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Autore: acculturazione    09/12/2012    2 recensioni
Dear Fred,
we'd like to invite you to our join group.
We lost a member, and like to keep the number at an even 4.
sincerely,
the Marauders
È stato questo ad avermi dato l'ispirazione, è l'ennesima flashfic dei gemelli, solo che tutte quelle che ho letto sono viste dallo sguardo di George, questa da quello di Fred; è un po' di versa da tutte le altre... vi prego di recensire.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, I, Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ci sarò.


In una stanza che sembrava allegra, due ragazzi assolutamente identici sedevano uno di fronte all’altro. Le tende viola su cui splendeva il logo giallo “Weasley” frusciava appena e gli involucri di sgargianti Merendine Marinare ricoprivano la scrivania.
I ragazzi parevano quasi il riflesso l’uno dell’altro, non fosse stato per il fatto che uno teneva la testa china, come se non riuscisse più a reggerla, come se non ci fosse più motivo per reggerla. L’altro lo scrutava impensierito, gli occhi traslucidi.
“Fred, dobbiamo andare.” Lo chiamò una voce familiare.
“Devi venire con noi, lasciarlo tranquillo.” Aggiunse un'altra.
“Potrai stargli accanto per sempre.” Lo rassicurò la terza. Tre diciassettenni erano in piedi in un angolo, meno palpabili dell’aria, più astratti dei sogni. Uno era alto, aveva scompigliati capelli scuri e divertiti occhi di ghiaccio. Uno pareva sano come non era mai stato in vita, il viso era giovane come se mai se lo fosse graffiato. L’ultimo era smilzo, agile, con scompigliati capelli neri e, dietro a un paio di occhiali storti, occhi castani.
“Non posso abbandonarlo, non di nuovo.” Sussurrò Fred, gli occhi puntati sul gemello che non pareva essersi accorto dei quattro.
“Non puoi neppure stargli vicino.” Disse Sirius.
“Ma voglio.”s’intestardì il rosso, ma nonostante il suo volere la sagoma si faceva sempre più pallida, sempre più simile a quello degli altri tre. George sollevò la testa, come richiamato dalla voce di un gemello che non poteva né sentire, né toccare, né vedere.
“Guardatelo” disse Fred senza muoversi, “guardate i suoi occhi. Ho vissuto con lui per diciannove anni della mia vita, mai è mancata quella scheggia di ironia. Oggi non c’è, è scomparsa, la luce del nostro sorriso si è spenta... soltanto il riflesso di un ricordo è sopravvissuto al suo dolore.” Aveva la voce tremante, la gola piena di lacrime, gli occhi che bruciavano, ma era soltanto un anima e non poteva piangere.
“Fred. Lo so come ti senti. Davvero. Anche io sono morto abbandonando i miei migliori amici, quelli che sono stati i miei fratelli, quelli con cui sono cresciuto. Anche io li ho guardati da lontano piangere sul mio corpo.” James fece un passo verso il ragazzo, il cui corpo impercettibilmente sbiadiva.
“Poi che hai fatto?” domandò. “Li ho seguiti sempre, sono stato con loro ogni secondo di ogni momento.” rispose con semplicità il moro.
Fred finalmente si alzò passandosi una mano sul viso, si avvicinò ai tre diciassettenni che ancora lo aspettavano nell’ angolo,  irreali come solo i sogni possono essere. Li guardò negli occhi uno ad uno, poi si voltò verso la persona che più amava.
“Siccome è rimasto un posto vuoto, ti va di diventare il quarto Malandrino?” gli chiese Remus dolcemente. “Solo se a suo tempo George sarà i quinto.” Rispose Fred, dipinto sul viso il primo vero sorriso dal giorno della sua morte, un ghigno concreto, di quelli che antecedono uno scherzo con i fiocchi.
“Lo sarà.” assicurò Sirius.
“Ci sarò, George” mormorò, un secondo dopo sparì per una nuova avventura.
 
 
 
(499 parole precise:D)
 
 
 
 
  
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