Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Samarskite    09/12/2012    4 recensioni
Mi volto verso Louis e gli do' una botta sul braccio, poi quando ho catturato la sua attenzione indico la ragazza col mento per accertarmi che non sia un'allucinazione mattutina da carenza di zuccheri. Nel momento in cui vedo che la mette a fuoco so di non essere pazzo e mi aspetto che abbia la mia stessa reazione, ma invece fa solo un'espressione come a dire: ci può stare, è carina.
Vorrei dirgli: "carina? Quella ventenne è l'amore della mia vita.", ma ovviamente non posso. Nella metro tutti hanno sonno e c'è troppo silenzio.
Così estraggo l'Iphone dalla tasca e gli mando un messaggio: "Come faccio a parlarle?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Underground

A Chiara. Perchè mi manca il tuo buongiorno.

 

 

Cammino per le strade trafficate di Londra, imbacuccato come un terrorista per non farmi riconoscere e per non dare vinta la battaglia al freddo pungente di febbraio. Attraverso la strada rischiando di creare un incidente stradale di notevoli dimensioni e scendo nella metropolitana per aspettare la metro e Louis.
I rumori esterni sono attutiti dalla musica che sto ascoltando nelle cuffiette, una canzone dei Beatles che si chiama Blackbird. Non è particolarmente movimentata, ma è a volume molto alto e le cuffie isolano completamente dal mondo; è questa la ragione per cui, quando sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla, faccio un salto in aria di tre metri. Quando mi rendo conto che è semplicemente Louis, tiro un sospiro di sollievo e mi tolgo d'istinto gli auricolari. Il mio cuore non ha ancora smesso di battere forte.
"Harry, sei un coglione.", è il suo buongiorno. "Lo sai che ci dovevamo trovare qui per andare in studio, no? Perchè ti spaventi così?", si secca lui. In realtà lo vedo che non è affatto seccato. Una delle strane prerogative di Louis Tomlinson è che può sembrare triste, irritato o seccato quando in realtà non lo è affatto.
"Va beh dai, capita a tutti. Pensa se era un maniaco stile killer di John Lennon. Non te lo saresti mai perdonato.", replico serafico controllando nervosamente la metropolitana e poi tornando a voltarmi verso Louis.
Come me, è coperto dalla testa ai piedi di materiale lanoso ma, a differenza mia, non lo fa perchè ha paura dei fan. Lo fa perchè ha freddo. La cuffia grigia di lana è calcata in testa, il suo ciuffo scuro protesta per l'innaturale forzatura verso il basso, gli occhiali della RayBan proteggono gli occhi dal pallido sole mattutino. Il cappotto di pelliccia è chiuso fino all'ultimo dente della cerniera e fino all'ultimo bottone. Curiosamente, indossa una sciarpa che pizzica quell'accenno di barba incolta tipicamente giovanile.
Louis sospira. "Non sarebbe stato molto divertente il tuo funerale. Pieno di donne afflitte e piangenti."
Se questa battuta dovrebbe irritarmi, non lo fa. Mi fa solo ridere, perchè è vera. "Meglio che non sia andata così.", taglio corto sorridendo e pestando i piedi per il freddo. "Hai saputo più nulla di Ed?", gli chiedo poi.
Louis si massaggia la mascella pensieroso, e pure attraverso tutti i rumori intorno a noi sento il grat grat che fa la barba a contatto con lo sfregamento con la mano. "No, ma suppongo che giaccia ubriaco in qualche parte di casa sua, con la chitarra sul divano e un foglio scarabocchiato di poesie che svolazza solitario accanto a lui.", ipotizza.
Sorrido di nuovo. Sarebbe tipico di Ed.
Finalmente sentiamo lo sferragliare della metropolitana che annuncia che il treno sta arrivando. Una voce femminile sussurra la direzione del treno e avverte di allontanarsi dal bordo, ma tutti fanno esattamente l'opposto per poter accaparrarsi i posti a sedere. Un po' come se fossimo tutti ai blocchi di partenza, appena le porte di aprono scattiamo verso l'interno della metro.
Io e Louis troviamo due posti miracolosamente vuoti e vicini. Io sono anche accanto ad un uomo d'affari che secondo me si dirige verso la City, mentre Louis è accanto ad una vecchietta che sferruzza un lavoro a maglia.
