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Autore: Dorian Claude    26/06/2007    0 recensioni
"Trascendenza o fine di un tutto unico e irrecuperabile?"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un filo di vento entrò nella stanza. Steven lo percepì con grande stupore e sollievo;riusciva quasi a vederlo mentre si faceva spazio sottile fra le mura cupe e opprimenti.Faceva caldo quella sera,la piacevole aria del pomeriggio aveva lasciato spazio a una calura insostenibile.Steven,madido di sudore e con i vestiti incollati addosso,non riusciva a non dimenarsi nervosamente,ma sapeva anche che non poteva permettersi di sprecare una tale quantità di energia per non controllare una stupida reazione istintiva.Doveva stare calmo,era pur sempre un uomo…o almeno lo era stato.Una vita di pacati atteggiamenti,di ferree e salutari abitudini,non aveva fatto altro che fomentare violenti dissapori e reazioni tardive.Ora si presentava terribile lo sforzo di riagganciarsi a qualcosa di vero,pur costantemente falsato.Stridenti echi del passato invadevano e straziavano la pesante testa di Steven,ma nonostante questo egli vacillava come un oggetto inanimato.Brividi convulsi dentro,lasciva caducità fuori.Solo qualche timida pulsazione percuoteva il suo corpo,quasi per segnalare la sua presenza fisica ancora in qualche modo persistente e,seppure più di rado, dei leggeri formicolii attraversavano rapidi la pelle bianca.Di lì a poco,però,tornò nella sua consueta posizione al lato della stanza con estremo abbandono, ma pur sempre all’erta.Ora lentamente rivolse il suo sguardo all’angolo dove giaceva impietrito Robert.Questi era fermo.La sua tormentata carcassa,accasciata squallidamente sul muro,stava assumendo sempre di più un colore bianco sbiadito e non sarebbe stato sorprendente se avesse già esalato l’ultimo respiro da un po’ di tempo.Ma no,il giovane sembrò scuotere una spalla,era lì e continuava a trascinarsi forse per ostinazione,forse per istinto di conservazione,forse per paura.Non ci si rassegna mai finché si riesce a trovare anche un minimo e precario appiglio. Robert era aggrappato alla vita,ne era infuocato.Per lui,forse,era solo timore;timore di non ardere più di questo fuoco vivo,di abbandonarsi volubile e fragile come cenere.In tutto questo tempo aveva meditato,disperato,pianto e più si asciugava le lacrime amare,più gli sembrava di espellere una parte importante di sé.Le lacrime stesse,con il loro veloce fluire e la loro labile inconsistenza,rappresentavano tutto ciò che di vivo rimaneva in lui e quando infine cadevano e precipitosamente andavano a morire disfatte sul terreno freddo,era come udire un frastuono immenso,un’ urlo di morte che sgretolava i muri della sua esistenza.Logorato da questi infiniti pensieri,si girò di sbieco,sempre dando le spalle all’altro,e rimase immobile nell’angolo.Steven lo stava osservando sott’occhio.Non gli era mai piaciuto e non gradiva nemmeno il fatto che condividesse il suo stesso,pur se lacerante,destino.Essi,però,ignari e finiti,erano tutt’e due là,in quel soffocante spazio dove le loro vite avevano già smesso di apparire realmente.
Cominciò a piovere rumorosamente e lo scroscio dell’acqua,che impetuosa si scagliava sull’asciutto, rimbombava fra le pareti con un’eco indicibile. L’atmosfera rende ogni gesto nuovo e diverso come se,caricato di un’estranea luce,dovesse imprimersi in un tratto di eternità.La voce accesa di Steven,amplificata dal temporale,sembrò,così,tuonare minacciosa dal nulla:”Credi di poter continuare a lungo in questo modo?”.Robert,ancora girato,rispose:”Sinceramente no.Il corpo comincia a non reagire,sta diventando un peso.Tu resisti?”.Si finse interessato,ma l’ipocrisia del mondo reale non era più credibile,aveva perso ogni senso.”Forse,ma ormai non ha importanza.Prima sentivo il peso della morte come una forza opprimente e incancellabile,la vedevo strisciare e danzare su ogni cosa.Mi fissava,ma solo perché ero io a rivolgerle lo sguardo.Era come osservarmi in uno specchio rotto,ero deforme e disperso in molteplici false copie orribili e insensate.Tutto ciò è molto rassicurante,ora so chi ero e cosa sono diventato.”Robert accennò un amaro sorriso:”Si,probabilmente hai ragione…”Si distesero,all’improvvisò,per terra,dove niente e nessuno poteva più sfiorarli e si spensero così come erano nati… Trascendenza o fine di un tutto unico e irrecuperabile?E’ possibile abbandonare le tristi e consunte vesti mortali e continuare a “vivere”al di là?Oh,ego tremendo e vorace,proteso in un’insaziabile desiderio di mutazione!Innalzati e vola…
Nel puro silenzio tombale,un raggio di luce diafana illuminò pacatamente i due volti.Essi non avevano più niente di umano.Gli occhi erano spenti,opachi,la bocca,curvata,disegnava un ghigno innaturale.Il corpo aveva smesso di sudare e ora,rigido,non temeva più il dolore. Si,la paura era scomparsa finalmente e l’altro non era più un nemico.Tutto ad un tratto si ritrovarono a ridere disumanamente di se stessi.
  
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