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Autore: MeMedesima    09/12/2012    1 recensioni
Blaine rabbrividì, affondando il naso nella sciarpa di lana. «Si gela qua fuori».
Kurt gli lanciò un’occhiataccia, sistemandosi meglio il cappello di lana. «Sssh, sveglierai mio padre! Per favore Blaine, ho sempre desiderato farlo».
«Avresti dovuto imparare a suonare la chitarra allora», commentò Blaine aggiustando la tracolla dello strumento sulle proprie spalle.
«Ma tu sai suonarla», ribatté Kurt mentre l’altro recuperava un plettro dalla tasca ed iniziava ad accordare lo strumento. «E ho sempre immaginato di farlo con te».
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What Are You Doing New Year’s Eve?

Avvertenze: fluff, angst e abuso di citazioni da Colazione da Tiffany

 

Blaine rabbrividì, affondando il naso nella sciarpa di lana. «Si gela qua fuori».

«Esagerato», commentò Kurt, mentre il suo sospiro esasperato si condensava in una nuvoletta bianca di fronte al suo viso

«Sta nevicando, che cavolo», tentò di nuovo Blaine, anche se sapeva benissimo che non l’avrebbe mai convinto a rientrare. Se Kurt Hummel aveva deciso di piantarsi sulla scala antincendio del suo edificio in pieno inverno a mezzanotte, niente e nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo di lì. Il ragazzo si strofinò le mani, cercando inutilmente di scaldare le dita, e provò ad appoggiarsi meglio alla scala. «Questa ringhiera è ghiacciata!».

Kurt gli lanciò un’occhiataccia, sistemandosi meglio il cappello di lana. «Sssh, sveglierai mio padre! Per favore Blaine, ho sempre desiderato farlo».

«Avresti dovuto imparare a suonare la chitarra allora», commentò Blaine aggiustando la tracolla dello strumento sulle proprie spalle.

«Ma tu sai suonarla», ribatté Kurt mentre l’altro recuperava un plettro dalla tasca ed iniziava ad accordare lo strumento. «E ho sempre immaginato di farlo con te», aggiunse dopo qualche momento, cogliendo Blaine di sorpresa.

Il ragazzo cercò di mantenere un’espressione neutrale sul viso – stava diventando stranamente facile visto che Kurt aveva fatto commenti del genere per tutta la giornata.

Il primo era stato quando Blaine l’aveva accompagnato allo Starbucks sotto casa per prendere qualche muffin, mentre Burt portava le valigie nell’appartamento di Kurt e Rachel.

«È, umh, comodo avere un bar sotto casa», aveva commentato Blaine, cercando di non fissare Kurt troppo a lungo – il suo naso era sempre stato così adorabile o gli faceva quell’effetto solo perché non lo vedeva da mesi?

«Già», aveva risposto Kurt mentre gli passava il suo cappuccino e prendeva la scatola di muffin. «Ma ad essere onesto il Lima Bean rimane ancora il mio preferito. Il caffè qui è migliore, ma non ci sono tutti quei ricordi».

Blaine si era quasi soffocato con un sorso di caffè. Si stava riferendo a quello che pensava lui o…? Aveva alzato gli occhi sull’altro ragazzo, che lo stava guardando con un sorriso.

«A volte credo di aver passato più tempo in quel bar che alla Dalton», aveva risposto in tono leggero.

Il suo cuore aveva saltato un battito quando Kurt aveva riso.

“Stai calmo. Stai. Calmo”, si era ripetuto, cercando di non sorridere come un’idiota per le tre rampe di scale dell’appartamento di Kurt e Rachel.

Da quel momento in poi i commenti e le battute sui loro trascorsi si erano susseguite una dopo l’altra, andando avanti per tutta la giornata – anche se Blaine ci aveva messo un po’ per riabituarsi a quella complicità.

Sembrava come se fra loro non fosse successo nulla, come se fossero di nuovo migliori amici. Blaine non voleva farsi illusioni. Sapeva che il comportamento di Kurt non era casuale – che stava cercando di perdonarlo. Ma non avevano nemmeno parlato seriamente di ciò che era successo in ottobre e sentiva che era ancora troppo presto, per entrambi.

Non gli era sfuggito l’istante di panico sul viso di Kurt quando l’aveva visto davanti alla porta di casa sua; e lui stesso era arrivato a New York solo perché Burt era stato seduto di fianco a lui durante il volo – aveva tentato di scendere dall’aereo per ben tre volte prima che decollasse, e per tre volte Burt l’aveva costretto a sedersi di nuovo senza voler sentire ragioni.  

Strimpellò qualche nota, guardando il ragazzo di fronte a lui. «Cosa vuoi che suoni?».

Kurt alzò gli occhi al cielo. «Moon River, ovviamente. La scena dove Holly canta seduta alla finestra è-».

«Kurt, io non so quella canzone».

Kurt gli lanciò un’occhiata assassina. «Non ti sto picchiando solo perché dovrei tirare fuori le mani dalle tasche per farlo».

«Allora ammetti anche tu che si gela!».

«Non è questo il punto Blaine! Come faccio ad essere Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany se non sai Moon River?».

«Potrei suonare qualcos’altro?». Si risistemò la tracolla della chitarra sulla spalla, incrociando lo sguardo imbronciato di Kurt. «In fondo era mattina mentre lei cantava. E non era Natale…».