Louis mi lancia una fugace occhiata divertita. Ora che siamo anonimi le occhiate complici possiamo permettercele. So che l'occhiata è riguardante la vecchietta, la quale mentre sferruzza borbotta tra sè e sè una filastrocca per bambini.
Faccio un mezzo sorriso, abbasso lo sguardo verso il pavimento della metro e poi lo rialzo davanti a me in un unico fluido guizzo d'occhi.
Mi trattengo a stento dall'esclamare un "caspita!". Davanti a me c'è... Non so come descriverla. È così brutto parlare della ragazza dei miei sogni, del colpo di fulmine eccetera eccetera. Però attualmente non ho in mentre altri termini.
Mi volto verso Louis e gli do' una botta sul braccio, poi quando ho catturato la sua attenzione indico la ragazza col mento per accertarmi che non sia un'allucinazione mattutina da carenza di zuccheri. Nel momento in cui vedo che la mette a fuoco so di non essere pazzo e mi aspetto che abbia la mia stessa reazione, ma invece fa solo un'espressione come a dire: ci può stare, è carina.
Vorrei dirgli: "carina? Quella ventenne è l'amore della mia vita.", ma ovviamente non posso. Nella metro tutti hanno sonno e c'è troppo silenzio.
Così estraggo l'Iphone dalla tasca e gli mando un messaggio: "Come faccio a parlarle?"
La risposta arriva dopo circa trenta infiniti secondi: "Sai che sei sexy quando cerchi di non far vedere ad una ragazza che la stai guardando?"
Alzo lo sguardo dall'Iphone e lo guardo malissimo. Stiamo arrivando alla prossima fermata, ed ogni secondo potrebbe essere l'ultimo. Ho fretta.
"Ok, ok.", mi scrive. "Alzati quando si alza lei e fai finta di caderle addosso."
Proprio in quel momento la ragazza alza gli occhi dal libro che stava leggendo (Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte) , si guarda intorno estraniata e mette a fuoco la prossima fermata.
Quindi mette il libro nello zaino con aria soddisfatta ma, invece di alzarsi per andare verso le porte in attesa di arrivare come farebbe chiunque debba scendere, si mette ad osservare i passeggeri fischiettando senza rumore.
Il suo sguardo passa dal suonatore di fisarmonica al bambino con lo zaino dell'Invicta che mi ha pestato un piede salendo sul treno, e i suoi occhi hanno sempre l'aria vaga di chi osserva ma non giudica e, se lo fa, non lascia trasparire il giudizio.
Poi, inevitabilmente, i suoi occhi azzurro mare si posano sull'uomo d'affari, lo scrutano per qualche istante e passano a me.
Ciò che succede dopo sul suo viso non lo so, perchè d'un tratto la cicca incastrata tra i piedi del sedile opposto al mio ed il pavimento è diventata per me oggetto d'interesse profondo. Sempre osservando quella massa rosa confetto che assomiglia vagamente al cervello d'un topo e stimando la sua data di morte attorno ai due mesi fa, sento le guance che vanno in fiamme e le mani diventare sudate.
Mi volto verso un divertito Louis per borbottare un "fa caldo, qui dentro", mentre con la coda dell'occhio cerco di sbirciare il viso della giovane. È ancora rivolta verso di me. Non sembra agitata, tipo fan, solo molto incuriosita; ma la coda dell'occhio inganna spesso, per quanto riguarda le espressioni facciali di chi si sbircia.
Sblocco l'Iphone e digito precipitosamente a Louis: "A me sembra bellissima."
Dopo poco Louis mi risponde: "E ti sta anche guardando."
Arrossisco ancora di più e alzo lievemente gli occhi verso di lei, trovando il coraggio in non so quale remoto angolo del mio essere codardo.
Come inizio a guardarla è lei che abbassa gli occhi sullo zaino Eastpack, come se non l'avesse mai visto in vista sua.
La metro arriva ad una fermata e riparte.
Sbirciando un po' riesco a vedere le scritte fatte col pennarello sul tessuto dello zaino della ragazza: "Someone will be my safety, and I'll be his lady", il simbolo dell'infinito e accanto una scritta con una calligrafia diversa: "Tay può <3", firmato S.
Quella scritta mi demoralizza. Sará il suo ragazzo che gliel'ha scritta? D'altronde sembra una calligrafia femminile. Potrebbe essere la sua. Potrebbe non esserlo.
Mentre elucubro la ragazza si alza e si avvia verso l'uscita.
La prossima è la sua.
Panico.
Mi arriva un messaggino da Louis: "Vai! Dai!"
