Anime & Manga > Nana
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Autore: DarkButterfly    27/06/2007    7 recensioni
ATTENZIONE : Spoiler per chi guarda l'anime...
Nana e Nobu si incontrano, dopo che lei ha accettato la proposta di matrimonio di Takumi, come andrà a finire tra loro? Mi pare che il titolo riveli tutto...
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Frozen, assistente admin di EFP.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Lo sai, Nana?

Quel giorno ero seduta accanto alla finestra a quel tavolo, nel nostro appartamento.

Rigiravo tra le mani una tazza di the, ormai freddo.

Avevo accettato la proposta di matrimonio di Takumi, benché, gia all’epoca sapessi che me ne sarei pentita.

Il mio sguardo si perdeva nel vuoto, osservavo la parete di fronte a me, piena di fenditure, come il mio cuore.

E’ strano, vero? Non dovrei essere io quella con il cuore spezzato, essendo stata io a farvi soffrire, eppure, non posso fare a meno di piangere quando penso a voi.

Non sentii nemmeno l’insistente bussare alla porta, fino a che non sentii chiaramente la sua voce chiamarmi.

Mi alzai, e corsi ad aprire, incurante del fatto di indossare soltanto il pigiama e la vestaglia. Ci guardammo a lungo negli occhi, entrambi lucidi, entrambi gonfi ed arrossati. Mi scostai e lo lasciai entrare, lui passò silenziosamente, non un saluto, non un cenno.

Non era più il mio Nobu. Era soltanto lo spettro del ragazzo che era stato.

<< Perché sei venuto? >> Domandai esitante, avevo paura della sua risposta, delle sue ragioni.

<< Nana, io… volevo solo sapere cos’hai… deciso riguardo, al… bambino… >> La sua risposta fu titubante, la sua voce tremava, in parte per il nervosismo, in parte per l’emozione.

<< Ecco, vedi, io ho deciso che, per il bambino, è meglio vivere con… Takumi… >> Scoppiai in lacrime prima di concludere la frase.

Non volevo lasciare Nobu, non volevo sposare Takumi. Ma mio figlio veniva prima di entrambi, e dovevo fare tutto il possibile per lui.

Nobu mi osservò, anzi, mi guardò attraverso, i suoi occhi erano vitrei e spenti, come gli occhi di un morto. Mi avvicinai a lui, con l’intenzione di scuoterlo, ma si ritrasse, come se fosse arrabbiato, e non volesse essere sfiorato da me.

<< Nana, anche io posso garantire per il bambino, ora che i Blast stanno per sfondare… >> Iniziò.

<< Non c’è nessuna certezza per il domani, Nobu… >> Lo interruppi.

<< Nana, ti prego… >> La sua voce era un sussurro, una preghiera.

<< E’… gia abbastanza difficile così… se ora mi preghi d restare con te, io non riuscirei a dirti di no, ma ne va del futuro…di mio figlio…mi dispiace, Nobu. Mi dispiace davvero… >> Risposi, mentre i miei occhi continuavano a lacrimare copiosamente.

<< Nana, non fare così… Potrebbe essere mio… >> Sussurrò, asciugandomi dolcemente le lacrime.

<< Takumi ha detto che garantirà anche se il figlio non è suo… >> Replicai singhiozzando.

Nobu si voltò e fece per uscire, gli afferrai un lembo della maglia, lui si girò nuovamente a guardarmi, mi avvicinai e posai le mie labbra sulle sue.

Il nostro bacio aveva il sapore della sofferenza e delle lacrime, eppure era un bacio sincero.

Nana, tu l’hai sempre saputo, vero? Io amavo Nobu, più di ogni altro ragazzo che avessi mai incontrato.

Gli accarezzai una guancia, soffermandomi su ogni singolo ed insignificante dettaglio del suo viso, per non dimenticarlo, mai.

<< Mi dispiace, Nobu. Vorrei che fosse andata diversamente… >> Singhiozzai.

<< Addio, Nana… >> Mormorò, prima di lasciare la stanza.

Mentre se ne andava, pensai che sarebbe stato meglio se lui mi avesse dimenticato.

Non volevo farlo soffrire, non più.

<< Ti amo, Nobu… >> Sussurrai, conscia del fatto che non poteva sentirmi.

Ora, la notte mi sveglio, e penso a voi. Penso al nostro vecchio e incasinato appartamento.

Penso ai tempi felici che ho trascorso in quel posto. Penso ai miei 20 anni. Ma soprattutto penso a Nobu. L’ho fatto soffrire, e, infine, sono contenta che lui si sia lasciato la nostra relazione alle spalle, come avevo desiderato il giorno del nostro addio. Eppure la cosa mi rammarica.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se quel giorno fosse andata diversamente, se io fossi rimasta con lui. Cerco di non pensarci più di tanto, la malinconia e la sofferenza non mi hanno ancora lasciato.

Tu mi capisci, vero? Nana?

  
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