«Bene», capitolò Kurt. «Ma che sia anni 60. Non rinuncio alla mia atmosfera vintage».

Blaine sorrise di nuovo – aveva sorriso molto di più nelle ultime dieci ore che nell’ultimo mese.

Scartò subito All I Want For Christmas Is You. Non era il momento per le pop idol, ed era decisamente troppo presto per una canzone romantica… o forse no?

“Diavolo, perché non ho chiamato Wes prima di venire qui?”.

Scosse la testa, scacciando i dubbi e cercando di pensare a qualcosa di più adatto.

«Ella Fitzgerald va bene per te?», chiese mentre suonava qualche arpeggio.

Kurt sorrise, una scintilla divertita negli occhi. «Jazz? Davvero Blaine?».

«Hai nominato tu gli anni 60», commentò l’altro, prima di abbassare gli occhi e iniziare a suonare.

«Maybe it's much too early in the game», cominciò, la voce più roca del solito. «Oh, but I thought I'd ask you just the same, what are you doing New Year's, New Year's eve?».

Solo quando ebbe finito la prima strofa ebbe il coraggio di alzare lo sguardo sull’altro ragazzo, notando con sollievo che non sembrava infastidito. Gli fece un cenno col capo, invitandolo a cantare la seconda strofa.

«Wonder whose arms will hold you good and tight when it's exactly twelve o'clock that night, welcoming in the New Year, New Year's eve», cantò l’altro mentre un sorriso iniziava a farsi strada sul suo volto. Blaine sorrise a sua volta, mentre riprendeva a cantare.

«Maybe I'm crazy to suppose I'd ever be the one you chose out of the thousand invitations you received», continuò Blaine mentre Kurt si avvicinava a lui, sorridendo.

«Ooh, but in case I stand one little chance… Here comes the jackpot question in advance: what are you doing New Year's, New Year's Eve?». Cantarono l’ultima strofa all’unisono, un sorriso soddisfatto su entrambi i loro volti.

Kurt rise piano, mentre faceva un passo in avanti. «Le nostre voci suonano ancora benissimo insieme».

Il sorriso di Blaine si illuminò ancora di più, mentre si staccava dalla ringhiera e poggiava la chitarra vicino a sé. Senza pensarci due volte prese la mano di Kurt, intrecciando le sue dita gelate con quelle del ragazzo, coperte da uno spesso guanto di lana.

«Cosa fai questo Capodanno?».

Kurt abbassò lo sguardo, mentre cercava senza successo di nascondere un sorriso.

«È un’altra delle tue battute pessime o…?».

Blaine scosse la testa. «Sono serio».

Kurt si mordicchiò il labbro inferiore prima di rispondere. «Isabelle mi ha invitato ad un party organizzato da Vogue».

«Oh», commentò Blaine, cercando di non sembrare troppo deluso.

«Ma non credo che andrò», precisò in tono leggermente divertito. «Mio padre mi vuole a casa per Natale, e onestamente mi serve una pausa da New York. Il ventuno sarò a Lima, e ci rimarrò fino a Capodanno, credo».

«Sugar farà un’altra festa». Blaine gli lanciò uno sguardo speranzoso. «Mike, Mercedes e Santana hanno già detto che verranno».

«Allora credo ci vedremo lì», finì Kurt con un sorriso incerto.

Ci fu un momento di silenzio, mentre entrambi i ragazzi abbassavano lo sguardo, incerti sul da farsi.

«Sono contento che tu sia venuto», disse alla fine Kurt.

«Davvero?». Kurt gli lanciò un’occhiata interrogativa. «Pensavo che… dopo quello che è successo in ottobre-».

«Blaine», lo interruppe l’altro, stringendogli la mano. «Non importa quello che è successo o che potrebbe succedere. Potrei avercela a morte con te, o… o non parlarti», mormorò, ricordando le settimane dopo la loro rottura. «Ma credimi, nulla potrebbe farmi smettere di tenere a te ormai. Sei troppo importante».

Blaine annuì, non fidandosi della sua voce in quel momento.

«E questo significa che sarò sempre felice di vederti. Sempre».

Kurt si chinò leggermente verso il ragazzo, posandogli un bacio veloce sulla guancia.

«Lo terrò a mente», mormorò Blaine quando si furono separati, sentendo la pelle pizzicare dove le labbra di Kurt e il suo naso gelato l’avevano sfiorato.

«Faresti meglio», rispose l’altro, le guance leggermente arrossate. «Vieni, andiamo dentro». Si girò per scavalcare la balaustra della finestra, senza lasciare la sua mano. «Non dirlo a mio padre ma ho imparato la ricetta della cioccolata calda migliore di New York».

 

A/N:

Buonasera :)

Questa è la mia versione di come potrebbe andare il Natale dei nostri due ragazzi…

La canzone che cantano Kurt e Blaine si chiama proprio What Are You Doing New Year’s Eve, e la versione più adorabile esistente per me è questa.

Spero che anche voi siate entrati nello spirito natalizio, perché io ci sono dentro fino al collo dal 20 novembre e per questo Natale (e da qui inizia la poubblicità occulta ;) ) pubblicherò la mia prima long Klaine!!!!

Yaaaaay :)

Per chi fosse interessato il prologo verrà pubblcato domani pomeriggio/sera. :)

Buona domenica, e baci a tutti!!

MM

  
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