Scuoto la testa freneticamente. No, no, mi vergogno troppo, lei è troppo fantastica e poi nemmeno la conosco.
Sento Louis sbuffare, fa un movimento brusco e la custodia degli occhiali con i RayBan dentro scivola per terra. Sbuffa di nuovo.
Dato che so che il mio amico ha il mal di schiena, mi alzo per chinarmi a raccogliergliela.
Qui succede una cosa strana.
Louis allunga casualmente il piede destro in modo che sia esattamente davanti al mio sinistro, perpendicolarmente. Lì per lì non ci faccio caso, ma poi sento un'enorme mano posarsi sul mio sedere mentre mi sto chinando, ed io vengo sbilanciato in avanti. Inciampo nel piede di Louis e finisco dritto dritto addosso alla ragazza, che in quel momento sta guardando con aria vaga un signore sulla sessantina leggere una storia al nipotino.
Lì per lì non ho il tempo di pensare a quello che è appena successo, perchè sono troppo impegnato a scusarmi con la ragazza. "Dio, scusa, ho l'equilibrio di un panda, non so come sia successo, scusa, scusa, scusa! Non avevo alcuna intenzione di finirti addosso, stavo raccogliendo gli occhiali a Louis, io non...". Interrompo quella trafila di scuse patetiche per guardare il sorriso della ragazza farsi più largo.
"Tranquillo", mi dice sorridendo, "non è mica morto nessuno."
Senza sapere perché annuisco freneticamente. "Si, però mi dispiace tantissimo lo stesso, pensa se facevo perdere l'equilibrio anche a te, potevi farti male e - e - cadere all'indietro e non è una- una buona cosa cadere, no?"
Con la coda dell'occhio vedo Louis nascondersi la faccia tra le mani scuotendo la testa e lanciare un'occhiata all'uomo d'affari che era accanto a me come a dire: "Io quel riccio imbranato non lo conosco."
La ragazza sorride nuovamente ed alza gli occhi al cielo in obliquo, nella tipica espressione di chi si sforza di pensare e visualizzare una scena. Poi dice: "Non lo so. Se fossi caduta mi avresti portata all'ospedale e mi avresti lasciato il tuo numero per discutere dell'assicurazione o cose simili, quindi sarebbe stato meglio, no?"
Rimango interdetto. Mi pare che, accanto a me, Louis canticchi qualcosa come "Intraprendenza è un elemento imprescindibile/ per una conoscenza solida / che punti all'eternità", ma non ne sono affatto sicuro. Il sangue che mi pompa nelle orecchie mi assorda.
Non so da dove tiri fuori la risposta: "Avrei dovuto pagare, non sarebbe stato un gran vantaggio."
La ragazza scoppia a ridere.
La metro si ferma con un brusco strappo.
Le finisco di nuovo addosso.
Ha un buon profumo.
Mi guarda sorridendo.
Sorride sempre.
Le porte si aprono.
Lei mi lancia uno sguardo divertito.
Si gira.
Esce.
L'amore della mia vita se ne va.
Le porte si richiudono, ma io rimango lì a guardarla. È ferma sulla banchina, china su un foglio di quaderno che scribacchia qualcosa. Poco prima che il treno riparta, la ragazza si volta e mi mostra il foglio di quaderno.
"TAYLOR TRU_ _ _ :)", c'è scritto sopra.
Io rido e annuisco. Lei non mi vede, perchè il treno ormai è partito, ma io si.
Mi volto verso Louis, e solo quando lo guardo osservarmi inespressivo mi rendo conto che tutti i passeggeri della metro mi stanno guardando. I londinesi sono delle gran brave persone, ma non si fanno mai i cavoli loro.
Torno a sedermi accanto a Louis.
"La troverai, amico.", mi dice dandomi una pacca sulla spalla.
"Certo che la troverò, so metà del suo cognome.", sorrido.
"Magari prima di chiamarla preparati qualche argomento di conversazione che non sia la sua assicurazione, che ne dici?", mi prende in giro lui.
Scoppio a ridere e accavallo le gambe, lanciandogli addosso la sua custodia degli occhiali che ho ancora in mano.
"Lo hai fatto apposta, vero?", gli chiedo riferendomi allo spintone.
"Io? Fatto apposta cosa?", mi chiede.
E non ci metterei la mano sul fuoco, ma mi pare che appena mi volto lui si lasci scappare un sorrisino.
Ma non ne sono del tutto sicuro perchè, come ho già detto, la coda dell'occhio imbroglia spesso, per quanto riguarda le espressioni facciali di chi si sbircia.






 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Samarskite