vedere molte cose che da laggiù non si vedevano.
Gli uffici che cominciavano a svuotarsi, gli studenti in divisa che passeggiavano allegramente per le vie, le madri di famiglia con la busta della spesa.

Tutto ciò le sembrava estremamente lontano, come se stesse guardando dall’esterno un mondo a parte.
Sembravano tante piccole formiche che correvano da tutte le parti.

Non aveva paura, anzi. Sapeva che presto l’avrebbe rivisto, e le veniva quasi da sorridere, mentre le si formava una piccola lacrima che si fermò nell’angolo interno dell’occhio che rimase lì, senza scendere, facendole vedere il mondo con uno strano effetto.
Respirò profondamente, mentre il cuore le batteva forte.
Le labbra tinte di rosso erano immobili, ma Misa stava sorridendo dentro.

Poi, abbassò leggermente il mento.
Chiuse gli occhi cerchiati di nero: metà trucco e metà occhiaie.
Forse aveva paura di quello che l’attendeva.
Ma andava bene, pensò.
Se lì c’è lui, andrà bene sicuramente.
Chiuse gli occhi, non perché non volesse guardare il suolo avvicinarsi sempre di più al suo corpo inerme, ma perché voleva vivere quell’ultimo istante immaginando il volto di Light.

La parola all'autrice:

Ciao a tutti! Questa è la mia prima vera fanfic più o meno 'triste'. La cosa strana è che, anche se ho odiato Misa per tutta la storia, ora mi ritrovo a scrivere su di lei. Forse è proprio questa la parte interessante del suo personaggio: ti fa incazzare per quanto è scema, ma alla fine capisci quanto dolore aveva dentro e quanto amasse davvero Light. Vi ringrazio per aver letto anche queste righe e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, sia positiva che negativa! ^__^
Un bacione :3
-- Ellie-chan --